lunedì 18 marzo 2013

STORIA DELLO STATO: INFLUENZA DELLA MASSONERIA SULLA POLITICA MODERNA E CONTEMPORANEA -Continuazione 20-

Premessa
Nel post: STORIA DELLO STATO: INFLUENZA DEL MILLENARISMO SULLA POLITICA MODERNA E CONTEMPORANEA -Continuazione 19-, presente in questo blog, ho trattato il tema dell' ideologia millenarista secolarizzata come soluzione politica finalizzata a risolvere la nostalgia del futuro e il pessimismo politico dell' uomo occidentale, e, come argomento, necessariamente derivato, in questo post, faccio un tentativo per rendere "trasparente" l' ideologia massonica, strettamente legata, nel Settecento, e solo nel Settecento, al Millenarismo.

Attualmente noi viviamo immersi nelle ideologie, profondamente penetrate, naturalizzate e incorporate nella nostra psiche e pur avendo la consapevolezza che sono una costruzione culturale, purtuttavia, i politici e i persuasori le usano così abilmente da convincerci che alcune sono buone e altre cattive. Oggi noi viviamo all' interno di un paradosso: ideologico significa anche cattivo mentre il buono non è ideologico e quì si consuma il paradosso poichè tutto è ideologico e tutta la cultura occidentale nasce ideologica! Storicamente la produzione di ideologie avviene e riguarda il governo del pubblico, della guerra e della società con interventi massicci sul privato per indirizzare le persone verso la famiglia. La produzione ideologica pubblica si trasmette essenzialmente attraverso scritti ma ci sono ideologie che si trasmettono oralmente, in modo segreto, attraverso percorsi iniziatici ma poi non rimangono in ambito privato e segreto ma ambiscono a influenzare, modificare e impadronirsi del potere pubblico. Una di queste formazioni sociali segrete, produttrice di una ideologia privata e segreta con ambizioni di influenza e controllo sul pubblico è la Massoneria la quale raggiunge il culmine ideologico e organizzativo nel Settecento, secolo di trasformazioni sociali, politiche e culturali, in concomitanza proprio con la concettualizzazione del termine ideologia.

Si può iniziare subito con il dire che la Massoneria si sviluppa con le ideologie ma non è in grado di competere proprio ideologicamente con le altre formazioni sociali e civili umane che daranno forma e corpo al potere statale politico pubblico?

Storia del termine ideologia e problematizzazione del paradosso ideologico

L' ideologia, come modo di ideare, costruire e proporre discorsi pubblici contiene una concettualizzazione originaria che ne rivela inequivocabilmente l' ambivalenza:
  1. il significato originario positivo del termine ideologia viene concettualizzato da Destutt de Tracy nel 1796 nell'opera Mémoire sur la faculté de penser con il significato di un metodo del corretto ragionare, discorso razionale sulle idee, guardando alla realtà e alla grandezza intellettuale degli ideologi settecenteschi
  2. Napoleone il quale aveva ormai saldamente in mano il potere e non aveva più bisogno di atteggiarsi a sostenitore delle idee illuministe di questi ideologi, progressisti atei e razionalisti, dei quali si era servito agli inizi della sua carriera, in suo noto discorso del 1812, diede delle ideologie un significato negativo:

  • È alla ideologia, a questa tenebrosa metafisica che ricercando con sottigliezza le cause originarie, vuole su tali basi fondare la legislazione dei popoli in luogo di adattare le leggi alla conoscenza del cuore dell'uomo e alle lezioni della storia, che vanno attribuiti tutti i mali che ha provato la nostra bella Francia.

Gli ideologi (les idéologues), nella Francia agli inizi del XIX secolo, erano i giuristi, medici, ingegneri, architetti, matematici e insegnanti legati alla cultura illuminista i quali furono considerati un pericolo concreto da Napoleone Bonaparte, nel momento della sua assunzione al potere imperiale, proprio perchè erano intellettuali che perseguivano ideali politici veramente riformisti su base laica e antiautoritaria e contrari - pertanto - al corso reazionario e conservatore attuato da Napoleone il quale li definirà:

  • dottrinari sostenitori di idee astratte, dediti ad un'inutile e vuota speculazione.

