domenica 17 febbraio 2013

PERCHE IN ITALIA NON CI SONO CADAVERI A DISPOSIZIONE DELLA SCIENZA MEDICA!


Nel Quotidiano on line quotidianosanita in data 2 febbraio 2013 c' era un articolo: Otto domande e risposte sulla donazione dei corpi alla scienza. Nell' articolo si evidenziava l' assenza di donazioni spontanee di cadaveri a scopo scientifico ed il bisogno di importarli dall' estero. Io non intervengo sulla bontà o meno di rendere disponibile il proprio cadavere ma esprimo la mia opinione sul perchè le persone non attuano un comportamento in tal senso!

La fatica di essere corpo in vita e in morte

Fin dal Periodo moderno, lo Stato di diritto, si è concentrato sul controllo dei corpi a scopo produttivo e riproduttivo e magistratura e medicina hanno assecondato questa tendenza politica per cui si è imposto un' idea utilitaristica dell' uso del corpo. Ma un idea del corpo era già strutturata nella nostra cultura:
  1. idea cristiana del corpo come tempio dell' anima
  2. idea filosofica come corpo contenitore dello spirito
Sia il pensiero cristiano che il pensiero laico assegnano al corpo privo di vita e alla sepoltura un valore fondamentale dirimente la civiltà.
Tutti gli studiosi di scienze umane contemporanei hanno riflettuto sul corpo in vita (e anche sul corpo in morte) sempre più normativamente assoggettato, nel tentativo di liberarlo e rendergli la naturalità e l'originalità che gli spetta invitando ad assecondare i cambiamenti fisici, estetici e fisiologici cui è soggetto.
Noi portiamo avanti 4 corpi e tutti questi corpi sono controllati, direttamente o indirettamente, dalla politica.
  1. il corpo biologico
  2. il corpo sociale
  3. il corpo politico
  4. il corpo simbolico
La riflessione antropologica ci dice che attualmente la corporeità è la dimensione culturale fondamentale dell’umano, contiene il sé e permette la conoscenza della realtà ma perchè questo avvenga il corpo biologico deve essere rispettato e deve mantenere la propria integrità estetica, la propria unicità e specificità in quanto è fondamentale al racconto reale dell' umanità poiché i corpi non sono materia biologica e spazialità date: nella loro spazialità, essi si attuano nel tempo: nascendo, ammalandosi, guarendo, invecchiando, cambiando forma, cambiando significato – a seconda delle loro interazioni – e la rete di relazioni visive, discorsive e tattili che diviene parte della loro storicità, del loro passato, presente e futuro. La morte, la decomposizione, la distruzione o la conservazione del corpo privo di vita è parte integrante del racconto umano e la corporeità non può sempre esserci strappata, dalla nascita alla morte, per usarla esclusivamente a scopo politico!
La medicina come si colloca rispetto alla complessità del corpo?
La medicina ha avviato una riflessione sulla sua dipendenza dalla politica?

Qui a dx pongo l' immagine della Venere di Willedorf espressione di una corporeità paleolitica magica e taumaturgica mentre ai nostri giorni la corporeità è omologata e magicamente stravolta in omaggio all' apparenza e contiene un io individualistico e narcisista che fa del corpo un idolo, un feticcio rappresentante e senza sostanza. Entrambi i casi ci parlano di un corpo da conservare e non da donare. Se la scienza medica vuole modificare la realtà culturale, antropologica e filosofica deve iniziare un dibattito serio e responsabile ma prima di tutto deve riflettere sulla medicina attuale la quale si è data obiettivi antiumani e irreali incentrati sulla promessa della felicità medicalizzata e sull' idea di un corpo immaginato come eternamente giovane! La medicina agisce all' interno di un paradosso: ha conquistato consensi omologando il corpo in vita e inducendo all' individualismo basato sull' apparenza corporea e ora vorrebbe che quello stesso individuo donasse il suo corpo diventato simulacro della sua apparenza! 
Lorenza Cervellin


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