Nel Quotidiano on line quotidianosanita in data 2 febbraio 2013 c' era un articolo: Otto domande e risposte sulla donazione dei corpi alla scienza. Nell' articolo si evidenziava l' assenza di donazioni spontanee di cadaveri a scopo scientifico ed il bisogno di importarli dall' estero. Io non intervengo sulla bontà o meno di rendere disponibile il proprio cadavere ma esprimo la mia opinione sul perchè le persone non attuano un comportamento in tal senso!
La
fatica di essere corpo
in
vita e in morte
Fin
dal Periodo moderno, lo Stato di diritto, si è concentrato sul
controllo dei corpi a scopo produttivo e riproduttivo e magistratura
e medicina hanno assecondato questa tendenza politica per cui si è
imposto un' idea utilitaristica dell' uso del corpo. Ma un idea del
corpo era già strutturata nella nostra cultura:
idea
cristiana del corpo come tempio dell' anima
idea
filosofica come corpo contenitore dello spirito
Sia
il pensiero cristiano che il pensiero laico assegnano al corpo privo
di vita e alla sepoltura un valore fondamentale dirimente la civiltà.
Tutti
gli studiosi di scienze umane contemporanei hanno riflettuto sul
corpo in vita (e anche sul corpo in morte) sempre più normativamente
assoggettato, nel tentativo di liberarlo e rendergli la naturalità e
l'originalità che gli spetta invitando ad assecondare i cambiamenti
fisici, estetici e fisiologici cui è soggetto.
Noi
portiamo avanti 4 corpi e tutti questi corpi sono controllati,
direttamente o indirettamente, dalla politica.
il
corpo biologico
il
corpo sociale
il
corpo politico
il
corpo simbolico
La
riflessione antropologica ci dice che attualmente la
corporeità è la dimensione culturale fondamentale dell’umano,
contiene il sé e permette la conoscenza della realtà ma perchè
questo avvenga il corpo biologico deve essere rispettato e deve
mantenere la propria integrità estetica, la propria unicità e
specificità in quanto è fondamentale al racconto reale dell'
umanità poiché i corpi non sono
materia biologica e spazialità date: nella loro spazialità, essi si
attuano nel tempo: nascendo, ammalandosi, guarendo, invecchiando,
cambiando forma, cambiando significato – a seconda delle loro
interazioni – e la rete di relazioni visive, discorsive e tattili
che diviene parte della loro storicità, del loro passato, presente e
futuro. La morte, la
decomposizione, la distruzione o la conservazione del corpo privo di
vita è parte integrante del racconto umano e la corporeità non può
sempre esserci strappata, dalla nascita alla morte, per usarla
esclusivamente a scopo politico!
La
medicina come si colloca rispetto alla complessità del corpo?
La
medicina ha avviato una riflessione sulla sua dipendenza dalla
politica?
Qui a dx pongo l' immagine della Venere di Willedorf espressione di una corporeità paleolitica magica e taumaturgica mentre ai nostri giorni la corporeità è omologata e magicamente stravolta in omaggio all' apparenza e contiene un io individualistico e narcisista che fa del corpo un idolo, un feticcio rappresentante e senza sostanza. Entrambi i casi ci parlano di un corpo da conservare e non da donare. Se la scienza medica vuole modificare la realtà culturale, antropologica e filosofica deve iniziare un dibattito serio e responsabile ma prima di tutto deve riflettere sulla medicina attuale la quale si è data obiettivi antiumani e irreali incentrati sulla promessa della felicità medicalizzata e sull' idea di un corpo immaginato come eternamente giovane! La medicina agisce all' interno di un paradosso: ha conquistato consensi omologando il corpo in vita e inducendo all' individualismo basato sull' apparenza corporea e ora vorrebbe che quello stesso individuo donasse il suo corpo diventato simulacro della sua apparenza!
Lorenza
Cervellin