Il
giorno 12 novembre 2012, nella
trasmissione televisiva condotta da Lilli Gruber, 8 e Mezzo, sull' emittente La 7, erano ospiti il giornalista Antonio
Padellaro del Fatto Quotidiano e Bruno Vespa il quale commentava l'
attualità politica e nel contempo presentava, nel solito tour rituale e promozionale televisivo, il suo ennesimo libro. Dichiaro
subito la mia mancanza di stima
per Bruno Vespa come
giornalista e come
scrittore: come giornalista ha compiuto l' inaccettabile “delitto”
di avere, nei suoi scritti e nelle trasmissioni televisive,
“normalizzato” il potere e la figura pubblica di Berlusconi che tutto era fuorchè
“normale”; come scrittore ha compiuto l' inaccettabile “delitto”
di scrivere libri che
vengono definiti di interesse storico senza
essere uno storico.
Durante la trasmissione il giornalista Bruno Vespa ha definito,
Grillo “un
distruttore” e qui
mi soffermo.
Questo aggettivo dimostra la totale incapacità di
analisi politica e
storica di Vespa,
abituato a salire sempre sui carri dei vincitori e
a rimanerci il più possibile.
Ma cosa distrugge Grillo? Cosa è oggi la politica? Mi scuso per la
metafora ma la politica oggi è un cancro incurabile, un mostro che
si è autoriprodotto, seducendo gli elettori, e si è autodistrutto.
Come è potuto accadere una cosa così grave? Forse, come tutte le
cose umane, la politica, fallendo gli obiettivi democratici, basati
sul' equaglianza, la giustizia sociale, la trasparenza e il dibattito
pubblico critico, doveva arrivare a un epilogo.
A
mio parere, per spiegare la politica di Grillo basata su un legittimo
tentativo di governance dei cittadini, è sbagliato ricorrere
sempre, alla categoria del “populismo” classico ricorrendo
al paradigma: Grillo, Mussolini e Berlusconi perchè risulta una
semplificazione inacettabile e antiscientifica prima di tutto perchè
decontestualizzata e perchè non viene mai approfondita nella sua
genesi. In generale il “populismo” presuppone la “seduzione”
dell' elettore con il supporto della propaganda retorica e di
“promesse salvifiche” che non si possono realizzare. Grillo non
può essere quindi definito populista perchè tenta di dare potere ai
cittadini nel tentativo di continuare la ricerca democratica in un
sistema che è già andato in pezzi.
Storicamente
erano identificabili 4 forme classiche, fonte di potere: ideologica
con la produzione retorica anche dei media, economica mediante il
controllo della riproduzione e produzione, militare e politica;
attualmente questa forma di potere, con la commistione patologica, si
è autodistrutta ed il potere è ormai sempre altrove e superiore
agli Stati per cui al cittadino non resta che reagire o essere
definitivamente schiacciato.
Questo
tipo di potere: superiore, invisibile, occulto e distruttore ha reso
vano quella che era la caratteristica millenaria che accompagnava il
potere personificato: il carisma.
Il
carisma era una qualità della personalità individuale che
veniva e viene ancora oggi, in maniera minore, considerata in maniera
straordinaria, ricettacolo di poteri straordinari, sovrumani e
sopranaturali. Il carisma dell' eroismo magico e della
soprannaturalità è stata, storicamente, la base del potere
orientale, di casta, ma neanche noi occidentali abbiamo scherzato
riuscendo ad ideare la forma di potere di origine divina e la
taumatorgia dei re. Nel periodo Moderno il carisma è stato uno
straordinario produttore di consenso per chi si proponeva con un
ruolo salvifico rispetto a paure, che sono cambiate a seconda dei
periodi storici, reali o immaginate: la paura degli operai, la paura
dei contadini, la paura delle donne, la paura dei comunisti, la paura
dei fascisti, la paura degli ebrei, la paura degli stranieri, la
paura degli omosessuali, la paura della fragilità umana e la paura
della povertà a cui si associava la promessa/proposta di risolvere
queste paure riportando il benessere e la felicità. Durante il
potere di Berlusconi, in assenza totale di qualità, la maggiore
produttrice di carisma è stata la televisione la quale ha prodotto
un carisma vuoto e magico basato esclusivamente sulla capacità di
apparire in maniera omologata e aggressiva per cui ha ragione Grillo
quando consiglia ai rappresentanti del suo Movimento di non apparire
in televisione. Se si vuole costruire il nuovo è utile allontanarsi
da ciò è stato responsabile e distruttore di complessità
democratica, ammantandosi di normalità rassicurante e Grillo,
attraverso il suo linguaggio, basato su iperboli paradossali, a volte
su volgarità (discutibili), tenta di indicare una strada nuova e
percorribile, un esperimento politico che, in questo momento storico,
può essere un progetto rigeneratore di fiducia. Lorenza Cervellin
A rappresentare questo post Piet Mondrian: l' essenziale in contrapposizione all' orgia politico-televisiva.
A rappresentare questo post Piet Mondrian: l' essenziale in contrapposizione all' orgia politico-televisiva.
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