mercoledì 23 luglio 2014

LETTERA APERTA AL DIPARTIMENTO PER LE PARI OPPORTUNITA' DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Riflessioni sulle criticità evidenti nella realizzazione delle Pari Opportunità e sul ruolo del Dipartimento per le Pari opportunità

Premessa generale

Buon giorno,

sono Lorenza Cervellin, per formazione universitaria, Esperto di Pari Opportunità e sento il bisogno di scrivere perchè, mai come in questo momento, nella sostanza, nella realtà e nella pratica, le Pari Opportunità sono così, ampiamente, disattese.

Visito quasi quotidianamente il sito del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri con la speranza di trovare una traccia che segnali la consapevolezza della tragedia sociale esistente in Italia, data dall' impoverimento dei cittadini e dalla mancanza di lavoro e, magari, leggere qualche comunicato, vedere promossa una discussione pubblica o avviati progetti per promuovere definitivamente le Pari opportunità, ma così non è.

La riflessione che propongo è motivata dalla lettura che ho fatto in questi giorni del bando per la Selezione comparativa PON GAS FSE 2017-2013 -Obiettivi Convergenza- per il conferimento di 4 incarichi, scadenza 4 agosto 2014, e ho visto che sono incarichi destinati, ancora una volta, a non incidere sulla prevenzione universale delle discriminazioni e dei comportamenti anti-paritari ma continua a essere presa in considerazione la criticità specifica basata sul genere quando ormai, il genere, da solo non è più una categoria interpretativa della vera emergenza presente oggi, incentrata sulla violazione continua delle Pari opportunità, che interessa tutti i cittadini in tutti i campi.

Attualmente la “questione storica di genere” relativa alle condizioni sul lavoro si interseca:
  • alla più ampia e universale questione della condizione comune a uomini e donne dei lavoratori poveri;
  • alla più ampia e universale questione della mancata volontà di risolvere le criticità della cura;
  • alla più ampia e universale questione delle necessità di avviare un dibattito pubblico sulle politiche pubbliche che, anziché estendere i diritti e risolvere la segregazione nella povertà dei disoccupati storici, procede impoverendone di nuovi e in numero sempre maggiore.
Oggi Se non si collega la criticità di genere alle criticità generali non si risolverà mai la “questione storica di genere” e questi incarichi avranno sempre la caratteristica di essere autoreferenziali e circolari cioè senza esiti nella realtà.

A cosa servono le banche dati distaccate da politiche culturali di prevenzione?

Cosa sono le Pari Opportunità?


Le Pari Opportunità accompagnano e misurano il grado della Democrazia; la realizzazione delle Pari Opportunità è dunque al cuore e il il cuore della democrazia e il compito dei governi è quello di permettere agli uomini e alle donne di realizzare le Pari opportunità che significa, sostanzialmente, rendere universali ed estensibili i diritti rivolti a tutti gli uomini, a tutte le donne, a tutti i cittadini in modo che ne possano fruire liberamente. Le Pari Opportunità non sono, come si crede, cose da donne e non si limitano al Principio giuridico sintetizzato per risolvere la disparità storica che colpiva le donne, ma sono un portato culturale e storico molto più ampio e articolato il quale risiede proprio nella cultura occidentale, incentrata sui diritti, a vocazione universalistica. Nei momenti di crisi, come quello attuale, se il governo non può incoraggiarle, non può neanche impedirle e tantomeno creare disparità o procedere con impoverimenti di gruppi sempre più numerosi perchè lo spirito delle Pari Opportunità è vocato alla realizzazione dei diritti e al benessere.
La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (con forza di Trattato) riconosce una serie di diritti personali, civili, politici, economici e sociali dei cittadini e dei residenti dell’UE, fissandoli nella legislazione dell’UE.
Gli articoli che riguardano nello specifico le Pari Opportunità sono:

Articolo 21 (non discriminazione)
È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali. (L' articolo fissa le discriminazioni classiche ma le parole in particolare riconoscono e non escludono tutte le forme di discriminazione).

