giovedì 9 maggio 2013

STORIA DELLO STATO: L' OGGETTIVIZZAZIONE IMPERDONABILE -Continuazione 23-


PREMESSA

Ho già parlato del processo di oggettivizzazione che ha interessato tutta l' umanità per poi concentrarsi, dal periodo Moderno e poi Contemporaneo, in particolare nell' erotizzazione e isterizzazione della donna, processo, avvenuto facilmente in quanto, la donna è sempre stata considerata, storicamente e dottinariamente, essere inferiore, “oggetto” al servizio della produzione, della riproduzione, della prostituzione e poi di strategie matrimoniali quale mezzo di perpetuazione dei beni e del potere. Il processo di oggettivizzazione oggi interessa tutta l' umanità resa povera e fragile allontanata dalla propria libera e critica soggettività proprio in virtù della conclusione del percorso di sessualizzazione al cui centro vi è la convinzione indotta che una delle specificità identitaria dell' uomo sia l' accettazione dell' idea di essere nel mondo per realizzarsi come soggetto erotizzato. Il trionfo dell' erotizzazione femminile oggi è assolutamente visibile attraverso la pubblicità la quale è riuscita ad arrivare a tutta la società comprese le famiglie.
Esito imperdonabile e apparentemente innocente di questo processo, in realtà strategico, avvenuto con il controllo e la complicità dello Stato, essenzialmente attraverso la politica pubblicitaria, è stata l' erotizzazione dei bambini. Nel corso del Novecento c' è stata la “giusta” scoperta pubblica del bambino fino ad allora considerato non compiutamente come soggetto di diritto ma semplicemente indirizzato verso la rigida diversificazione di genere e lasciato alla moralità degli adulti la quale era comunque presente ma scoprire il bambino ha voluto anche dire appropiarsi di lui, oggettivizzarlo. Fino agli anni '60 del '900, in Italia, il bambino era tenuto in un limbo, separarto dagli adulti per educarlo alla guerra, alla produzione e alla riproduzione per poi liberarlo nel nome della “pedagogia ed educazione affettiva”.
In sintesi estrema: scoprire il bambino per renderlo pienamente titolare di diritti, toglierlo dal limbo infantile, abbattere tutte le distanze simboliche ha portato anche alla sua oggettivizzazione e alla sua erotizzazione poiché gli adulti di riferimento non sono stati in grado di proteggerlo per preservarne l' innocenza e l' autenticità sottoponendolo ed esponendolo, senza protezioni, a un processo di adultizzazione. Ora quando noi sentiamo parlare di abuso infantile, il nostro pensiero e i nostri sentimenti vanno, automaticamente, ai bambini abusati e maltrattati da adulti che noi tentiamo di isolare anche con l' uso delle parole: orchi, mostri e bestie diventano i protagonisti delle violenze ma chi agisce la violenza sono invece gli uomini e le donne: spesso genitori, parenti e uomini e donne della comunità vicina all' abusato. Gli abusi verso i più deboli della società ci sono sempre stati e spesso erano considerati normali ma poi l' uomo ha elaborato dei valori ritenuti indispensabili al processo evolutivo fra i quali, al primo posto c' è la condanna della violenza, senza prevedere la strutturazione di un nuovo corpus etico in sostituzione di quello storico autoritario-ideale lasciando l' uomo in balia della nuova violenza non più isolata ma permeante ogni aspetto della vita: familiare, sociale e politica.

Dalle parole di Theodor Adorno:

  • «Siccome l'oggettività opprimente del movimento storico nella sua fase presente consiste solo nella dissoluzione del soggetto, senza ancora averne creato uno nuovo, l'esperienza individuale si basa necessariamente su un vecchio argomento, oggi storicamente condannato, che il soggetto viva per sé stesso ma non in sé stesso'. Il soggetto si sente ancora sicuro della sua autonomia, ma la nullificazione dimostrata ai soggetti nel campo di concentramento sta già sorpassando la forma stessa di soggettività»

    Nella foto: Max Horkheimer (a sinistra), Theodor Adorno (a destra) eJürgen Habermas dietro a destra, nel 1965 a Heidelberg esponenti della scuola di pensiero definita di Francoforte, (critica della società presente, tendente a smascherare le contraddizioni del contemporaneo vivere collettivo).


