martedì 14 agosto 2012

SICUREZZA SUL LAVORO: REALTA' MUTEVOLE O BENE SUPREMO? PROBLEMATIZZAZIONE DEI DISCORSI PUBBLICI


Patrizia Todisco è il giudice per le indagine preliminari della  procura di Taranto attualmente evidentemente sotto assedio dai poteri governativi, per aver fatto il proprio dovere applicando la legge con una decisione che afferma una cosa semplice: la gestione colpevole della produzione dell’ Ilva, a causa della grave ed attualissima situazione di emergenza ambientale e sanitaria in cui versa il territorio di Taranto, imputabile alle emissioni inquinanti (convogliate, diffuse e fuggitive) dello stabilimento ILVA s.p.a., crea pericolo per la salute pubblica, gravi danni ambientali e non può proseguire sino a quando non rientra nella legalità (art. 434 del c.p.). 
Per quanto riguarda la sicurezza interna dei lavoratori ricordo che la legislazione italiana in materia di sicurezza sul lavoro è definita dal Testo Unico per la sicurezza sul lavoro (Dlgs 81/2008) che ha uniformato e inglobato la precedente legislazione in tema di sicurezza sul lavoro. Il Testo Unico, di cui da tempo si discuteva e di cui si sentiva l' esigenza, alla luce dei numerosi casi di morte e invalidità dovuti a incidenti sul lavoro per inosservanza delle norme di sicurezza, viene a proporre un sistema di gestione della sicurezza e della salute in ambito lavorativo preventivo e permanente, raccogliendo, oltre le norme della Costituzione, anche le indicazioni internazionali, attraverso:

  • l'individuazione dei fattori e delle sorgenti di rischi;
  • la riduzione, che deve tendere al minimo del rischio;
  • il continuo controllo delle misure preventive messe in atto;
  • l'elaborazione di una strategia aziendale che comprenda tutti i fattori di una organizzazioni (tecnologie, organizzazione, condizioni operative...)
ll decreto, inoltre, definisce in modo chiaro le responsabilità e le figure in ambito aziendale per quanto concerne la sicurezza e la salute dei lavoratori e si pronuncia chiaramente sulla sicurezza di genere. Il Testo Unico ha inoltre l' ambizione di portare il tema della sicurezza sul lavoro, dall' impresa alle classi dirigenti e alla società istituendo:  
Articolo 8 - Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro
  1. È istituito il Sistema informativo nazionale per la prevenzione (SINP) nei luoghi di lavoro al fine di fornire dati utili per orientare, programmare, pianificare e valutare l’efficacia della attività di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, relativamente ai lavoratori iscritti e non iscritti agli enti assicurativi pubblici, e per indirizzare le attività di vigilanza, attraverso l’utilizzo integrato delle informazioni disponibili negli attuali sistemi informativi, anche tramite l’integrazione di specifici archivi e la creazione di banche dati unificate.
  2. Il Sistema informativo di cui al comma 1 è costituito dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, dal Ministero dell’interno, dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e di Bolzano, dall’INAIL, dall’IPSEMA e dall’ISPESL, con il contributo del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL). Allo sviluppo del medesimo concorrono gli organismi paritetici e gli istituti di settore a carattere scientifico, ivi compresi quelli che si occupano della salute delle donne.


