giovedì 25 aprile 2013

STORIA DELLO STATO: la vivisezione -Continuazione 23- No Vivisezione: Critica scientifica

No Vivisezione: Critica scientifica

Attualmente ci sono due argomenti storici su cui non si riesce a fare una riflessione serena perchè, nella produzione di discorsi pubblici al riguardo, si applica in modo scientifico il bias di conferma: il femminicidio e la vivisezione. Tutti dovremmo usare la nostra ragione critica  per prevenire ed eliminare queste due forme di violenza semplicemente perchè è razionalmente possibile farlo; come tutte le cose basta dare forma a dei discorsi pubblici onesti, corretti scientificamente ed eticamente supportati e le forme di violenza dovrebbero andare verso la soluzione. Qui mi soffermo sulla vivisezione la cui discussione ormai è esclusivamente supportata dal bias di conferma il quale si applica in tutti gli aspetti del tema ma soprattutto sulla "vivisezione" (sineddoche anche della sperimentazione animale con animali da laboratorio) ritenuta necessaria cioè senza possibilità dell' altrimenti. 

Cos' è il bias di conferma? 


Il bias di conferma attinge direttamente al pregiudizio, allo stereotipo e al luogo comune, ma, mentre il pregiudizio, lo stereotipo e il luogo comune sono ben identificabili,  il bias di conferma  è un qualcosa di molto più sfumato e profondamente introiettato in quanto ritenuto legato alla sicurezza psicologica e poi fisica ed è proprio quello che accade quando si discute di "vivisezione": il bias di conferma è un rifugio, ci dà certezze e mette al riparo la nostra coscienza. E' un modo di pensare  percorrendo strade conosciute ed è un fenomeno intellettuale inconscio e di difficile decodificazione perchè attiene, appunto, al senso comune e alle certezze introiettate profondamente. Una persona riceve una informazione, in questo caso sulla "vivisezione" la quale dovrebbe costringere a riflettere in modo nuovo, a mettere in dubbio, ma per fare questo la persona deve fare propri dei dati che non appartengono al conoscibile tradizionale  allora invece di fare uno sforzo verso il nuovo preferisce attingere alle informazioni che conosce e a cui attribuisce maggiore credibilità selezionando informazioni considerate sicure a supporto delle proprie credenze e sminuendo quelle nuove. Nel caso della "vivisezione"  il rifugiarsi in un  modo di pensiero conosciuto è ancora maggiore perchè supportato dalla credibilità che è riuscito ad ottenere il "sistema medico scientifico" a tal punto da autolegittimarsi come assolutamente razionale e unico nella proposta risolutiva della salute umana. A ben vedere a causa del rifiuto dell' idea della malattia e della morte tipici della cultura occidentale la riflessione intorno al tema salute è tutta incentrata sul bias di conferma cioè di "credenze" ritenute valide in quanto elaborate in luoghi scientifici riconosciuti e riconoscibili. In conclusione: il bisogno di salute si è, impropriamente, legato al bisogno della vivisezione ed è dimostrato dal fatto che ogni volta che si vuole far notare che la vivisezione è inutile c' è sempre una persona che dice: "pensiamo a chi è morto di tumore" creando così un assioma fra morire di tumore e vivisezione necessaria. Questo bias di conferma è particolarmente dannoso perchè allontana la responsabilità del mantenimento della salute dall' autoresponsabilità del singolo e dalla collettività entrambi attori principali e determinanti la salute. La credenza della vivisezione necessaria rimuove dai discorsi pubblici le vere responsabilità sul mantenimento della salute la quale è intaccata dai comportamenti igienicamenti scorretti della persona, dalle dipendenze, dalla cattiva alimetazione, dagli stress psicologici  e dall' inquinamento. Ecco allora che l' idea della credenza della "vivisezione" come necessità, appare in tutta la sua irrazionalità: oggi si sa che la "vivisezione è eticamente ingiusta e scientificamente inutile. Per fare degli esempi sul bias di conferma il quale riguarda tutti i campi: la nostra politica procede quotidianamente con il bias di conferma, con la negazione dell' evidenza e la  proposta di credenze:  l' Italia sull' orlo del baratro, il ruolo salvifico di Monti, il liberismo come unica forma di economia, la saggezza di Napolitano e il governo giusto di Letta sono tutte credenze proposte come fossero soluzioni ragionevoli e scientifiche. 
In base al bias di conferma oggi la comunità scientifica dei laboratori afferma che la vivisezione è necessaria ma, storicamente, non è così! E' stata una necessità incentrata sulla volontà di conoscenza del corpo da parte degli antichi dai quali però era lontana l' ideologia utilitaristica dell' uso dell' animale costruita poi nel corso dei secoli ed enfatizzata durante il positivismo quando la medicina costruisce la sua autoaffermazione scientifica proponendosi come comunità di uomini capace di risolvere il problema della malattia; intorno a questa ideologia si afferma anche l' idea che l' uso dell' animale fosse indispensabile e risolutivo quindi necessario ma in realtà è stato solo, appunto, un uso utilitaristico. Questa ideologia utilitaristica si è applicata anche, attraverso l' eugenetica,  allo studio dei metodi volti al perfezionamento della specie umana attraverso selezioni artificiali operate tramite la promozione dei caratteri fisici e mentali ritenuti positivi, o eugenici (eugenetica positiva), e la rimozione di quelli negativi, o disgenici (eugenetica negativa), mediante selezione o modifica delle linee germinali, secondo le tradizionali tecniche invalse nell'allevamento animale e in agricoltura basate sulla genetica mendeliana, e quelle rese attualmente o potenzialmente disponibili dalle biotecnologie moderne. Nel linguaggio comune, il termine si confonde spesso con l'eugenismo, che è l'ideologia che ritiene che la soluzione di problemi politici, sociali, economici o sanitari possa essere raggiunta attraverso l'adozione di pretese soluzioni eugenetiche. Tutti noi dovremo ricordarci gli esperimenti, durante la Seconda guerra mondiale, fatti nei campi di concentramento e di sterminio nazisti ad opera, ma non solo, di Josef Menghele, antropologo e medico tedesco "vivisezionatore e sperimentatore" di uomini. Oggi nessuno si sognerebbe più di giustificare queste azioni sull' uomo in base alla "necessità". Anche riguardo al mondo animale oggi è il momento di dire basta poichè, la sperimentazione, storicamente e scientificamente non è più ne necessaria (non lo è mai stata) ne utile all' uomo ma solo al business dei laboratori. Se oggi lo scienziato rimane ancorato all' idea irrazionale, falsa, disonesta, inutile, moralmente e storicamente inaccettabile della "necessità" della "vivisezione" non riuscirà più a produrre cultura scientifica e l' umanità sarà costretta alla regressione perchè gli studi del futuro dovranno avere come protagonista l' uomo responsabile per l' uomo responsabile, il suo DNA e l' uomo nella sua unitarietà  mente e corpo! 