Oggi, spesso, dietro a tutte le violenze sui bambini vi è la complicità consapevole e inconsapevole dei famigliari e degli adulti di riferimento i quali costruiscono un mondo fatto di violenza simbolica sostrato dell' oggettivizzazione e dell' erotizzazione del bambino attraverso il “furto dell' infanzia”. Al bambino si apre la visione di tutto: corpi nudi ammiccanti, immagini di morti violente e non fisiologiche, stragi, distruzioni di corpi, corpi in azione mentre distruggono. La violenza entra nelle case e non è più giustificata, isolata e giustificabile con l' azione della guerra ma diventa violenza fisica e normalizzata. Quando il bambino non è esposto alla violenza fisica viene esposto alla violenza simbolica fra i sessi spesso all' interno della famiglia, alla mancata educazione, all' esempo inesistente e all' incapacità, per i genitori, di dare forma a regole educative per preparare il bambino alle frustrazioni.
Come succede agli adulti, immersi nel grande paradosso dell' attualità, basato sull' apparato teorico del trionfo dei diritti, mentre sostanzialmente vengono lesi, si riproduce lo stesso meccanismo paradossale sul bambino ma mentre l' adulto dovrebbe possedere gli strumenti critici per decodificare il paradosso, il bambino ne è esente e chi dovrebbe strutturarlo criticamente, in realtà, lo fa vivere esclusivamente nella reificazione togliedogli il diritto naturale primario che è il diritto all' infanzia.
Il processo di adultizzazione, oggettificazione ed erotizzazione avviene o non avviene, prima di tutto, in famiglia e poi dovunque attraverso il grande veicolo della pubblicità.


EROTIZZAZIONE DEI BAMBINI ATTRAVERSO LA PUBBLICITA'

Cosa si intende per erotizzazione? La definizione è stata stabilita, osservando gli adulti, dall' American Psychological Association (APA), un' associazione di categoria statunitense che rappresenta gli psicologi; da non confondersi con l'American Psychiatric Association, che utilizza lo stesso acronimo.
E' bene chiarire subito che l' erotozzazione è quanto di più lontano ci possa essere, sia dalla sessualità sana, che dal percorso evolutivo psico-sessuale basato sull' energia vitale e creativa: l' erotizzazione indotta origina dal processo alienante di oggettivizzazione, dalla banalità, dalla mancanza di cultura critica e della responsabilità e dall' accettazione totale del modello omologante.
Il concetto di erotizzazione comprende 4 fattori, ciascuno dei quali, preso singolarmente, può essere indice di erotizzazione, tant' è che non è necessaria la compresenza di tutti e quattro i fattori per determinare il fenomeno.

Si può parlare di erotizzazione quando:

  1. il valore di una persona è ricondotto esclusivamente al suo sex appeal o al suo comportamento sessuale;
  2. una persona è tenuta a conformarsi ad un modo di pensare che equipara l' attrattiva fisica con l' essere sexi;
  3. una persona è considerata un oggetto sessuale, vale a dire è destinata ad essere usata da altri come tale, piuttosto che essere stimata per la sua autonomia e capacità decisionale;
  4. la sessualità è imposta alla persona in modo inappropriato.