Oltre allo stesso Destutt de Tracy gli esponenti più importanti di questo movimento di pensiero furono il suo amico Pierre Jean Georges Cabanis, Marie-Francois-Pierre Maine de Biran e Victor Coisin. Cosa si proponevano questi ideologi? Approfondire la riflessione sull' uomo nuovo in un nuovo mondo pensato antiautoritario continuando sulla strada di Locke il quale aveva approfondito la “politica” ignorando la società; particolarità delle loro ricerche era l'analisi dei fenomeni mentali e sensoriali per la fondazione di una conoscenza derivata dalle nuove esperienze politiche e sociali percorrendo la strada del criticismo e di una nuova conoscenza. La riflessione sui modi del conoscere umano, stimolata dalle novità introdotte dalla scienza di Galilei e Newton, in quel periodo di reali e insieme apparenti profonde trasformazioni, era dovuta e prende le mosse dal problema dell'esistenza del mondo esterno, che, come abbiamo detto, Locke aveva lasciato insoluto. Il pensiero filosofico giunge così a dissolvere gradualmente la metafisica tradizionale, rivoluzionando il rapporto soggetto-oggetto e proponendo, con Hume e Kant, un originale concetto di soggettività che prendeva vita da Berkeley e Leibniz i quali contribuiscono al processo di rovesciamento del concetto classico di soggettività formulato da Sant'Agostino d' Ippona. La soggettività era stata definita dalla filosofia agostiniana ed era essenzialmente fondata sull' introspezione interiore: scrutando dentro se stesso, il soggetto si riconosce. In questa prospettiva il banco di prova è fornito dalla questione del tempo: attraverso l'introspezione il soggetto riesce a definire anche ciò che sembrava indefinibile per principio — il tempo, per l'appunto.
Il nuovo concetto di soggettività che si afferma nella filosofia settecentesca sposta il suo fulcro dall'interiorità alla sfera dei rapporti fra il soggetto e il mondo, attraverso l'indagine dei fondamenti sia del sapere metafisico che di quello empirico. Indagare il modo in cui il soggetto costruisce le proprie rappresentazioni significa riconoscere, indipendentemente dalla dimostrabilità dell'esistenza di una realtà esterna univoca e oggettiva, il ruolo dell'ambiente in cui il soggetto è collocato per la determinazione stessa della soggettività: è questo il principale contributo che nel Settecento proviene alla teoria della conoscenza dal pensiero sensistico francese. 
Tanto Cabanis, nel Rapporti tra il fisico e il morale dell'uomo, quanto Condillac nel Trattato delle sensazioni, mettono in risalto la dipendenza dell'uomo dagli stimoli provenienti dall'esterno. Condillac giunge fino ad ammettere, contro Berkeley, la deducibilità della realtà della natura a partire dalla sensazione della resistenza che noi proviamo muovendoci nello spazio. Non si tratta di un tema esclusivamente francese: anche per gli illuministi scozzesi (Adam Ferguson, John Millar) l'ambiente, inteso come contesto sociale, ha un ruolo decisivo nella determinazione dell'uomo.
Da quello che ci è dato sapere anche la Massoneria moderna si organizza e ha un ruolo attivo e positivo nei cambiamenti avvenuti in questo periodo, contribuendo, parzialmente al progresso umano ma senza poi trovare strumenti culturali, organizzativi e intellettuali per definirsi come soggetto sociale capace di rinnovarsi e sottrarsi dalla vocazione mercantilistica, pasticciona e materiale che  la accompagna fin dalla sua nascita. 

All' inizio abbiamo visto che la massoneria si sviluppa con le ideologie ma non è in grado di competere proprio ideologicamente con le altre formazioni sociali e civili umane che daranno forma e corpo al potere statale politico pubblico.
A questo punto possiamo anche dire che la massoneria non riesce a elaborare una originale riflessione filosofica sulla nuova soggettività la quale si sarebbe sviluppata attraverso l' esperienza nel mondo e non attraverso la chiusura al mondo.  

Per approfondire la storia della massoneria e sottrarla al dominio della demonizzazione, della criminalizzazione, della magia ma anche della soluzione salvifica al pessimismo politico sarebbe utile la consultazione di:

CARLO FRANCOVICH, STORIA DELLA MASSONERIA IN ITALIA DALLE ORIGINI ALLA RIVOLUZIONE FRANCESE
ed inoltre ricorrere agli studi di Franco Venturi, Delio Cantimori e Giuseppe Giarrizzo.
Nascita della massoneria moderna

Le origini della Massoneria moderna si fanno risalire all'anno 1717, quando, in occasione della festa di San Giovanni Battista, a Londra, si unirono quattro logge di cosiddetti liberi muratori (Free-Masons) i quali diedero vita alla Gran Loggia d'Inghilterra: siamo all' inizio del percorso illuministico e la nascita di questa nuova associazione, pur derivando dalle antiche corporazioni dei muratori, abbandona totalmente gli scopi tecnici e pratici dell'associazione originaria per abbracciare finalità umanitarie e filantropiche, le quali nulla hanno più in comune con il mestiere del muratore se non come significato simbolico legato alla costruzione. In quella data la massoneria tecnico-operativa, vale a dire l'associazione di mestiere, venne sostituita dalla massoneria speculativa la quale attribuisce al linguaggio e agli arnesi dell'arte muratoria il significato simbolico della propria ideologia e delle proprie aspirazioni teoriche.

Come si era arrivati al 1717 e alle logge moderne? Attraverso du percorsi:

  1. un percorso tecnico-operativo legato alla costruzione di cattedrali permeato di materialismo e spiritualismo etico;
  2. un percorso essenzialmente spirituale e spiritualistico legato agli ideali cavallereschi e alla religione.

