lunedì 31 dicembre 2012

Fornero, con le leggi l’Italia è a postobr /È nei comportamenti che sbaglia

Fornero, con le leggi l’Italia è a postobr /È nei comportamenti che sbaglia

Pubblico questa intervista di Fornero per criticarla e invitarla a non occuparsi di Pari Opportunità perché durante il suo ministero le ha violate!
Hanno visto aumentare le disparità:
gli esodati;
i pensionati a cui è stata bloccata l' indicizzazione della pensione già inadeguata al costo della vita;
gli ammalati;
coloro che hanno dovuto pagare l' IMU anche se disoccupati, senza reddito e con il mutuo a carico o con un disabile in casa.
Non hanno visto appianare le disparità:
i precari;
i disoccupati;
i pensionati con pensione al minimo;
i padri separati;
i titolari di attività senza reddito;
le donne costrette a firmare il licenziamento prima dell' assunzione.
Il ministro Fornero e il Governo di cui ha fatto parte hanno sostanzialmente aumentato le disparità dei poveri rispetto ai ricchi contravvenendo ai Principi democratici che impongono di diminuire le diseguaglianze fra i cittadini e non aumentarle come hanno fatto loro e hanno svalutato il Principio di cittadinanza relegando, di fatto, il cittadino in stato di bisogno e contemporaneamente al rango esclusivo di cittadino-contribuente senza quella estensione dei diritti stabilita dalla Costituzione democratica. Il  monopolio sui poveri, esercitato per impoverirli ancora di più è stato il tratto distintivo di un governo antidemocratico che proprio nella violazione delle Pari Opportunità ha dimostrato il suo volto superbo, vigliacco e antidemocratico poiché la Democrazia deve funzionare per innalzare gli ultimi non per affossarli definitivamente con l' imposizione fiscale in assenza di possibilità e opportunità.
Sono queste le leggi che fanno dichiarare a Fornero che l' Italia è a posto? Quale Italia? Quella irreale che è nella sua mente? Questa Italia non è a posto neanche con le leggi che dovrebbero appianare le disparità a meno che, insieme al pareggio di bilancio, non si inserisca in Costituzione il fallimento della democrazia sostanziale provocato dalla politica!
Io penso che questo governo, nato per progetto del Presidente Napolitano, dopo il fallimento della politica, espressione dei poteri finanziari, abbia agito per un supposto bene dello Stato che si rivelerà effimero e filosoficamente sbagliato perché sostenuto da una razionalità limitata basata su principi acritici, economicistici, cinici inumani e antiumani: un governo di notabili, autoreferenziale e referenziale di gruppi d' interesse economico-finanziari, che ha abbandonato il Popolo e ha dato forma a provvedimenti iniqui con una alterigia e una sicurezza di sé preoccupante e devitalizzante la Democrazia. Concludendo: Lo Stato italiano, formalmente Istituzione valoriale superiore, è stato retto, negli ultimi 20 anni circa da classi dirigenti eticamente, culturalmente e politicamente svalutati e il Governo Monti, durante il 2012, ha perso l' occasione per riportare lo Stato ai valori autentici di eguaglianza ed equità che sostanziano la Repubblica e la Democrazia. Lorenza Cervellin
 

domenica 30 dicembre 2012

Marco Revelli: "La rete 'Cambiare si può' delusa da Antonio Ingroia, di nuovo candidati i leader di partito. Potremmo rompere" (FOTO)

Marco Revelli: "La rete 'Cambiare si può' delusa da Antonio Ingroia, di nuovo candidati i leader di partito. Potremmo rompere" (FOTO)

Elezioni 2013, Beppe Grillo risponde all'apertura di Antonio Ingroia: "Chiuda pure la porta, suo movimento è una foglia di fico"

Elezioni 2013, Beppe Grillo risponde all'apertura di Antonio Ingroia: "Chiuda pure la porta, suo movimento è una foglia di fico"

Considero l' esperienza di Grillo la vera novità "politica" degli ultimi anni, l' unico esempio di governance presente in Italia ma non mi piace la inevitabile distruzione di complessità presente nel Movimento 5 Stelle che trova realizzazione e affermazione solo sulla rete.
Considero il Movimento di Ingroia: "Cambiare si può", lista 'Rivoluzione civile', altrettanto valido, in potenza, del Movimento 5 stelle. Criticità di Rivoluzione Civile: aver "riciclato" personaggi al posto di personalità! Fa bene Ingroia ad tenere le porte aperte al Movimento 5 stelle e ad affidarsi alla stella polare "Costituzione"! Lorenza Cervellin
A rappresentare questo minipost pongo una immagine tratta da : Sociology and Complexity Blog del Dr. Brian Castellani.

venerdì 28 dicembre 2012

DON PIERO CORSI E IL CIRCOLO MALEDETTO

Questo il titolo apparso all' interno della bacheca della chiesa di Lerici, La Spezia su iniziativa del parroco, don Piero Corsi:

Donne e il femminicidio, facciano sana autocritica. Quante volte provocano?

E' utile ricordare che il C.P. All' art. 587 prevedeva e giustificava la soggettività violenta dell' assassino, contro le donne, poiché si pensava concordante con il sentire comune sociale, in nome dell' onore:          
  • Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell'atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d'ira determinato dall'offesa recata all' onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella.
Questa norma risaliva alla prima legislazione penale occidentale elaborata da Dracone nel 621 circa a. C. e finiva nel 1981 dopo una serie di sentenze della Suprema Corte, la quale, su indicazione dell' art. 3 della Costituzione, gradualmente, ne svalutarono il senso. Storicamente la norma, istitutiva di una “doppia morale” è durata 2600 anni è l' averla abolita legalmente, evidentemente, non ci deve far cadere in un atteggiamento ottimistico pensando che la normatività risolva una criticità sociale e culturale e don Piero Corsi ce lo dimostra. Storicamente, nei momenti di crisi sociali e di temperie politiche ed economiche, la donna veniva rigorosamente resa colpevole di qualunque cosa in base a un principio psico-dinamico elementare di rimozione/proiezione e anche oggi succede la stessa cosa.
Attenzione perchè le discriminazioni, le svalutazioni morali e i pregiudizi contro le donne quasi sempre anticipano e giustificano anche la cultura della discriminazione, della demonizzazione e della distruzione del nemico in generale e sono difficilmente riconoscibili poiché soggetti, nella loro interpretazione, al bias di conferma.

Sono tre le grandi discriminazioni elaborate dalla cultura occidentale che hanno procurato morte fisica e morte sociale di cui non si riesce a liberarsi:
  1. l' inferiorità del genere femminile
  2. l' antisemitismo
  3. la svalutazione dell' omosessualità
Su queste grandi discriminazioni ed emarginazioni sociali si sono costruite altre discriminazioni: lo straniero, il negro, il nemico politico e i poveri.

