Dichiarazione del Presidente Napolitano
Retorica paternalistica e moraleggiante, deduzioni irrazionalistiche e visione di un potere primitivo ed elementare sono alla base di questa dichiarazione tanto attesa!
Non viene detto nulla di moralmente rigoroso ma si continua con il "dichiarazionismo di maniera" per continuare a supportare l' incapacità politica e la distruzione dell' etica. Nel frattempo la politica continua a preoccuparsi di mantenere il monopolio sulla povertà in nome di un governo che non c' è ma di cui il Presidente continua a invocare la sopravvivenza del suo simulacro. Berlusconi continua a essere il figlio indisciplinato da punire e perdonare perchè, di fatto, utile alla sopravvivenza di un potere opportunista che fa comodo a tutti: dinamiche di potere supportate da ideologie primitive continuano a interrompere l' evoluzione civile dell' Italia e porteranno lo Stato alla distruzione. Da osservare, in particolare, l' uso dell' aggettivo fatale per riconoscere l' ideologia politica pre-moderna caratterizzata da una visione magico-irrazionalistica e naturalistica della concezione del potere.
Egregio Presidente Napolitano, la politica è anche fatalità ma soprattutto esercizio ragionevole del potere che si deve tradurre in azioni efficaci, efficienti, morali e giuste nell' interesse del bene comune!
Il Presidente Napolitano, con questa dichiarazione, dimostra di impersonare efficaciemente la tradizione storica della spartizione del potere da parte delle formazioni politiche italiane iniziata con il Connubio (accordo politico del febbraio 1852 tra due schieramenti del Parlamento Subalpino, quello del Centrodestra, capeggiato da Cavour, e quello del Centrosinistra guidato da Urbano Rattazzi. L’accordo fu ostacolato sia dal Presidente del Consiglio del Centrodestra allora in carica, massimo D Azeglio, sia dal Re di sardegna: Vittorio Emanuele II). Cavour si dovette dimettere da ministro ma il suo primo governo, che si formerà nel novembre successivo, si baserà sulle forze del "Connubio" con la giustificazione dell' attuazione di una politica liberale.
L' ideologia della mediazione che diventa compromesso a giustificazione dell' esercizio del potere giusto, in nome esclusivo del potere e non della buona politica, continuerà poi con le forme di tolleranza al primo potere mussoliniano e sfocerà poi nel consociativismo patologico del Dopoguerra (mediazione che diventa compromesso contro i cittadini).
Oggi noi cittadini possiamo dire che:
A distruggere definitivamente la politica del bene comune sono state le esperienze di potere su base personalistica in nome di un supposto carisma motivato proprio dalla capacità, anche canaglisca e sfrontata, di acquisire il potere stesso (Craxi) o dalla capacità data dalla forma-denaro in una società oggettivizzata definitivamente attraverso il possesso dei media (Berlusconi).
Il Presidente Napolitano dovrebbe, perlomeno, pronunciare parole che potessero, anche solo, dare ai cittadini una speranza nel futuro politico dell' Italia.
Egregio Presidente Napolitano, la politica è anche fatalità ma soprattutto esercizio ragionevole del potere che si deve tradurre in azioni efficaci, efficienti, morali e giuste nell' interesse del bene comune!
Il Presidente Napolitano, con questa dichiarazione, dimostra di impersonare efficaciemente la tradizione storica della spartizione del potere da parte delle formazioni politiche italiane iniziata con il Connubio (accordo politico del febbraio 1852 tra due schieramenti del Parlamento Subalpino, quello del Centrodestra, capeggiato da Cavour, e quello del Centrosinistra guidato da Urbano Rattazzi. L’accordo fu ostacolato sia dal Presidente del Consiglio del Centrodestra allora in carica, massimo D Azeglio, sia dal Re di sardegna: Vittorio Emanuele II). Cavour si dovette dimettere da ministro ma il suo primo governo, che si formerà nel novembre successivo, si baserà sulle forze del "Connubio" con la giustificazione dell' attuazione di una politica liberale.
L' ideologia della mediazione che diventa compromesso a giustificazione dell' esercizio del potere giusto, in nome esclusivo del potere e non della buona politica, continuerà poi con le forme di tolleranza al primo potere mussoliniano e sfocerà poi nel consociativismo patologico del Dopoguerra (mediazione che diventa compromesso contro i cittadini).
Oggi noi cittadini possiamo dire che:
- l' esperienza in senso lato dei partiti raccolti intorno all' arco costituzionale uniti dall' ideologia antifascista e dalla Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza a formare la cultura politica dell' Italia,
- l’esperienza dei governi di unità nazionale,
- l' esperienza del compromesso storico
- l' esperienza dei governi di solidarietà nazionale degli anni 1976-79,
- l' esperienza dei governi Berlusconi e Prodi,
A distruggere definitivamente la politica del bene comune sono state le esperienze di potere su base personalistica in nome di un supposto carisma motivato proprio dalla capacità, anche canaglisca e sfrontata, di acquisire il potere stesso (Craxi) o dalla capacità data dalla forma-denaro in una società oggettivizzata definitivamente attraverso il possesso dei media (Berlusconi).
Il Presidente Napolitano dovrebbe, perlomeno, pronunciare parole che potessero, anche solo, dare ai cittadini una speranza nel futuro politico dell' Italia.
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