In
questo periodo storico imperversa il dichiarazionismo per
esprimere annunci, demonizzazioni,giudizi, volgarizzazioni con
la complicità dei titolisti dei giornali. E' una nuova retorica al
servizio del potere, un potere non più solo gerarchico ma che arriva
da ogni dove; spesso stampa e potere politico sono complici. Monti e
Squinzi sono due maestri di comunicazione: entrambi usano il
dichiarazionismo populista. Monti è impegnato con dichiarazioni
ordinate, politicamente corrette e formali, il tutto al servizio
della politica borghese-reazionaria che attua, facendo credere di
lavorare per il "popolo" mentre in realtà lo sta
letteralmente affamando. Squinzi sembra più sincero, più trasparente
meno avvezzo al dichiarazionismo vigliacco e ipocrita, usa il
linguaggio popolare: "boiata", "macelleria sociale",dà il voto al governo, per
cui Monti lo richiama a una retorica formalmente più consona al
ruolo. Assisteremo ancora a un linguaggio fintamente
conflittuale teso a mascherare la reazione? Squinzi ha
rettificato ma rientrerà nei binari reazionari con dichiarazioni
esclusivamente formali o userà solo dichiarazioni formalmente
corrette ma sostanzialmente sincere? Squinzi aveva detto
delle cose sostanzialmente sensate perchè capisce che la situazione
è tragica ma aveva usato il linguaggio degli
"avversari".
Noi dobbiamo sempre continuare a
decodificare una politica completamente screditata ma che pensa
ancora ingenuamente di poterci distrarre con il linguaggio e la
manipolazione della stampa. Monti continua con il dichiarazionismo
usando metafore belliche e criticando la concertazione. Cosa maschera
per cui rende evidente il dichiarazionismo? Il limite e la mancanza
di cultura da parte di tutti perchè a una dichiarazione bisogna
rispondere con un' altra dichiarazione in una continua
semplificazione che svilisce e discredita sempre di più il popolo
italiano. Dietro il dichiarazionismo di Monti c' è il chiaro attacco
ai diritti e quindi alla democrazia. Un filone dichiarazionista si dispiega contro i "sindacati",colpevolizzati e demonizzati dimenticando che il ruolo dei sindacati è stato determinante nel migliorare le condizioni di lavoro di operai, contadini, uomini e donne, trattati disumanamente e poi riconosciuto con l' impegno dei sindacalisti (vedi Di Vittorio) all' interno della Costituente sancito dall' art. 39:
L’organizzazione sindacale è libera
Ai
sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro
registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di
legge
È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica
I sindacati registrati hanno personalità giuridica
Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce
Ora si vuole tornare dichiaratamente all' Ancien Régime con l' economia di rendita, la schiavitù, il monopolio, la tirannia ma è questo il metodo giusto? Dobbiamo prendere atto del fallimento della democrazia rappresentativa? Dobbiamo rinunciare alla civiltà come è stata narrata dal Trecento in poi?Io penso che noi, popolo davvero nobile, abbiamo il dovere, democraticamente e responsabilmente di di interrompere questo ritorno a forme di potere primitivo e semplificato che non si distaccano dal modello patriarcale e salvifico di un “capo guida”, al servizio di élites plutocratiche le quali, per mantenere il dominio sociale e politico, distruggono democrazia e si autolegittimano. L' elettorato, negli ultimi anni, ha legittimato gruppi di potere che hanno comandato e dominato senza capacità e per incapacità di governare hanno interrotto il processo di liberazione dell' uomo e di modernizzazione degli stati, al riparo di ideologie contraddittorie, usate a scopo demagogico, che spaziano dal neo-liberismo, neo-statalismo, neo-imperialismo con tendenze autarchiche e protezionistiche alla cui base ci sono delle elites-clan con relative clientele e immunità. Da Berlusconi a Monti: il potere non elabora niente di nuovo basandosi sempre sul dominio patriarcale alla cui base, c' è il processo di identificazione con il capo: oggi Monti e Napolitano sono “due grandi padri” al servizio di uno stato lontano dai cittadini, ingiusto in quanto il potere politico, soprattutto dagli anni 80 in poi, non è riuscito a rendere efficiente giusto ed equo l' apparato statale, uno stato in cui i politici si sono consapevolmente tenuti lontani dalla realtà per meglio controllarla. La retorica usata ci parla in modo elementare con slogan, stereotipi, luoghi comuni e metafore: calcistiche (scendere in campo), mediche (Monti è stato chiamato al capezzale di un moribondo), catastrofiche (eravamo sull' orlo del baratro), belliche (siamo in guerra), con la giustificazione finale della necessità e in nome di questa supposta necessità si prendono iniziative discutibili da un punto di vista sia etico che morale; sotto forme di sobrietà e austerità, in realtà, si esercitano forme di dominio maschili il cui modello perdura dal Neolitico.Soprattutto fa paura il nuovo per cui ricorriamo sempre a quello che ci è stato tramandato per tradizione. La cultura occidentale attinge alla tradizione greco-romana che si fonda sui miti. Nel passaggio dalla forma di organizzazione sociale matrilineare al patriarcato si struttura il mito dei padri fondatori, eroi che all' inizio venivano da lontano e che poi vennero via, via sostituiti da una parentela interna alla famiglia in modo da ricostruire una linea dinastica maschile ma, nella cultura universale rimane il mito dei “ritorni”: Edipo, Mosè, Romolo, Perseo, Ciro; parallelamente si consolida un potere dinastico circoscritto e si evocano figure salvifiche, nei casi di crisi di potere interne, basate sui ritorni: un maschio, eroe, con funzione salvifica che torna, ristabilisce l'ordine, crea confini, amministra la giustizia, dispone dei beni economici, controlla le donne, intraprende guerre giuste; modello presente ancora oggi. Mentre la cultura patriarcale ha avuto dei maestri di retorica di indubbio valore oggi abbiamo dei “maestri cialtroni” facilmente interpretabili; speriamo bene per i cittadini!!! Speriamo che una nuova possibilità di civiltà ci venga data, di riuscire a conquistarla.
