giovedì 6 dicembre 2012

LA NUOVA CORTINA DI FERRO ITALIANA

Da Stettino nel Mar Baltico a Trieste nell’Adriatico una cortina di ferro è scesa sul Continente.
Questa frase venne pronunciata da Churchill, poco dopo la Seconda guerra mondiale, a Fulton in Missouri ed era una frase che esprimeva la delusione di uno statista che aveva combattuto per la libertà e la democrazia contro le dittature ed ora vedeva organizzarsi altri poteri per dominare i popoli e distruggere democraticità. Quella cortina di ferro, antiumana, fatta di filo spinato, vite spezzate, amori divisi, passioni separate e autoritarismi superbi ha segnato la vita della nostra gioventù fino al giorno in cui, il 9 novembre 1989, tutto finì apparentemente d’ improvviso ma in realtà in nome di un progetto ideologico globalizzante finalizzato ad immettere sui mercati manodopera a basso costo: giù il Muro a Berlino, giù il filo spinato lungo i confini tra le due Europe, fine dell' equilibrio della Guerra Fredda e inizio del mercantilismo umano nascosto dalla maschera della democrazia formale indossata dai governi come strategia per il dominio dell' uomo. La Storia pensava di essersi liberata della schiavitù ma i mercati (elites finanziarie che agiscono attraverso le banche) pensarono a un progetto più raffinato per imporla al riparo di un potere invisibile e sovranazionale.
La cortina di ferro ci rendeva inquieti ma ci dava anche sicurezza: di qua l' idea della democrazia, dei diritti e del benessere e di là la dittatura:  tutto in linea con la cultura occidentale, manichea, basata sull' esclusione con la promessa dell' estensività dei diritti. Se non altro la democrazia e i diritti, nella parte occidentale sembravano al sicuro. Ma i mercati hanno bisogno di vampirizzare i popoli per cui vennero elaborati nuovi diktat neo-liberisti, privati della morale, a cui la globalizzazione ideologica diventava necessario complemento. Nessuno però pensava che la Democrazia  venisse  devitalizzata, che i diritti per natura estensivi venissero intaccati come in effetti è successo e che i governi devitalizzassero lo Stato al fine esclusivo di monopolizzare la povertà per aumentare il controllo sui popoli. Nessuno avrebbe pensato che la tassazione, la corruzione e l' illegalità diffusa raggiungessero livelli così elevati da intaccare i principi democratici in modo chiaro ed evidente. Oggi una nuova cortina di ferro, ancora più antiumana, poichè realizzata in modo consapevole, vigliacco e superbo, è scesa sull' Italia dividendo i ricchi i quali diventano sempre più ricchi, dai poveri i quali diventano sempre più poveri e schiavi del bisogno con la giustificazione della necessità salvifica.   
In questi ultimi  giorni vediamo il fallimento della complessità democratica e la violazione palese delle Pari Opportunità senza che questo desti preoccupazione anche se il popolo sa che tutto precipiterà e che tutto viene fatto in suo danno.
Le "Primarie" del Centro-sinistra sanciscono la violazione delle Pari opportunità ammettendo alla consultazione solo le persone in grado di pagare i due euro ignorando i disoccupati, i precari e i pensionati al minimo i quali vengono esclusi per evidente incapacità economica e sono le persone che più di tutti avrebbero il diritto di esprimersi proprio perché la democrazia dovrebbe funzionare per tutti: questa chiusura rispondente solo a logiche di mantenimento degli apparati tradizionali emargina e, volontariamente, non include. 
Le "Parlamentarie" del Movimento 5 Stelle escludono, di fatto, tutta la popolazione che non è in grado di usare il p.c. oppure è in grado di usarlo ma non può permettersi di pagare l' accesso a internet: questa evidente violazione delle opportunità lede la novità politica e la spinta propulsiva di un Movimento altrimenti apprezzabile.
Senza entrare nel merito giuridico-formale ma nel merito culturale che impatto può avere, in questo momento storico, caratterizzato da evidenti iniquità a danno dei cittadini "comuni"  la Decisione della Corte Costituzionale di sancire formalmente  la distanza/superiorità della Presidenza della Repubblica e quindi del Presidente Napolitano, rispetto ad ogni altra istituzione e ad ogni altra carica dello Stato? Si sancisce la distanza/superiorità di una Istituzione, la più rappresentativa di uno Stato che non ha saputo meritare, nell' insieme, questa distanza con l' autorevolezza e i valori necessari a fare di uno Stato una Istituzione superiore. I poteri dovrebbero essere in grado di rispettarsi e bilanciarsi in assoluta trasparenza in presenza di un dibattito pubblico critico e libero con l' obiettivo del bene comune. Non è più il tempo della ragione di Stato, delle doppie decisioni  e del riconoscimento di poteri superiori mentre i cittadini si suicidano per disperazione!  
E che dire del decreto sull' ILVA il quale interviene contro la Magistratura e contro il bene comune? E che dire di questo potere superbo che costruisce nuove distanze e che si sta riorganizzando contro il popolo in modo evidente (con i decreti legge) e in modo ambiguo devitalizzando la ragione popolare, la critica e delegittimando il diritto di resistenza?
A rappresentare questo post: I mangiatori di patate di Van Gogh. Ma possono mancare anche le patate!Lorenza Cervellin
 
 

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