sabato 6 aprile 2013

LA MISTIFICAZIONE DELLA SAGGEZZA

Ho aspettato a scrivere riguardo ai "saggi" nominati dal Presidente Napolitano per vedere se l' indignazione che avevo sentito nell' immediatezza della notizia si stemperava. L' indignazione non si stempera ma aumenta giorno dopo giorno! Definire saggi questi signori è una "blasfemia intellettuale" e politica se partiamo dal significato originale della saggezza la quale concerneva la conoscenza delle cose di Dio o delle cose divine. La saggezza poteva essere  degli uomini ma non di tutti gli uomini bensì degli uomini che sapevano scegliere e scegliere il bene!

Da dove deriva la saggezza di Eschilo? Dal libero arbitrio: la giustizia divina giudica le azioni che ogni uomo compie consapevolmente e poi interviene punendo i colpevoli e premiando i valorosi. Eschilo, attraverso le sue opere, indaga il ruolo della giustizia divina e la colpa umana in un  mondo tragico e spietatamente giusto che non lascia scampo a chi si è macchiato di una colpa o a chi eredita una colpa commessa dai propri antenati. Attraverso il dolore, che ogni uomo è destinato a soffrire, l' uomo matura la propria conoscenza ed è chiamato a rendersi conto, scontando la sua pena esistenziale o giuridica, dell' esistenza di un ordine perfetto e immutabile che regge il suo mondo: la giustizia divina la quale punisce l' uomo che non decide per il suo bene e per il bene della cominutà. La saggezza è quindi direttamente intrecciata alla giustizia a formare un concetto metafisico unitario che diventa realizzabile all' interno della democrazia! 
Eschilo, nell' Orestea si sofferma sulla scelta che i suoi personaggi compiono in una situazione cruciale e in questo caso risulta esemplare il dissidio interiore di Oreste incerto se compiere o meno l' omicidio della madre, a sottolineare la tragicità di quello che Oreste si apprestava a compiere ma anche la consapevolezza che fosse necessario compierlo. La sua scelta sarà sancita come giusta dal tribunale Areopago.
In Eschilo,troviamo anche la saggezza come superamento del dolore quando l' indovino Calcante predice ad Agamennone il sacrificio della figlia Ifigenia per far ripartire la flotta achea:
  • La via della saggezza Zeus apre ai mortali, facendo valere la legge che sapere è patire. Geme anche nel sonno, dinanzi al memore cuore, rimorso di colpe, e così agli uomini anche loro malgrado giunge saggezza; e questo è il beneficio dei numi che saldamente seggono al sacro timone del mondo. Eschilo, Agamennone, vv. 168/183
In occasione della morte di Martin Luther King, jr, a Indianapolis, Indiana, 4 aprile 1968, il senatore Robert Kennedy riprende Eschilo e il concetto della saggezza come superamento del dolore per arrivare a una società giusta e uguale:
  • ....Il mio poeta preferito è Eschilo. Egli scrisse: "Anche mentre dormiamo, il dolore che non riesce a dimenticare cade goccia a goccia sul nostro cuore fino a quando, pur nella nostra disperazione e persino contro la nostra volontà la saggezza prevale attraverso la grazia di Dio." 
Robert Kennedy accomuna il suo dolore privato per la morte del fratello al dolore collettivo per la morte di Martin Luther King e chiede la sublimazione di questo dolore in impegno universale per la costruzione di una patria giusta e uguale interpretando compiutamente la lezione di Eschilo. 
Tornando ai nostri giorni, il termine saggezza viene usato leggendo al contrario la lezione di Eschilo; i sedicenti saggi nominati dal Presidente Napolitano dovrebbero risolvere l' attentato alla democrazia e la negazione della giustizia, di ogni tipo di giustizia, perpetrata contro il popolo e contro lo Stato, dalla politica italiana ma come possono farlo se sono loro stessi l' espressione del potere che ha generato e realizzato il fallimento dei Principi democratici?
E poi riguardo la polemica intorno al fatto che in questo gruppo di sedicenti saggi non ci siano donne, riguardo a questo, dobbiamo rallegrarci che non ci siano a dimostrazione che questo Areopago attuale è fortemente reazionario e lontano dalla realtà ed esclude le donne dal potere in coerenza con la cultura patriarcale iniziata proprio con il matricidio di Oreste. Oggi la situazione è ancora più grave perchè i greci le escludevano dal potere per paura e per inchiodarle alla funzione produttiva e riproduttiva mentre oggi le escludono per cinismo, classismo, ignoranza, ambizione, supponenza, narcisismo e avidità di potere: tutti motivi che peraltro caratterizzano anche l' esclusione dal potere di tutta l' umanità povera.  Napolitano ha ucciso, ancora una volta, simbolicamente, chiaramente ed evidentemente la donna e la giustizia.  Lorenza Cervellin












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