Io in quel periodo era ancora in servizio e non in un luogo qualunque ma in una ASSL, azienda deputata al controllo della sicurezza sui luoghi di lavoro e il dipartimento dove svolgevo il mio servizio era, dal punto di vista della sicurezza, inadeguato seppure non paragonabile ai rischi di cui stiamo parlando. Il paradosso era, che, dopo l' incidente alla Thyssen si è scatenata la formazione, già in atto, finalizzata a formare gli operatori  sulla cultura della sicurezza ma spesso erano iniziative formali-burocratiche che servivano più a far guadagnare i docenti che a creare vera cultura sulla sicurezza: alla fine dei corsi di formazione tutto rimaneva come prima.  Il busines della formazione sulla sicurezza dal 2008 non ha conosciuto crisi ed è stato sempre in salita con un numero impressionante di esperti e formatori sulla sicurezza che attualmente, sul caso ILVA, rimangono silenziosi. 
E' interessante proporre il confronto fra le retoriche formali, antitetiche, di stato in atto nei casi Thyssenkrupp e nel caso ILVA per confrontare due discorsi pubblici strumentali al potere  e privi di sostanza.
Il Testo Unico viene varato dopo Il 6 dicembre 2007 quando era avvenuto l' incidente alla Thyssenkrupp di Torino e dopo che la retorica di Stato formale e pietistica si era messa in movimento con le solite dichiarazioni vuote e prive di sostanza, alla luce di quello che poi la realtà ci ha riportato, ma funzionali a persuadere i cittadini del contrario.
Dichiarazione del Presidente Prodi:
  • .....“quella dei morti sul lavoro è una vera emergenza nazionale”. Prodi punta il dito sulla ThyssenKrupp: l’azienda dovrà chiarire senza reticenza alcuna. Due ministri sono impegnati a far luce, insieme alle autorità competenti, su quanto accaduto, e noi vogliamo che quella luce sia totale e rapida. Poi allarga il tema della sua denuncia a tutto il mondo imprenditoriale: in molti casi – ha detto il premier – c’è responsabilità delle imprese.......
Dichiarazione del presidente Giorgio Napolitano:
  • ...questo drammatico evento coinvolge ancora una volta la responsabilità di tutti, poteri pubblici e forze sociali, ad assumere il necessario impegno per estirpare l'inaccettabile piaga delle morti e degli incidenti sul lavoro"
Parole simili erano state espresse dal ministro del Lavoro Cesare Damiano che aveva chiesto a tutta la società italiana di farsi carico dell'emergenza sicurezza: il Governo ha fatto molto ma le norme, i controlli e le sanzioni da soli non bastano. E poi via ai rituali distraenti classici: sciopero dei metalmeccanici della provincia e proclamazione del lutto cittadino
Nel 2007 il discorso pubblico in tema di sicurezza sul lavoro, trova il governo compatto anche perchè l' incidente. di eccezionale gravità,  vedeva la responsabilità di una impresa non italiana e di un luogo produttivo destinato alla chiusura.

Nel 2010 il discorso pubblico sulla sicurezza è già cambiato come risulta dalle dichiarazioni riportate su sito della CIPSI (Coordinamento Informativo Provinciale Per La Sicurezza Sul Lavoro) di Taranto -archivio news 2010- 