Inghilterra: massoneria storico-operativa delle origini 

Nel secolo XVII la corporazione dei muratori ed architetti era, fra le associazioni di mestiere, una delle più antiche e famose d'Europa. Pur risalendo ai collegia fabrorum dei Romani, l'associazione ebbe il suo momento di maggiore prosperità nel Medioevo, a cominciare dai maestri comacini (secolo VII), cui, nei secoli XI e XII subentrarono associazioni monastiche, per l'edificazione di chiese e di conventi, e, nei secoli successivi - a partire dal secolo XIV - confraternite laiche ed infine Gilde: vere e proprie associazioni di tipo corporativo.
Queste corporazioni, come del resto tutte le associazioni medievali, avevano alcune funzioni specifiche da svolgere nell'interesse degli aderenti e fra queste, in primo luogo, l'insegnamento ed il perfezionamento dell'arte e della tecnica, da cui derivavano due necessità: il gradualismo e la segretezza e questo perchè il ruolo di maestro, derivato dalla conoscenza di un mestiere, corrispondeva a un potere. Il gradualismo collocava i vari componenti nelle varie categorie, secondo le loro capacità e secondo le conoscenze dell'arte e della tecnica; la corporazione era divisa nei tre gradi di apprendista, lavorante e maestro. La sede in cui i membri si riunivano era la capanna eretta nei pressi dell'edificio in costruzione e chiamata appunto loggia. Nell'Europa centro-occidentale, quando si trattava di edificare una cattedrale gotica, la loggia costruita parallelamente alla chiesa, era come questa rivolta da est (ex oriente lux) ad ovest. I maestri impartivano l'insegnamento ai due primi gradi e decidevano la promozione dell'aderente da un grado all'altro a seconda delle abilità tecniche dell' allievo ma anche a seconda del carattere morale e religioso dimostrato! Si trattava di una religiosità autonoma ed etica per quanto riguarda i simboli ed i riti, ma sempre tale da rientrare nella ortodossia cattolica. Fra i simboli, il più comune e ricorrente è quello che si richiamava al tempio di Salomone e al mitico suo architetto Hiram, di cui oggi i liberi muratori si proclamano eredi, attribuendo alla ricostruzione del tempio distrutto il valore simbolico di un rinnovamento dell'umanità. Il muratore, dunque, attraverso il mestiere, la tecnica, la moralità, la geometria, la matematica, l' arte, la filosofia e la teologia, era un costruttore di mondo e di senso ed era anche il detentore di un sapere/potere per cui gli insegnamenti dell'arte e della tecnica venivano impartiti in segretezza: i segreti del mestiere, si dice ancor oggi; per rendere più solenne e più impegnativa la segretezza, le rivelazioni dell'arte venivano impartite secondo determinati riti e giuramenti, che pur rientrando nell'ortodossia cristiano-cattolica, si distinguevano per una loro particolare caratterizzazione dai culti ufficiali.
I riti cattolici si avvalevano di liturgie pubbliche e le iniziazioi muratorie di riti segreti; appartenere a un corporazione significava potere ma anche il mutuo soccorso verso i fratelli muratori per ogni necessità e in qualunque luogo fossero.
Ricapitolando: gradualità, segretezza e mutuo soccorso erano le basi del sapere muratorio ma poi tutte le corporazioni e tutte le Gilde di altri mestieri, più o meno, praticavano i loro riti particolari e si ispiravano agli stessi principî ma la corporazione dei muratori è quella che più si riconobbe nelle sue regole attraverso i secoli attraversati in compattezza di adesione formale a quanto stabilito dai fratelli. La corporazione dei muratori era strettamente legata alla Chiesa, nella costruzione di cattedrali, di pievi e di altri edifici ecclesiastici. Nei viaggi attraverso il continente Europa, più degli altri artigiani, i muratori, gli scalpellini e gli architetti sentivano la necessità di un legame tendente a creare solidarietà per scongiurare la solitudine fisica e artistica: costruire un edificio era una avventura molto dispendiosa di energie fisiche ed economiche e l' esito doveva sempre essere positivo.
Nel periodo Moderno, XVI secolo, le corporazioni medievali iniziarono a entrare in crisi e quella che più delle altre riuscì a conservare - almeno in Inghilterra - una struttura organizzativa fu la corporazione dei Freemasons ma anche questa, per durare dovette rinnovarsi ed evolversi internamente: la più grande evoluzione fu il passaggio graduale dalla massoneria operativa verso la massoneria speculativo-simbolica salvaguardando la solidarietà, la fratellanza e il sapere segreto.
Quali erano i problemi reali?
Ridurre le logge sciogliendone alcune per confluire in altre mantenendo il carattere ambivalente ed universale della segretezza interna ma l' apertura fraterna verso i fratelli di altre logge.

Territorio germanico: l' esperienza rosacrociana

I seguaci di Christian Rosenkreutz, i cosidetti rosacrociani, in origine, erano un gruppo di filosofi e di teologi luterani di Tubinga nel Würtemberg, che, raccolti intorno al pastore Johann Valentin Andreae (1586-1654), avevano dato vita ad una società di iniziati, mossi dal desiderio di superare i dissensi religiosi e politici fra cattolici luterani e calvinisti, in nome di un Cristianesimo, esoterico nei suoi contenuti ideali e cosmopolita nella sua forma organizzativa. Essi esposero la loro dottrina ermetica in una serie di pubblicazioni - o manifesti, come vengono chiamati dai loro studiosi più recenti - apparsi fra il 1614 e il 1663 che hanno come punto di partenza la vita e le gesta di Christian Rosenkreutz, un dotto cavaliere tedesco che sarebbe vissuto dal 1378 al 1484, il quale durante i suoi viaggi giovanili in Oriente ed in Africa, tra Damasco e Fez, sarebbe stato iniziato ai più grandi misteri della tradizione orientale e della Qabbala. Egli sarebbe poi morto in Germania alla bella età di 106 anni. Ma solo nel 1604, per un misterioso caso, fu reperita la sua tomba, nella quale i discepoli avrebbero trovato il corpo del maestro con in mano un libro ermetico di pergamena scritto in lettere d'oro, circondato di oggetti rituali, campanelli e specchi dalle più strane virtù, lampade perpetue, macchine parlanti ed altre cose del genere. In stretto contatto con rosacruciani di Baviera fu perfino Leibniz, come risulta da una sua lettera del 1668; tanto che alcuni studiosi riscontrano influenze cabalistiche nel suo sistema filosofico e nello stesso concetto della monade. È certo che alcuni di questi occultisti, dediti allo studio della cabala e dell'alchimia, entrassero nella corporazione dei freemasons, per servirsene come copertura e per facilitare i loro incontri segreti.
La Germania conserverà sempre una tradizione massonica misterico-esoterico-cavalleresca che andrà a confluire nell' Ordine della Stretta Osservanza: fondato in Germania nel 1756 di chiara e dichiarata ispirazione cavalleresca, dal barone von Hund und Altengrotkau, che alle sue origini era destinato a resuscitare i fasti dell'Ordine del Tempio. Varie cerchie massoniche s'interessarono subito a quest'ordine autodefinitosi illustre, tra le quali una corrente francese di tendenza mistica facente capo al giovane (aveva allora 26 anni) carismatico francese Jean Baptiste Willermoz (v.). L'Illustre O.S.O. conobbe un grande successo, anche se limitato alla sola nazione d'origine, grazie all'avvertenza sfruttata dal suo fondatore di articolare il suo rituale con allusioni simboliche, atte a conquistare le romantiche inclinazioni tedesche. Inoltre vi prendeva presto corpo una sorta di mito, quello dei "Superiori incogniti", che avrebbero diretto la Massoneria, mantenendola sul retto cammino. Era sottinteso che quei misteriosi Superiori incogniti (detti anche Sconosciuti) non erano esseri umani veri e propri, ma entità viventi nel piano astrale), da dove emanavano benefiche influenze occulte. L’apoteosi del Regime coincise certamente con il Convento di Wilhelmsbad (1782), convocato dal duca Ferdinando di Brunswick, che vi fu eletto Gran Maestro Generale di tutte le Province dell’Ordine dei Cavalieri Benefici e dei Muratori Rettificati. Il Convento terminò con l’affermazione, vincolante per tutte le numerose delegazioni presenti, della più stretta adesione al Cristianesimo, come risulta dal secondo paragrafo dell’art. 1 della Regola stabilita a Wilhelmsbad: "Rendi dunque grazie al tuo Redentore, prosternati davanti al verbo incarnato, e ringrazia la Provvidenza che ti fece nascere tra i cristiani. Professa in ogni luogo la divina Religione di Cristo". L'Ordine contribuì indirettamente alla formazione ed espansione di un particolare sistema massonico, denominato Rito Scozzese Rettificato), di ispirazione esoterico-cristiana e soprattutto templare, tuttora operativo anche in Italia. L’O. mirava alla ricostituzione dell’intero patrimonio e di tutti i diritti dell’Ordine del Tempio), a lungo ma invano invocato velleitariamente dagli osservanti. Sul piano simbolico impegnò i propri adepti nella partecipazione alla progressiva costruzione di diversi templi, destinati ad essere tutti riassorbiti nella Gerusalemme celeste, il mitico ed ambizioso traguardo già perseguito dall'Ordine del Tempio, che rimane comunque un’opera realizzata indirettamente dalle azioni evolutive dell'essere umano.