Sono tutte discriminazioni costruite, irrazionali e “magiche” che originano dalla cultura del dominio e della superbia che solo con responsabilità e azioni culturali forti si riuscirà a destrutturare interrompendo il “circolo maledetto” (definizione di Lévi-Strauss).

Le parole di don Corsi risultano ancora più gravi poiché, in generale, contraddicono l' intero sistema giuridico italiano il quale si basa sul diritto positivo teso a salvaguardare il cittadino e in particolare:
  1. l' art. 3 della Costituzione il quale riconosce uguale dignità a uomini e donne e non legittima nessuno a uccidere per superiorità o differenza culturale
  2. il messaggio evangelico il quale stabilisce che ogni persona appartiene e si realizza in Cristo non in base alla soggettività, spesso discutibile, di uomini e donne!
  3. Il V Comandamento: non uccidere!
E' sempre utile ricordare che le ultime  streghe furono bruciate,  in Europa, ancora dopo il 1780. Una delle ultime streghe ad essere bruciata fu Anna Göldi, uccisa nel 1782 a Glarona, in Svizzera. La sua figura è stata riabilitata dal parlamento Cantonale nel 2008.
 
A rappresentare questo post una raffigurazione medievale sulla stregoneria e il dipinto allegorico di Goya: "Le streghe"




mercoledì 26 dicembre 2012

Caro nemico, non ti daremo la soddisfazione di ignorarti…

Caro nemico, non ti daremo la soddisfazione di ignorarti…

«Femminicidio, colpa di donne che provocano» - Corriere.it

«Femminicidio, colpa di donne che provocano» - Corriere.it

La posizione illegale, ingiusta, volgare, culturalmente vuota, socialmente pericolosa  e reazionaria espressa da questa tesi appare sostanzialmente finalizzata alla distruzione definitiva di una filosofia della famiglia che andrebbe rinnovata per portare ulteriore civiltà. Mi auguro che dall' interno della Chiesa intervengano a condannare questo pensiero retrivo, ingiusto e antivangelico poiché, dalla venuta di Gesù,  ciò che definisce la persona non è più la sua posizione nella piramide sociale o politica (l'imperatore Diocleziano era arrivato al punto di fissare ognuno alla propria condizione sociale, per rafforzare anche dal punto di vista politico lo Stato), ma l'appartenenza a Cristo, che investe e trasforma tutto (l'essere «Giudeo o Greco», «schiavo o libero», «uomo o donna»). La filosofia laica ha poi incorporato questo principio fondamentale per ribadire i  Principi di civiltà che sono alla base delle nostre comunità. La filosofia  reazionaria, antiumana e antistorica di uomini misogini e maschilisti in preda a impulsi sessuali incontrollati e incontrollabili non può danneggiare insieme la Chiesa e la società secolarizzata! Inoltre: non si può mai giustificare un assassino colpevolizzando la vittima! Questa tesi lede tutti i principi giuridici dello Stato di diritto basati sul Diritto naturale: Principio di uguaglianza, di Razionalità, di Proporzionalità e confligge con l' articolo 3 della Costituzione. Per quel che mi riguarda non devolverò più l' otto per mille alla Chiesa cattolica. Lorenza Cervellin
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lunedì 24 dicembre 2012

MIA MARTINI -OMAGGIO-

Sabato 22 dicembre Rai 1 ha celebrato Mia Martini, dal punto di vista espressivo, la più grande cantante italiana di sempre. Perché è stata così grande? Perché in lei si intrecciarono: cultura, arte, vocalità, biografia, femminilità, sensibilità sociale e profonda consapevolezza di una condizione femminile problematica per la società e la politica che andavano delineandosi negli anni '80 del ' 900.
Brevi cenni biografici
Mia Martini, giunge a Roma da Bagnara Calabra negli anni Sessanta del '900 per tentare il successo come cantante. Viene da una situazione familiare critica con un padre, professore di italiano in un liceo, il quale, interrompe la retorica familista e lascia la famiglia andando a vivere con un altra donna. Mia, come da dichiarazioni, non riuscirà ad elaborare efficacemente questo fatto a cui più tardi si aggiunge la sua personale delusione affettiva dopo la fine della relazione con Ivano Fossati. Queste delusioni affettive e sentimentali verranno sublimare in una ricerca artistica ed espressiva di rara potenza che porteranno Martini a scrivere le pagine più belle della musica italiana, interpretando, durante due fasi rigorosamente distinte, canzoni indimenticabili come: Minuetto, Piccolo Uomo, Gli uomini non cambiano, Almeno tu nell’Universo, Lacrime, E non finisce mica il cielo.

Perché l' arte di Mia martini si divide in due fasi? Non certo per esaurimento di un filone artistico ma perché fu costretta a ritirarsi dal mondo dello spettacolo poichè oggetto di superstizione in quanto veniva considerata una persona che portava sfortuna. Tornerà dopo anni di lungo silenzio al Festival di Sanremo nel 1989 e, con Almeno tu nell’universo, incanterà tutti ma probabilmente i danni portati dall' emarginazione sociale e umana, nella sua psiche, erano probabilmente troppo gravi e tali da portarla a morte prematuramente nel 1995, in circostanze mai chiarite del tutto.

A celebrare Mia Martini, ospiti di Massimo Giletti a Per sempre Mia: Loredana Bertè, Enzo Gragnaniello, Aida Cooper, Piero Chiambretti, Valeria Marini, Mietta, Ombretta Colli, Mario Luzzato Fegiz, Gigi D’Alessio e Anna Tatangelo.

Il programma è riuscito a rendere questa grandezza espressiva? No

Il programma è riuscito a spiegare l' emarginazione di Mia Martini? No.

Il programma è riuscito ad esprimere chiaramente la vergogna e il danno morale subito da Mia Martini e dalla società tutta? No.