Per quanto riguarda il processo di erotizzazione a cui sono sottoposti i bambini dobbiamo subito sgombrare il campo da equivoci e dire che il percorso evolutivo di sviluppo psico-sessuale isolato da Freud per i bambini si riferisce esclusivamente al percorso di conoscenza e all' energia conoscitiva e non può assolutamente essere confuso con la sessualità degli adolescenti e degli adulti. Per i bambini si può parlare solo di esigenza di affetto e di una conseguente necessità di apprendimento affettivo che deve vedere un adulto competente nel momento della trasmissione. Inculcare nei bambini modelli di comportamento o atteggiamenti sessuali tipici degli adulti, esporli alla visione di comportamenti, prossemiche e azioni sessuali tipici degli adulti risulta una forma di pressione e una violenza simbolica molto pericolose.
In generale si può dire che questa esposizione, questa banalizzazione e questa volgarizzazione omologante verso la gestualità erotizzata, proposta come normale, è tipica di quesi anni ed in particolare dei media: televisione, riviste e immagini pubblicitarie fanno a gara nella proposta, presentata come indispensabile, dell' importanza di presentarsi sessualmente attraenti. Questa proposta attualmente riguarda anche i maschi ma è partita avendo come riferimento il corpo femminile. Fino a un certo momento storico si arrivava ai più piccoli in maniera indiretta ma attualmente l' esposizione ai bambini e dei bambini è diventata diretta. La pubbicità si rivolge direttamente a loro e li usa disinvoltamente tanto è vero che, in Italia, si è dovuto intervenire con una legge (La legge istitutiva dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, n. 112 del 2011 In vigore dal 3 agosto 2011) sostanzialmente poco efficace e assolutamente non capillare in ogni caso insufficiente ad invertire una tendenza che ha visto bambini usati nella pubblicità in pose e abbigliamenti che veicolano messaggi di tipo erotico in maniera più o meno esplicita.
A scanso di errori o equivoci noi dobbiamo pensare che mai il corpo dei bambini dovrebbe essere esposto, messo al servizio e diventare strumento mediale e pubblicitario!

SITUAZIONE STORICA IN CUI PRENDE FORMA IL BAMBINO EROTIZZATO

Nel 1983, in Italia, dalla televisione “commerciale” di Silvio Berlusconi va in onda lo spettacolo Drive in basato proprio sull' offerta televisiva di corpi femminili spogliati, esibiti ed ammiccanti, una prossemica esplicitamente erotizzata da cui parte la proposta femminile del modello incentrato sul corpo che diventa innegabilmente oggetto ma che si vuole proporre come una oggettivizzazione scelta, voluta replicata dalle donne come espressione di libertà: una schiavitù dell' apparenza diventa nella propaganda modello scelto, fenomeno ideologico reso possibile dallo smantellamento della distanza simbolica che ci consegna un altro modello inedito e violento voluto dal potere:! La donna oggetto-soggetto. La proposta di questo modello in Italia, è avvenuto rapidamente con la complicità di tutti i media e anche della televisione pubblica i quali, invece di criticarlo, si sono attivati e hanno fatto a gara nell' accattivarsi utenti e pubblico proprio con l' uso del corpo della donna come se fosse un fatto normale.
Cosa succede al di fuori dell' Italia?
Già dagli anni sessanta e Settanta del Novecento lo studioso Vance Packard avviava una riflessione filosofica e sociologica pertinente il “pericolo” della pubblicità attraverso un saggio, scritto nel 1957 poi definito negli anni '80 del '900 intitolato: I persuasori occulti. Vance Packard era un insegnante di giornalismo all'Università di New York, di 43 anni il quale rivelò al grande pubblico americano e a quello di tutto il mondo che l'alleanza sempre piú stretta tra analisi e pubblicità minacciava subdolamente, ma scientificamente, la libertà d'opinione su qualsiasi argomento. Il suo saggio nenne studiato con interesse ma l' attualità lo rivela profetico. I persuasori occulti è ancora oggi, a tanti anni di distanza, un testo urticante con cui fare i conti in un primo bilancio. Quante previsioni si sono avverate? Perché sí? Perché no? All'edizione originale lo stesso Packard ha aggiunto l'epilogo I persuasori occulti rivisitati negli anni ottanta aggiornando ulteriormente la sua critica alla pubblicità ormai sempre più pervasiva.
Nel 1991, l' esperto di comunicazione Neil Postman scrive un libro: La scomparsa dell' infanzia il cui assunto è, la stampa ha creato l'infanzia, la televisione la sta annullando.
Secondo Postman la società attuale è dominata dalla presenza o dall' assenza della possibilità di accedere ai consumi opacizzando e annullando le differenze fra adulti e bambini ridotti principamente al ruolo di consumatori e, come tali, sempre meno facilmente distinguibili, non solo nel linguaggio, ma, anche negli atteggiamenti, nelle aspirazioni e persino nei comportamenti relativi alla sessualità. Sempre più spesso si vedono piccoli assumere atteggiamenti, pose e movenze degli adulti. L' influenza capillare del consumismo ha trovato terreno fertile nell' evoluzione delle relazioni familiari successiva agli anni '60 relativa alla caduta del modello autoritario a cui non ha corrisposto a strutturazione di un modello sostitutivo autorevole e denso di valori. Il modello verticale autoritario è stato sostituito da legami di tipo orizzontale: relazioni genitori-figli di tipo giuridicamente paritario che hanno devitalizzato l' autorevolezza e scardinato la distanza simbolica la quale avrebbe permesso rapporti paritari ed educativamente efficaci. Di fatto la famiglia è stata lasciata sola, il politico ha occupato tutti gli ambiti del sociale profittando della cancellazione dei confini generazionali la cui scomparsa ha indebolito la scansione delle tappe evolutive e i modelli educativi tradizionali che corrispondevano a quelle tappe. L' esito più devastante dello scardinamento della distanza simbolica è derivato dall' accelerazione della crescita dei bambini in nome di una precocità necessaria in previsione di risultare vincenti nell' agone sociale quando invece soltanto una crescita che rispetta i tempi dello sviluppo può garantire la formazione di una personalità matura e autonoma. Accanto all' accelerazione della crescita vi è anche l' omologazione al modello considerato vincente aggressivo e grintoso con la cancellazione del valore della complessità e il trionfo del clone (Clone deriva dal greco κλων (klön, ramoscello).