Strutturazione e origine della massoneria speculativo-simbolica: Inghilterra e Scozia

La massoneria operativa e speculativa moderna assolve il suo ruolo di comunità solidaristica, vocata a costruire progresso e potere, non più cattedrali, in base a un sapere speculativo segreto su cui si svilupperanno esiti esoterici, mistici ed ermetici. Con il passare degli anni, gli elementi speculativi - nobili o alchimisti che fossero - presero il sopravvento, sugli elementi operativi, in seno alle logge, processo avviato in Scozia fin dal secolo XVI mentre in Inghilterra esso si intensificò a cominciare dal 1607, quando Giacomo I si proclamò protettore della corporazione e nominò Inigo Jones maestro della stessa: costui organizzò - come in Scozia - le logge sul modello delle Accademie culturali italiane. Già nella seconda metà del secolo XVII, in Inghilterra, le logge, col prevalere dei massoni accettati, avevano perso ogni caratterizzazione professionale, per assumere - se non in via ufficiale e statutaria, almeno nella realtà dei fatti - la configurazione di un'associazione culturale e filantropica, che si avvaleva dei riti, dei simboli, della disciplina e della segretezza ereditate dall'antica corporazione dei liberi muratori. 
Il passaggio dalla massoneria tecnico-operativa alla massoneria speculativo-simbolica avvenne parallelamente alla formazione dello Stato moderno di diritto e specificatamente, in Inghilterra, mentre era in corso la lotta fra gli Stuart e il Parlamento e, successivamente, fra gli Stuart e gli Orange. In questo contesto di trasformazioni politiche esterne e di trasformazioni interne alla massoneria, avviene la politizzazione delle logge con le società segrete che diventavano punti di riunione per i vinti, i quali se ne servono per i loro intrighi. Non è dunque un caso se per primi fossero proprio gli Stuart a pensare di servirsi delle logge per i loro fini, dato che ufficialmente la massoneria rientrava ancora nella osservanza del culto romano, praticando l'obbligo, riconfermato nel 1693, di essere «fedele a Dio e alla Santa Chiesa», secondo le disposizioni che si trovano ancora negli statuti del 1704 emanati dalla loggia di York. Furono appunto quattro di queste logge che, per iniziativa di alcuni dirigenti hannoveriani, si fusero e dettero vita il 24 giugno del 1717,durante la solennità massonica di San Giovanni Battista alla Gran Loggia di Londra. La grande loggia si assunse subito l'incarico di unificare i regolamenti della massoneria e si può dire che da questo momento i semplici artigiani sparirono dalle assemblee e la massoneria cessò di essere una corporazione di maestri d'opera per diventare un corpo puramente speculativo.

Jean-Théophile Desaguliers

Il promotore della Gran Loggia di Londra si chiamava Jean-Théophile Desaguliers (1683-1744), abile politico ed un uomo di indubbie qualità intellettuali e morali, nato a La Rochelle, figlio di un pastore ugonotto, emigrato con la famiglia in Inghilterra dopo la revoca dell'editto di Nantes. Egli stesso divenne pastore, dopo avere finito i suoi studi ad Oxford, dove tenne anche la cattedra di filosofia sperimentale. Nominato cappellano del principe di Galles egli è nello stesso tempo un matematico, tanto da legarsi in stretta amicizia a Isacco Newton, di cui volgarizzò anche l'opera. Membro della Royal Society, fu autore di varie opere scientifiche, nonché di un poema sul sistema newtoniano. La sua versatilità arrivò al punto di fare in pubblico esperimenti di elettricità animale, di studiare un sistema per migliorare il tiraggio dei caminetti e di progettare un cannone che sparasse ventitre colpi al minuto. Fu nei 15 anni che vanno dalle dimissioni di Christopher Wren, l'ultimo gran maestro cattolico, alla fondazione della Grande Loggia di Londra, che Desaguliers, con l'aiuto di alcuni dotti collaboratori, fra cui il pastore protestante James Anderson, realizzò la trasformazione della massoneria da tecnico-operativa e cattolica in speculativa e protestante continuando il Principo della fratellanza/uguaglianza mutuato direttamente dai liberi muratori i quali si chiamavano, fra di loro, fratelli, principio che valeva anche tra appartenenti a religioni ed a partiti politici diversi: qualunque fossero le loro opinioni politiche e religiose, i massoni dovevano considerarsi fratelli in seno alle logge, e se, scontrandosi nel mondo profano, non potevano applicare i principî del mutuo soccorso, erano tenuti almeno a non nuocersi sul piano personale.
Dal principio della fratellanza derivava così quello della tolleranza, principio che del resto vigeva già nella coscienza del tempo e che era un punto fondamentale del programma politico portato avanti dal partito orangista; del resto la tolleranza religiosa era raccomandata anche dal cattolico Giacomo II ai suoi seguaci, fra cui si contavano non pochi protestanti, per i quali si doveva trovare una possibilità d'intesa con l'elemento cattolico prevalente a corte. Va poi notato che il principio di uguaglianza, praticato nelle logge della massoneria operativa, trasferito in quella speculativa, acquistava un significato nuovo, un significato politico, unendo nell'organizzazione muratoria, non solo cattolici e protestanti, deisti ed atei, ma anche nobili e borghesi, cui era imposto, tramite i legami massonici, sentirsi e comportarsi da «fratelli»: il principio della segretezza, rendeva ancora più stretto il vincolo della fratellanza. 
Ultimo punto:


