venerdì 31 agosto 2012

STORIA DELLO STATO, ALLE RADICI DEL POTERE -inizio-

Premessa
Storicamente pubblico e privato è sempre stata una distinzione fondamentale: il pubblico è quello che è visibile,che occorre presidiare e governare ciò su cui bisogna, primariamente, esercitare un potere per preservarlo poichè è ciò che interessa tutti: mura, territorio, acqua, edifici, ambiente, arte e cultura.
Il privato è ciò che interessa il singolo ed è invisibile o addirittura segreto, prerogativa di libertà. Nell' antichità erano state individuate virtù pubbliche e virtù private, cementate dalll' idealismo, come requisiti fondamentali a presidio della vita pubblica e privata con la costruzione della società dell' onore e della vergogna. Il singolo viveva e moriva per il bene pubblico prima che per il privato ed era naturale farlo. La distinzione del pubblico dal privato, in un sistema armonico, era un requisito fondamentale  il quale permetteva di dare priorità al pubblico e di arginare l' illegalità e la corruzione che sono sempre state presenti, in misura maggiore o minore, in tutti i periodi storici, e hanno giustificato le forme di governo. Tutti i governi, nonostante nascano per preservare il bene comune e per arginare la bramosia e la corruzione, spesso ne sono colpiti al loro interno, senza mai, però, riuscire ad occultarsi così bene e occupare la società e la politica in modo così devastante come succede attualmente.
Nell' antichità la forma di potere, detentrice del governo, era  distinta e ben definita dalla società su cui esercitava la sua azione, e, anche nei casi di potere rigidamente autocratico l' idea di un bene pubblico da preservare è sempre stata presente. Avidità personale, bramosia, sete di potere, seppure presenti, erano condotte punite legalmente, ma, prima di tutto, scoraggiate attraverso elaborazioni filosofiche molto convincenti che provocavano una riprovazione sociale netta ed efficace.
L uomo greco antico si vedeva come un tutt' uno con la natura, in un cosmo chiuso, una situazione ideale da preservare e per la quale morire. Nelle città greche il sangue scorreva a fiumi ma non intaccava l' idea dell' armonia anzi la potenziava perchè morire per un ideale che preservava l' armonia e l' universalità del bene cosmico era la massima giustificazione per una bella morte.
La distinzione pubblico/privato dell' antichità e poi la separazione pubblico/privato dello Stato Moderno con la ricerca di virtù ideali prima e di una moralità accettabile e reale poi è stata una costante storica presente fino alla II guerra mondiale, preceduta dal fascismo, evento che ha fatto crollare irrimediabilmente tutte le distinzioni e le barriere fisiche e culturali e ha rivelato la verità umana, non una verità imposta e mascherata dallo Stato o la verità ideale ma la verità della realtà. Il territorio mondiale,ad esclusione degli USA, come mai era accaduto fino a quel momento, si è trasformato esclusivamente in teatro di guerra devastato e distrutto anche con materiali nucleari di cui, ancora oggi, si pagano le conseguenze. Tutti sono stati morti potenziali e spesso solo il caso decideva della vita e della morte e tutto si è reso visibile, tutti i corpi sono stati devastati, uccisi, violati e distrutti: militari, civili, donne, uomini, bambini, colpevoli, innocenti; il genocidio, il razzismo e la distruzione di massa sono diventate pratica pubblica. Tutte le barriere estetiche sono cadute, tutti i codici morali sono stati infranti e poi non si è riusciti a rimediare completamente allo sfacelo umano e culturale pur in presenza di una colossale produzione di Principi, norme e dichiarazioni formali, che non hanno avuto efficacia sostanziale nel modificare radicalmente  la società per proporre una nuova estetica della bellezza e della verità, una nuova moralità a causa di sempre più frequenti e rinnovate reazioni conservatrici, in Italia molto attive. Lo Stato hobbesiano ideato per salvaguardare l' uomo dalla barbarie della guerra conosceva un fallimento poichè non era riuscito ad assolvere la sua missione a causa di governi incapaci e sciagurati sorti all' ombra dello Stato di diritto.
Oggi siamo immersi nella contraddizione dell' ottimismo normativo da un lato e nel pessimismo potestativo, già sperimentato, dall' altro, ma, le norme, non sono mai riuscite, da sole, a modificare una comunità e portare vero progresso se la comunità non si prepara e non si fa trovare pronta al cambiamento. Storicamente è stata prima l' azione dell' uomo a modificare la realtà e poi il diritto ne ha preso atto e ha sancito il cambiamento. Questo in generale anche se, dopo la II guerra mondiale, la giurisprudenza è riuscita ad agire in favore della realizzazione della Costituzione mentre il potere politico rimaneva in posizioni reazionarie: l' emancipazione sostanziale delle donne, almeno formalmente, si è realizzata proprio grazie all' azione giurisprudenziale.
Dagli anni '60/70 del '900, dopo un breve periodo di rinnovamento civile ed economico (l' unico) la distinzione e la separazione pubblico/privato, nella grande industria privata, nella società e nella politica italiana si è ristretta fino quasi a scomparire con uno Stato sempre più compromesso strategicamente nel privato e nella società fino ad arrivare all' occupazione totale del potere da parte di un grande imprenditore privato dopo aver devitalizzato tutto il patrimonio morale e culturale sul quale si reggeva la società italiana. Impadronendosi delle opinioni, banalizzando e occultando la realtà e l' idea del potere, omologando e mortificando lo spirito critico, questa forma originale di potere, che attinge a forme antiche di potere irrazionali e magiche con l' ausilio di strumenti mass-mediali moderni, ha comportato una devitalizzazione della "ragione popolare collettiva" e il trionfo di interessi particolari tali per cui, gli elettori, non sono riusciti a resistere a una seduzione particolarmente pericolosa poichè portatrice di nuovi oscurantismi. Oggi tutto è indistinto e tutto è controllato, controllabile e monopolizzato: società, politica, uomini e donne ridotti a corpi deindividualizzati al servizio di un colossale e globalizzato sistema di clienti- consumatori, di scambi ineguali fra chi possiede denaro e una massa indistinta di persone consapevolmente impoverite.
Attualmente è importantissimo decodificare quello che è successo per sottrarre quello che è possibile sottrarre al dominio della politica incapace per dare spazio e dignità a una politica capace. La forma politica è una istituzione chiamata a governare il pubblico nell' interesse del cittadino con azioni e iniziative che interessano a tutti. Storicamente il potere pubblico, soprattutto la rappresentazione formale, era visibile, esposto ed esibito, però, nell' esercizio sostanziale del potere,il governo, decideva ciò che era di interesse pubblico all' interno di uffici, stanze della decisione, invisibili e inaccessibili al cittadino. Questa condotta non trasparente è prassi ed è tollerata dai cittadini se la decisione di governo corrisponde a ciò che i cittadini percepiscono come interesse generale finalizzato al bene pubblico. Attualmente la decisione pubblica presa in maniera non trasparente continua ad essere prevista e presente ma i cittadini dimostrano, sempre di più di non approvarla perchè la considerano inefficace e pericolosa.

