Il giorno 6 luglio 2012, sul blog di Rita Guma, del Fatto Quotidiano è apparso un articolo: "Femminicio, capirsi per combatterlo". Il risultato non sembra avere avuto l' esito sperato perchè si è innescato il meccanismo duale classico di conoscenza della cultura occidentale basata sulla divisione sessuale di genere: superiorità maschile, inferiorità femminile elaborata e imposta storicamente alla donna dall' uomo. L' incomprensione era accentuata dal fatto che non si discuteva di un tema leggero ma si parlava di omicidi e si tentava di spiegare il femminicidio come un portato culturale delle società e degli Stati, direzione tracciata dall' ONU il quale auspica un incontro Cultura/Giurisprudenza su questo tema.
Vorrei
mettere un punto fermo: la cultura di genere decodifica i meccanismi
di potere elaborati dall' uomo per porre sotto dominio il genere
femminile con l' obiettivo di superare il genere e limitare le
conflittualità. I meccanismi di potere patriarcali hanno tenuto
sotto controllo tutta la popolazione femminile e tutti i soggetti
deboli per cui questa conoscenza prende in esame tutta l' umanità.
Durante
tutta la Storia occidentale, nei momenti di crisi, come quello che
stiamo vivendo, l' attenzione sul femminile, probabilmente per paura,
si focalizza sulla donna perchè il controllo sulla donna, secondo un
portato storico, corrisponde al controllo sulla compagine sociale.
Questo controllo interessa tutti e questo spiega, probabilmente, la
rinnovata attenzione odierna sulla donna.
Oggi
non si può più tenere sotto controllo la donna con giustificazioni
che la Storia e la Giurisprudenza hanno decretato ingiuste e illegali
ma, dal momento che la parità sostanziale non si realizza si ha
paura del ritorno di antichi pregiudizi che possano compromettere le
posizioni di parità formale raggiunta.
Per
esemplificare queste paure ricorro alla produzione poetica: "La
Storia"
la
Storia non si snoda
come
una catena
di
anelli interrotta.
In
ogni caso
molti
anelli non tengono.
La
Storia non contiene
il
prima e il dopo
nulla
che in lei borbotti
a
lento fuoco...
La
Storia non è poi
la
devastante ruspa che si dice.
Lascia
sottopassaggi, cripte, buche
e
nascondigli.
C'
è chi sopravvive......
Eugenio
Montale, La Storia, Satura, Milano, 1971
La
forza e la verità della poesia rappresentano efficacemente la Storia
delle donne
Qual'
è la paura? la rappresento con un' altra poesia
Quando
bacio il tuo labbro profumato
cara
fanciulla non posso obliare
che
un bianco teschio vi è sotto celato.
Quando
a me sringo il tuo corpo vezzoso
obliar
no poss'io, cara fanciulla
che
vi è sotto uno scheletro nascosto.
E
nell' orrenda visione assorto,
dovunque
o tocchi, o baci, o la man posi,
Sento
sporger le fredde ossa di un morto.
Iginio
Ugo Tarchetti, Memento
« Molte
donne ho amate, molte che mi hanno tutto sacrificato, avvenire,
felicità, reputazione [...] » (Iginio Ugo Tarchetti Lettera
del 1863)
Non più sudditanza e rappresentazioni di scheletri ma soggetti relazionali autonomi, liberi e responsabili, non più ritorno al passato e aderenza critica alle posizioni dell' ONU.
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