Articolo 23 (parità che realizza l' uguaglianza)
La parità tra uomini e donne deve essere assicurata in tutti i campi, compreso in materia di occupazione, di lavoro e di retribuzione. All' inizio ci sono le Pari Opportunità in tutti i campi. Gazzetta ufficiale delle Comunità europee 18.12.2000

Quando parliamo di Pari Opportunità:
  • PARLIAMO DI CULTURA: concetti, esperienza, regole
  • PARLIAMO DI LEGGI: derivate dai diritti naturali e poi civili, sociali e politici
  • PARLIAMO DI ETICA: come devo comportarmi con l' altro? Quali regole devo adottare?
  • PARLIAMO DI MORALE: quale coscienza oltre alle leggi?
  • PARLIAMO DI RAZIONALITA': la discriminazione e la disparità non derivano da un pensiero razionale e ragionevole ma da un pensiero non lineare ed erroneo
  • PARLIAMO DI NON VIOLENZA: tutte le forme di violenza sono un ostacolo al raggiungimento della cultura delle Pari Opportunità
  • PARLIAMO DI STANDARD CONDIVISI RELATIVI AL BENESSERE: libertà dal bisogno e diritti estensivi a carattere universale

Io vedo che la Storia delle Pari Opportunità procede diritta, nella forma, ma con balzi all' indietro, nella sostanza; i balzi all' indietro interrompono l' evoluzione umana.

Le Pari Opportunità riguardano la carne, il sangue, i corpi, l' antropologia e la Storia: un mondo di senso costruito da tutti i cittadini

Il percorso verso la sostanzialità delle Pari Opportunità è un percorso difficile perchè i Principi delle Pari Opportunità nascono dall' ambivalenza della cultura occidentale che le ricerca e le ha sintetizzate formalmente ma fatica a realizzarle perchè la politica, la società e le comunità sono strutturate e profondamente permeate dalla cultura patriarcale che è cultura di dominio, di soprusi, di separatezze e di esclusione. Attualmente dobbiamo parlare di Pari Opportunità come di un dispositivo culturale, sociale, materiale, simbolico e mentale che, costruito, storicamente dall' uomo, oggi deve appartenere al Governo, ai cittadini, a tutte le agenzie educative e deve introiettarsi e risiedere profondamente nell’ immaginario individuale e collettivo: privato e pubblico, prima che nel diritto, e, che pertanto si costruisce e si alimenta dentro di noi e dentro la politica, destinato a correggere quegli errori del pensiero che trovavano alimentazione nella costruzione storica dell' inferiorità femminile e poi di ogni inferiorità portatrice di discriminazione e di razzismo.

Attualmente nel campo delle Pari Opportunità c' è una vera emergenza: la crisi finanziaria ha travolto tutto anche ciò che non doveva travolgere: la solidarietà, il senso della Comunità, l' originalità umana uomo e nulla è rimasto a protezione di un uomo ormai ridotto solo a essere cittadino-contribuente, anche quando è privo di lavoro.

Occorre ripartire, occorre una nuova palingenesi etica e costruire un nuovo mondo di senso dove la parità sostanziale di genere e tutte le parità devono essere proposte, da tutti, fin dall' attesa della nascita di una futura donna e di un futuro uomo, abituandosi e abituando all' idea, che la differenza biologica è solo una differenza biologica, poi l' individuo originale ha diritto a collocarsi nel mondo con le proprie differenze e originalità.

Pensiamo che tutti tutti possono cimentarsi col fare tutto e aiutiamo a pensare che le possibilità e le opportunità che sono alla base della democrazia, attraverso il merito, sono realizzabili. Iniziando a farlo attraverso i primi giochi, le prime attività ludiche e le prime relazioni che si instaurano in classe: le letture devono essere prive di stereotipi e di rigide categorizzazioni e quando ci sono devono essere spiegati in modo da costituire la base perchè ciascun individuo abbia modo di fare i conti con le proprie immedesimazioni, con i propri limiti, i gusti, le peculiarità, così che nella vita abbia davvero la possibilità di scegliere cosa fare, come farlo e chi essere. La cultura delle Pari opportunità deve iniziare in famiglia, nei nidi, nelle scuole materne, nella strada per impedire che i bias di conferma che sostengono gli stereotipi e i pregiudizi si consolidino immediatamente e per impedire che condizioni sociali diverse strutturino il pensiero che alle differenze sociali si associ l' idea di una normalità che giustifichi differenze di accesso ai diritti e ai beni e servizi a cui dovrebbero accedere tutti: ricchi e poveri.