  1. la libera discussione in seno alle logge; 
  2. la periodicità e la eleggibilità delle cariche;
  3. le decisioni prese a maggioranza
  4. la votazione a testa

introducevano la prassi della democrazia, cui cominciava ad aspirare la parte più consapevole dell'opinione pubblica inglese ed europea. Questa massoneria è la massoneria del progresso, dell' etica, dell' evoluzione anticipatrice della democrazia ma con il limite della segretezza e dell' elitarietà. Questa massoneria resterà una esperienza unica e originale ma incapace di trovare spazi all' interno dello Stato moderno.

Le Costituzioni di Anderson

I principi professati da Desaguliers e dai suoi compagni furono codificati dal «fratello» James Anderson, anche lui pastore presbiteriano, in un'opera che diventerà famosa: The Constitutions of the Free Masons. Containing the History, Charges, Regulations, etc. of that Most Ancient and Right Worshiplul Fraternity. For the Use of the Lodges [Le costituzioni dei massoni, comprendenti la storia, i doveri, le regole ecc. di questa antica e venerabile confraternita. Compilato ad uso delle logge]. Anderson, anche se una parte dell'opera fu direttamente ispirata da Desaguliers, fece negli anni che vanno dal 1718 al 1723 una fatica non indifferente, collazionando gli antichi testi della massoneria operativa (che poi distrusse) e studiandoli con scrupolo filologico, prima di arrivare alla stesura definitiva del suo testo, che, sfrondando e riassumendo, condensava in un'unica redazione i concetti essenziali dell'arte muratoria.
Il libro pubblicato nel 1723, divenne subito la legge ufficiale della libera muratoria, ogni loggia - anche se indipendente dalla gran loggia di Londra o addirittura in concorrenza con essa - lo ritenne come il proprio testo sacro ed ogni massone lo considerò come il proprio breviario.
Si tratta di un'opera, in cui, con una lettura attenta, si può cogliere lo spirito e le intenzioni riformatrici, sia in campo religioso sia in quello politico degli autori e si divide in due parti: la prima costituisce una storia leggendaria ed assai singolare della massoneria, la seconda espone gli obblighi e i doveri dei fratelli.

Origini mitiche della massoneria secondo Anderson

La parte storica identifica l'arte muraria con la stessa scienza e la base di entrambe è la geometria, la cui iniziale si identifica con quella di Dio (God)! Il libro delle Costituzioni di Anderson fa risalire la fondazione della massoneria ad Adamo il quale avrebbe passato l'insegnamento dell'arte a Caino - e non a Abele! - quindi a Seth, ai profeti, al re Salomone, agli Assiri, agli Egizi, ai Greci, ai Romani i quali avrebbero introdotta l'arte muraria in Inghilterra. Gesù Cristo è ricordato in una sola riga, come grande architetto della Chiesa.
Si tratta insomma di una storia del progresso scientifico, della costruzione materiale del mondo, dopo la Creazione la quale, dopo Adamo, avrebbe avuto i suoi capisaldi nelle mitiche figure di Pitagora, Archimede, Tubal Cain. «La storia massonica dell'umanità - dice Fay - è un panorama dei progressi scientifici e materiali compiuti dall'uomo dopo la creazione del mondo». In questa ricostruzione mitica non manca chi in questa vicenda scorge allusioni e allegorie di una religione esoterica, della quale lo stesso Anderson sarebbe stato un cultore.