È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica
I sindacati registrati hanno personalità giuridica
Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce
Ora si vuole tornare dichiaratamente all' Ancien Régime con l' economia di rendita, la schiavitù, il monopolio, la tirannia ma è questo il metodo giusto? Dobbiamo prendere atto del fallimento della democrazia rappresentativa? Dobbiamo rinunciare alla civiltà come è stata narrata dal Trecento in poi?Io penso che noi, popolo davvero nobile, abbiamo il dovere, democraticamente e responsabilmente di di interrompere questo ritorno a forme di potere primitivo e semplificato che non si distaccano dal modello patriarcale e salvifico di un “capo guida”, al servizio di élites plutocratiche le quali, per mantenere il dominio sociale e politico, distruggono democrazia e si autolegittimano. L' elettorato, negli ultimi anni, ha legittimato gruppi di potere che hanno comandato e dominato senza capacità e per incapacità di governare hanno interrotto il processo di liberazione dell' uomo e di modernizzazione degli stati, al riparo di ideologie contraddittorie, usate a scopo demagogico, che spaziano dal neo-liberismo, neo-statalismo, neo-imperialismo con tendenze autarchiche e protezionistiche alla cui base ci sono delle elites-clan con relative clientele e immunità. Da Berlusconi a Monti: il potere non elabora niente di nuovo basandosi sempre sul dominio patriarcale alla cui base, c' è il processo di identificazione con il capo: oggi Monti e Napolitano sono “due grandi padri” al servizio di uno stato lontano dai cittadini, ingiusto in quanto il potere politico, soprattutto dagli anni 80 in poi, non è riuscito a rendere efficiente giusto ed equo l' apparato statale, uno stato in cui i politici si sono consapevolmente tenuti lontani dalla realtà per meglio controllarla. La retorica usata ci parla in modo elementare con slogan, stereotipi, luoghi comuni e metafore: calcistiche (scendere in campo), mediche (Monti è stato chiamato al capezzale di un moribondo), catastrofiche (eravamo sull' orlo del baratro), belliche (siamo in guerra), con la giustificazione finale della necessità e in nome di questa supposta necessità si prendono iniziative discutibili da un punto di vista sia etico che morale; sotto forme di sobrietà e austerità, in realtà, si esercitano forme di dominio maschili il cui modello perdura dal Neolitico.Soprattutto fa paura il nuovo per cui ricorriamo sempre a quello che ci è stato tramandato per tradizione. La cultura occidentale attinge alla tradizione greco-romana che si fonda sui miti. Nel passaggio dalla forma di organizzazione sociale matrilineare al patriarcato si struttura il mito dei padri fondatori, eroi che all' inizio venivano da lontano e che poi vennero via, via sostituiti da una parentela interna alla famiglia in modo da ricostruire una linea dinastica maschile ma, nella cultura universale rimane il mito dei “ritorni”: Edipo, Mosè, Romolo, Perseo, Ciro; parallelamente si consolida un potere dinastico circoscritto e si evocano figure salvifiche, nei casi di crisi di potere interne, basate sui ritorni: un maschio, eroe, con funzione salvifica che torna, ristabilisce l'ordine, crea confini, amministra la giustizia, dispone dei beni economici, controlla le donne, intraprende guerre giuste; modello presente ancora oggi. Mentre la cultura patriarcale ha avuto dei maestri di retorica di indubbio valore oggi abbiamo dei “maestri cialtroni” facilmente interpretabili; speriamo bene per i cittadini!!! Speriamo che una nuova possibilità di civiltà ci venga data, di riuscire a conquistarla.
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