venerdì 16 novembre 2012

LA PROBLEMATIZZAZIONE INADEGUATA DI CANCELLIERI SULLA VIOLENZA

In occasione dello sciopero europeo, in seguito all' evidente  inadeguatezza del potere di rendere efficaci e non violente le manifestazioni, in presenza di gruppi violenti i quali si fanno scudo e basano la loro azione annidandosi proprio nelle manifestazioni stesse, inizia il solito "dichiarazionismo" vuoto e formale, da parte della classe dirigente italiana, basato sulle espressioni di "solidarietà alle forze dell' ordine" come se i rappresentanti di "questo" Governo potessero dichiarare il contrario e dire che anche i poliziotti sono delle vittime di un potere inadeguato a gestire la complessità democratica! Ricordo che, in uno Stato/Repubblica, basato sulla Democrazia e la non violenza è normale solidarizzare con le vittime, però accertate!
I commenti riportati, in generale, riguardano la sicurezza di Roma, la condanna del post di Grillo e la discussione sulla violenza con l' obiettivo di giustificare la violenza di Stato semplicemente perchè violenza legittima e legittimata in quanto di Diritto e la violenza dei manifestanti come violenza da condannare a priori, senza approfondimento.

Particolare importanza rivestono le dichiarazioni del ministro dell' interno Cancellieri la quale condanna Grillo definendolo nuovo Masaniello per aver invitato tutti a "deporre le armi" per manifestare insieme  e poi si pronuncia sulla polemica incentrata sulla violenza evidente:
  1. Una foto è spesso l'effetto finale di qualcosa che magari si è svolto prima. Io porterei anche le foto del poliziotto cui hanno spaccato il casco in testa: foto per foto, parliamone.
  2. Ci sono state manifestazioni - ha ricordato Cancellieri - in tutta Italia, da nord al sud, con cortei che non hanno seguito i percorsi prestabiliti, ma sono andati altrove e dunque la situazione non era facile, se si guarda il panorama generale nazionale che era molto pesante". Poi, ha proseguito il ministro, tutto si può fare meglio, non lo metto in dubbio, ma vorrei che le cose venissero viste con serietà per quello che sono. E ha puntualizzato: Chi fa manifestazioni le faccia in maniera libera, ma secondo le disposizioni che vengono date: libertà di manifestare nel rispetto della libertà di tutti di vivere una vita serena ha spiegato la Cancellieri.
Chi glielo dice alla ministra Cancellieri che:
  1. la vita serena per i cittadini ormai è una utopia
  2. che non bisogna contare solo sulla legge che legittima il potere di violenza dello Stato per garantire la convivenza civile
  3. che è inutile ricorrere al meccanismo elementare di rimozione/proiezione deviando le proprie responsabilità per riversarle su Grillo?
Chi ricorda alla ministra Cancellieri che il patto fondativo delle comunità europee moderne nasce con un patto non violento ed autorizza la forza legittima dello Stato ma deve essere uno Stato di assoluto valore, percepibile attraverso la rettitudine dei politici, tale da essere superiore a qualunque altra istituzione nel suo compito principale di garantire la democrazia e il progresso per i cittadini, obiettivo che lo Stato italiano screditato, corrotto e incapace a causa della classe politica non è riuscito a perseguire? 
Chi ricorda alla ministra Cancellieri che, mentre lo Stato era assente, sono stati i cittadini a liberare l' Italia dal fascismo  esercitando, di fatto, il diritto di Resistenza e alla resistenza? Non si può, a seconda delle convenienze politiche, considerare il popolo e la ragione popolare come  una carta spendibile nell' economia democratica o come un comportamento da condannare a priori.
Chi dice alla Ministra Cancellieri che, con il lavoro di intelligence, si dovrebbe stanare, processare e condannare i violenti per proteggere i manifestanti pacifici garantendo un diritto?
Io credo che il Governo, in questo momento di transizione verso la povertà, debba avviare una riflessione e una problematizzazione seria sul potere e sul monopolio della violenza rispondendo alle seguenti domande:
Può uno Stato, retto da una classe politica screditata, continuare a esercitare il monopolio della e sulla violenza a danno dell' uomo povero e onesto come se fosse uno Stato di valore assoluto? 
Come si giustifica l' esercizio legittimo della violenza in presenza di condizioni sociali inique, povertà e assenza di democrazia?
Come pensa di rispondere il Governo alle inevitabili resistenze alla povertà e alla deprivazione di Stato da parte delle persone che, obbigatoriamente, reagiscono alle limitazioni dei Diritti e alla povertà?
Lo sa il Governo che lo Stato esiste perchè singoli uomini liberi e libere assemblee di uomini lo hanno teorizzato e formato, uomini  titolari e capaci di azioni progressiste: non è stato il contrario!: lo Stato è una costruzione dell' uomo per cui non può andare contro l' uomo libero onesto e responsabile mentre esercita un diritto! 
Lorenza Cervellin 
A rappresentare questo post: Giuseppe Cherubini, La disperazione dei popoli in guerra (aggiungo io, in pace)
   

Nessun commento: