lunedì 8 aprile 2013

STORIA DELLO STATO: L' UMANITA' OGGETTIVIZZATA -Continuazione 22-

OGGETTIVIZZAZIONEPREMESSA
  Storicamente le prime opere dottrinarie rispetto la conoscenza del corpo umano sono state elaborate da Platone e Aristotele i quali hanno adottato il metodo oggettivo basato essenzialmente sull' osservazione, per decodificarne i meccanismi vitali: la donna è stata considerata materica, fredda, inferiore: fisicamente, intellettualmente e moralmente mentre l' uomo ha avuto lo status di genere migliore, dotato di spirito e capace di formare mondo, essenzialmente attraverso la guerra giustificata e sublimata nella visione armoniosa e ideale che questa violenza fisica, profondamente introiettata, corrispondesse all' ordine cosmico e naturale. Nell' Atene del V secolo a. C. è avvenuta la più grande esperienza culturale e politica di tutta la storia umana mentre il sangue scorreva a fiumi: i greci si pensavano come un tutt' uno con il cosmo, non oggetti, ma soggetti parti dell' ordine e dell' armonia cosmica!

  Il Cristianesimo porta una filosofia nuova affiancando, all' osservazione classica sull' uomo, basata sulla realtà trascendente materiale, un pensiero inedito: l' uomo ha un valore in quanto singolo uomo dotato di corpo e anima, non più soggetto soltanto alla filosofia meccanicistica ma alla sua originale e singola esistenza degna di essere vissuta con capacità di scelta. Il Crisianesimo porta i primi germi individualistici ma di un individuo totalmente soggetto. 
  Questa visione umana perdura fino al Seicento quando il metodo oggettivo, basato sull' osservazione e sulla misurazione metodologica e matematica, a partire da Cartesio, ridiventa il principale strumento di conoscenza della natura e allo stesso tempo di tutto il corpo umano il quale verrà sezionato in ogni sua parte e studiato come corpo-oggetto, separato dall' anima, dal mondo e dall' "altro": l' uomo viene isolato senza considerarlo come essere nel mondo insieme all' altro e ad altri situazione che è il fondamento dell’essere umano, e conseguentemente del suo corpo, secondo i concetti formulati dall' antica filosofia greca, dal Cristianesimo e, dopo Cartesio, dalla filosofia esistenzialista. Cartesio studia il corpo-macchina: quello animale senza ragione e quello umano dotato di ragione secondo il principio che Dio cala nell' uomo la capacità di pensare: res cogitans contrapposta al corpo quale "res extensa" e quindi parte della materia cosmica in generale. Con Cartesio si può comunemente affermare che prende forma la scienza Moderna.
  La scienza, distaccandosi dall' alchimia, si ritroverà ad essere, nell' epoca contemporanea, il più accreditato strumento di conoscenza, riconosciuto e imposto dagli Stati anche in virtù del fatto, che, scienza e tecnologia diventano conoscenze rivolte esclusivamente a servire la società capitalistica della produzione e dei commerci. All' interno della scienza moderna tutto viene oggettivato poiché tutto deve essere studiato e misurato per essere messo al servizio dell' economia e controllato dalla politica: la conoscenza diventa essenzialmente conoscenza scientifica e tecnologica al servizio dei moderni stati di polizia. All' interno di questo meccanismo politico-economico l' uomo finisce per essere allontanato definitivamente dalla sua soggettiva originalità e specificità di essere umano potenzialmente portato a formare mondo in senso complesso e migliorativo per sé stesso e per gli altri e diventa un atomo alienato a se e agli altri. L' uomo viene rigorosamente sessualizzato fin dalla nascita in base al genere ed accompagnato, attraverso rigidi sistemi normalizzanti, omologanti e normativizzati, verso sistemi produttivi e riproduttivi rigidamente controllati dagli Stati. Le persone vengono gradualmente oggettivizzate in ogni loro comportamento convincendole di essere libere mentre in realtà sono perfettamente inquadrate in rigidi sistemi di utilità, essenzialmente per essere utilizzati per la guerra e per la grande industria e oggi per la globalizzazione indotta e controllata dagli Stati per avere manodopera schiavile e il monopolio della povertà. In questo processo di oggettivizzazione del corpo umano, a scopo utilitaristico, anche il cervello verrà analizzato indipendentemente dalla mente umana alla quale è connesso. Toccherà a Freud e alla psicologia isolare la psiche termine con cui, a fine Ottocento, si individua l'insieme di quelle funzioni cerebrali, emotive, affettive e relazionali dell' individuo, che esulano dalla sua dimensione corporea e materiale. La psiche è un luogo che ha sede nel cervello e presiede alle facoltà conoscitive, intellettive e razionali conscie e inconscie. Freud riprende ed elabora i miti greci riprendendo anche il termine psiche il quale veniva usato nell'antica poesia omerica come qualcosa che caratterizza ogni singolo individuo e che abbandona il corpo, fuoriuscendo dalla bocca, oppure da una grave ferita, nel momento della morte. In quanto "soffio vitale", cioè anemos, tradotto poi con la parola anima nella tradizione filosofica posteriore. Il concetto sarà ripreso da Aristotele e meglio definito e teorizzato come causa della vita, cioè "forma" del corpo. La psiche di Freud però è una istanza assolutamente unica e originale, in alcun modo, non assimilabile alle osservazioni scientifiche elaborate dagli studiosi a lui precedenti.