Probabilmente il programma è riuscito a rendere la grandezza tecnica e vocale di Mia Martini ma la celebrazione è stata una occasione perduta per parlare responsabilmente e scientificamente dell' emarginazione di cui è stata vittima Mia Martini, una emarginazione che veniva a prendere forma in un ben determinato periodo politico: cinico, edonista e neo-liberista che si sarebbe nutrito di omologazione e superficialità e della proposta di donne oggetto-soggetto che ben poco avevano a che fare con la profondità di Mia Martini. La delusione più grande è arrivata dalle parole di Ombretta Colli, collega di Mia ed esponente di spicco della politica berlusconiana. Colli, riflettendo sull' emarginazione di Mia Martini era arrivata alla conclusione che la sua collega era oggetto di pregiudizio, emarginazione  e superstizione perché non si vestiva in maniera colorata ed era malinconica e melanconica perché non si era sposata e non aveva avuto figli. Ricordo alla signora Colli che l' emarginazione è a totale carico degli attori esterni alla vittima e che questi attori inventano la discriminazione come arma idonea ad uccidere le persone senza spargimento di sangue e probabilmente questo meccanismo di distruzione originava dall' invidia del talento vero e dall' odio di una femminilità irriducibilmente proposta. Ricordo, inoltre, alla signora Colli e al signor Giletti che la televisione è il più potente motore di discriminazione il quale funziona con un meccanismo elementare di inclusione/esclusione. Chi viene incluso? Chi si riconosce come capace di omologarsi per superficialità e mancanza di talento. Mia Martini nella sua radicale ricerca della propria originale soggettività e portatrice geniale di talento non rispondeva ai requisiti "magici" richiesti dall' inclusione televisiva e veniva regolarmente respinta ed emarginata dalla superstizione e dall' ignoranza.

I marò sul Colle, orgoglio esagerato - Giampiero Gramaglia - Il Fatto Quotidiano

I marò sul Colle, orgoglio esagerato - Giampiero Gramaglia - Il Fatto Quotidiano

Il richiamo a sorpresa del premierbr /Ma ora le donne contino davvero

Il richiamo a sorpresa del premierbr /Ma ora le donne contino davvero

domenica 23 dicembre 2012

Sanità: tra universalismo e sostenibilità, imbroglio in vista - Ivan Cavicchi - Il Fatto Quotidiano

Sanità: tra universalismo e sostenibilità, imbroglio in vista - Ivan Cavicchi - Il Fatto Quotidiano

"Quelli come"... Aldo Grasso dovrebbero essere più imparziali!

Una retorica da canzonette del pm quasi-candidato - Corriere.it

Commento ad Aldo Grasso
Una retorica da canzonette del pm quasi-candidato - Corriere.it

PERCHE' ALDO GRASSO VUOLE ESCLUDERE INGROIA DALLA PARTECIPAZIONE POLITICA?
Da oggi in poi sul Corriere vorrei trovare un articolo così criticamente superbo e parziale anche per tutti coloro che sono "entrati in politica" in questo periodo! Io penso che il fatto che Ingroia "entri in politica", sia un bene poiche, se la politica è seria chiunque vi partecipi, costituisce un bene se la politica è una armata Brancaleone perché deve stare fuori proprio Ingroia? Tutti i politici adottano una retorica per cui è strumentale criticare solo la retorica di Ingroia. "Quelli come"... Aldo Grasso dovrebbero essere più imparziali e non partire dal presupposto che i magistrati siano cittadini al di sopra di ogni sospetto perché nessun cittadino, secondo la Costituzione, lo può essere!
Lorenza Cervellin

sabato 15 dicembre 2012

Il riflesso condizionato - Corriere.it

Il riflesso condizionato - Corriere.it

  Metto sempre volentieri fra i miei preferiti gli scritti di Ernesto galli della Loggia il quale, in questo articolo, intende mettere in guardia sul pericolo reale, presente nel dibattito pubblico,  di continuare i temi classici antiberlusconiani, da parte delle forze politiche in campo,  basati essenzialmente sulla demonizzazione e sul moralismo.
  La vera criticità, aggiungo io,  è che in campo, a 60 giorni dalle elezioni, non c' è politica ma attori che agiscono indistintamente senza applicare i Principi di razionalità, di logica, di terzietà, di contraddizione coerente e di critica. Tutto è indistinto e indistinguibile: cosidetta politica, cosidetta  società civile, industria, stampa, televisione, sindacati e chiesa tutti sono e aspirano a essere attori futuri titolari di potere e di interessi personali poiché nessuno presenta linee di programmi ma solo strategie di parte. La complessità democratica basata su una pluralità di attori sociali partecipanti al conflitto evolutivo è stata distrutta e dissolta in un magma indistinto. Questo è il caos.
  A rappresentare questo minipost pongo una raffigurazione dell' antica Idra sconfitta da Ercole, portatore di civiltà; il problema è che noi non abbiamo nessun Ercole e il mostro mitologico Idra oggi è la politica cioè l' invenzione umana pensata di sconfiggere il caos!  Lorenza Cervellin

IL MONOPOLIO SULLA POVERTA'

Gli "uomini politici" italiani ritornano a proporre il dibattito pubblico conflittuale, manicheo e irrazionale non riuscendo a proporre, con lo stesso risultato, il dibattito superbo di Monti: l' uno e l' altro in assoluta continuità finalizzato a monopolizzare la povertà e i poveri italiani non rimanendo a loro altro potere. Attenzione! questo conflitto non è  il conflitto democratico sano che alimenta la Democrazia ma è il conflitto inefficace e patologico perché origina dalla irrealtà e dal personalismo.  Questo atteggiamento, basato sul conflitto patologico,  trova giustificazione anche nel recente comportamento della Presidenza della Repubblica diventata una istituzione, non più super partes ma super e basta, dopo il pronunciamento della  Consulta la quale, accogliendo il conflitto di attribuzione, presentato dal Capo dello Stato, ha criticato, di fatto, i magistrati di Palermo che indagano contro la mafia. Tutto ci voleva in Italia fuorché un conflitto di attribuzione così aspro, incomprensibile  e inopportuno. La provocata disarmonia nel bilanciamento dei poteri porta con sé la definitiva crisi dello Stato democratico repubblicano che si fonda proprio sulla capacità istituzionale di armonizzarsi a garanzia della sostanzialità dell' art. 3 della Costituzione. Le istituzioni sono state pensate dall' uomo il quale ha inteso dare allo Stato la patente di Istituzione valoriale superiore per cui, gli uomini che rappresentano le Istituzioni, non possono rivelarsi superbi, e antiumani e quando gettano la maschera questo ha esiti devastanti sulla stessa sopravvivenza dello Stato.
Ora l' unica salvezza, come sempre dovrà arrivare dalla ragione popolare la quale non è mai stata messa a dura prova come in questo momento storico in cui tutte le maschere della retorica e della propaganda politica sono cadute e tutte le forze politiche si stanno serrando e stanno mettendo in atto tutti i meccanismi che la comunicazione magica e irrazionale del nostro tempo mette loro a disposizione:
  1. il notabilato espresso da Montezemolo, Riccardi, Olivero, Giannino si preoccupa delle grandi ricchezze in continuità con la politica di Monti con il supporto politico di Fini e Casini
  2. lo statalismo, interpretato come forza politica che vuole occupare lo Stato, è rappresentato perfettamente dalla sinistra di Bersani che negli ultimi 20 anni è stata complementare a Berlusconi
La borghesia della produzione e degli affari è in affanno perché le viene chiesto di diventare borghesia finanziari e del popolo non si occupa più nessuno; l' unica preoccupazione è trovare denaro per nutrire le banche per fare in modo che le banche nutrano mostri finanziari. 
Nel dibattito pubblico irreale si sente spesso dire: non bisogna generalizzare.....ci sono ancora delle brave persone.....Io non ho paura di dire che sono tutti uguali e l' unica comparazione da fare è in senso peggiorativo. Perché si può scientificamente provare che sono tutti uguali?
  1. Perché tutti vogliono il monopolio sulla povertà realizzabile attraverso l' imposizione fiscale che mira a impoverire ancora di più.
  2. Perché il politico dovrebbe essere guidato da una ragione superiore la quale dovrebbe indurlo a sottrarsi qualora l' azione complessiva della politica non sia finalizzata al bene comune: invece di dare forma a un dibattito pubblico irreale, dimettetevi! 
 
