martedì 13 novembre 2012

GRILLO DISTRUTTORE O RIGENERATORE PROGETTUALE?

Il giorno 12 novembre 2012, nella trasmissione televisiva condotta da Lilli Gruber, 8 e Mezzo, sull' emittente La 7, erano ospiti il giornalista Antonio Padellaro del Fatto Quotidiano e Bruno Vespa il quale commentava l' attualità politica e nel contempo presentava, nel solito tour rituale e promozionale televisivo, il suo ennesimo libro. Dichiaro subito la mia mancanza di stima per Bruno Vespa come giornalista e come scrittore: come giornalista ha compiuto l' inaccettabile “delitto” di avere, nei suoi scritti e nelle trasmissioni televisive, “normalizzato” il potere e la figura pubblica di Berlusconi che tutto era fuorchè “normale”; come scrittore ha compiuto l' inaccettabile “delitto” di scrivere libri che vengono definiti di interesse storico senza essere uno storico. Durante la trasmissione il giornalista Bruno Vespa ha definito, Grillo “un distruttore” e qui mi soffermo.
Questo aggettivo dimostra la totale incapacità di analisi politica e storica di Vespa, abituato a salire sempre sui carri dei vincitori e a rimanerci il più possibile. Ma cosa distrugge Grillo? Cosa è oggi la politica? Mi scuso per la metafora ma la politica oggi è un cancro incurabile, un mostro che si è autoriprodotto, seducendo gli elettori, e si è autodistrutto. Come è potuto accadere una cosa così grave? Forse, come tutte le cose umane, la politica, fallendo gli obiettivi democratici, basati sul' equaglianza, la giustizia sociale, la trasparenza e il dibattito pubblico critico, doveva arrivare a un epilogo.
A mio parere, per spiegare la politica di Grillo basata su un legittimo tentativo di governance dei cittadini, è sbagliato ricorrere sempre, alla categoria del “populismo” classico ricorrendo al paradigma: Grillo, Mussolini e Berlusconi perchè risulta una semplificazione inacettabile e antiscientifica prima di tutto perchè decontestualizzata e perchè non viene mai approfondita nella sua genesi. In generale il “populismo” presuppone la “seduzione” dell' elettore con il supporto della propaganda retorica e di “promesse salvifiche” che non si possono realizzare. Grillo non può essere quindi definito populista perchè tenta di dare potere ai cittadini nel tentativo di continuare la ricerca democratica in un sistema che è già andato in pezzi.
Storicamente erano identificabili 4 forme classiche, fonte di potere: ideologica con la produzione retorica anche dei media, economica mediante il controllo della riproduzione e produzione, militare e politica; attualmente questa forma di potere, con la commistione patologica, si è autodistrutta ed il potere è ormai sempre altrove e superiore agli Stati per cui al cittadino non resta che reagire o essere definitivamente schiacciato.
Questo tipo di potere: superiore, invisibile, occulto e distruttore ha reso vano quella che era la caratteristica millenaria che accompagnava il potere personificato: il carisma.
Il carisma era una qualità della personalità individuale che veniva e viene ancora oggi, in maniera minore, considerata in maniera straordinaria, ricettacolo di poteri straordinari, sovrumani e sopranaturali. Il carisma dell' eroismo magico e della soprannaturalità è stata, storicamente, la base del potere orientale, di casta, ma neanche noi occidentali abbiamo scherzato riuscendo ad ideare la forma di potere di origine divina e la taumatorgia dei re. Nel periodo Moderno il carisma è stato uno straordinario produttore di consenso per chi si proponeva con un ruolo salvifico rispetto a paure, che sono cambiate a seconda dei periodi storici, reali o immaginate: la paura degli operai, la paura dei contadini, la paura delle donne, la paura dei comunisti, la paura dei fascisti, la paura degli ebrei, la paura degli stranieri, la paura degli omosessuali, la paura della fragilità umana e la paura della povertà a cui si associava la promessa/proposta di risolvere queste paure riportando il benessere e la felicità. Durante il potere di Berlusconi, in assenza totale di qualità, la maggiore produttrice di carisma è stata la televisione la quale ha prodotto un carisma vuoto e magico basato esclusivamente sulla capacità di apparire in maniera omologata e aggressiva per cui ha ragione Grillo quando consiglia ai rappresentanti del suo Movimento di non apparire in televisione. Se si vuole costruire il nuovo è utile allontanarsi da ciò è stato responsabile e distruttore di complessità democratica, ammantandosi di normalità rassicurante e Grillo, attraverso il suo linguaggio, basato su iperboli paradossali, a volte su volgarità (discutibili), tenta di indicare una strada nuova e percorribile, un esperimento politico che, in questo momento storico, può essere un progetto rigeneratore di fiducia. Lorenza Cervellin
A rappresentare questo post Piet Mondrian: l' essenziale in contrapposizione all' orgia politico-televisiva.   

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