lunedì 25 gennaio 2016

La vera cavia siamo noi

La vera cavia siamo noi

Unioni civili: ma cos'è veramente il matrimonio? - Il Fatto Quotidiano. ORIGGI FA LA DOMANDA RETORICA MA POI SVILUPPA LA RISPOSTA SOLO DA UN PUNTO DI VISTA FILOSOFICO-SOCIALE

Unioni civili: ma cos'è veramente il matrimonio? - Il Fatto Quotidiano

Questo post di Origgi è molto interessante ma non risponde esaurientemente alla domanda: Cos'è il Matrimonio? 

Iniziamo dalla Costituzione della Repubblica italiana:

Art. 29

1 - La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
2 - Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare.

Il Matrimonio è il diritto di due persone ad esprimere la volontà di unirsi liberamente davanti a una autorità religiosa o laica chiamata a raccogliere le volontà personali. Sono le persone a decidere ed è per questo che viene chiamata unione naturale perchè nasce dai diritti naturali di libertà!

Da libertà personale il Matrimonio, nell' Età Moderna, deve sottostare sempre di più al pubblico interesse. In qusto periodo storico il Matrimonio diventa una decisione umana  socio-politica, economica e culturale per strutturare, regolare e dare valore a una organizzazione sociale chiamata a competere con la prima globalizzazione cinque/seicentesca attraverso una famiglia regolata, basata sulla parentela certa e rintracciabile. La visione di una nuova famiglia controllata attraverso il Matrimonio era funzionale ai poteri politico-economici cinque/seicenteschi; questo esercizio di relazionalità controllata di uomini e donne impegnati nella ricerca di ordinare sentimenti, libertà, morale e piacere ha permesso uno straordinario sviluppo umano protagonista una famiglia esclusiva ed escludente, socialmente premiata ma  non senza tragedie alle quali l' uomo non ha avuto poteri di contrasto efficaci: guerre e razzismi.

La forma di Matrimonio attuale risale all' Età Moderna quando si realizza l' obbligo di scambiare il consenso matrimoniale in una forma giuridica predeterminata ad valitatem  introdotto dal Concilio di Trento, con il decreto Tametsi del 1563. Prima del Concilio bastava lo scambio di consensi e non era obbligatoria la pubblicità quindi era nato il problema dei matrimoni clandestini e dei figli non tutelati, cioè quei matrimoni celebrati al di fuori di qualunque forma solenne e pubblica. Il Giurisdizionalismo sancisce la validità del Matrimonio cattolico anche per i laici. Stato e Chiesa sono concordi nel considerare il Matrimonio un' indispensabile strumento a sostegno della società.

Controllo, ordine, sessualità indirizzata verso l' eterosessualità, disciplinamento e sicurezza sono le parole del  Matrimonio e della famiglia in una inedita concatenazione con la struttura sociale, politica, morale ed economica.


Da quel momento, con quel Matrimonio e con quella struttura parentale l' organizzazione sociale e politica si sviluppa nella forma patriarcale/liberal-economica dalla quale sarà possibile anche l' emancipazione femminile. 


A ciò non è estraneo il fatto che il Matrimonio è l' unico contratto che può avere il suggello della sacralità e può elevare la relazionalità fra uomo e donna verso apici di dignità altrimenti difficilmente raggiungibili. 

Oggi si sente l' esigenza delle unioni civili al di fuori del Matrimonio e la discussione pubblica è molto serrata visto le resistenze di coloro che temono:

la destrutturazione del legame fra: 
  • famiglia e matrimonio;
  • esogamia etero-sessuale e di genere e matrimonio;
  • esigenze personali e singolari ed esigenze di interesse socio-politiche generali;
  • perdita del valore dei diritti i quali sono personali ma direttamente collegati a interessi generali.
Questo legame ha permesso il nostro sviluppo sociale e uomini e donne lo hanno accettato per questo agendo in modo da armonizzare, per quanto possibile, esigenze individuali e interessi generali. Questo tentativo di armonizzazione ha comportato, non sempre ma spesso, il sacrificio della responsabilità ma ha elevato l' uomo e la donna al di sopra di egoismi pericolosi attraverso una relazionalità tendente a livelli sempre più elevati di maturità psico-corporea.
A me sembra che la cosiddetta Legge Cirinnà scongiuri questa destrutturazione ma non mi sento di giudicare coloro che sentono il peso positivo della tradizione. Soprattutto questa possibile destrutturazione interviene quando la destrutturazione culturale è già avviata verso derive pericolose. Lorenza Cervellin

giovedì 7 gennaio 2016

LE DONNE DI COLONIA, LA QUESTIONE MASCHILE, IL RAZZISMO DI GENERE, IL TERRORISMO DI GENERE E LA CIVILTA' OCCIDENTALE NEGATA.

NON DOBBIAMO AVERE PAURA DELLE PAROLE! LE USIAMO PER DECODIFICARE E CRITICARE I NOSTRI COMPORTAMENTI E LE NOSTRE AZIONI DISCRIMINANTI QUINDI USIAMOLE ANCHE QUANDO COLORO CHE SONO DEFINITI DISCRIMINATI, DISCRIMINANO E TERRORIZZANO A LORO VOLTA, NEGANDO LA CIVILTA' ALIENANDO UNA CULTURA.