  L' individualismo di derivazione cristiana e l' uomo isolato di Cartesio uniti alla scoperta dell' uomo psichico di Freud avrebbero dovuto costituire un baluardo di singolarità e originalità da contrapporre al  processo di oggettivizzazione dell' uomo incoraggiato dagli "Stati scientifici" e invece hanno portato alla definitiva individualizzazione e oggettivizzazione dell' uomo.
OGGETTIVIZZAZIONE COME PRIVAZIONE DELL' AUTENTICITA' E COME TRIONFO DELLA VIOLENZA SIMBOLICA


  Il metodo scientifico oggettivo si è repentinamente imposto come lo strumento primario di studio dell’universo applicabile in ogni situazione trasferendosi dal campo di applicazione della fisica a quello delle scienze economiche, mediche, sociali e mediali plasmando un mondo cinico e violento nella forma della violenza simbolica:
  1. La psichiatria e la psicologia hanno oggettivizzato gli stati emozionali dell’uomo e perfino il suo istinto consegnandoci un uomo conoscibile in toto: Freud ha iniziato il processo di misurazione della nostra psiche e parallelamente ha isolato l’inconscio nel quale ha collocato tutto ciò che nell’uomo, non può essere misurato ma può essere conosciuto attraverso strumenti clinici per dare concretezza anche a una un' esperienza astratta.
  2. Le scienze neurologiche hanno oggettivato la mente umana, riducendo la sua analisi al brain-imaging (rilevamento delle funzioni celebrali dal vivo), illusoriamente capace di studiare fenomeni come la creatività dell’uomo e la sua capacità di provare sensazioni.
  3. L’industria dell’intrattenimento ha oggettivizzato la bellezza e ha stabilito dei canoni oggettivi antiumani fatti di proporzioni geometriche misurabili ma non secondo natura bensì secondo omologazione. In particolare il processo di oggettivizzazione della bellezza ha creato il sistema delle celebrità: lo star system rappresenta l’universo di semidei con i quali l’uomo comune deve confrontarsi per misurare la propria bellezza. A rendere questo sistema ancora più violento e irresponsabile vi è l' alleanza dello star system con la medicina e con i media, alleanza che intende rendere questi semidei pop come la naturale proiezione dei nostri desideri, alimentando così le nostre illusioni irrazionalistiche. La medicina estetica e l’ingegneria genetica, alleati nell' oggettivizzazione del corpo umano, hanno creato gli strumenti per intervenire sul nostro corpo per “migliorarlo” nella standardizzazione oggettuale alimentando le nostre illusioni di colmare il gap differenziale che ci separa da questi semidei pop inventati. La definitiva oggettivizzazione dell' uomo è avvenuta con l' avvento della televisione poichè, mentre al cinema una persona sceglieva di andare, la televisione entra in casa. La televisione è un oggetto con persone che agiscono dentro un oggetto e a poco a poco diventano indistinguibili da esso: i gesti, le parole e il  linguaggio comunicativo diventano uguali e standardizzati in ogni persona in senso ammiccante, amicale a enfatizzare una offerta e a poco a poco solo coloro che si piegano a una prossemica omologata sono considerati dei bravi professionisti! Ecco il modello: le persone si offrono al cliente-fruitore portando a termine definitivamente il processo di oggettivizzazione. Dagli anni '80 del '900 assistiamo a una vera tragedia: l' offerta delle donne che agiscono all' interno dell' oggetto televisione viene standardizzata esclusivamente verso la professionalità sessualizzata e l' uso del corpo anche spogliato. Le donne vengono convinte che la scelta di offrirsi allo spettacolo televisivo essenzialmente attraverso la gestualità sessualizzata e il corpo nudo fosse una cosa normale a tal punto da auto-convincersi che questo modello di comunicazione, basato sulla distruzione della distanza simbolica, corrispondesse a una scelta di libertà individuale. Questo meccanismo porterà al modello della donna oggetto-soggetto che è, forse, la forma di violenza simbolica più distruttiva di cultura del nostro tempo. La vera tragedia, in Italia, si è avuta quando quei corpi, provenienti dal mondo dello spettacolo televisivo, usati al servizio e offerti allo spettatore utente in piena aderenza acritica al modello oggetto-soggetto, sono passati, dallo spettacolo della televisione, allo spettacolo della politica come se fosse una cosa normale e la tragedia consiste proprio nel fatto che buona parte della società, dopo 2 decenni di offerta televisiva omologante, ha reagito a questa proposta politica come se veramente rientrasse nella normalità!  
