lunedì 30 luglio 2012

BOCCIATA LA PARITA' DI GENERE DA PARTE DI PDL LEGA E UDC (post informativo)


(941) Dorina BIANCHI ed altri.  -  Disposizioni per la parità di genere nell'accesso alla comunicazione politica nei mezzi di informazione  
(1430) Mariapia GARAVAGLIA e DI GIOVAN PAOLO.  -  Disposizioni per promuovere la rappresentanza di genere nelle amministrazioni locali  
(2225) SANNA.  -  Disposizioni in materia di promozione dell'equilibrata rappresentanza di genere nei Consigli e nelle Giunte provinciali  
(2578) Maria Fortuna INCOSTANTE ed altri.  -  Disposizioni per promuovere la rappresentanza di genere nei consigli regionali e degli enti locali  
(2947) Anna Cinzia BONFRISCO.  -  Disposizioni per la promozione della parità di accesso alle cariche elettive ed agli organi esecutivi dei comuni, delle province e delle regioni, in attuazione dell'articolo 51 della Costituzione  
(3224) Giuliana CARLINO ed altri.  -  Nuove disposizioni per favorire l'accesso alle cariche elettive e agli organi esecutivi dei comuni, delle province e delle regioni in condizioni di pari opportunità tra donne e uomini
(Esame congiunto e rinvio) 
 La relatrice INCOSTANTE (PD) illustra alcuni dati che descrivono l'arretratezza dell'Italia sotto il profilo della rappresentanza femminile nelle istituzioni elettive, che denota un vero e proprio deficit democratico, vista la sostanziale esclusione della parte più consistente della popolazione. Nel dare conto dei disegni di legge in titolo d'iniziativa dei senatori, a proposito degli strumenti diretti ad assicurare una maggiore rappresentanza femminile, esprime la preferenza per una disciplina di tipo pubblicistico, cioè misure legislative specifiche volte a introdurre quote di genere nei sistemi elettorali, in modo tale da perseguire un riequilibrio attraverso azioni positive dirette. In proposito, ricorda che la giurisprudenza costituzionale e la dottrina sono ormai concordi nel ritenere legittimi interventi che impegnino i presentatori delle liste, ovvero gli elettori, a garantire un equilibrio di genere. La riforma costituzionale del 2003, rafforzando il precetto dell'articolo 51, primo comma, della Costituzione, ha introdotto il principio della promozione delle pari opportunità per l'accesso alle cariche pubbliche elettive, offrendo una copertura costituzionale a interventi positivi. La Corte ha chiarito che non sono contrari alla Costituzione disposizioni che prevedano misure per il riequilibrio di genere, purché siano formulate in modo neutro, misure che vincolino i presentatori delle liste ma non comportino una distorsione nell'esito del voto, e che conferiscano facoltà ulteriori all'elettore. Ricorda la soluzione adottata dalla Regione Campania nella propria legge elettorale, con la doppia preferenza di genere, cioè la possibilità per l'elettore di esprimere due preferenze purché per candidati di genere diverso; una soluzione ritenuta legittima dalla Corte costituzionale e ripresa nel testo del disegno di legge n. 3290, approvato dalla Camera dei deputati.
  La relatrice ALBERTI CASELLATI (PdL) riferisce alcuni dati statistici che testimoniano la sottorappresentazione delle donne nelle istituzioni politiche, ben al di sotto del 30 per cento fissato nel 1990 dalla Commissione sulla condizione femminile delle Nazioni Unite e considerato come quota minima per i livelli nazionali. Tuttavia, le politiche di pari opportunità cominciano a produrre effetti positivi, insieme al cambiamento progressivo del Paese. Dunque, è necessario insistere in quelle politiche, definendo tempestivamente il provvedimento (A.S. 3290), nel testo approvato dalla Camera dei deputati. Dà conto, quindi, del contenuto normativo del disegno di legge n. 3290. L'articolo 1 rinvia agli statuti comunali e provinciali la definizione delle norme per la promozione di pari opportunità, prevedendo che gli obiettivi devono essere garantiti e non semplicemente promossi, ferma l'autonomia degli enti locali nella scelta delle misure più adeguate. L'articolo 2 prevede il rispetto della parità di accesso e della presenza di entrambi i sessi nelle liste elettorali locali, riproponendo i meccanismi che hanno superato il vaglio di costituzionalità. L'articolo 3 inserisce tra i princìpi che la legislazione regionale in materia elettorale deve osservare la promozione della parità di accesso, mentre l'articolo 4 stabilisce il principio generale per cui i mezzi di informazione, nell'ambito delle trasmissioni per la comunicazione politica, debbono rispettare l'articolo 51, primo comma, della Costituzione. Si sofferma quindi sull'articolo 5, che promuove la presenza femminile nelle commissioni di concorso. Ritiene che il disegno di legge sia attento e rispettoso dei principi costituzionali, rafforzati con la riforma dell'articolo 51: l'evoluzione più recente dell'ordinamento giuridico è coerente con la via europea all'eguaglianza di genere, piuttosto che con il modello americano delle azioni positive, mirate alla salvaguardia di gruppi sociali discriminati. In tal senso si è mossa anche la Corte costituzionale, che a suo tempo aveva censurato norme di legge in materia elettorale simili a quelle che si propongono con il disegno di legge n. 3290. Infatti, dopo le più recenti riforme costituzionali, la Corte ha evidenziato che i vincoli alla formazione delle liste non incidono sui diritti dei cittadini, ma solo sulla formazione delle libere scelte dei partiti. Inoltre, la Corte ha chiarito che le norme che garantiscono la parità di accesso degli uomini e delle donne alle cariche elettorali non alterano il risultato elettorale e danno luogo a un meccanismo non costrittivo ma solo promozionale, coerente con le disposizioni costituzionali.
Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

Questo disegno di legge di iniziativa governativa sarà bocciato come sappiamo dal blog di Giuliana Carlino: www.GIULIANACARLINO.IT  MERCOLEDI' 18 LUGLIO 2012
"Oggi in Senato la coalizione di un maschilismo becero ha fatto perdere una grande opportunità Oggi in Senato Pdl, Lega e Udc hanno costruito la coalizione del maschilismo conservatore più becero, bocciando l'emendamento Idv , di cui ero prima firmataria,  al ddl di riforma costituzionale , volto a introdurre la parità di genere nella rappresentanza elettiva al Senato. Il centrodestra, negando il principio di pari opportunità tra donne e uomini, si conferma distante anni luce dalla società civile. Quanto accaduto in aula è un segno di anacronistica conservazione, frutto di un voto sconsiderato di quella parte della strampalata maggioranza che si dimostra ancora una volta ipocrita, maschilista e chiusa nei confronti delle donne. Soprattutto è una scelta irresponsabile che non riflette lo spirito del Paese reale, che invece ha un disperato bisogno di crescita e ripresa. E' fondamentale colmare lo squilibrio di democrazia presente in Italia, non perché le donne vogliono contare di più per la propria affermazione, ma per lo sviluppo economico e sociale del nostro paese. Il Senato, fermo per mentalità e riforme al Paleolitico, ha perso ancora una volta una grande opportunità"
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