L'
uomo patriarca elabora dottrinariamente l' inferiorità femminile,
2500 anni fa, nella Grecia Classica, nella separatezza, nella
distanza e nella superbia più assoluta, rispetto alla donna mentre
l' omosessualità è al cuore
della cultura patriarcale poiché
il patriarca giovane, futuro patriarca, quasi sempre, ha avuto scambi
erotici
con il patriarca adulto, giustificati con la necessità
educativa, e poi, durante tutta la vita, l'
odio, la solidarietà,
la comprensione, gli scambi culturali la competizione, insomma tutto
l'
universo empirico-sensibile e la concettualizzazione metafisica
intorno a cui si creano identità
e alterità, avviene fra maschi.
Il vero problema, per l' uomo greco, sarà il distacco fra il
giovane uomo e l' “educatore” adulto che avviene convincendo il
giovane al dovere
riproduttivo ma il vero scambio ontologico, che
riguarda la profondità dell' essere in quanto
tale, continua ad
avvenire fra maschi in quanto, l' attrazione fra maschi era quella
più giustificata
secondo natura, in base al principio che l'
attrazione naturalmente si rivolge a chi è più forte e
ha maggiore
senno, infatti, l' amore verso i giovinetti si realizza quando
cominciano ormai ad
acquistare intelligenza e questo si accompagna
allo spuntare della barba.
L'
unione eterosessuale trova giustificazione nel dovere riproduttivo
materiale e il piacere
eterosessuale scambiato con le concubine e le
etere è sempre di livello più basso in quanto
volto al piacere
fisico mentre, quello omosessuale era di più alto livello in quanto
rivolto alla
“procreazione” spirituale.
E
veniamo ai nostri giorni
L'
estremo disagio che viviamo oggi, in tutti i campi,
risale a fine
'800, periodo storico in cui, una retorica molto efficace, delinea la
nuova figura del
padre trionfante e si appropria del modello eroico
risorgimentale, modificandolo in funzione dei
nuovi miti guerreschi
che porteranno al nazionalismo e al neocolonialismo, alle due guerre
totali e
ai regimi totalitari, paradossalmente, scontri di civiltà
patriarcali e continuazione del patriarcato:
dall'
“inetto a vivere” marginalizzato all' inetto a vivere che
governa.
L'
eterosessualità, basata sull'inferiorità femminile, e l'
omosessualità svalutata e condannata sono
costruzioni culturali
della cultura patriarcale anti-umana che impone modelli di vita
invivibili e li
impone asservendo, omologando, naturalizzando,
stereotipando e normalizzando ciò che è diverso e
complesso,
cultura che ha prodotto sicuramente civiltà ma anche immani
ingiustizie e più una
persona o un gruppo affermano la propria
diversità e più sono emarginati e perseguitati. Il modello
patriarcale normalizzante e banalizzante produce mostri e poi formula
un dibattito e dei discorsi
pubblici per allontanare la
responsabilità da sè e si chiede come mai ci siano i “mostri” e
si
meraviglia proprio del fatto che i “mostri” sono normali e
vorrebbe isolarli allontanarli e
allontanarne la paternità ma i
“mostri normali” ritornano poiché nascono dai peccati originali
della
cultura patriarcale e vivono dentro la psiche di uomini e
donne, cresciuti con l' idea del dominio, del
possesso, della
furbizia e dell' ingiustizia, auto-riproducendosi e a nulla valgono
ormai gli anticorpi
che una cultura prodotta dall' anticultura,
senza etica, mette in atto per rimediare a ciò che è
irrimediabile
se non si mette in atto un nuovo dibattito pubblico che coinvolga
tutti indistintamente:
tutti
diversi e tutti uguali senza pietismi e vittimizzazioni.
Sono
tre le grandi discriminazioni, costruite dalla cultura patriarcale,
tre paradigmi di cui l'
Occidente non riesce a liberarsi e a nulla
valgono le leggi emancipative, il cui percorso è concluso,
per
debellare i “mostri normali e banali” nati dai peccati originali
di una cultura che si dipana sui
parallelismi di superiorità del
migliore, forte e omologato contrapposto all' inferiore, debole e
diverso:
• l'
inferiorità femminile
• la
svalutazione dell' omosessualità considerata degenerazione
• l'
antisemitismo: anche l' ebreo viene considerato degenere (l'
antisemitismo riguarda l' odio
e le spinte omicide
irrazionalistiche verso un popolo che ha un modello culturale
patriarcale
fortemente strutturato per cui, non omologandosi, non
sottomettendosi anzi, continuando ad agire con competitività ed
intelligenza, scatena e ha scatenato costruzioni ideologiche
spaventose per delegittimarlo, animalizzarlo, demonizzarlo e
distruggerlo diventando capro-
espiatorio universale: un popolo a cui
è stato chiesto e a cui viene chiesto il sacrificio più
grande, in
vite umane, che la storia patriarcale dominatrice abbia mai preteso:
un modello
patriarcale rigido su base teocratica e un modello
patriarcale in crisi profonda, causa un
uomo debole che non riesce
più a sostenere il modello che lui stesso ha creato e che ha perso
tutti i riferimenti valoriali su cui questo modello si reggeva
lasciando spazio solo a fenomeni
marginali di virilizzazione e
maschilizzazione basati sull' anticultura i quali, senza il
sostegno
di forti idealità e del dibattito etico, si esprimono solo con
violenze e aggressività.
Lorenza
Cervellin, Esperto di Pari Opportunità, cittadinanza di genere e
integrazione sociale.
Nessun commento:
Posta un commento