PREMESSA
Ho
già parlato del processo di oggettivizzazione che ha interessato
tutta l' umanità per poi concentrarsi, dal periodo Moderno e poi
Contemporaneo, in particolare nell' erotizzazione e isterizzazione
della donna, processo, avvenuto facilmente in quanto, la donna è
sempre stata considerata, storicamente e dottinariamente, essere
inferiore, “oggetto” al servizio della produzione, della
riproduzione, della prostituzione e poi di strategie matrimoniali
quale mezzo di perpetuazione dei beni e del potere. Il processo di
oggettivizzazione oggi interessa tutta l' umanità resa povera e
fragile allontanata dalla propria libera e critica soggettività
proprio in virtù della conclusione del percorso di sessualizzazione
al cui centro vi è la convinzione indotta che una delle specificità
identitaria dell' uomo sia l' accettazione dell' idea di essere nel
mondo per realizzarsi come soggetto erotizzato. Il trionfo dell'
erotizzazione femminile oggi è assolutamente visibile attraverso la
pubblicità la quale è riuscita ad arrivare a tutta la società
comprese le famiglie.
Esito
imperdonabile e apparentemente innocente di questo processo, in
realtà strategico, avvenuto con il controllo e la complicità dello
Stato, essenzialmente attraverso la politica pubblicitaria, è stata
l' erotizzazione dei bambini. Nel corso del Novecento c' è stata la
“giusta” scoperta pubblica del bambino fino ad allora considerato
non compiutamente come soggetto di diritto ma semplicemente
indirizzato verso la rigida diversificazione di genere e lasciato
alla moralità degli adulti la quale era comunque presente ma
scoprire il bambino ha voluto anche dire appropiarsi di lui,
oggettivizzarlo. Fino agli anni '60 del '900, in Italia, il bambino
era tenuto in un limbo, separarto dagli adulti per educarlo alla
guerra, alla produzione e alla riproduzione per poi liberarlo nel
nome della “pedagogia ed educazione affettiva”.
In
sintesi estrema: scoprire il bambino per renderlo pienamente titolare
di diritti, toglierlo dal limbo infantile, abbattere tutte le
distanze simboliche ha portato anche alla sua oggettivizzazione e
alla sua erotizzazione poiché gli adulti di riferimento non sono
stati in grado di proteggerlo per preservarne l' innocenza e l'
autenticità sottoponendolo ed esponendolo, senza protezioni, a un
processo di adultizzazione. Ora quando noi sentiamo parlare di abuso
infantile, il nostro pensiero e i nostri sentimenti vanno,
automaticamente, ai bambini abusati e maltrattati da adulti che noi
tentiamo di isolare anche con l' uso delle parole: orchi, mostri e
bestie diventano i protagonisti delle violenze ma chi agisce la
violenza sono invece gli uomini e le donne: spesso genitori, parenti
e uomini e donne della comunità vicina all' abusato. Gli abusi verso
i più deboli della società ci sono sempre stati e spesso erano
considerati normali ma poi l' uomo ha elaborato dei valori ritenuti
indispensabili al processo evolutivo fra i quali, al primo posto c' è
la condanna della violenza, senza prevedere la strutturazione di un
nuovo corpus etico in sostituzione di quello storico
autoritario-ideale lasciando l' uomo in balia della nuova violenza
non più isolata ma permeante ogni aspetto della vita: familiare,
sociale e politica.
Dalle
parole di Theodor Adorno:
- «Siccome l'oggettività opprimente del movimento storico nella sua fase presente consiste solo nella dissoluzione del soggetto, senza ancora averne creato uno nuovo, l'esperienza individuale si basa necessariamente su un vecchio argomento, oggi storicamente condannato, che il soggetto viva per sé stesso ma non in sé stesso'. Il soggetto si sente ancora sicuro della sua autonomia, ma la nullificazione dimostrata ai soggetti nel campo di concentramento sta già sorpassando la forma stessa di soggettività»Nella foto: Max Horkheimer (a sinistra), Theodor Adorno (a destra) eJürgen Habermas dietro a destra, nel 1965 a Heidelberg esponenti della scuola di pensiero definita di Francoforte, (critica della società presente, tendente a smascherare le contraddizioni del contemporaneo vivere collettivo).
