Venerdi 7 aprile 2017
alle ore 18.00 era nella nostra Padova in uno dei suoi ultimi incontri pubblici a lasciarci il suo Testamento
culturale e civile. In una Padova
con una municipalità in crisi: da sabato 11 Febbraio 2017 c' era
stato il passaggio di consegne fra il Commissario Michele Penta e il
nuovo commissario Paolo De Biagi dopo che a metà Novembre 2016
il Sindaco Bitonci era stato sfiduciato dalla dalle dimissioni dei
consiglieri.
Il
4 Dicembre 2016 si era tenuto il Referendum costiituzionale che aveva
visto la vittoria del No.
Stefano Rodotà ha
tenuto un incontro: La
democrazia costituzionale: una conquista da difendere
presso il Palazzo del Bo’, Aula Magna «Galileo Galilei»
Lorenza
Carlassare ha fatto gli onori di casa e il pr. Carlo Fumian ha portato
i saluti.
Stefano
Rodotà ha parlato di Dignità e di diritti, sostanza della
Democrazia.
In
virtù della vittoria del No del 4 Dicembre 2016 è corretto parlare
di un 2016 come vero e proprio anno costituzionale; gli italiani si
riconoscono in un patriottismo costituzionale che li ha fatti impadronire
della Costituzione. Una riscoperta dal basso che sancisce un fatto
inequivocabile: dal 4 Dicembre la Costituzione non è più un valore
aggiunto ma è la sostanzialità di quella utopia post secondo
dopoguerra che uomini illuminati hanno elaborato per rispondere a un
Popolo che aveva saputo liberarsi dalla dittatura. Il Popolo del 4
Dicembre ha saputo rendere questa utopia, definitiva; ora occorre difenderla. Questo
significa i Governi non possono pensare a percorsi facili, frettolosi
e semplici ma devono tenere conto della Dignità e della complessità
dell' uomo: i Principi e i Diritti devono armonizzarsi e andare
insieme. Dopo l' Ottocento e le lotte per la Libertà, dopo il
Novecento e le lotte per l' Uguaglianza ora c' è da lottare per
portare e mantenere tutti gli uomini e tutte le donne in Dignità.
Oggi Costituzione e pensiero cristiano espresso da Papa Francesco
coincidono. I nuovi schiavi e le nuove schiave si appellano e vedono
la loro speranza di riscatto nella Dignità.
La
Dignità oggi è il valore fondativo dello Stato e il tratto
distintivo dell' uomo e della donna e l’inviolabilità
della Dignità della persona si concretizza nell’inviolabilità del
corpo. È per il corpo che la persona è “umana”. L’attenzione
per i problemi della vita umana, per la salute e la malattia, per il
carattere anche materiale dei rapporti sociali, per le fasi della
vita, in generale per le condizioni materiali dell’esistenza umana
ci dicono che la persona non è un essere disincarnato e che anche
tutte le sue proprietà più elevate, quali la libertà e la
responsabilità, sono strettamente legate alla corporeità e, dunque,
all’appartenenza ad una determinata specie vivente. È per il corpo
che la persona umana è vulnerabile. La corporeità appartiene al
mistero della persona umana e rende per essa non superabile il
problema della natura umana. Dignità e Natura sono legate perchè la
Natura è la sede della Dignità
L'
esordio costituzionale della Dignità è un fatto
storico-antropologico fondamentale che appartiene alla
contemporaneità con la definizione dei Diritti diritti
economici, sociali e culturali: diritto al lavoro, all' istruzione,
alla cura, all' abitazione.... Gli
stati che hanno una Costituzione hanno un obbligo giuridico di
rispettare, tutelare e soddisfare i diritti economici, sociali e
culturali e ci si aspetta che adottino "azioni progressive"
per il loro soddisfacimento. I salari devono gaantire per il
lavoratore e la lavoratrice e le famiglie una vita libera e
dignitosa. La Dignità sociale garantiscel' esistenza dignitosa e
“obbliga” l' uomo e la donna a dire:
io devo esistere scegliendo di vivere in modo dignitoso, sapendo di
vivere in presenza di diseguaglianze di fatto e differenze di potere
ma sapendo anche che abbiamo dei diritti naturali che acquisiamo con
la nascita. Nasciamo poenzialmente in Libertà e Dignità e poi
esistiamo e sviluppiamo la nostra identità in un ambiente che ci
costringe continuamente a difendere la nostra Dignità e questo
dobbiamo fare.