 A rappresentare questo post, Tizio di Tiziano Vecellio. Tizio gigante violentatore rappresenta la cattiva politica, violentatrice di popoli.



Fatma Salman, in Parlamento br/ con i lividi sul viso

Fatma Salman, in Parlamento br/ con i lividi sul viso

lunedì 10 dicembre 2012

L’editto di Milanello - Marco Travaglio - Il Fatto Quotidiano

L’editto di Milanello - Marco Travaglio - Il Fatto Quotidiano

ITALIA! L' ULTIMA ORA E' VENUTA



Il poeta vicentino Arnaldo Fusinato scrisse una poesia dedicata a Venezia, una poesia struggente, sulla fine di una gloriosa città Repubblica e sull'impossibilità di riscattarsi durante il Risorgimento. Un canto che rappresenta il dolore civico universale. E' straordinario come basta sostituire la parola Italia alla parola Venezia per descrivere la  disperazione e l' annichilimento che anima oggi i cittadini di fronte alla situazione politica. la differenza è che, il periodo di Fusinato, era un tempo di giganti ed ora è un tempo di giullari e ballerine al potere. Quando andavo a scuola io, insieme al libro Cuore, era ancora obbligatorio imparare questa poesia  a memoria  e saperla recitare con la dovuta passione ed erano gli anni immediatamente dopo il 1968 prima della destrutturazione strategica di una cultura, criticabile, ma socialmente utile. La vicenda narrata nella poesia è quella della sfortunata sollevazione di Venezia nel 1848, in appoggio al tentativo di unificazione dell'Italia iniziato (con prudenza e diffidenza) da Carlo Alberto (I Guerra di Indipendenza). Dopo la sconfitta di Carlo Alberto ad opera del generale austriaco Radetzky (il re fu poi costretto all'esilio) Venezia e Roma continuarono, come noto, la insurrezione e andando oltre, proclamando la repubblica. Roma fu soverchiata dalle forze armate del Regno delle Due Sicilie, di Francia e di Spagna, mentre Venezia, assediata dagli austriaci, fu colpita anche da una epidemia di colera, che è "il morbo", più volte citato in questo malinconico componimento.
 
Ode a Venezia
 
E' fosco l'aere, il cielo e' muto, ed io sul tacito veron  seduto, in solitaria malinconia
ti guardo e lagrimo, Venezia (Italia) mia! Fra i rotti nugoli dell'occidente
il raggio perdesi del sol morente, e mesto sibila per l'aria bruna l'ultimo gemito della laguna (penisola).
Passa una gondola della città. "Ehi, dalla gondola, qual novità ?" "Il morbo infuria, il pan ci manca, sul ponte sventola bandiera bianca! "No, no, non splendere su tanti guai,
sole d'Italia, non splender mai; e sulla veneta spenta fortuna si eterni il gemito della laguna.
Venezia (Italia)! l'ultima ora e' venuta; illustre martire, tu sei perduta...
Il morbo infuria, il pan ti manca, sul ponte sventola bandiera bianca!
 Ma non le ignivome palle roventi, ne' i mille fulmini su te stridenti, troncaro ai liberi tuoi di' lo
 stame... Viva Venezia! Muore di fame! Sulle tue pagine scolpisci, o Storia,
  l'altrui nequizie e la sua gloria, e grida ai posteri tre volte infame chi vuol Venezia
 (l' Italia) morta di fame!................
 
La poesia continua e invito ad andare a leggerla

A rappresentare questo post i protagonisti della storia italiana degli ultimi 20 anni, una politica di sostanziale continuità verso la catastrofe dello Stato e la povertà dei cittadini!  
Lorenza Cervellin

                                                      
 