Oggi,
spesso, dietro a tutte le violenze sui bambini vi è la complicità
consapevole e inconsapevole dei famigliari e degli adulti di
riferimento i quali costruiscono un mondo fatto di violenza simbolica
sostrato dell' oggettivizzazione e dell' erotizzazione del bambino
attraverso il “furto dell' infanzia”. Al bambino si apre
la visione di tutto: corpi nudi ammiccanti, immagini di morti
violente e non fisiologiche, stragi, distruzioni di corpi, corpi in
azione mentre distruggono. La violenza entra nelle case e non è più
giustificata, isolata e giustificabile con l' azione della guerra ma
diventa violenza fisica e normalizzata. Quando il bambino non è
esposto alla violenza fisica viene esposto alla violenza simbolica
fra i sessi spesso all' interno della famiglia, alla mancata
educazione, all' esempo inesistente e all' incapacità, per i
genitori, di dare forma a regole educative per preparare il bambino
alle frustrazioni.
Come
succede agli adulti, immersi nel grande paradosso dell' attualità,
basato sull' apparato teorico del trionfo dei diritti, mentre
sostanzialmente vengono lesi, si riproduce lo stesso meccanismo
paradossale sul bambino ma mentre l' adulto dovrebbe possedere gli
strumenti critici per decodificare il paradosso, il bambino ne è
esente e chi dovrebbe strutturarlo criticamente, in realtà, lo fa
vivere esclusivamente nella reificazione togliedogli il diritto
naturale primario che è il diritto all' infanzia.
Il
processo di adultizzazione, oggettificazione ed erotizzazione avviene
o non avviene, prima di tutto, in famiglia e poi dovunque attraverso
il grande veicolo della pubblicità.
EROTIZZAZIONE
DEI BAMBINI ATTRAVERSO LA PUBBLICITA'
Cosa
si intende per erotizzazione? La definizione è stata stabilita,
osservando
gli adulti,
dall' American
Psychological Association (APA),
un' associazione di categoria statunitense che rappresenta gli
psicologi; da non confondersi con l'American
Psychiatric Association,
che utilizza lo stesso acronimo.
E'
bene chiarire subito che l' erotozzazione è quanto di più lontano
ci possa essere, sia dalla sessualità sana, che dal percorso
evolutivo psico-sessuale basato sull' energia vitale e creativa: l'
erotizzazione indotta origina
dal processo alienante di oggettivizzazione, dalla banalità, dalla
mancanza di cultura critica e della responsabilità e dall'
accettazione totale del modello omologante.
Il
concetto di erotizzazione comprende 4 fattori, ciascuno dei quali,
preso singolarmente, può essere indice di erotizzazione, tant' è
che non è necessaria la compresenza di tutti e quattro i fattori per
determinare il fenomeno.
Si
può parlare di erotizzazione quando:
- il valore di una persona è ricondotto esclusivamente al suo sex appeal o al suo comportamento sessuale;
- una persona è tenuta a conformarsi ad un modo di pensare che equipara l' attrattiva fisica con l' essere sexi;
- una persona è considerata un oggetto sessuale, vale a dire è destinata ad essere usata da altri come tale, piuttosto che essere stimata per la sua autonomia e capacità decisionale;
- la sessualità è imposta alla persona in modo inappropriato.
Per
quanto riguarda il processo di erotizzazione a cui sono sottoposti i
bambini dobbiamo subito sgombrare il campo da equivoci e dire che il
percorso evolutivo di sviluppo psico-sessuale isolato da Freud per i
bambini si riferisce esclusivamente al percorso di conoscenza e all'
energia conoscitiva e non può assolutamente essere confuso con la
sessualità degli adolescenti e degli adulti. Per i bambini si può
parlare solo di esigenza di affetto e di una conseguente necessità
di apprendimento affettivo che deve vedere un adulto competente nel
momento della trasmissione. Inculcare nei bambini modelli di
comportamento o atteggiamenti sessuali tipici degli adulti, esporli
alla visione di comportamenti, prossemiche e azioni sessuali tipici
degli adulti risulta una forma di pressione e una violenza simbolica
molto pericolose.
