lunedì 10 dicembre 2012

ITALIA! L' ULTIMA ORA E' VENUTA



Il poeta vicentino Arnaldo Fusinato scrisse una poesia dedicata a Venezia, una poesia struggente, sulla fine di una gloriosa città Repubblica e sull'impossibilità di riscattarsi durante il Risorgimento. Un canto che rappresenta il dolore civico universale. E' straordinario come basta sostituire la parola Italia alla parola Venezia per descrivere la  disperazione e l' annichilimento che anima oggi i cittadini di fronte alla situazione politica. la differenza è che, il periodo di Fusinato, era un tempo di giganti ed ora è un tempo di giullari e ballerine al potere. Quando andavo a scuola io, insieme al libro Cuore, era ancora obbligatorio imparare questa poesia  a memoria  e saperla recitare con la dovuta passione ed erano gli anni immediatamente dopo il 1968 prima della destrutturazione strategica di una cultura, criticabile, ma socialmente utile. La vicenda narrata nella poesia è quella della sfortunata sollevazione di Venezia nel 1848, in appoggio al tentativo di unificazione dell'Italia iniziato (con prudenza e diffidenza) da Carlo Alberto (I Guerra di Indipendenza). Dopo la sconfitta di Carlo Alberto ad opera del generale austriaco Radetzky (il re fu poi costretto all'esilio) Venezia e Roma continuarono, come noto, la insurrezione e andando oltre, proclamando la repubblica. Roma fu soverchiata dalle forze armate del Regno delle Due Sicilie, di Francia e di Spagna, mentre Venezia, assediata dagli austriaci, fu colpita anche da una epidemia di colera, che è "il morbo", più volte citato in questo malinconico componimento.
 
Ode a Venezia
 
E' fosco l'aere, il cielo e' muto, ed io sul tacito veron  seduto, in solitaria malinconia
ti guardo e lagrimo, Venezia (Italia) mia! Fra i rotti nugoli dell'occidente
il raggio perdesi del sol morente, e mesto sibila per l'aria bruna l'ultimo gemito della laguna (penisola).
Passa una gondola della città. "Ehi, dalla gondola, qual novità ?" "Il morbo infuria, il pan ci manca, sul ponte sventola bandiera bianca! "No, no, non splendere su tanti guai,
sole d'Italia, non splender mai; e sulla veneta spenta fortuna si eterni il gemito della laguna.
Venezia (Italia)! l'ultima ora e' venuta; illustre martire, tu sei perduta...
Il morbo infuria, il pan ti manca, sul ponte sventola bandiera bianca!
 Ma non le ignivome palle roventi, ne' i mille fulmini su te stridenti, troncaro ai liberi tuoi di' lo
 stame... Viva Venezia! Muore di fame! Sulle tue pagine scolpisci, o Storia,
  l'altrui nequizie e la sua gloria, e grida ai posteri tre volte infame chi vuol Venezia
 (l' Italia) morta di fame!................
 
La poesia continua e invito ad andare a leggerla

A rappresentare questo post i protagonisti della storia italiana degli ultimi 20 anni, una politica di sostanziale continuità verso la catastrofe dello Stato e la povertà dei cittadini!  
Lorenza Cervellin

                                                      
 

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