«Ergastolo contro i violenti»: la proposta di legge di Bongiorno e Hunziker

«Ergastolo contro i violenti»: la proposta di legge di Bongiorno e Hunziker

giovedì 6 dicembre 2012

Le nuove Costituzioni basate sulla sharia Trust Women, un diario londinese/4

Le nuove Costituzioni basate sulla sharia Trust Women, un diario londinese/4

La parità è un sellino da conquistarebr /e tanta strada da pedalare

La parità è un sellino da conquistarebr /e tanta strada da pedalare

Chi parla per le donne arabe? Trust Women, un diario londinese/1

Chi parla per le donne arabe? Trust Women, un diario londinese/1

LA NUOVA CORTINA DI FERRO ITALIANA

Da Stettino nel Mar Baltico a Trieste nell’Adriatico una cortina di ferro è scesa sul Continente.
Questa frase venne pronunciata da Churchill, poco dopo la Seconda guerra mondiale, a Fulton in Missouri ed era una frase che esprimeva la delusione di uno statista che aveva combattuto per la libertà e la democrazia contro le dittature ed ora vedeva organizzarsi altri poteri per dominare i popoli e distruggere democraticità. Quella cortina di ferro, antiumana, fatta di filo spinato, vite spezzate, amori divisi, passioni separate e autoritarismi superbi ha segnato la vita della nostra gioventù fino al giorno in cui, il 9 novembre 1989, tutto finì apparentemente d’ improvviso ma in realtà in nome di un progetto ideologico globalizzante finalizzato ad immettere sui mercati manodopera a basso costo: giù il Muro a Berlino, giù il filo spinato lungo i confini tra le due Europe, fine dell' equilibrio della Guerra Fredda e inizio del mercantilismo umano nascosto dalla maschera della democrazia formale indossata dai governi come strategia per il dominio dell' uomo. La Storia pensava di essersi liberata della schiavitù ma i mercati (elites finanziarie che agiscono attraverso le banche) pensarono a un progetto più raffinato per imporla al riparo di un potere invisibile e sovranazionale.
La cortina di ferro ci rendeva inquieti ma ci dava anche sicurezza: di qua l' idea della democrazia, dei diritti e del benessere e di là la dittatura:  tutto in linea con la cultura occidentale, manichea, basata sull' esclusione con la promessa dell' estensività dei diritti. Se non altro la democrazia e i diritti, nella parte occidentale sembravano al sicuro. Ma i mercati hanno bisogno di vampirizzare i popoli per cui vennero elaborati nuovi diktat neo-liberisti, privati della morale, a cui la globalizzazione ideologica diventava necessario complemento. Nessuno però pensava che la Democrazia  venisse  devitalizzata, che i diritti per natura estensivi venissero intaccati come in effetti è successo e che i governi devitalizzassero lo Stato al fine esclusivo di monopolizzare la povertà per aumentare il controllo sui popoli. Nessuno avrebbe pensato che la tassazione, la corruzione e l' illegalità diffusa raggiungessero livelli così elevati da intaccare i principi democratici in modo chiaro ed evidente. Oggi una nuova cortina di ferro, ancora più antiumana, poichè realizzata in modo consapevole, vigliacco e superbo, è scesa sull' Italia dividendo i ricchi i quali diventano sempre più ricchi, dai poveri i quali diventano sempre più poveri e schiavi del bisogno con la giustificazione della necessità salvifica.   
In questi ultimi  giorni vediamo il fallimento della complessità democratica e la violazione palese delle Pari Opportunità senza che questo desti preoccupazione anche se il popolo sa che tutto precipiterà e che tutto viene fatto in suo danno.
Le "Primarie" del Centro-sinistra sanciscono la violazione delle Pari opportunità ammettendo alla consultazione solo le persone in grado di pagare i due euro ignorando i disoccupati, i precari e i pensionati al minimo i quali vengono esclusi per evidente incapacità economica e sono le persone che più di tutti avrebbero il diritto di esprimersi proprio perché la democrazia dovrebbe funzionare per tutti: questa chiusura rispondente solo a logiche di mantenimento degli apparati tradizionali emargina e, volontariamente, non include. 
Le "Parlamentarie" del Movimento 5 Stelle escludono, di fatto, tutta la popolazione che non è in grado di usare il p.c. oppure è in grado di usarlo ma non può permettersi di pagare l' accesso a internet: questa evidente violazione delle opportunità lede la novità politica e la spinta propulsiva di un Movimento altrimenti apprezzabile.
Senza entrare nel merito giuridico-formale ma nel merito culturale che impatto può avere, in questo momento storico, caratterizzato da evidenti iniquità a danno dei cittadini "comuni"  la Decisione della Corte Costituzionale di sancire formalmente  la distanza/superiorità della Presidenza della Repubblica e quindi del Presidente Napolitano, rispetto ad ogni altra istituzione e ad ogni altra carica dello Stato? Si sancisce la distanza/superiorità di una Istituzione, la più rappresentativa di uno Stato che non ha saputo meritare, nell' insieme, questa distanza con l' autorevolezza e i valori necessari a fare di uno Stato una Istituzione superiore. I poteri dovrebbero essere in grado di rispettarsi e bilanciarsi in assoluta trasparenza in presenza di un dibattito pubblico critico e libero con l' obiettivo del bene comune. Non è più il tempo della ragione di Stato, delle doppie decisioni  e del riconoscimento di poteri superiori mentre i cittadini si suicidano per disperazione!  
E che dire del decreto sull' ILVA il quale interviene contro la Magistratura e contro il bene comune? E che dire di questo potere superbo che costruisce nuove distanze e che si sta riorganizzando contro il popolo in modo evidente (con i decreti legge) e in modo ambiguo devitalizzando la ragione popolare, la critica e delegittimando il diritto di resistenza?
A rappresentare questo post: I mangiatori di patate di Van Gogh. Ma possono mancare anche le patate!Lorenza Cervellin
 
 

domenica 2 dicembre 2012

Ecoballe - Marco Travaglio - Il Fatto Quotidiano

Ecoballe - Marco Travaglio - Il Fatto Quotidiano
Travaglio pone l' accento su questioni fondamentali. In una democrazia i poteri devono bilanciarsi con il controllo reciproco ma non prevaricarsi! Non si può morire per il lavoro! Questo Stato non è più credibile perchè, nel corso della storia si è rivelato via via: incapace, dedito a intrecci patologici con l' industria e la stampa e ultimamente anche iniquo. Poi c' è un altro problema: in Italia si fanno le leggi sapendo che non vengono rispettate; io ho lavorato 38 anni in una ASL, spesso in ambienti non conformi alla legge pur essendo l' ASL organismo di controllo della sicurezza! Per fortuna erano violazioni che non compromettevano la vita ma le aziende private dovevano rispettare la legge mentre da noi non importava. Questa doppia morale della sicurezza ormai è un disvalore che i cittadini conoscono e a cui rispondono, necessariamente, con la mancanza di fiducia.  Lorenza Cervellin 
Per rappresentare questo post ho scelto una bilancia impazzita ma in realtà lo sbilanciamento è in danno dei poveri mentre la posizione dei ricchi si consolida sempre di più!

Moby Prince, le donne, la memoriabr /e una strage senza colpevoli

Moby Prince, le donne, la memoriabr /e una strage senza colpevoli

Litigare (bene) aiuta i bambini a crescere

Litigare (bene) aiuta i bambini a crescere

domenica 25 novembre 2012

Giornata contro la violenza sulle donne: quest’anno il 25 novembre lo festeggiamo - Lorella Zanardo - Il Fatto Quotidiano

Giornata contro la violenza sulle donne: quest’anno il 25 novembre lo festeggiamo - Lorella Zanardo - Il Fatto Quotidiano

Perché gli uomini hanno tanta paura di noi? | La ventisettesima ora

Perché gli uomini hanno tanta paura di noi? | La ventisettesima ora

Il delitto che devono combattere anche gli uomini | La ventisettesima ora

Il delitto che devono combattere anche gli uomini | La ventisettesima ora

Violenza sulle donne. Il silenzio è rotto | La ventisettesima ora

Violenza sulle donne. Il silenzio è rotto | La ventisettesima ora

L’Osservatore RomanoL’uomo incapace di riconoscere l’emancipazione | La ventisettesima ora

L’Osservatore RomanoL’uomo incapace di riconoscere l’emancipazione | La ventisettesima ora

venerdì 23 novembre 2012

Violenza sulle donne, la mia lettera a uno sconosciuto - Laura Cleri - Il Fatto Quotidiano