IN LINEA DI PRINCIPIO I NOSTRI ERRORI STORICO-CULTURALI SONO STATI CORRETTI PER CUI ORA SMETTIAMOLA CON L' INSOPPORTABILE RETORICA PATRIARCALE, PATERNALISTICA E CONTADDITORIA. 

I FATTI DI COLONIA E DI ALTRE CITTA' TEDESCHE, CONTRO LE DONNE, FANNO PARTE DELLA QUESTIONE MASCHILE, DEL RAZZISMO DI GENERE, DEL TERRORISMO DI GENERE E DELL' INCAPACITA' DI ACCETTARE LA CIVILTA' COMPIUTA BASATA SUL RICONOSCIMENTO DELLA COMPLESSITA' UMANA, SULLA DIFFERENZA E SULLA NECESSITA' DI RIPORTARE TUTTI SOTTO L' EGIDA DELLE REGOLE, RIDUCENDO:
  1. LE RESISTENZE E LE PRETESE DI CHI ARRIVA IL QUALE PENSA DI ESSERE APPRODATO IN UNA SOCIETA' PATRIARCALE E PATERNALISTICA; 
  2. IL SENSO DI COLPA STORICO DI CHI ACCOGLIE;
  3. LE ESCLUSIVE NECESSITA' CAPITALISTICHE  DELLE  QUALI LA GLOBALIZZAZIONE E' STATA UNICO STRUMENTO SOCIO-POLITICO DEGLI ULTIMI 20 ANNI E CHE HA COSTRETTO UOMINI E DONNE DI CULTURE DIVERSE A CONVIVENZE OBBLIGATE E NON SCELTE, DIMENTICANDO CHE L' UOMO E' VOCATO ALLA SOCIALIZZAZIONE, MA SCELTA.
E' CHIARO CHE I POLITICI SONO STATI POCO LUNGIMIRANTI E INCAPACI DI GARANTIRE SICUREZZA E DIGNITA' AI CITTADINI ALIMENTANDO IL   BUONISMO E IL PIETISMO DI ORIGINE BORGHESE, CON SPICCATE COMPONENTI DI CLASSE ED E' GIUSTO DIRE CHE IL BUONISMO E IL PIETISMO NON GENERANO DIGNITA' MA ALIMENTANO IL MALE BANALE, SENZA RADICI.  
SOTTO QUESTA "PROTEZIONE" UOMINI VIGLIACCHI E IMPOTENTI, MA SEMPRE GIUSTIFICATI O VICEVERSA SEMPRE INCOLPATI, INCAPACI DI AFFRONTARE LE LORO CRITICITA' PERSONALI, SOCIALI E POLITICHE, RICERCANO LA PROPRIA IDENTITA' E IL MOTIVO DELLA LORO ESISTENZA NELLA SOPRAFFAZIONE DELLA DONNA METTENDO IN ATTO UNA PRATICA TERRORISTICA E RAZZISTICA DI GENERE.

SE E' VERO CHE MOLTI DEI TERRORISTI DI GENERE E I RAZZISTI DI GENERE DI COLONIA E DI ALTRE CITTA' SONO PROFUGHI, RIFUGIATI O EMIGRANTI EXTRACOMUNITARI DI CULTURA ISLAMICA, DOPO LA PENA, SAREBBE UTILE SUGGERIRE LORO DI RITORNARE NEI LORO STATI PER AUTODETERMINARSI  "COMBATTENDO" CONTRO I LORO OPPRESSORI PER LA LIBERTA' CHE E' ACCETTAZIONE DI REGOLE E DI LIBERTA' DELL' ALTRO/A E NON SCEGLIERE LA BANALITA' DEL MALE. 

CONQUISTATI E INCAPACI DI REAGIRE ALLA TIRANNIDE CULTURALE E POLITICA DELLA PROPRIA CULTURA, SPESSO PER VIGLIACCHERIA, RIMETTONO COMUNQUE IN SCENA LA LORO CONQUISTA VIGLIACCA VIOLANDO SESSUALMENTE E SIMBOLICAMENTE I CORPI DELLE DONNE. 
 
SE E' VERO CHE NON BISOGNA GENERALIZZARE E' ALTRETTANTO VERO CHE BISOGNA ISOLARE QUESTE AZIONI E QUESTI COMPORTAMENTE SENZA DILUIRLI NELLE GENERALIZZAZIONI.  NOI NON DOBBIAMO AVERE PAURA DI CHIAMARE QUESTE PERSONE, TERRORISTI NELL' ATTO TERRORISTICO, TERRORISTI DI GENERE, RAZZISTI DI GENERE E NEGATORI DI CIVILTA'!  

QUESTE PAROLE VALGONO PER UOMINI DI TUTTE LE CULTURE!

DOPO COLONIA NULLA SARA' PIU' COME PRIMA E DOBBIAMO PRENDERNE ATTO E GUAI A CHE CERCA DI DISTRARRE DALLA GRAVITA' DI QUANTO CULTURALMENTE ACCADUTO. 

LE GIUSTIFICAZIONI: UBRIACHEZZA, POCA PRUDENZA DELLE DONNE E AZIONI CONTROLLATE DA CHIUNQUE SONO SPAZZATURA. LORENZA CERVELLIN

Sul corpo delle donne no pasaran

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Quelle donne libere umiliatea Colonia dal fanatismo

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