-SICUREZZA LAVORO: TESTO UNICO ATTUATO-
Queste le dichiarazioni del ministro Maurizio Sacconi in occasione del terzo anniversario del rogo allo stabilimento torinese Thyssenkrupp presenti sul sito CIPSI proprio di Taranto:
  • Può esser utile una riflessione circa l' opportunità di una procura nazionale “esperta” e dedicata per la salute e sicurezza nel lavoro, data la complessità della materia e la utilità di far convergere in un punto dello stesso sistema giudiziario tutte le conoscenze utili a giudicare comportamenti patologici.
E ancora:
  • A tre anni dalla tragedia Thyssen, mentre giustizia deve essere fatta, possiamo constatare che la reazione delle istituzioni e delle forze sociali è stata operosa per migliorare l' impianto normativo e diffondere buone pratiche di collaborazione bilaterale. Il Testo Unico è stato largamente attuato e gli ultimi atti sono destinati a perfezionarsi nei primi mesi del prossimo anno
Non ci vuole molto per riconoscere il solito dichiarazionismo retorico sostanzialmente privo di valore e slegato dalla realtà: che significato ha questa dichiarazione? Cosa significa reazione operosa? La reazione deve tradursi in azioni reali ed efficaci mentre ogni lavoratore sa che sui posti di lavoro nulla è cambiato neanche con il Testo Unico; le imprese espletano solo formalmente ciò che viene richiesto ma poi sostanzialmente nulla cambia. Sacconi ricorre al motivo distraente del pool salvifico che in realtà sarebbe servito, come sempre, a dare incarichi per clientela al fine di tenere sotto controllo centrale la realtà della sicurezza. Invece del pool sarebbe stato utile pensare a potenziare le procure nei territori e rispettare e supportare i magistrati già operativi. In generale: la centralizzazione corrisponde sempre a una volontà di controllo più che a una garanzia di maggiore sicurezza. Oggi assistiamo ai tentativi governativi scomposti di vanificare i principi assoluti di sicurezza sanciti dalla decisione del giudice Todisco.
Se queste dichiarazioni fossero state sincere, coerenti ed oneste oggi il giudice Todisco dovrebbe dormire in un letto di piume ma invece non è difficile immaginare il tormento che sta vivendo sapendo le conseguenze che le sue decisioni potranno avere sulla comunità in cui è nata e vissuta ma soprattutto sapendo che si è messo in moto un "processo consapevole di colpevolizzazzione" nei suoi riguardi da parte di quei poteri che si schierano da una parte o dall' altra non in base a motivi etici ma per interessi politici. Ma il giudice, per fortuna o purtroppo, deve avvicinarsi il più possibile a una verità e poi “decidere per legge” e il potere politico deve saper gestire gli effetti di un provvedimento giudiziario, se ritenuto corretto dai diversi gradi, senza opporvisi. Gli attacchi frontali e formali al giudice Todisco e il dichiarazionismo critico nei suoi confronti di coloro che portano la responsabilità storica della situazione drammatica di Taranto – dagli imprenditori ai politici del Pd e del Pdl sino ai governatori vecchi e nuovi della Puglia- cosi’ come l’incapacità del Governo di affrontare la straordinarietà del momento, si spiegano con una cultura della classe dirigente italiana priva di senso del diritto e ricca di superbia e accecata dal potere. 
E' utile ricordare  che l' inosservanza delle norme di sicurezza, di cui è responsabole l' ILVA,
uccide e uccide non solo i lavoratori dipendenti ma anche i cittadini e l' ambiente oltre a impedire altre forme di economia compatibili con il territorio ma incompatibili con la devastazione territoriale già avvenuta. Parliamo di morte e devastazione territoriale data consapevolmente e illegalmente: questo è il tema. Il caso ILVA, tutto italiano, è molto più grave e complesso del caso Thyssen e avrebbe bisogno di chiarezza e non di dare forma a discorsi pubblici concettualmente distorti e fuorvianti come invece sta avvenendo.
Io ho fatto questa riflessione: quando i politici, spesso dei due più importanti partiti di maggioranza, si trovano di fronte a una decisione di un giudice che non è confacente ai loro "interessi di parte" iniziano la demolizione della decisione con strumenti tecnico-retorici di origine sociologica e psicologica attinente la cultura aziendale, proprio come se fosse un problema da risolvere, per cui usano le strategie e le tecniche del problem solving incentrate sul superamento del problema con la comunicazione distraente e persuasoria destrutturando ciò che è in essere e ristrutturando con la messa in campo di motivi nuovi. Ma la motivazione di un giudice, se un governo è serio, deve sottrarla dai domini del conflitto distraente e porla sotto una teca di vetro, intaccabile solo da altre motivazioni attinenti il diritto o l' rtica. La tecnica del problem solving è efficace solo nelle nelle aziende ma risulta deleteria nei rapporti fra cittadino e istituzioni anche se finora, nel periodo berlusconiano, ha avuto successo proprio per il fatto che i cittadini sono stati pensati come clienti da sedurre.
In questo caso: la decisione del giudice Todisco non viene isolata, non la si toglie dal dominio della volgarizzazione conflittuale distraente ma si procede con la sua destrutturazione aggiungendo dichiarazioni, commenti, opinioni per dirottare la prostettiva del cittadino nella direzione voluta o nel suo contrario: una comunicazione verbale induttiva con interventi discriminanti che daranno al cittadino la percezione di aver pensato lui le cose che il persuasore dice. Oggi infatti molti pensano che la decisione del giudice Todisco non sia “giusta” proprio perchè il “dichiarazionismo persuasore” si è messo in moto in modo molto efficace. Una volta avvenuta la destrutturazione della decisione del giudice Todisco si avvia una nuova ristrutturazione strategica. Mediante adeguate ristrutturazioni si costruiscono dei discorsi pubblici e delle realtà inventate che produrranno nuove realtà concrete: nelle aziende si supera il problema in politica si fanno danni devastanti.
Sul caso ILVA le dichiarazioni della classe dirigente "tecnica", presieduta dal presidente del Consiglio Monti, non sono più così perentorie, indubitabilmente a favore della sicurezza, come obiettivo primario, come lo furono nel caso ThyssenKrupp a iniziare da quelle del  Presidente Giorgio Napolitano.
Dichiarazioni del presidente Giorgio Napolitano sul caso ILVA:
  • Dev'essere possibile - nel pieno rispetto dell'autonomia della magistratura e delle sue valutazioni ai fini dell'applicazione della legge - giungere a soluzioni che garantiscano la continuità e lo sviluppo dell'attività in un settore di strategica importanza nazionale, fonte rilevantissima di occupazione in particolare per Taranto e la Puglia, e insieme procedere senza ulteriore indugio agli interventi spettanti all'impresa e alle iniziative del governo nazionale e degli enti locali che risultino indispensabili per un pieno adeguamento alle direttive europee e alle norme per la protezione dell'ambiente e la tutela della salute dei cittadini.
  • Il dott. Bruno Ferrante, custode giudiziario dell' ILVA, poi revocato dalla sua carica dal gip Todisco per palese conflitto di interessi, aveva subito definito i provvedimenti del giudice  come inopportuni e irrituali. 
Ecco un esempio di dichiarazionismo distraente e destrutturante messo in atto da Renato Balduzzi, ministro della salute in carica, pronunciandosi sulla decisione di sospensione dell' attività dell' ILVA, il 13 settembre 2012, in sintonia con le dichiarazioni provenienti dalla Presidenza della Repubblica:
  • ....perché non ci si può dimenticare, che i problemi occupazionali incidono sulle condizioni di salute. La perdita del lavoro ha conseguenze negative sull'organismo e può costituire causa di malattia seria. Col ministero dell'Ambiente studieremo con attenzione i modelli applicati all'estero in eventi simili, ad esempio negli Stati Uniti e Australia, dove si sono mossi con cautela senza sottovalutare ambedue gli aspetti.
Poi riconosce che i dati sull' aumento dei tumori sono inquietanti e poi si riserva di dare, a settembre, i dati completi. 
A conclusione: secondo il ministro della salute, la questione dell' ILVA di Taranto è un problema da valutare con prudenza per tenere insieme i piani di bonifica ambientale e il salvataggio dei posti di lavoro. Con questa dichiarazione, che manca di rigore etico, di risposte certe e di coerenza, la destrutturazione di un discorso pubblico "giusto" e l' allontanamento dalla criticità vera, che è la morte delle persone a causa dell' inosservanza colpevole delle norme di sicurezza dell' ILVA, è già avvenuta e poi tutti gli altri attori si adegueranno continuando, ognuno per le proprie competenze, ad attaccare, sminuire e delegittimare la decisione del giudice Todisco. 
Sarebbe bene parlare più chiaro e dire che, per preservare l' occupazione e per celare l' incapacità delle classi dirigenti, il giudice Todisco doveva "chiudere un occhio" o trovare un cavillo ed esprimere una motivazione formale ma non sostanziale: una illegalità mascherata da legalità; dopotutto il nostro "Stato di Diritto" funziona così e nell' era della globalizzazione ideologica l' "offerta di manodopera" è così massiccia che si può ben rinunciare alla salute,   preferendo insistere sulla retorica del lavoro, peccato che sia un lavoro che non dà più dignità ma una forma di deprivazione molto relativa che consente la sopravvivenza. Nella realtà la salute interessa ormai solo come concetto per esasperare il controllo sulla persona e come motivo retorico in funzione del consenso e il diritto del lavoro è stato definitivamente devitalizzato. Ma ogni tanto ci sono persone oneste che credono nel lavoro dignitoso e nella salute come valore primario e universale che hanno il merito di ricompattare la "politica" reazionaria!! Non si può creare un relativismo concettuale che mette etica del lavoro contro etica della salute: entrambe sono permeate di valori, ed estensibili, senza chiacchiere!!! Se la politica avesse agito con onestà e a favore del bene comune non ci sarebbe neanche bisogno di puntualizzare questi concetti.
Tecniche a supporrto del processo di destrutturazione/strutturazione sono:
  • L'illusione di alternative salvifiche: viene creata l'illusione che vi siano solo queste due possibilità o, in altri termini, si provoca nell'altro una specie di incapacità di vedere che all'esterno di quell'ambito esistono anche altre possibilità;
  • L'uso del paradosso;
  • L'utilizzo della resistenza;
  • La tecnica della confusione;
  • La tecnica del come se ("cosa farei oggi di diverso da quello che faccio usualmente se questo problema non ci fosse più?");
  • L'uso di aforismi, aneddoti, storie e metafore. Questa modalità di comunicazione minimizza la resistenza della persona, in quanto non la sottopone ad alcuna richiesta diretta. Il messaggio giunge quindi velato e sotto forma di metafora, trasmettendo forti suggestioni
Per approfondire gli aspetti legati al problem solving si consigliano gli studi di:
Paul Watzlawick, Giorgio Nardone e J. H. Fisch
Per le dichiarazioni: www.corriere.it, www.amblav.il, www.quirinale.it, www.quotidianosanita.it,   www.ilfattoquotidiano.it
Di queste ore:
Taranto, 14 ago. (TMNews) - Tre ricorsi, due per chiedere l'annullamento delle due ordinanze emesse dal gip Patrizia Todisco il dieci e l'undici agosto ed uno per chiedere un incidente di esecuzione, cioè valutare se il gip era competente dal punto di vista funzionale ad emettere le ordinanze. In cinquanta pagine i legali dell'Ilva chiedono al giudici del tribunale di Taranto di annullare i due provvedimenti con cui il giudice Todisco ha specificato i termini del sequestro dell'area a caldo dell'Ilva e la possibilità di utilizzarli solo per la messa a norma per poi revocare la nomina di custode amministrativo al presidente dell'Ilva Bruno Ferrante, per conflitto di interessi.
Provvedimenti definiti "irrituali e abnormi" nei ricorsi presentati questa mattina in cancelleria da Ferrante stesso. "il gip - scrivono i legali dell'Ilva - ha usurpato i poteri di altri magistrati, quelli del Riesame e quelli della procura. Ha modificato il provvedimento del Riesame, prima ancora di conoscerne le motivazioni, nonostante sia di giurisdizione superiore. E' come se un tribunale di primo grado riformasse una sentenza della Corte d'Appello". Per gli avvocati di Ilva il gip ha violato l'articolo 111 della Costituzione, quello del giusto processo: "Un giudice, dopo aver emesso decreto che dispone il sequestro preventivo e dopo un'udienza di Riesame, non può spontaneamente intervenire per definire i particolari esecutivi del sequestro, spetta ai pubblici ministeri". Infine, per i legali, "le ordinanze sono incomplete e prive di motivazioni perché fanno riferimento ad una relazione dei custodi che non è allegata al provvedimento ed è sconosciuta alle parti". L'udienza per discutere questi ricorsi sarà fissata a settembre dopo la pausa estiva.
Le motivazioni del precedente dispositivo del Riesame, quello che ha concesso all'Ilva la possibilità di ristruttura gli impianti non a norma, potrebbero essere depositate nei primi giorni della prossima settimana.