In
generale si può dire che questa esposizione, questa banalizzazione e
questa volgarizzazione omologante verso la gestualità erotizzata,
proposta come normale, è tipica di quesi anni ed in particolare dei
media: televisione, riviste e immagini
pubblicitarie fanno a gara nella proposta, presentata come
indispensabile, dell' importanza di presentarsi sessualmente
attraenti. Questa proposta attualmente riguarda anche i maschi ma è
partita avendo come riferimento il corpo femminile. Fino a un certo
momento storico si arrivava ai più piccoli in maniera indiretta ma
attualmente l' esposizione ai bambini e dei bambini è diventata
diretta. La pubbicità si rivolge direttamente a loro e li usa
disinvoltamente tanto è vero che, in
Italia, si è dovuto intervenire con una legge (La
legge istitutiva dell’Autorità garante per l’infanzia e
l’adolescenza, n. 112 del 2011 In
vigore dal 3 agosto 2011)
sostanzialmente poco efficace e assolutamente non capillare in ogni
caso insufficiente ad invertire una tendenza che ha visto bambini
usati nella pubblicità in pose e abbigliamenti che veicolano
messaggi di tipo erotico in maniera più o meno esplicita.
A
scanso di errori o equivoci noi dobbiamo pensare che mai il corpo dei
bambini dovrebbe essere esposto, messo al servizio e diventare
strumento mediale e pubblicitario!
SITUAZIONE
STORICA IN CUI PRENDE FORMA IL BAMBINO EROTIZZATO
Nel
1983, in Italia, dalla televisione “commerciale”
di Silvio Berlusconi va in onda lo spettacolo Drive
in basato
proprio sull' offerta televisiva di corpi femminili spogliati,
esibiti ed ammiccanti, una prossemica esplicitamente erotizzata da
cui parte la proposta femminile del modello incentrato sul corpo che
diventa innegabilmente oggetto ma che si vuole proporre come una
oggettivizzazione scelta, voluta replicata dalle donne come
espressione di libertà: una schiavitù dell' apparenza diventa nella
propaganda modello scelto, fenomeno ideologico reso possibile dallo
smantellamento della distanza simbolica che ci consegna un altro
modello inedito e violento voluto dal potere:! La donna
oggetto-soggetto. La
proposta di questo modello in Italia, è avvenuto rapidamente con la
complicità di tutti i media e anche della televisione pubblica i
quali, invece di criticarlo, si sono attivati e hanno fatto a gara
nell' accattivarsi utenti e pubblico proprio con l' uso del corpo
della donna come se fosse un fatto normale.
Cosa
succede al di fuori dell' Italia?
Già
dagli anni sessanta e Settanta del Novecento lo
studioso
Vance Packard avviava
una riflessione filosofica e sociologica pertinente il “pericolo”
della pubblicità attraverso
un saggio, scritto nel 1957 poi definito negli anni '80 del '900
intitolato:
I
persuasori occulti.
Vance Packard era
un
insegnante di giornalismo all'Università di New York, di
43 anni il quale rivelò
al grande pubblico americano e a quello di tutto il mondo che
l'alleanza sempre piú stretta tra analisi e pubblicità minacciava
subdolamente, ma scientificamente, la libertà d'opinione su
qualsiasi argomento. Il
suo saggio nenne studiato con interesse ma l' attualità lo rivela
profetico.
I
persuasori occulti
è ancora oggi, a tanti anni di distanza, un testo urticante con cui
fare i conti in un primo bilancio. Quante previsioni si sono
avverate? Perché sí? Perché no? All'edizione originale lo stesso
Packard ha aggiunto l'epilogo
I persuasori occulti rivisitati negli anni ottanta
aggiornando
ulteriormente la
sua critica alla pubblicità ormai sempre più pervasiva.
Nel
1991, l'
esperto
di comunicazione Neil Postman scrive
un libro: La
scomparsa dell' infanzia il
cui assunto è, la
stampa ha creato l'infanzia, la televisione la sta annullando.