Violenza sulle donne, la mia lettera a uno sconosciuto - Laura Cleri - Il Fatto Quotidiano

No More! femminicidioLo chiedono le donne al governo | La ventisettesima ora

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La Strage delle Donne

La Strage delle Donne

RIFORMA/REAZIONE/REGRESSO

Il dizionario enciclopedico Treccani ci dice che la riforma indica decisamente un percorso storico migliorativo:

Modificazione sostanziale, ma attuata con metodo non violento, di uno stato di cose, un’istituzione, un ordinamento, ecc., rispondente a varie necessità ma soprattutto a esigenze di rinnovamento e di adeguamento ai tempi, l’effetto, il risultato stesso di tale attività, cioè i cambiamenti che si sono operati, le modificazioni che si sono compiute: operare, introdurre una r., delle r.; r. sociali, economiche, politiche; riforme di struttura o strutturali, che incidono in profondità sulla situazione socio-economica, come la r. agraria o fondiaria (v. fondiario), la r. urbanistica, la r. scolastica, la r. sanitaria, la r. fiscale, ecc.; r. delle leggi, dei codici; r. della burocrazia; r. del calendario, come la r. giuliana e la r. gregoriana; r. dell’ortografia; r. dei costumi; una r. radicale, profonda o superficiale, parziale; r. graduali, progressive; l’età delle r., la seconda metà del Settecento, caratterizzata da una vasta e sistematica attività riformatrice di molti stati europei. Nella storia delle religioni, e in partic. in quella del cristianesimo, ogni movimento inteso a un profondo cambiamento religioso, morale, culturale e anche sociale e politico: la r. induistica del brahmanesimo; la r. degli ordini religiosi; la r. protestante (e assol., con iniziale maiuscola, la R., l’età della R., ecc.), il movimento che, nel sec. 16°, portò alla frattura, all’interno della cristianità, tra cattolici e riformati, cioè luterani, calvinisti, anglicani, ecc. 

Storicamente, il mondo occidentale attraverso il pensiero critico, riesce a dare luogo  a discorsi e ideologie molto potenti capaci di tradursi in cambiamenti culturali, sociali e politici in senso progressivo. Il percorso verso il progresso avviene sempre con conflitti avverso le forze reazionarie e conservatrici e si interrompe negli anni '80 del '900, quando le forze reazionarie e conservatrici prendono il potere proprio appropriandosi dl termine riforma la quale, da quel momento diventerà riconoscimento della reazione conservatrice e classista una particolare riforma che ridà forma a un nuovo, inedito strategico e controllato regresso il quale per demagogia si continua a chiamare riforma! Sfido chiunque a riconoscere elementi di progresso portatori di benessere ed equità nelle riforme del governo Monti.
A rappresentare il post una immagine che esemplifica la situazione sociale italiana dagli anni 80 in poi

martedì 20 novembre 2012

L’Indice del terzo miliardo: far lavorare (di più e meglio) le donne, fa bene a tutti | La ventisettesima ora

L’Indice del terzo miliardo: far lavorare (di più e meglio) le donne, fa bene a tutti | La ventisettesima ora

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Sanità: “siamo abbandonati”. Il potere delle forbici - Ivan Cavicchi - Il Fatto Quotidiano

Sanità: “siamo abbandonati”. Il potere delle forbici - Ivan Cavicchi - Il Fatto Quotidiano

Caritas, gli effetti della crisi: in dieci anni i ‘poveri cronici’ sono quadruplicati - Il Fatto Quotidiano

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Gaza-Israele: voci di donne dai due fronti | La ventisettesima ora

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La27ora a teatro con le Storie di violenza | La ventisettesima ora

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Nessuna donna nel board BceLettera aperta a Van Rompuy | La ventisettesima ora

Nessuna donna nel board BceLettera aperta a Van Rompuy | La ventisettesima ora

domenica 18 novembre 2012

Oncologia. Presentate dall’Artoi le linee guida sulla nutrizione  - Quotidiano Sanità

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Un anno di Governo Monti. Per la sanità più tagli che sviluppo: - 6,8 miliardi in tre anni - Quotidiano Sanità

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L' ANTRO DI TROFONIO!