  4. L' industria farmaceutica ha studiato farmaci che sanciscono definitivamente il solipsismo nell' uomo intervenendo pesantemente sulla sua sessualità, isolandolo anche nel momento dell' incontro più importante con l' alterità femminile consegnandoci un uomo definitivamente oggettivizzato che conseguentemente oggettivizza.
  Tutti questi studi, queste scoperte, queste innovazioni e l' avvento della televisione, nella retorica propagandistica pubblica, sono dichiaratamente finalizzati ad aumentare la libertà e il benessere dell' uomo attuando in realtà "la grande mistificazione pubblica" in quanto questa visione illusoria della bellezza e del benessere diventa uno strumento, estremamente violento, di controllo sull’uomo poiché lo allontana sempre di più dalla sua essenza attraverso la distruzione dell' idea reale che l’unica bellezza possibile è la bellezza propria di ogni signolo individuo e non ha a che vedere con i canoni estetici del tempo o con le mode. Un corpo soggettivamente libero sarà anche un corpo capace di creare vero progresso invece un corpo alienato dalla mente e dalle forme proprie originali, prigioniero dell' oggettualizzazione, sarà un corpo obbediente nella forma acritica. L' oggettivizzazione del corpo si inserisce nel colossale, strategico e consapevole disegno della destrutturazione della cultura avvenuta al riparo e profittando della democrazia, attuata negli ultimi 50 anni della nostra storia da una politica miope ed ignorante del bene pubblico, del bene collettivo e del potere democratico che impone, al contrario, la costruzione di una cultura reale, responsabile ed eticamente consapevole.
  Sono molte le domande che l' uomo deve farsi e a cui deve rispondere se vuole salvarsi, salvare la propria libertà, ritornare a essere formatore di mondo e se vuole prevenire le nuove forme di violenza le quali originano tutte dalla distruzione dell' idea di un corpo unico, originale, unitario, espressione di intelligenza e degno di essere preservato. Bisogna dire chiaramente che la svalutazione del corpo reso oggetto origina da un disegno politico ed è stata operazione amorale e base culturale per le odierne forme di violenza anche totale le quali si esprimono con la distruzione di corpi: femminicidi, suicidi, corpi oggetti-soggetti distruttori in azione nelle manifestazioni pubbliche e corpi di donne oggetti-soggetti impegnati in una colossale prostituzione e meta-prostituzione pubblicitaria, sono in parte esiti dell' oggettivizzazione. Tutta questa violenza simbolica che ha come protagonista l' uomo oggettivizzato ha privato l' uomo della morale, della critica, del libero arbitrio, della bellezza e della verità e lo ha deresponsabilizzato, reso fragile, schiavo e povero: in sintesi l' uomo è diventato incapace di relazionarsi con l' altro poichè l' oggettivizzazione crea incompetenza relazionale e conseguentemente anche incapace di resistere ai poteri ingiusti e omologanti che lo sovrastano incorrendo in una frustrazione insormontabile che lo porta alla distruttività senza averne la corretta percezione in quanto dominato dall' oggettivizzazione: un oggetto si può desiderare, usare, mettere da parte, riprendere, tenere con cura ma si può anche distruggere perchè privo di sacralità. Dietro tutta la violenza attuale c' è quasi sempre un uomo oggettivizzato e solo il quale non confrontandosi con nessuno diventa narcisisticamente un dominus il quale si sente in diritto di dare anche la morte. Questa fragilità, spesso, non si riesce a riconoscere perchè perdura una cultura patriarcale destrutturata e priva di supporto morale la quale produce anarchia intellettuale, vuoti di cultura e di morale che sfociano nella violenza totale e nella distruzioni di corpi: il corpo oggettivizzato diventa banale e nella banalità perde dignità, diventa attaccabile  e poco resistente alla violenza fisica e simbolica del nostro tempo la quale ha le sue radici proprio nella banalità e nella privazione della capacità di ragionare tipica dell' uomo oggettivizzato.  