Oggi si parla molto di educare alla donazione dei cadaveri, esigenza che parte dalla  chirurgia estetica e dala esigenza di fare pratica dei gionani chirurghi ma questa potrebbe essere anche un aiuto per studiare il corpo dell' uomo contemporaneo perchè gli animali non c' entrano con le malattie dell' uomo prodotte e autoprodotte dall' uomo stesso e dall' ambiente esterno inquinato dall' uomo. Solo il trionfo della società consumistica e oggettivizzata ha potuto produrre e supportare l' idea che consumare e utilizzare vite umane e animali potesse essere una cosa giusta mentre in realtà non lo è! 

Oggi noi e le nostre strutture ufficiali della conoscenza, soprattutto medica, sono basate su convinzioni meccanicistiche fatali incentrate sull' idea che l' universo sia una macchina materica (fatto di cose) ma la vera scoperta è l' energia (Newton) e l' energia interessa tutta la materia compresi i corpi. Se noi siamo energia e siamo immersi nell' energia non possiamo più studiare il corpo in modo settoriale ma necessariamente olistico alla ricerca dell' equilibrio mente, corpo e ambiente. L' uomo non può più delegare ad altri il suo diritto/dovere a essere  protagonista dei meccanismi che portano al mantenimento della salute o alla perdita momentanea della salute. Se tutto è legato dall' energia questa non si può dividere, tantomeno si può studiare l' uomo dividendo il suo corpo a segmenti e distaccandolo dal suo ambiente. In base a questa visione scientifica va da sè che lo scienziato chiuso in laboratorio a fare esperimenti con un animale diventa non solo anacronistica ma anche pericolosa in quanto non potrà produrre quella conoscenza attualizzata necessaria al miglioramento delle condizioni di vita dell' uomo. 

In conclusione: è consolante sapere che l' Asts (American society of transplant surgeons) ha annunciato che si è già riusciti a realizzare un rene di topo con tecniche della bioingegneria e presto si potrà fare lo stesso con altri organi. La fase dell'utilizzo di animali per la sperimentazione è ormai arrivata al crepuscolo grazie al lavoro degli scienziati. 

Infine ma forse è la cosa più importante ricordiamo semplicemente il valore della vita di tutti e per tutti e ricordiamo che lo sterminio di animali e uomini ha una matrice comune basata sulla superbia:
  • A forza di sterminare animali, si capì che anche sopprimere l'uomo non richiedeva un grande sforzo. Erasmo da Rotterdam (Rotterdam, 1466/1469 – Basilea, 12 luglio 1536)
Citato in Bruna D'Aguì, Creaturismo. Le fondamenta del creato, Nuova Stampa, Cave (Roma), 2007, p. 211.


Lorenza Cervellin.  Provate a immaginare se gli animali diventassero criminali e distruttori come noi!

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