Saremo una società più povera? Va bene, già molti subiscono l' insulto della povertà ma l' insulto più grande è la mancanza di equità, la mancanza di rispetto,, la mancanza di verità e l' inganno evoluzionistico attuato contro il cittadino attraverso l' accanimento di politiche pubbliche inopportune e antiumane.

Come si potrebbe cominciare a rimediare?

Impariamo tutti a rivolgere l’ attenzione su come e quanto, consapevolmente e inconsapevolmente, il Governo e noi cittadini possiamo incentivare e incoraggiare i processi che portano verso la realizzazione della Democrazia sostanziata nelle Pari opportunità; oggi è un momento storico nel quale c' è una vera emergenza rispetto alla realizzazione sostanziale delle Pari opportunità che vengono, a mio parere, frenate e disattese, a volte proprio dai Governi che dovrebbero garantirle.

Impariamo tutti a pensare alla cura come a un aspetto della vita fondamentale ed economicamente importante e non consideriamolo più una realtà umana inferiore e marginale rispetto alle altre attività umane: la cura è attività nobile, attività di verità, che deve essere quantificata come o più delle altre attività umane e deve interessare le donne, gli uomini e le politiche pubbliche.

Impariamo a costruire le nuove identità dei cittadini basandosi sulla certezza della parità nella differenza e nella certezza della giustizia sociale, base per la realizzazione delle Pari Opportunità; questa sarà la sfida per una nuova palingenesi etica che dovrà avvenire se si vuole procedere verso una nuova evoluzione.

Problematizzazione sulle Pari Opportunità in Italia

In Italia le Pari Opportunità risentono di due criticità:
  • si pensa alle Pari Opportunità come “a una cosa da donne”;
  • si è delegata la criticità della mancata realizzazione delle Pari Opportunità al Principio giuridico.
Al riparo dell' ottimismo normativo si è continuato a concentrarsi sulle giuste e macroscopiche “questioni di genere” ma isolate dalla realtà circostante:
  • la presenza delle donne nelle società controllate dalle Pubbliche Amministrazioni;
  • la presenza delle donne in politica;
  • la violenza di genere e il femminicidio;
  • la pubblicità lesiva dell' immagine femminile.
Tutto bene ma ora l' emergenza della mancata realizzazione delle Pari opportunità riguarda tutti e tutti i campi della vita pratica, è una violazione continua contro i diritti del cittadino ed è impossibile da sopportare eppure si respira ed entra nei nostri corpi rendendo inopportuno all' uomo questo tempo storico che, così antiumano, non è mai stato! Invece di avviare politiche pubbliche e azioni radicali contro tutte le discriminazioni tali da far incorporare la cultura delle Pari opportunità si procede sempre per categorie differenziali.

Perchè questo nostro tempo è cosi antiumano?

Perchè, per la prima volta nella Storia, la politica è riuscita a controllare totalmente l' uomo il quale non riesce più a produrre Storia evolutiva ma subisce una Storia, fortemente marcata dalla politica la quale vivendo, per propria inadeguatezza, una crisi epocale, si accanisce, come mai, sui cittadini.
La violazione continua delle Pari opportunità e la loro mancata realizzazione rende evidente l' inganno evoluzionistico fatto dalla politica in danno della donna e dell' uomo.
La negazione della cultura delle Pari Opportunità ormai si respira in famiglia, sui mezzi del trasporto pubblico, sui posti di lavoro, sulla strada, sui luoghi deputati alla tutela della salute; dove c'è l' uomo e la donna si vede la differenza fra coloro che hanno accesso ai diritti e al benessere da quelli che ne sono esclusi.
La mancanza della cultura delle Pari Opportunità si evidenzia anche sulle strade che ormai appartengono alle automobili mentre biciclette, pedoni e animali possono essere uccisi senza che questo susciti una riflessione radicale ed etica adeguata a modificare il modo di intendere e vivere la strada.