Doveri del libero muratore

Il libro di Anderson espone i doveri del libero muratore toccando due temi fondamentali: quello che riguarda la religione e quello che riguarda la politica.
In fatto di religione, il testo dell'Anderson dice espressamente nell'art. I:
  • Un massone ha l'obbligo in virtù del suo titolo, di obbedire alla legge morale; e se ben comprende l'arte non sarà mai uno stupido ateo, né un libertino senza religione. Negli antichi tempi i massoni erano obbligati in ogni paese di professare la religione della loro patria o nazione, qualunque essa fosse; ma oggi, lasciando a loro stessi le particolari opinioni, si trova più a proposito di obbligarli soltanto a seguire la religione sulla quale tutti gli uomini sono d'accordo: essa consiste nell'essere buoni, sinceri, modesti, e persone d'onore, qualunque sia il credo che li distingue; da ciò se ne deduce che la massoneria è il centro di unione e il mezzo atto a conciliare una sincera amicizia fra le persone che non avrebbero mai potuto senza di ciò, divenire componenti della stessa famiglia.
Per quanto riguarda la religione, il massone non è obbligato a seguire una religione rivelata anche se è opportuno che segua quella praticata nel suo paese: è sufficiente che pratichi quella religione «sulla quale tutti gli uomini sono d'accordo» e cioè quella generica morale cristiana, che in fondo s'identifica con la religione naturale dei deisti.
Per quanto riguarda la vita politica, i doveri del massone «relativi al magistrato civile» gli impongono obbedienza e lealismo nei confronti del potere costituito. Ma, forse in vista di una espansione della libera muratoria sul continente, e soprattutto nella nemica Francia, assolutista e cattolica, la legge massonica lascia aperto un sia pur modesto spiraglio per un intervento più o meno diretto di qualche fratello nella vita politica e addirittura nella rivolta contro lo Stato.
Dice il testo dei Doveri
  • ... qualora un fratello si ribellasse contro lo Stato non dovrà essere sostenuto nella sua ribellione. Pertanto si potrà averne pietà, come per un disgraziato; e per quanto la fedele confraternita debba sconfessare la sua ribellione e non debba dare in avvenire né ombra, né provocare il benché minimo risentimento politico del governo, se il ribelle non è colpevole di altro crimine, non potrà essere escluso dalla loggia ed il suo rapporto con essa resterà immutato.
Concludendo, con la fondazione della Grande Loggia di Londra (1717) e poi con la pubblicazione de Il libro delle Costituzioni (1723) nasce la massoneria moderna e scompare la vecchia massoneria tecnico-operativa per dar luogo alla nuova massoneria speculativa abbandonando gli interessi corporativi e professionali, le cui pratiche ed i cui simboli vengono ora impiegati per un'azione sociale e politica nell'ambito della società civile. La massoneria, da quel momento, si presentava come una corporazione universale, come «una confraternita morale, che unisce tutti gli uomini di buona volontà, d'ogni paese, d'ogni lingua, d'ogni razza, d'ogni condizione sociale, indipendentemente dalle loro opinioni politiche e religiose» per affermare gli ideali di libertà e di progresso, quali si andavano forgiando nella società inglese sullo scorcio del secolo XVII e agli inizi del XVIII. Rafforzamento del potere statale e universalismo massonico erano ideologie parallele e complementari che prefiguravano il controllo del mondo come poi si sarebbe effettivamente realizzato da parte dell' Inghilterra con il Commonwelth.
Il simbolismo ed il rituale, barocco e ridicolo, quale veniva praticato nelle logge aveva una sua ragione storica e sociale, come giustamente afferma Franco Venturi:
  • Le complicate ed arcane cerimonie massoniche, sono formule che sfatano, diradano e allentano le complesse e tacite regole del cerimoniale delle diverse classi sociali, nei loro rapporti tradizionali, nella fissità ancor seicentesca dei loro incontri e scontri.
I gradi della massoneria
Rimaneva insoluta, all' interno della massoneria, la suggestione esoterica che si andava affermando e incanalando nelle utopie politiche e alla quale, la libera muratoria, rispose con la creazione di un terzo grado, quello di maestro mentre le prime logge inglesi non conoscevano che due gradi: quello di apprendista e quello di compagno. Il titolo di maestro spettava solo a colui che presiedeva le adunanze della loggia e che in seguito avrà il titolo di «venerabile». Ciò si rileva anche da quanto viene affermato nella prima edizione del Libro delle Costituzioni di James Anderson (1722), che parla solo dei primi due gradi.
Il grado di maestro, come grado a sé stante, fu introdotto nelle logge inglesi a partire dal 1724 o 1725 ed il suo rituale è ispirato alla leggenda di Hiram il quale, nella parte storica del testo di Anderson viene appena ricordato come direttore dei lavori nella costruzione del tempio di Salomone, e invece nel rituale del terzo grado - quello di maestro – assume un ruolo fondamentale: Hiram diventa il biblico architetto, al quale il re Salomone affidò la costruzione del tempio. Egli sarebbe stato ucciso da tre compagni, i quali volendo arrogarsi - senza esserne degni - il titolo di maestro, cercarono di strappargli la «parola», vale a dire il segno di riconoscimento che solo Hiram conosceva. Al suo rifiuto lo uccisero, lo seppellirono e sulla terra smossa piantarono un ramo di acacia. Fu questo ramo che permise ai compagni, messisi alla ricerca del maestro, di scoprirne il corpo e di dargli sepoltura. Si tratta di una leggenda che si è prestata a varie interpretazioni simboliche, come la ricerca della parola perduta o la volontà di vendicare la morte del padre da parte dei «figli della vedova», come da allora si denominavano i massoni.
Il terzo grado sarebbe stato introdotto nella libera muratoria, dagli alchimisti e dagli occultisti, quasi un appello ai maestri visibili dei rosacroce in nome del segreto massonico e della fraternità cristiana. Dato che il mito di Hiram, oltre a postulare la ricerca della parola perduta con la morte del maestro, nella putrefazione del cadavere e nel suo recupero mediante un particolare rito, si raffigurerebbe un adattamento da parte degli ermetisti di un particolare mito solare «per rappresentare allegoricamente le operazioni successive che, con la dissoluzione, decomposizione e sublimazione, dovrebbero trasformare le materie prime in oro filosofico». Questa congettura storica ci fa pensare che affiliati all'ordine dei rosacroce aderissero alla libera muratoria per meglio occultarvi la propria attività. Oppure - ed una cosa non esclude l'altra - che gruppi di occultisti, fermamente convinti della esistenza di superiori sconosciuti e di iniziati in possesso dei veri segreti alchimistici, credessero che costoro si celassero dietro la segretezza ed i riti esoterici della corporazione e aderissero con questa speranza alla confraternita. La conferma arriverebbe dal medico inglese William Stukeley, membro della «Royal Society», il primo che dopo la fondazione della grande loggia di Londra fu accolto come libero muratore, nel suo diario sotto l'anno 1720 così scrivesse di sé:
  • «His curiosity led him to be initiated into the mystery of Masonry, suspecting it to be the remains of the mysteries of ihe antients...».
Sempre in base alla congettura storico-scientifica, anche nella massoneria inglese, nella cosiddetta massoneria moderna, la cui data di nascita coincide con la fondazione della grande loggia londinese, accanto all'umanitarismo razionalista, al cosmopolitismo e al deismo integrale, sussistesse fino dalla sua prima origine, in forma più coperta, una tradizione esoterica che nell'organizzazione della fratellanza vedeva la possibilità di un punto d'incontro fra alchimisti ed occultisti.