  • Cosa ne facciamo di corpi continuamente e moralmente deresponsabilizzati al servizio e a disposizione nei quali agisce ormai soltanto la forma-denaro?
  • Come faremo a giustificare la violenza fisica in danno di corpi omologati irresponsabilmente attraverso la violenza simbolica di Stato, di uno Stato che poi nega la violenza e riduce l' individuo esclusivamente, rigidamente e rigorosamente nei limiti dell' individuo giuridico?
  • Come si può far capire che oggettivizzando il corpo inevitabilmente anche l' anima e la psiche subiscono il processo di oggettivizzazione diventando un prodotto?
  • Come si fa a far capire che bellezza, sensibilità, autenticità, libertà, cultura, verità, unicità, originalità e responsabilità coincidono?
  In sintesi: l' oggettivizzazione corrisponde alla privazione della liberta individuale e collettiva perchè il mondo diventa un mondo generico e privo di complessità. Con il corpo oggettivizzato anche i sentimenti vengono oggettivizzati ne è la prova il fatto che gli scenziati cercano oggi di interpretare gli effetti degli stati affettivi dell’uomo sulle relazioni chimico-fisiche del cervello e individuando gli effetti chimici di determinati stati poi saranno in grado di riprodurli chimicamente indipendentemente dalle situazioni specifiche che li hanno causati. Adesso basta che l' industria farmaceutica metta in commercio la pillola dell’innamoramento producendo gli effetti chimici nel nostro cervello di un generico stato di innamoramento senza che questi sia connesso a delle situazioni nella nostra vita reale.


  Allora si deve impedire che la scienza continui a fare il suo lavoro? No ma si deve obbligatoriamente decodificare l' uso che il potere intende fare del “prodotto” studiato e responsabilizzare l' uomo all' uso consapevole dei prodotti a disposizione sul mercato rendendolo edotto della reificazione. (La reificazione è un concetto sociologico e filosofico che può avere diversi significati, benché le varie accezioni presentino analogie. Il concetto viene usato per lo più in senso critico-descrittivo, al fine di evidenziare l'influenza del modo di produzione capitalistico sulla vita delle persone e sulla loro capacità di reagire a tale potere. Dal latino res (al genitivo rei), cioè cosa + facere cioè fare, reificazione può essere 'tradotto' come "far diventare oggetto", "rendere cosa").
L' OGGETTIVIZZAZIONE DELL' ALTRO

  L' uomo diventato oggetto ha oggettivizzato anche l' altro e tutto il mondo circostante mettendo in serio pericolo la sopravvivenza intellettiva in quanto l' oggettivizzazione agisce cristallizzando la fluidità dell' esperienza la quale non si basa più su relazioni umane psicologicamente vicine ma sempre mediate dal cinismo. Ma perchè ha avuto così successo il meccanismo di oggettivizzazione dell' altro? La storia, la sociologia e l' antropologia lo spiegano come il risultato del potere e della esigenza di controllo dello Stato moderno mentre la psicologia ritiene possa essere anche un meccanismo di difesa dalla immane sofferenza derivata dalla definitiva e tragica scoperta della fragilità dell' uomo secolarizzato. 