Secondo
Postman la società attuale è dominata dalla presenza o dall'
assenza della possibilità di accedere ai consumi opacizzando e
annullando le differenze fra adulti e bambini ridotti principamente
al ruolo di consumatori e, come tali, sempre meno facilmente
distinguibili, non solo nel linguaggio, ma, anche negli
atteggiamenti, nelle aspirazioni e persino nei comportamenti relativi
alla sessualità. Sempre più spesso si vedono piccoli assumere
atteggiamenti, pose e movenze degli adulti. L' influenza capillare
del consumismo ha trovato terreno fertile nell'
evoluzione delle relazioni familiari successiva agli anni '60
relativa alla caduta del modello autoritario a cui non ha corrisposto
a strutturazione di un modello sostitutivo autorevole e denso di
valori. Il modello verticale autoritario è stato sostituito da
legami di tipo orizzontale: relazioni genitori-figli di tipo
giuridicamente paritario che hanno devitalizzato l' autorevolezza e
scardinato
la distanza simbolica la quale avrebbe permesso rapporti paritari ed
educativamente efficaci. Di fatto la famiglia è stata lasciata sola,
il politico ha occupato tutti gli ambiti del sociale profittando
della cancellazione dei confini generazionali la cui scomparsa
ha indebolito la scansione delle tappe evolutive e i modelli
educativi tradizionali che corrispondevano a quelle tappe. L'
esito più devastante dello scardinamento della distanza simbolica è
derivato dall' accelerazione della crescita dei bambini in nome di
una precocità necessaria in previsione di risultare vincenti nell'
agone sociale quando invece soltanto una crescita che rispetta i
tempi dello sviluppo può garantire la formazione di una personalità
matura e autonoma. Accanto all' accelerazione della crescita vi è
anche l' omologazione al modello considerato vincente aggressivo e
grintoso con la cancellazione del valore della complessità e il
trionfo del clone
(Clone
deriva dal greco
κλων
(klön,
ramoscello).
IL
BAMBINO CONSUMATORE E OGGETTO DI CONSUMO
Per
il mercato i bambini costituiscono forse la porzione più numerosa di
consumatori e
gli apparati pubblicitari si sono impegnati molto per persuadere i
genitori e direttamente anche
i
bambini trasformandoli in esseri consumistici.
Il
bambino che tormenta, piange, si dispera, si butta per terra davanti
alle vetrine e ricatta i genitori per avere un oggetto è diventato
la norma a tal punto che i genitori e tutta la rete parentale
interviene con la “prevenzione” cioè l' acquisto preventivo.
Attualmente il bambino è sommerso di oggetti dai quali, spesso,
diventa indistinguibile! L'
ultima frontiera dei consumi, indistinguibile da quella degli adulti,
è, per i bambini, il consumo di oggetti legati alla comunicazione
resa indistinguibile dal gioco e dall' immagine. Tutti i sensi non
sono più rivolti alla realtà perfezionando la vista, lo sguardo e
l' udito ma tutto il sistema sensoriale viene convogliato verso un
oggetto elettronico; molto spesso capita di vedere bambini avulsi
dalla realtà con l' udito impegnato con cuffie e in mano un
telefonino ma il telefonino non è più uno strumento ma una
appendice quasi fisiologica del braccio e della mano che modifica
tutta la postura corporea e la prossemica classica. Queste modifiche
corporee influenzano profondamente anche la psiche in senso
omologante e antinaturale cancellando le rigide e storiche differenze
di genere che ci proiettano verso il corpo asessuato ma,
paradossalmente, estremizzato nella sessualizzazione a causa dell'
abbigliamento. E'
nel campo dei vestiti che si sono scatenate le agenzie pubblicitarie
i base al principio che i richiami evidenti o occulti di tipo
sessuale fanno vendere qualsialsi cosa. L' erotizzazione del corpo
infantile viene usata per promuovere la vendita di abbigliamento e
prodotti per bambini e
attraverso l' esibizione del corpo infantile erotizzato si intende
raggiungere gli adulti che hanno la capacità economica e questo
rende ancora più inquietante, ambigua e diseducativa questa
operazione commerciale basata solo sul cinismo: lo stimolo erotico è
pensato per raggiungere gli adulti economicamente capaci ma l' uso
del bambino lo trasforma, ancora di più, in oggetto a disposizione.
Attualmente
l' Italia è intervetuta legislativamente per prevenire la
strumentalizzazione dei corpi dei minori utilizzati a scopo
pubblicitario ma i bambini usciti dalla porta entrano da un portone
attaverso l' esibizione dei bambini nello spettacolo televisivo e
attraverso le foto mostrate nei social network.