Esempi:
  • il Presidente Napolitano, a novembre 2011, ha nominato Monti senatore a vita per poi nominarlo Presidente del Consiglio, seguendo il criterio dichiarato del bene comune anche se poi si è rivelato bene non universale, come prevederebbe l' universalismo repubblicano e democratico
  • quando c' è una crisi di governo il presidente della Repubblica avvia le consultazioni dei capigruppo parlamentari e sono consultazioni che interessano il bene comune ma si svolgono all' interno di uffici con politici che non riescono più a rappresentare la realtà dell' Italia
  • il ministro Fornero, in occasione dell' elaborazione della riforma delle pensioni e del lavoro ha agito, accettando dei suggerimenti ma ha chiuso la stagione della concertazione prendendo le decisioni senza le parti sociali
Il Presidente Napolitano, in questi giorni, ha avviato un conflitto di attribuzione presso la Corte costituzionale nei confronti della Procura di Palermo, che lo aveva intercettato indirettamente, proprio per salvaguardare il diritto e la prerogativa, dell' istituzione Quirinale ad agire, per il bene comune, non pubblicamente. 
Attualmente i cittadini, visto il momento di crisi che stanno vivendo e per il fatto che la crisi sono costretti a pagarla loro, vorrebbero che tutto fosse trasparente anche perchè, nella trasparenza, diminuirebbe l' illegalità e la corruzione. E' utile ricordare che l' azione non trasparente porta con sé formalmente, simbolicamente e sostanzialmente significati contrari alla democrazia partecipata unica futura, sostanziale e responsabile opportunità per salvare la democrazia e per porre rimedio alla distruzione dello Stato avvenuta da parte dei politici che non hanno agito per il bene pubblico e l' interesse generale.

A rappresentare questo post iniziale, dedicato alla storia dello Stato, ho scelto 1984 di George Orwell, romanzo della fantasia reale, antiutopico e antidealistico, simbolo della descrizione della pericolosità del potere e della vocazione ormai secolare dei governi a controllare, omologare e asservire in toto la persona. Dobbiamo fare attenzione a non relegare 1984 nel filone esclusivo del pessimismo poichè, seppure occultata e distratta dai consumi,  una pericolosa omologazione controllata sull' uomo, è già avvenuta!!

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