IL BAMBINO CONSUMATORE E OGGETTO DI CONSUMO

Per il mercato i bambini costituiscono forse la porzione più numerosa di consumatori e gli apparati pubblicitari si sono impegnati molto per persuadere i genitori e direttamente anche i bambini trasformandoli in esseri consumistici. Il bambino che tormenta, piange, si dispera, si butta per terra davanti alle vetrine e ricatta i genitori per avere un oggetto è diventato la norma a tal punto che i genitori e tutta la rete parentale interviene con la “prevenzione” cioè l' acquisto preventivo. Attualmente il bambino è sommerso di oggetti dai quali, spesso, diventa indistinguibile! L' ultima frontiera dei consumi, indistinguibile da quella degli adulti, è, per i bambini, il consumo di oggetti legati alla comunicazione resa indistinguibile dal gioco e dall' immagine. Tutti i sensi non sono più rivolti alla realtà perfezionando la vista, lo sguardo e l' udito ma tutto il sistema sensoriale viene convogliato verso un oggetto elettronico; molto spesso capita di vedere bambini avulsi dalla realtà con l' udito impegnato con cuffie e in mano un telefonino ma il telefonino non è più uno strumento ma una appendice quasi fisiologica del braccio e della mano che modifica tutta la postura corporea e la prossemica classica. Queste modifiche corporee influenzano profondamente anche la psiche in senso omologante e antinaturale cancellando le rigide e storiche differenze di genere che ci proiettano verso il corpo asessuato ma, paradossalmente, estremizzato nella sessualizzazione a causa dell' abbigliamento. E' nel campo dei vestiti che si sono scatenate le agenzie pubblicitarie i base al principio che i richiami evidenti o occulti di tipo sessuale fanno vendere qualsialsi cosa. L' erotizzazione del corpo infantile viene usata per promuovere la vendita di abbigliamento e prodotti per bambini e attraverso l' esibizione del corpo infantile erotizzato si intende raggiungere gli adulti che hanno la capacità economica e questo rende ancora più inquietante, ambigua e diseducativa questa operazione commerciale basata solo sul cinismo: lo stimolo erotico è pensato per raggiungere gli adulti economicamente capaci ma l' uso del bambino lo trasforma, ancora di più, in oggetto a disposizione. Attualmente l' Italia è intervetuta legislativamente per prevenire la strumentalizzazione dei corpi dei minori utilizzati a scopo pubblicitario ma i bambini usciti dalla porta entrano da un portone attaverso l' esibizione dei bambini nello spettacolo televisivo e attraverso le foto mostrate nei social network.