Inoltre

Il Principio giuridico che anima la legislazione sulle Pari Opportunità interviene a correggere violazioni del Principio di Parità e non discriminazione fra privati non contemplando la violazione del Principio di Parità e non discriminazione quando viene assunto con provvedimenti governativi, e, ne sono esempi macroscopici:
  • i provvedimenti legislativi per riformare il sistema pensionistico italiano dalla ministra del Lavoro, Fornero, con legge emanata ai sensi dell'art. 24 del D.L. 6 dicembre 2011, n. 201 (detto "decreto salva Italia") - convertito successivamente in legge 22 dicembre 2011 n. 214. Questa Legge ha provocato gli “esodati”, persone che da un giorno all' altro sono state escluse dai diritti e proprio da una ministra che aveva anche la delega alle “Pari Opportunità”;
  • il filtro per la perequazione automatica delle pensioni lasciando fuori gli assegni superiori a 1.443 con decreto congiunto del Ministero dell’Economia e del Lavoro del 16 novembre 2012 Perequazione automatica delle pensioni per l’anno 2012 e valore definitivo per l’anno 2011. Questo provvedimento sta facendo scivolare nella povertà un numero sempre maggiore di pensionati.
E' innegabile che il Governo Monti ha oscurato la cultura delle Pari Opportunità e, a mio avviso, il Dipartimento Pari Opportunità ne ha risentito non essendo in grado di reagire con forza denunciando un rinnovato classismo che ha avuto come esito l' impoverimento dei cittadini costretti, dalle politiche governative, a uscire dai diritti. Il Dipartimento P. O., a mio avviso, non è riuscito a strutturare dibattiti pubblici e pareri scritti, idonei a rispondere alle macroscopica violazioni delle Pari Opportunità, arrivate dal Governo Monti, con ripercussioni tragiche nei territori dove i cittadini vengono esclusi, sempre di più, parzialmente o totalmente, dai diritti.
Ormai è diventato normale proteggere, quasi sempre a scopo di consenso, gruppi di cittadini danneggiandone altri devitalizzando così il Principio di Parità e non discriminazione che deve avere carattere universale ed estensivo. Il Governo dovrebbe combattere con ogni mezzo la povertà e la mancanza di giustizia sociale e non incoraggiarla come succede attualmente, per esempio, con la dazione degli 80 euro dati dal Governo Renzi a un gruppo di persone escludendone altri, anzi danneggiandone altri con l' aumento inevitabile della fiscalità compensatoria.

In conclusione

Io auspicherei che il Dipartimento Pari Opportunità, vista l' emergenza presente nei territori:
  • riprenda ad essere retto da un Ministro;
  • intervenga incoraggiando maggiormente la cultura delle Pari Opportunità prevenendo le discriminazioni;
  • proceda collegando la disparità di genere a tutte le altre disparità;
  • si interessi della mancata realizzazione delle Pari Opportunità nella popolazione povera;
  • si interessi della mancata realizzazione delle Pari Opportunità e dall' esclusione dei diritti di chi non lavora;
  • intervenga a correggere la politica paradossale la quale mantiene le forme paritarie ma non impedisce e anzi, a volte, incoraggia la disparità;
  • si esprima contro i blocchi sociali conservatori sempre più chiusi.
Il Dipartimento Pari Opportunità è in grado di volgere la sua attività ponendosi sul confine fra la ricchezza e la povertà per tutelare quei cittadini, donne e uomini, che sono e vengono esclusi dai diritti proprio dalle leggi della politica aggiungendosi a quei cittadini che non hanno mai beneficiato di politiche sostanziali di Pari Opportunità?
Bene vigilare sulla Questione di genere e sull' accesso al potere da parte delle donne ma chi vigila su tutti gli ultimi?
Quali progetti originali, rispondenti a un bisogno, veramente portatori di Pari Opportunità vengono proposti da parte del Dipartimento Pari opportunità?
Il Dipartimento pari Opportunità promuove programmi scolastici per mantenere viva la cultura delle Pari Opportunità?
Il Dipartimento Pari Opportunità deve iniziare ad esprimere una filosofia, di fatto, post-patriarcale e non continuare ad agire all' interno della filosofia patriarcale e ricordarsi che la situazione nei territori è tragica! Vi imperano mancanza di Pari Opportunità, povertà e violenza diffusa.

E' il momento che il Dipartimento per le Pari opportunità:
  • avvii azioni culturali tali da far superare il genere perchè la categoria della conflittualità di genere è il segno del perdurare della cultura patriarcale che lo ha prodotto, generatrice di violenza;
  • intervenga massicciamente per prevenire le discriminazioni;
  • faccia pressione per impedire la consapevole messa in povertà della popolazione, soprattutto, da parte dei governi.
Lorenza Cervellin, Dottore magistrale in Storia ed Esperto di Pari Opportunità, Cittadinanza di genere ed integrazione sociale -Titoli acquisiti presso l' Università degli Studi di Padova-

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