Mito greco: Trofonio, re di una piccola provincia ed illustre architetto, costruì con il fratello Agamede il tempio di Apollo a Delfi e successivamente, in seguito alla sua abilità fu incaricato, dal re Hyrieus, di costruire un edificio dove custodire le ricchezze reali, opera che lui eseguì aprendo anche un passaggio segreto il quale sarebbe tornato utile per rubare il tesoro. Hyrieus, mentre stavano rubando, se ne accorse e tese loro un'imboscata riuscendo a catturare  Agamede. Trofonio, non potendo  liberare il fratello e non volendo rischiare di essere riconosciuto per la somiglianza con lui, gli tagliò la testa per portarla via con sé, ma fu subito inghiottito dalle viscere della terra forse per punizione o forse accidentalmente. Anni dopo la Pizia, consultata per mettere fine a una terribile siccità, raccomandò agli uomini di rivolgersi a Trofonio e ne localizzò la dimora in un antro in fondo a un bosco. La risposta del re-architetto contribuì favorevolmente a risolvere la siccità e da quel momento, l'oracolo fu molto frequentato, anche se lo si poteva consultare solo dopo aver superato prove terribili: un seguito di vestiboli sotterranei e di grotte conduceva all'entrata di una spaventosa caverna, che si apriva come un oscura cavità, fredda e senza fine; il consultante vi discendeva tramite una scala che portava a un altro cunicolo con un'apertura molto stretta in cui egli si introduceva a fatica, i piedi in avanti, scivolando così precipitosamente fino in fondo all'antro. Al ritorno, veniva fatto risalire assai velocemente, la testa in giù e i piedi in alto, grazie a una macchina invisibile. Per tutto il tempo, egli teneva in mano dei dolci di miele, che gli impedivano di toccare la macchina e gli permettevano di placare i serpenti che infestavano quei luoghi. Il soggiorno nell'antro poteva durare un giorno e una notte: gli increduli non rivedevano più la luce del giorno, mentre i credenti a volte udivano l'oracolo e, ritornati alla superficie, venivano fatti sedere su un sedile chiamato Mnemosine (la dea della memoria) e raccontavano le terribili esperienze provate, da cui sarebbero rimasti colpiti per tutta la vita. Si diceva comunemente delle persone gravi e tristi: "ha consultato l'oracolo di Trofonio". 
Come tutti i miti, anche questo si propone di spiegare la realtà nella sua molteplicità: in questo caso l' ambivalenza della realtà; la caverna, nel tempo, sarà considerata luogo reale e simbolico di riparo e di salvezza  e luogo reale e simbolico di estremo pericolo, antro che precede l' accesso all' inferno e "luogo" di ignoranza.
In sintesi il mito di Trofonio si può interpretare in chiave  storico-culturale, psicologica e politica:
  • per Platone, il mondo della caverna è un luogo di ignoranza, di sofferenza e di punizione, in cui le anime degli uomini sono imprigionate come in una caverna dagli dei. "Immagina di vedere degli uomini" dice Platone in Repubblica (libro VII, 514 A - B) descrivendo il famoso mito, "rinchiusi in un'abitazione sotterranea a forma di caverna, che abbia l'ingresso aperto verso, estendentesi in tutta la sua ampiezza per tutta quanta la caverna; inoltre che si trovino qui fin da fanciulli con le gambe e con il collo in catene in maniera da dover star fermi e guardare solamente davanti a sé e che dietro di loro e più lontano arda una luce di fuoco…". Tale è la situazione degli uomini nel mondo, secondo Platone: la caverna è l'immagine di questo mondo, gli uomini intravedono solo ombre delle idee, cioè mere riproduzioni di una realtà superiore. La luce indiretta che rischiara le pareti della caverna viene da un Sole invisibile, ma indica la strada che l'anima deve seguire per raggiungere il bene e il vero: "l'ascesa e la contemplazione del mondo superiore equivalgono all'elevarsi dell'anima verso il mondo intellegibile". Il simbolismo platonico ha quindi un significato non soltanto cosmico ma anche etico e morale: la caverna e il proiettarsi delle ombre rappresentano il mondo sensibile dell'apparenza, da cui l'anima deve uscire per contemplare il vero mondo delle realtà, il mondo delle Idee
  • il complesso di Trofonio, che uccise il fratello per non essere riconosciuto colpevole, è il complesso delle persone che rinnegano il proprio passato per soffocare dentro di sé il senso di colpa; ma il passato inscritto nel fondo del loro essere non può essere cancellato e continua a tormentarli, sotto diverse forme (serpenti ecc.) finché non sono disposti ad accettarlo come parte integrante di se stessi. La caverna rappresenta l'esplorazione dell' io interiore, in particolare dell' io primitivo, rimosso nelle profondità dell'inconscio.
  • Noi cittadini siamo stati, durante la nostra storia recente, dentro l' antro di Trofonio e il nostro prossimo passaggio alle urne si presenta come il viaggio per uscirne, un viaggio che ci può portare la salvezza o la definitiva caduta all' inferno ma che, in ogni caso, ci lascerà colpiti per tutta la vita! 
Attenzione ai "serpenti" che incontreremo durante il viaggio: stanno risvegliandosi tutti, vecchi e nuovi: Montezemolo, Briatore, Samorì, Casini, Fini....
Lorenza Cervellin. Raffigurazione: Pietro Tavani, Disperazione

sabato 17 novembre 2012

ATTENZIONE AI NUOVI NOTABILI!

Dall' Unità d' Italia, la classe dirigente di origine piemontese-savoiarda aprì ai nuovi notabili italiani,  coloro che andarono a detenere, nell’Italia liberale di fine Ottocento e inizio Novecento, il potere politico ed economico, contando sulla particolare capacità di tessere reti clientelari che assicuravano loro il rinnovo del mandato parlamentare. Questi notabili non furono mai all' altezza del loro compito e non lavorarono mai per il bene comune mettendosi al servizio dello Stato e dei cittadini ma occuparono lo Stato e mortificarono i cittadini tenendoli in povertà e mandandoli in guerra senza riflettere adeguatamente. 
Chi erano i notabili che si appropriarono della politica?
Dopo l' esperienza politica della nobiltà ottocentesca piemontese, si aprì l' accesso al Governo ai grandi proprietari terrieri dell' Italia centrale e meridionale e agli industriali i quali esercitarono il potere mediando tra i diversi segmenti della borghesia rurale e urbana. L' esito più importante del notabilato italiano al potere fu la straordinaria e negativa commistione fra pubblico e privato e fra industria, politica, finanza, economia e stampa: un esito disastroso e devastante per la politica liberale, ieri e per la democrazia, oggi. Il notabilato discuteva della vita degli italiani e dello Stato al chiuso dei salotti, club, circoli, ambienti rigorosamente maschili ed elettivi e attraversa tutta la Storia italiana della quale decide le sorti rimanendo nell' ombra, al riparo della sua ricchezza gestendo il potere d' influenza, mediando con tutti i poteri presenti in Italia -anche quelli illegali- o governando direttamente. Quando, dopo il fascismo, l' Italia si riaffacciò alla vita democratica, il notabilato, egregiamente sopravvissuto alla dittatura, si riaffacciò sulla scena politica portando sempre istanze reazionarie e conservatrici. 
Qual' è la colpa storica del notabilato? 
Non aver mai creduto e voluto l' emancipazione vera del popolo, aver creduto più nella dottrina amorale capitalistica senza regole e nel profitto che nell' uomo. Al limite il notabilato ha esercitato una emancipazione paternalista e controllata con l' ambizione, ora riuscita, di monopolizzare la povertà ma fallendo tutti gli altri obiettivi politici legati alla capacità di gestire un potere responsabile e capace di portare un vero progresso basato sull' eguaglianza e sull' equità che sono i Principi fondamentali della Democrazia ma, che, per il notabilato sono dettagli marginali. Ora il notabilato combatte una battaglia campale perchè si vede sfuggire di mano tutti i poteri  e questi gruppi sono costretti a difendersi attraverso il monopolio della e sulla povertà e l'asservimento a gruppi finanziari sovranazionali e invisibili con la tessitura di contatti che non possono più chiamarsi  politica estera in quanto hanno l' unica preoccupazione del denaro.
I notabili in nome del potere e del profitto, storicamente, sono stati particolarmente attivi nella ricostruzione delle loro reti clientelari, tendendo a formare partiti per conto proprio o allinearsi con chi può tornare loro utile.
Ma allora i notabili hanno una struttura organizzata e compatta senza conflitti?
Assolutamente no: all' interno del notabilato ci sono conflitti interni anche distruttivi ma poi, con una capacità mostruosa, si riallineano per non perdere il potere perchè il potere è "roba" loro! 

Come agiscono i notabili?