Mi si perdoni questo incoraggiamento: Forza Todisco!!!

Per esemplificare questo post ho scelto la copertina del libro di Céline, pubblicato net 1932, autobiografico - libro dello sradicamento, della rivolta, del sarcasmo, dell'irrisione violenta e acuminata - della disturbante carica di verità che emerge in questo viaggio reale che mette impietosamente a nudo sia le miserie dell'individuo sia quelle ben più gravi e profonde della società in cui si muove. Altro che uomo virilizzato e consapevolmente guerriero come vuole la cultura ottocentesca ma uomo-oggetto in balia  di un potere "furbo", cinico, superbo e vampirizzante. I vagabondaggi del medico Bardamu dagli scenari della prima guerra mondiale all'Africa coloniale, dall' America del fordismo alla Parigi dei poveri, disegnano un quadro complessivo in cui qualsiasi valore morale ha perso tenuta, e in cui drammaticamente più labile e vaga si è fatta la distinzione fra il bene e il male: al duro sfruttamento dell'uomo sull'uomo nelle colonie francesi corrisponde quello del capitalismo americano, alla povertà dilagante degli uni fa eco quella degli altri, in un universo in cui la legge della sopravvivenza impone scelte spesso disgustose, talora aberranti. Eppure da questo tragico materiale Celine sa estrarre di frequente situazioni di esilarante comicità, in una mescolanza di dolore e riso superbamente sorretta da una scrittura assolutamente originale: una scrittura plasmata sul parlato, scandita da un ritmo incalzante e sincopato, in cui i termini gergali, il turpiloquio, la bestemmia, l'elementarità e la distorsione sintattica sanno di continuo aprirsi a sprazzi di "sublime" ogni volta del tutto stupefacenti. Un vero e proprio "miracolo" espressivo, marchio inconfondibile della grandissima letteratura. Nessuno come lui sa isolare e decodificare i discorsi pubblici messi in atto dal potere, un potere miserabile,  disonesto e ridicolo, per vampirizzare i poveri. Finirà il nostro viaggio nella notte? La globalizzazione ideologica che ci renderà ancora più schiavi che nel passato ci porterà a una nuova collera e a una nuova miseria illuminata dalla ragione critica in modo tale da pensare un nuovo umanesimo veramente umano?

Nota aggiunta il giorno 28/8/2012: Il giorno 27/8/2012 Il collegio, formato dal giudice Pietro Genoviva, Filippo Di Todaro ed Elvia Di Roma, nell’incidente d’esecuzione richiesto dai legali dello stabilimento siderurgico, ha infatti dichiarato inefficaci i decreti emessi dal gip Patrizia Todisco lo scorso 10 e 11 agosto!! Il custode giudiziario Ferrante, rimosso dal suo incarico per conflitto di interessi è stato reintegrato ma non bisogna dimenticare  che l’ordinanza del gip Todisco è in vigore ed è stata confermata dal Tribunale del Riesame. Essa prevede il sequestro senza facoltà d’usodell' impianto di produzione e la la cessazione del pericolo e quindi l’interruzione della diffusione delle polveri e dei fumi nocivi sulla città. L’ordinanza non solo non è stata annullata ma andrà eseguita fino a valutazioni definitive.



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