A
Padova, durante il convegno Le graphie della cicogna. La
scrittura delle donne come ri-velazione – tenutosi lo scorso 12
e 13 novembre 2010 al Palazzo del Bo – l’Archivio Antico fa da
cornice in modo suggestivo e autorevole alle numerose voci che si
alternano: filosofe, letterati, germaniste, studiosi di cinema,
teatro e fumetto, giornaliste, ricercatrici, sinologhe,
illustratrici, editrici, teologhe e psicanaliste. Voci timide o
sicure, talvolta persino perentorie, ma appassionate, sempre
autentiche e costruttive.
Karen Blixen |
Anche il titolo
di quest’ultimo convegno risulta pieno di significati. Si
riferisce ad un racconto che Karen Blixen riporta nel suo libro La
mia Africa (Feltrinelli, 1959) – poi ripreso da Adriana
Cavarero in Tu che mi guardi, tu che mi ascolti. Filosofia della
narrazione (Feltrinelli, 1997) – in cui la scrittrice danese
ricorda una storia che le narravano da bambina:
- "Un uomo viveva in una casupola tonda con una finestra tonda e un giardinetto a triangolo. Non lontano da quella casupola c'era uno stagno pieno di pesci. Una notte l'uomo fu svegliato da un rumore tremendo e uscì di casa per vedere cosa fosse accaduto. E nel buio si diresse subito verso lo stagno. Prima l'uomo corse verso sud, ma inciampò in un gran pietrone nel mezzo della strada; poi, dopo pochi passi, cadde in un fosso; si levò; cadde in un altro fosso, si levò, cadde in un terzo fosso e per la terza volta si rimise in piedi. Allora capì di essersi sbagliato e rifece di corsa la strada verso nord. Ma ecco che gli parve di nuovo di sentire il rumore a sud e si buttò a correre in quella direzione. Prima inciampò in un gran pietrone nel bel mezzo della strada, poi dopo pochi passi, cadde in un fosso, si levò, cadde in un altro fosso, si levò, cadde in un terzo fosso e per la terza volta si rimise in piedi. Il rumore, ora lo avvertiva distintamente, proveniva dall'argine dello stagno. Si precipitò e vide che avevano fatto un grande buco, da cui usciva tutta l'acqua insieme con i pesci.E Karen Blixen si chiede:
"Questo buco dove mi muovo appena, questa fossa buia in cui giaccio, è forse il tallone di un uccello? Quando il disegno della mia vita sarà completo, vedrò, o altri vedranno una cicogna?".
Due sono i simboli universali di questo racconto che interessano a noi:
- il mito della nascita rappresentato dalla cicogna
- il mito della ri-nascita rappresentato dal raggiungimento dell' unità figurale
Karen
Blixen: considerata un esempio di emancipazione, valorizzazione della differenza
femminile e di perfezione estetica della vecchiaia.
L'
inclinazione, Artemisia Gentileschi 1615-16
Artemisia Gentileschi |
Se
la donna non si fosse inclinata verso il figlio oggi l' uomo non
esisterebbe: l' uomo deve imparare a rinunciare “alla stazione
eretta”, metafora filosofica che significa rinunciare all' egoismo
e alla superbia per inclinarsi verso l' altro. Lorenza Cervellin
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