I notabili continuano ad attuare il modello elitario rivisitato: 
  • sono prudenti, solidali e sobri ma non disdegnano frasi simpatiche e autocelebrazioni;
  • usano una retorica rassicurante: sul sito del Governo è presente lo scritto di Monti agli italiani con l' uso retorico di parole pesanti, materiali: credibilità, coesione, responsabilità, legalità, visione, sacrificio -da quando c' è Monti non abbiamo più sentito la parola percezione con la quale i politici mascheravano la realtà della crisi economica e della insicurezza del territorio-; 
  • si pronunciano raramente ma preferiscono stare in attesa per  vedere come va il vento per proporsi poi come persone salvifiche, anche infiltrandosi nei partiti "tradizionali";
  • il notabile ha una paura pazzesca di perdere il potere e la ricchezza ma si propone sempre con indifferenza riuscendo a convincere che si occupa della politica per salvare "il paese"
In questo momento i notabili, sono al governo e altri notabili si preparano per il potere: Montezemolo e Oliviero persone che hanno sempre dichiarato di non voler fare politica e non si sono mai espressi in modo critico verso le politiche distruttive del governo Berlusconi e devastanti del governo Monti, ora si propongono di "salvare il paese" dando la scalata al potere politico.  
Attenzione! In questo momento storico dare il potere ai notabili è percoloso ed è una regressione in continuità con la politica berlusconiana il fatto di far corrispondere il potere politico con il potere economico e sociale ma è il momento di sviluppare competenze politiche specifiche che nelle democrazie sono incentrate sull' uomo: non si può più continuare con la privatizzazione e il dilettantismo della politica che ha fin quì destabilizzato le istituzioni.
Lorenza Cervellin

Dolore pelvico. Ne soffrono 3,5 mln di donne in Italia. Fino a 10 anni per diagnosi corretta - Quotidiano Sanità

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Sanità in Europa. Allarme Ocse: “La spesa per la salute crolla per la prima volta in 40 anni”  - Quotidiano Sanità

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venerdì 16 novembre 2012

Le domande indecenti sulle donne uccise | La ventisettesima ora

Le domande indecenti sulle donne uccise | La ventisettesima ora

LA PROBLEMATIZZAZIONE INADEGUATA DI CANCELLIERI SULLA VIOLENZA

In occasione dello sciopero europeo, in seguito all' evidente  inadeguatezza del potere di rendere efficaci e non violente le manifestazioni, in presenza di gruppi violenti i quali si fanno scudo e basano la loro azione annidandosi proprio nelle manifestazioni stesse, inizia il solito "dichiarazionismo" vuoto e formale, da parte della classe dirigente italiana, basato sulle espressioni di "solidarietà alle forze dell' ordine" come se i rappresentanti di "questo" Governo potessero dichiarare il contrario e dire che anche i poliziotti sono delle vittime di un potere inadeguato a gestire la complessità democratica! Ricordo che, in uno Stato/Repubblica, basato sulla Democrazia e la non violenza è normale solidarizzare con le vittime, però accertate!
I commenti riportati, in generale, riguardano la sicurezza di Roma, la condanna del post di Grillo e la discussione sulla violenza con l' obiettivo di giustificare la violenza di Stato semplicemente perchè violenza legittima e legittimata in quanto di Diritto e la violenza dei manifestanti come violenza da condannare a priori, senza approfondimento.

Particolare importanza rivestono le dichiarazioni del ministro dell' interno Cancellieri la quale condanna Grillo definendolo nuovo Masaniello per aver invitato tutti a "deporre le armi" per manifestare insieme  e poi si pronuncia sulla polemica incentrata sulla violenza evidente:
  1. Una foto è spesso l'effetto finale di qualcosa che magari si è svolto prima. Io porterei anche le foto del poliziotto cui hanno spaccato il casco in testa: foto per foto, parliamone.
  2. Ci sono state manifestazioni - ha ricordato Cancellieri - in tutta Italia, da nord al sud, con cortei che non hanno seguito i percorsi prestabiliti, ma sono andati altrove e dunque la situazione non era facile, se si guarda il panorama generale nazionale che era molto pesante". Poi, ha proseguito il ministro, tutto si può fare meglio, non lo metto in dubbio, ma vorrei che le cose venissero viste con serietà per quello che sono. E ha puntualizzato: Chi fa manifestazioni le faccia in maniera libera, ma secondo le disposizioni che vengono date: libertà di manifestare nel rispetto della libertà di tutti di vivere una vita serena ha spiegato la Cancellieri.
Chi glielo dice alla ministra Cancellieri che:
  1. la vita serena per i cittadini ormai è una utopia
  2. che non bisogna contare solo sulla legge che legittima il potere di violenza dello Stato per garantire la convivenza civile
  3. che è inutile ricorrere al meccanismo elementare di rimozione/proiezione deviando le proprie responsabilità per riversarle su Grillo?
Chi ricorda alla ministra Cancellieri che il patto fondativo delle comunità europee moderne nasce con un patto non violento ed autorizza la forza legittima dello Stato ma deve essere uno Stato di assoluto valore, percepibile attraverso la rettitudine dei politici, tale da essere superiore a qualunque altra istituzione nel suo compito principale di garantire la democrazia e il progresso per i cittadini, obiettivo che lo Stato italiano screditato, corrotto e incapace a causa della classe politica non è riuscito a perseguire? 
Chi ricorda alla ministra Cancellieri che, mentre lo Stato era assente, sono stati i cittadini a liberare l' Italia dal fascismo  esercitando, di fatto, il diritto di Resistenza e alla resistenza? Non si può, a seconda delle convenienze politiche, considerare il popolo e la ragione popolare come  una carta spendibile nell' economia democratica o come un comportamento da condannare a priori.
Chi dice alla Ministra Cancellieri che, con il lavoro di intelligence, si dovrebbe stanare, processare e condannare i violenti per proteggere i manifestanti pacifici garantendo un diritto?
Io credo che il Governo, in questo momento di transizione verso la povertà, debba avviare una riflessione e una problematizzazione seria sul potere e sul monopolio della violenza rispondendo alle seguenti domande:
Può uno Stato, retto da una classe politica screditata, continuare a esercitare il monopolio della e sulla violenza a danno dell' uomo povero e onesto come se fosse uno Stato di valore assoluto? 
Come si giustifica l' esercizio legittimo della violenza in presenza di condizioni sociali inique, povertà e assenza di democrazia?
Come pensa di rispondere il Governo alle inevitabili resistenze alla povertà e alla deprivazione di Stato da parte delle persone che, obbigatoriamente, reagiscono alle limitazioni dei Diritti e alla povertà?
Lo sa il Governo che lo Stato esiste perchè singoli uomini liberi e libere assemblee di uomini lo hanno teorizzato e formato, uomini  titolari e capaci di azioni progressiste: non è stato il contrario!: lo Stato è una costruzione dell' uomo per cui non può andare contro l' uomo libero onesto e responsabile mentre esercita un diritto! 
Lorenza Cervellin 
A rappresentare questo post: Giuseppe Cherubini, La disperazione dei popoli in guerra (aggiungo io, in pace)