André Michel Ramsay

Nella storia della massoneria è necessario soffermarsi su André-Michel Ramsay, ideologo dello scozzesismo e degli alti gradi massonici.
Ricapitolando:
la massoneria protestante o inglese, speculativo-simbolica - chiamata anche «massoneria azzurra» dal colore del nastro che adornava la divisa dei fratelli - originariamente era, come abbiamo visto, divisa in due gradi e successivamente, nel 1724, venne adottato un terzo grado: quello di «maestro»; Questa struttura fondata sui tre gradi basilari rimarrà tale anche nei decenni successivi e sarà un modello per tutte le logge europee.
Così infatti si organizzarono anche le prime logge francesi, sia quelle di origine stuardista che quelle di origine hannoveriana, finché non apparve nel mondo latomistico la discussa e misteriosa figura del cavaliere André Michel Ramsay (1686-1743), nato ad Ayr in Scozia, da padre calvinista e da madre anglicana il quale scelse di circondare di mistero le sue origini educativo-culturali come misteriosa fu l' ultima parte della sua vita e la sua morte.
A Londra fu iniziato alla massoneria il 17 marzo del 1730 nello stesso anno e nella stessa loggia «The Horn» di Westminster, nella quale due mesi dopo verrà iniziato Montesquieu. Da quel momento, alla sua già notevole attività letteraria e pedagogica, aggiunse quella latomistica che esercitò una influenza grandissima sulle vicende della massoneria europea e che culminò con il famoso discorso tenuto in una loggia a Parigi nel 1737. In questo discorso Ramsey assegna nuove finalità alla libera muratoria e ne traccia una nuova storia. Egli comincia la sua orazione elencando le doti indispensabili per diventare un buon massone con il fondamento dell' umanità, l' amore per le arti e il segreto inviolabile per poi definire lo scopo della confraternita:
  • Les hommes ne sont pas distingués essentiellement par la difference des langues qu'ils parlent, des habits qu'ils portent, des pays qu'ils occupent, ni des dignités dont ils sont revetus. Le monde entier n'est qu'une grande République, dont chaque Nation est une famille et chaque Particulier un Enfant. C'est pour fai re revivre et répandre ces essentielles maximes prises dans la nature de l'Homme, que notre Société fut d'abord établie. Nous voulons réunir tous les Hommes d'un esprit éclairé, de moeurs douces et d'une humeur agréable, non seulement par l'amour des Beaux Arts, mais encore plus par les grands principes de vertu, de science, et de religion, où l'intérêt de la Confraternité devient celui du Genre Humain tout entier, où toutes les Nations peuvent puiser des connaissances solides et où les Sujets de tous les Royaumes peuvent apprendre à se cherir mutuellement, sans renoncer à leur patrie ....
Come si vede, si tratta della visione di un'umanità unita dalle sue élites intellettuali, formata - secondo una visione modernissima - dall'armonioso accordo delle «patrie» e delle «Nazioni» in nome dei principi cari alla fraternità massonica e nello stesso tempo alla morale cristiana, quale egli voleva che fosse professata da una Chiesa cattolica rigenerata e meno rigida nelle sue affermazioni dogmatiche.
Di tale iniziativa, promossa e guidata dalla libera muratoria, Ramsay voleva che si facesse banditrice la nobiltà francese, rinnovata nei costumi, sotto la guida dello stesso Luigi XV, anche lui probabilmente massone, e comunque favorevole alla massoneria visto che permetteva l'esistenza di una loggia nella sua corte a Versailles. In questo senso Ramsay parlò anche al cardinale Fleury, che - diffidando delle società segrete - quale avveduto uomo di stato e quale cardinale di santa romana chiesa, oppose un netto rifiuto circa la sanzione regale all'iniziativa del letterato scozzese.