  Negli ultimi 50 anni la società ha subito una accelerazione scomposta e repentina costringendoci a vivere in maniera antiumana, ansiosa e ansiogena rimodellando i tempi dell' esistenza e della relazione in modo che, spesso, la relazione con l’estraneo, cioè con colui che è lontano del nostro conosciuto ci risulta sgradevole, ci distoglie dai nostri ritmi quotidiani, ci trasporta all’interno di una dinamica non schematizzata fatta di modi di comportarsi e di dire standardizzati e giusti per la nostra struttura di vita connessa ai nostri tempi di vita. 
  Qui interviene l' oggettivizzazione dell' altro come meccanismo di difesa, seppure patologico e indotto: un modo di riuscire a gestire la nostra ansia e la nostra frustrazione del vivere in un mondo di esseri umani omologati e controllati. Questa dinamica psico-sociale si può definire “patologica” perchè interrompe il processo di formazione della coscienza soggettiva la quale nasce con l' interazione con l' altro soggetto. Tutto questo succede mentre tutti i giorni, nel nostro quotidiano, siamo continuamente inondati e inondiamo gli altri di richieste relazionali. In una continua ricerca di una conferma intersoggettiva reciproca capace di restituirci un senso di esistenza “reale” di noi stessi. Ma come esseri umani ci troviamo di fronte ad un grosso contrasto che nasce dalla nostra predisposizione alla socialità e la strutturazione normativa di una temporalità rigida. Noi ci troviamo a muoversi, relazionalmente, all' interno di un paradosso : un contesto normativo rigido e una società liquida, un uomo che reclama libertà e dignità ed è invece soggetto all' omologazione con il risultato di una situazione di sofferenza che viene risolta attraverso l’oggettificazione dell’altro e di conseguenza di noi stessi, all' interno di un sistema punitivo o premiante pressochè inesistente, un sistema paradossale che vive di volgarizzazioni, banalità e appiattimenti all' interno del quale il corpo e l' esperienza della corporeità perde valore generando violenza e distruttività
Questo distacco corpo-psiche agisce deumanizzando e di conseguenza privando della responsabilizzazione e della realizzazione del sé con conseguenze molto gravi per se, per l' altro e per la società. Un esempio: è nella inconsapevolezza delle proprie peculiarità morali e delle proprie capacità fisiche e psicologiche che la persona  può andare soggetta ad attacchi di panico poichè vede un mondo oggettualizzato che rifiuta e le fa paura.
L' uomo che aderisce in maniera acritica al processo di oggettivizzazzione finisce per considerare "altro oggetto" qualunque persona al di fuori di se compresi i propri famigliari. Il pericolo più grave proviene da queste persone perfettamente omologate e inserite acriticamente nel mondo normalizzato nell' oggettivizzazione incentrato sull' idea che l' altro sia un oggetto poichè quando questa realtà irrazionale e immaginata viene messa in dubbio, un numero, per fortuna, minimo di persone reagisce distruggendo ciò che le disturba. Come conseguenza di questo impazzimento culturale il corpo può essere distrutto: il proprio e l' altrui come se fosse una azione normale. 
Ma il mondo conserva ancora, nonostante la continua distruzione, una complessità che fa sperare per il bene. In questo mondo ci sono persone consapevoli della scissione corpo-psiche ma reagiscono all' oggettivizzazione istaurando relazioni responsabili e autentiche.
  In generale cosa si può fare? Ormai la destrutturazione di un certo mondo morale è avvenuta sotto l' egida del potere statale ma anche con la responsabilità del singolo. Il grande studioso della pragmatica della comunicazione Paul Watzlawick sostiene che bisogna stare attenti a non cadere nella tentazione di cercare di cambiare l’immutabile perché ci impedisce di cambiare il cambiabile. Allora l' uomo non deve arrendersi e deve sempre tentare il miglioramento sociale e poi cercare di tutelare se stesso, proteggendosi dalla violenza simbolica e riconoscendo la natura specifica dell' essere umano accettando i limiti dell' umanità che è imperfetta. Probabilmente, vivendoci come esseri imperfetti potremo accettare le umane imperfezioni degli altri, come in un gioco di specchi che con il suo esistere e amplificarsi forse un giorno ci restituirà un senso di umanità condivisa a violenza sempre più limitata.