CONSEGUENZE DELL' EROTIZZAZIONE PRECOCE

Le conseguenze dell' erotizzazione precoce nelle bambine possono riguardare diversi aspetti della personalità. Dal punto di vista cognitivo è stato evidenziato che il concentrarsi eccessivamente sul corpo e sul look in tenera età può generare una negligenza nei confronti di altri aspetti fondamentali dello sviluppo del pensiero e del ragionamento critico il quale ha bisogno di un distacco dall' eccesso dell ' Io e dell' Ego per spaziare sulla realtà esterna e sull' altro da sé. Anche lo sguardo e le attività artistico-espressive e matematiche hanno bisogno di libertà. Per quanto riguarda la sfera emotiva, una preoccupazione costante per l' aspetto fisico erotizzato ed esteriorizzato, può creare inadeguatezze immaginarie, tensioni esterne, insoddisfazioni e vergogne quando invece, tutta o buona parte delle energie dei bambini dovrebbero essere indirizzate su altri aspetti dell' esistenza non ultime la spensieratezza, la scoperta, la sperimentazione, l' accettazione della frustrazione e la conoscenza del limite. Lo sviluppo di una sana immagine corporea e di una solida autostima possono essere ostacolati dallo sforzo di avere le stesse fattezze e gli stessi gusti dei modelli proposti dalla moda e una conseguenza di tale insensata tensione è la possibilità di cadere nella trappola dei disturbi alimentari. La pressione e la centralità di avere un corpo fisico immaginato, antifemminile e proposto ma non reale, l' esigenza di essere pronte e aggressive fin da piccole, influesce negativamente soprattutto sulle bambine le quali a volte sono ossessionate dalla preoccupazione del proprio aspetto fisico e la paura del giudizio degli altri a tal punto da evitare di cimentarsi, per esempio, nelle attività fisiche salvo poi magari frequentare ossessivamente le palestre. Tutto questo discorso non ha nulla a che vedere con l' esigenza di adottare un regime alimentare giusto e sano al mantenimento della propria salute psico-fisica. L' erotizzazione precoce ha tra i suoi effetti anche quello di incoraggiare le bambine ad impegnarsi in atteggiamenti seduttivi che attirano l' attenzione dei maschi prima di essere in grado di comprenderne le potenziali conseguenze sul piano fisico e psicologico. Non dobbiamo mai dimenticare che viviamo in una società oggettivizzata e l' oggettivizzazione del corpo e l' identificazione con modelli adulti conducono facilmente ad una rappresentazione del sesso di tipo strumentale nel senso che la sessualità può essere concepita e vissuta alla stregua di una merce di scambio a completo discapito della componente relazionale ed affettiva isolata con uno sforzo enorme da uomini e donne. Il fatto che, per imitazione e omologazione, una bambina assuma atteggiamenti da Lolita, seduttivi nei confronti dell' altro sesso, non fa che rafforzare questa tendenza. A livello sociale questo fenomeno comporta insidie evidenti: questi piccoli che sono sempre meno piccoli e sempre più prototipi di una adultità che li oggettivizza, li consuma e li deruba del loro diritto di essere bambini, rappresentano un allettante vivaio che soddisfa le brame dei guardoni, trasformando una bambina o un bambino in oggetto di consumo in un teatro che tutti guardano: familiari, parenti, vicinato e anche i media i quali guardano e vengono guardati per cui ecco la bambina seduttiva, sorridente, occhieggiane, ammiccante e allusiva secondo il modello accolto e trasmesso dalle donne adulte chiaramente evocativo della disponibilità. Questo modello si ripercuote negativamente sulla realtà degli uomini e delle donne normali, coinvolti, loro malgrado in questi meccanismi oggettivizzanti basati sull' equilibrio antico dell' uomo dominatore e la donna vittima la quale si riscatta con la disponibilità. La realtà non è così ma questo modello si ripercuote negativamente proprio sulle persone normali rese più esposte e vulnerabili! Vai a spiegare a certi uomini e a certe donne che tua moglie e tuo marito non sono degli oggetti di consumo da possedere secondo quello che è il tuo pensiero condizionato ma non reale.
Tocca al genitore recuperare buon senso e senso critico e riappropriarsi del ruolo educativo che compete a lui per salvaguardare se stesso e i suoi figli di fronte alla pubblicità deresponsabilizzata e deresponsabilizzante e poi invitare gli organismi di controllo e di garanzia a un ruolo di vigilanza sostanziale. Genitori e insgnanti sono ancora dei modelli forti per la prima infanzia ed è nella prima infanzia che si costruisce l' adulto critico poiché nell' adolescenza è molto difficile farlo se non si sono gettate le basi di una identità non oggettivizzata e non erotizzata. Lorenza Cervellin

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