La massoneria messianica di Ramsey

Nella famosa orazione di Ramsay, oltre alla parte programmatica c'è anche una parte storica, la quale avrà una enorme influenza sulla successiva evoluzione della libera muratoria: Ramsay, nel suo discorso, infatti respinse l'interpretazione corporativa e le premesse borghesi ed ugualitarie della massoneria inglese per attribuirle una discendenza aristocratica e cavalleresca un motivo retorico per richiamare alla massoneria la giovane nobiltà francese. Nell' interpretazione di Ramsay, la massoneria era sempre esistita ed aveva continuato ad esistere in Oriente, quando nell'Occidente si era perduto il ricordo della dottrina segreta che in essa si perpetuava. Furono i crociati, andati al seguito di Goffredo da Buglione - non per nulla Ramsay era stato precettore in casa del duca de Bouillon! - a riscoprire, nei sotterranei del tempio di Gerusalemme, le leggi dell'antica confraternita decidendo di ricostruirla anche in Europa, dopo che fossero tornati nei loro rispettivi paesi. L'ordine godette all' inizio della protezione del re d'Inghilterra e soprattutto dei re di Scozia, ma, durante le guerre di religione che sconvolsero l'Europa nel secolo XVI, la massoneria subì una notevole decadenza e: i fratelli dimenticarono le vere finalità dell'ordine. Ramsey aggiungeva che solo nel Settecento si era ricominciato, in Inghilterra e soprattutto in Scozia, dove la confraternita aveva meglio conservato la purezza della dottrina segreta, un lavoro di riorganizzazione della libera muratoria, che aveva cominciato a rifiorire anche in Francia: ora toccava ai massoni francesi assumere la direzione della fratellanza e guidarla alle sue vere finalità.
Questo discorso pone le premesse per il riconoscimento di una originale evoluzione massonica direttamente di origine cavalleresca che ha come fondamento una dottrina segreta che esula dall' origine operativo-muratoria e pone le premesse per ' istituzione di alti gradi di iniziazione. Questo filone interpretativo viene definito scozzesismo e va a interrompere la ricostruzione storico-lineare della storia massonica incentrata sulla libera muratoria. Ramsay, facendo dei massoni i discendenti, gli eredi, dei crociati e facendo derivare dalla Scozia la rinascita dell'ordine, lo legava in un certo senso alla casta nobiliare ed alla causa cattolica degli Stuart, contrapponendo al mito razionalista e ugualitario della libera muratoria inglese la mistica leggenda cavalleresca e nobiliare. L' istituzione degli alti gradi non aveva solo lo scopo di sostituire una tradizione, una leggenda per accontentare la vanità aristocratica dei fratelli francesi ma essa offriva anche un diritto di cittadinanza massonica ai cultori delle scienze occulte e soprattutto agli alchimisti, presenti in gran numero in Francia, come nel resto d'Europa. Sembra quasi che nell'esoterismo degli alti gradi si racchiuda l'ansia del secolo proteso al conseguimento della perfezione umana bruciando le tappe di un cammino considerato troppo lungo e faticoso, incentrato sulle conquiste scientifiche alle quali si cercano scorciatoie salvifiche attraverso il perseguimento della ricchezza nella trasmutazione dei metalli e della salute nel tentativo di prolungare la vita nella fabbricazione di elisir. Ramsey è quindi protagonista della nuova linea utopica della massoneria dove convergono istanze millenariste nel tentativo di risolvere la nostalgia del futuro dell' uomo europeo e il pessimismo politico. Ramsey non intendeva rivolgersi solo alla nobiltà francese cattolica ma prevedeva un percorso di civilizzazione progresso di tipo pedagogico finalizzato alla rigenerazione del mondo con le immagini del Vangelo trasferite al mondo laico nella ricerca della beatitudine e di una umanità riconciliata. Nel suo discorso afferma ancora:
  • L'ordre exige de chacun de vous de contribuer par sa protection, par sa liberalité ou par son travail à un vaste ouvrage, auquel nulle Académie ne peut suffire, parce que toutes ces Sociétés étant composées d'un très petit nombre d'Hommes, leur travail ne peut embrasser un objet aussi étendu. Tous les Grands Maîtres en Allemagne, en Angleterre, en Italie, et ailleurs exhortent tous les Savants et tous les Artisans de la Confraternité de s'unir pour fournir les matériaux d'un Dictionnaire Universel des Arts libéraux et des Sciences utiles, la Théologie et la politique seules exceptées. On a déjà commencé l'ouvrage à Londres et par la réunion de nos Confrères, on pourra le porter à sa perfection dans peu d'années. On y explique non seulement les mots techniques et leur éthimologie mais on y donne encore l'histoire de chaque Science et de chaque Art, leurs principes et la manière d'y travailler. Par là on réunira les lumières de toutes les Nations dans un seul Ouvrage, qui sera comme una Bibliothèque universelle de ce qu'il y a de beau, de grand, de lumineux, de solide et d'utile dans toutes les Sciences et dans tous les Arts nobles...
Come si vede è in queste parole che per la prima volta balena l'idea dell'opera più rivoluzionaria del secolo: l'Encyclopedie!
Come si concilia l' apparente paradosso della ideazione di un' opera nella quale si manifesta, in modo completo, la volontà razionalista dell'illuminismo ideata da Ramsey il quale sembra portatore di ideologie a prevalenza misteriche? Si concilia proprio pensando al disegno della massoneria messianica, un progetto di lungo corso che la storia ha rivelato utopico e non capace di risolvere la nostalgia del futuro e il pessimismo politico, una ambizione che ha portato a esiti volgarizzanti e avventure discutibili ma sempre presente nell' uomo!
Nella seconda metà del secolo XVIII le contemporanee scoperte nel campo della chimica, dell'astronomia e l'improvviso ed inaspettato rivelarsi dei primi fenomeni di magnetismo animale facevano sperare che anche i sogni degli antichi astrologi e maghi si sarebbero realizzati. Si sperava anche che con l'evocazione degli spiriti o delle anime dei defunti sarebbe stato possibile, non solo acquisire conoscenze del mondo ultraterreno, ma di avere anche concrete indicazioni per arricchirsi e per scoprire tesori nascosti. Accanto al movimento illuminista che, guidato dalla ragione procede sulla via della scienza, c'è il movimento mistico che cerca la soluzione ai vari problemi nei culti esoterici, nella ricerca del miracolo, nella magia. E questi due movimenti non camminano parallelamente e distinti, ma s'intersecano ed assai spesso vivono e si manifestano in una stessa persona. Come i personaggi del goethiano Wilhelm Meister, si possono assai spesso incontrare «uomini misurati, saggi, ben radicati nella realtà sociale e contemporaneamente pervasi da grandi passioni, nostalgie esoteriche e mistiche». Mentre la politica, la cultura e la società si andavano organizzando mettendo al bando tutta la metafisica non razionale, permanevano istanze “irrazionali” sublimate segretamente, nell' appartenenza massonica, perduranti fino a oggi.
In conclusione: a metà Settecento, gli intellettuali illuministi diventato illuminati in base all' unico criteri della ragione ed internamente alla massoneria perdura il modello della libera muratoria delle logge inglesi dal carattere equalitario e filantropico con i tre gradi classici: apprendista, fratello e maestro a cui si aggiungono gli alti gradi ordinati in vari sistemi a seconda delle aspirazioni spiritualiste: talvolta avviene una inersecazione fra i due modelli difficilmente decifrabili allontanandosi dalle indicazioni sia di Anderson che di Ramsey. Lorenza Cervellin, continua...... 

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