CONCLUSIONE: L' INFLUENZA DEL PROCESSO DI OGGETTIVIZZAZIONE NELLA POLITICA

  Finora abbiamo visto brevemente la storia del processo di oggettivizzazione dell' uomo: di se stessi e dell' altro ma il processo di oggettivizzazione dell' uomo, avvenuto con la complicità e la direzione del potere politico è maggiormente deleterio proprio per la politica. Questa azione oggettivizzante sembra giunta al suo epilogo trascinando nella rovina, primariamente l' uomo ma anche la politica e lo Stato.  
  Il 17 novembre 2011 il neo Presidente del Consiglio, dopo una azzardata e apparentemente repentina nomina a senatore, onorevole Mario Monti, pronuncia un discorso d' intenti e programmatico al Senato in cui illustra i pilastri della sua futura azione "salvifica". Tutta la vicenda Monti: dalla sua nomina alla sua azione ci parla del trionfo dell' oggettivizzazione nella filiera politica. Napolitano dà l' incarico a Monti in base a motivazioni irrazionalistiche e naturalistiche e Monti affronta le criticità in modo esclusivamente cinico ma occultando il cinismo inserendo un grande inganno: la dichiarazione di seguire, accanto al rigore, il principio dell' equità e della crescita. Questo inganno è stato reso possibile proprio perchè è stato elaborato da politici oggettivizzati e si rivolgeva ad elettori oggettivizzati i quali hanno creduto a quanto veniva dichiarato. Le persone suicidatasi nell' anno Monti sono proprio fra quelle persone che, credendo nella realizzazzione dell' equità e della crescita, si sono viste invece impoverite ulteriormente e costrette a pagare ancora di più con il risultato che la psiche non ha retto all' inganno e non ha trovato strumenti culturali di sopportazione.
  Bisogna dire chiaramente che il controllo sull' uomo, reso oggetto, oggi avviene all' interno di un grande paradosso: la realizzazione della democrazia si nutre di grandi principi di libertà ed è all' interno della democrazia che si realizza il controllo totale sull' uomo attraverso mistificazioni strategiche elaborate dal potere politico e da una violenza simbolica quale non si è mai vista nella Storia: oggi tutto è violenza mentre tutto sembra non violento. La più grande forma di vilenza simbolica è quella del potere politico ai danni dell' elettore attraverso la mistificazione del Principio di rappresentanza ormai ridotto a simulacro democratico e attraverso il meccanismo del consenso che si snoda essenzialmente su due binari:
  1. una relazione patologica, e personalistica fra rappresentante politico ed elettore di matrice magico-naturalistica la quale si sviluppa su spinte irrazionalistiche e la convinzione che il governo debba essere affidato in base a un supposto carisma di tipo salvifico come se 500 anni di riflessione politica non esistessero
  2. una relazione apparentemente razionale che si basa sull' idea che il governo debba risolvere dei problemi in base all' idea cinica e mercantile: io ti dò il voto e tu mi dai delle cose e fai l' interesse della mia categoria. Questa apparentemente razionalità ha agito e giustificato un sistema economico folle basato sul ricorso al debito senza nessun controllo: politica, imprese pubbliche, imprese private e famiglie hanno sempre lavorato contando sul debito a tal punto che alla fine non si riesce neanche a risalire ai conteggi reali ma mentre lo Stato e l' impresa pubblica poteva contare sulla tassazione le imprese private e le famiglie sono crollate. Riparata da questa colossale e folle operazione basata essenzialmente sull' uso del debito dopo la rinuncia ai bilanci reali, la finanza, distaccata dalla contabilità reale,  si è organizzata a tal punto da essere, oggi, il solo arbitro delle supposte scienze economiche.
  Spesso questi due percorsi si incontrano rivelando il grande mercato dei gadget a tal punto che ormai anche l' elettore è diventato un cliente della politica, un prodotto del mercato, un oggetto di attenzione e di scambio ed esso stesso un gadget elettorale. 
  Storicamente l' uomo è costruttore di circostanze evolutive sotto la spinta del passato e della tensione verso il futuro sulla cui distruttività ha insistito molto l' attuale politica ma anche qui deve trovare validità l' assunto di Paul Watzlawick perchè noi umani abbiamo ancora la possibilità di costruire futuro con le nostre idee. 
  Lorenza Cervellin 
Raffigurazione: Donna e uomo in piedi, Piero Brolis





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