La
Dignità è gia presente nella Costituzione di Weimar (11-8-1919), è
già legata alla libertà economica ed è universale,
Parte Seconda, art. 151:
–L’ordinamento
della vita economica deve corrispondere alle norme fondamentali della
giustizia e tendere a garantire a
tutti un’esistenza degna dell’uomo. In questi
limiti è da tutelare la libertà economica dei singoli. ....
La parola e tendere
riconosce che molti uomini e donne sono esclusi da una vita in
dignità ma occorre includerli secondo ciò che JÜRGEN
HABERMAS
ha individuato come significato:
- esiste una comunità con dei confini e una propria specificità culturale distinta e i confini di questa devono essere aperti a tutti gli uomini e le donne, senza che nessuno debba, per poter entrare nella comunità, rinunciare alle proprie credenze e valori. Questo è possibile se tutti esprimono il “patriottismo della costituzione”, ossia un “una convinta adesione ai principi universalistici della Costituzione”: ogni individuo della comunità può credere nel dio e nei valori che vuole, purché si riconosca nei principi costituzionali del Paese in cui vive. Si ha dunque un universalismo rispettoso delle differenze e delle pluralità. Solo così la convivenza è possibile e la dignità è salva.
La
Dignità fa riferimento a come si vive concretamente, a come tutti
gli uomini e le donne devono vivere concretamente! Gli uomini e le
donne deboli non possono essere dimenticati o ignorati.
Nel
campo del Lavoro. Da Weimar alla Costituzione della Repubblica
italiana, art. 36:
Il
lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità
e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a
sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La
durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il
lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali
retribuite, e non può rinunziarvi.
L’articolo
36 della nostra Costituzione è uno dei massimi riferimenti per tutti
i lavoratori italiani. Esso infatti riguarda nello specifico il
diritto al giusto salario (comma 1), la durata massima della giornata
lavorativa (comma 2) e il diritto/dovere al
riposo settimanale (comma 3).
In
questo articolo non si parla di di salario minimo vitale ma di un
salario che garantisca una vita libera e dignitosa. Il precariato e
l' uso dei voucher non sono strumenti di lavoro che garantiscono un
salario tale da far esistere in Dignità.
Una
componente fondamentale per l' uomo e per la donna per sostanziare
una esistenza dignitosa è il diritto alla cura che diventa governo
della vita da parte dell' interessato. Quali interventi sono
consentiti allo Stato?
Nella
nostra Costituzione c' è un collegamento perfetto fra diritti civili
(insieme delle libertà e delle prerogative garantite alle persone
fisiche) e diritti sociali tali da garantire Uguaglianza e
solidarietà e c' è un perfetto equilibrio fra diritti e doveri a
garanzia della persona anche se in questo ultimo periodo i diritti
sono sempre più limitati nella prevalenza dei doveri.
In
conclusione
Oggi
c' è una critica fondata alle ideologie ma attenzione a non inserire
in questa critica l' esclusione della prospettiva utopica perchè
questo significherebbe mettere al bando il futuro e la Democrazia. Le
decisioni politiche degli ultimi anni hanno rispettato il limite
della Dignità? Di sicuro non è stato rispettato il dovere di non
esclusione delle persone dai diritti sociali. La Dignità è stata
trascurata. I bilanci pubblici devono modellarsi sui diritti!
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