CONSEGUENZE
DELL' EROTIZZAZIONE PRECOCE
Le
conseguenze dell' erotizzazione precoce nelle bambine possono
riguardare diversi aspetti della personalità. Dal punto di vista
cognitivo è stato evidenziato che il concentrarsi eccessivamente sul
corpo e sul look in tenera età può generare una negligenza nei
confronti di altri aspetti fondamentali dello sviluppo del pensiero e
del ragionamento critico il quale ha bisogno di un distacco dall'
eccesso dell ' Io e dell' Ego per spaziare sulla realtà esterna e
sull' altro da sé. Anche
lo sguardo e le attività artistico-espressive
e
matematiche hanno bisogno di libertà. Per quanto riguarda la sfera
emotiva, una preoccupazione costante per l' aspetto fisico erotizzato
ed esteriorizzato, può creare inadeguatezze immaginarie, tensioni
esterne, insoddisfazioni e vergogne quando invece, tutta o buona
parte delle energie dei bambini dovrebbero essere indirizzate su
altri aspetti dell' esistenza non ultime la spensieratezza, la
scoperta, la sperimentazione, l' accettazione della frustrazione e la
conoscenza del limite.
Lo
sviluppo di una sana immagine corporea e di una solida autostima
possono essere ostacolati dallo sforzo di avere le stesse fattezze e
gli stessi gusti dei modelli proposti dalla moda e una conseguenza di
tale insensata tensione è la possibilità di cadere nella trappola
dei disturbi alimentari. La
pressione e la centralità di avere un corpo fisico immaginato,
antifemminile e proposto ma non reale, l' esigenza di essere pronte
e aggressive fin da piccole, influesce negativamente soprattutto
sulle bambine le quali a volte sono ossessionate dalla preoccupazione
del proprio aspetto fisico e la paura del giudizio degli altri a tal
punto da evitare di cimentarsi, per esempio, nelle attività fisiche
salvo poi magari frequentare ossessivamente le palestre. Tutto questo
discorso non ha nulla a che vedere con l' esigenza di adottare un
regime alimentare giusto e sano al mantenimento della propria salute
psico-fisica. L'
erotizzazione precoce ha tra i suoi effetti anche quello di
incoraggiare le bambine ad impegnarsi in atteggiamenti seduttivi che
attirano l' attenzione dei maschi prima di essere in grado di
comprenderne le potenziali conseguenze sul piano fisico e
psicologico. Non dobbiamo mai dimenticare che viviamo in una società
oggettivizzata e l' oggettivizzazione del corpo e l' identificazione
con modelli adulti conducono facilmente ad una rappresentazione del
sesso di tipo strumentale nel senso che la sessualità può essere
concepita e vissuta alla stregua di una merce di scambio a completo
discapito della componente relazionale ed affettiva isolata con uno
sforzo enorme da uomini e donne. Il
fatto che, per imitazione e omologazione, una bambina assuma
atteggiamenti da Lolita, seduttivi nei confronti dell' altro sesso,
non fa che rafforzare questa tendenza. A livello sociale questo
fenomeno comporta insidie evidenti: questi piccoli che sono sempre
meno piccoli e sempre più prototipi di una adultità che li
oggettivizza, li consuma e li deruba del loro diritto di essere
bambini, rappresentano un allettante vivaio che soddisfa le brame dei
guardoni, trasformando una bambina o un bambino in oggetto di consumo
in un teatro che tutti guardano: familiari, parenti, vicinato e anche
i media i quali guardano e vengono guardati per cui ecco la bambina
seduttiva, sorridente, occhieggiane, ammiccante e allusiva secondo il
modello accolto e trasmesso dalle donne adulte chiaramente evocativo
della disponibilità. Questo modello si ripercuote negativamente
sulla realtà degli uomini e delle donne normali, coinvolti, loro
malgrado in questi meccanismi oggettivizzanti basati sull' equilibrio
antico dell' uomo dominatore e la donna vittima la quale si riscatta
con la disponibilità. La realtà non è così ma questo modello si
ripercuote negativamente proprio sulle persone normali rese più
esposte e vulnerabili! Vai a spiegare a certi uomini e a certe donne
che tua moglie e tuo marito non sono degli oggetti di consumo da
possedere secondo quello che è il tuo pensiero condizionato ma non
reale.
Tocca
al genitore recuperare buon senso e senso critico e
riappropriarsi del ruolo educativo che compete a lui per
salvaguardare se stesso e i suoi figli di fronte alla pubblicità
deresponsabilizzata e deresponsabilizzante e poi invitare
gli
organismi di controllo e di garanzia a
un ruolo di vigilanza sostanziale.
Genitori
e insgnanti sono ancora dei modelli forti per la prima infanzia ed è
nella prima infanzia che si costruisce l' adulto critico poiché
nell' adolescenza è molto difficile farlo se non si sono gettate le
basi di una identità non oggettivizzata e non erotizzata.
Lorenza
Cervellin
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