venerdì 28 febbraio 2014
giovedì 27 febbraio 2014
mercoledì 26 febbraio 2014
RENZI: PROFEZIA AUTOAVVERANTESI
C' è stato un beve periodo storico, dopo la Seconda guerra mondiale, nel quale, visti i danni dell' irrazionalismo e dell' irragionalismo, il Mondo, per spiegare la realtà, ha preferito orientarsi definitivamente verso la razionalità e la ragione; questo orientamento ha retto fino agli anni '90 del Novecento. Poi il Mondo è ritornato nella dimensione magico-naturalistica e in questo Mondo ha trionfato la profezia autoavverantesi.
- il concetto di profezia che si autoavvera è stato introdotto in sociologia da Robert K. Merton nel 1948, nel suo libro Teoria e struttura sociale, per indicare quei casi in cui una supposizione per il solo fatto di essere creduta vera alla fine si realizza confermando la propria veridicità, seppur inizialmente infondata. L'esempio celebre della profezia che si autoavvera fornito dallo stesso Merton riguarda il caso nel quale un insieme di risparmiatori, temendo il crollo finanziario di una banca, si reca in pochi giorni a ritirare i propri risparmi. Fino a quel momento la banca era un istituto solido e garantito, ma quando i risparmiatori, oltre che credere, agiscono come se il fallimento fosse davvero imminente recandosi tutti quanti a ritirare i depositi, allora essi fanno in modo che le loro aspettative diventino reali, ossia la banca fallisce. Merton trasse ispirazione dal celebre teorema di Thomas, sociologo americano della scuola di Chicago, il quale affermò che “se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze”. Egli riprese, quindi, l'importanza della definizione della situazione (ossia l'interpretazione del contesto da parte degli attori sulla base delle loro conoscenze e informazioni) nel determinare la condotta sociale, sottolineando come l'azione non sia determinata solo dai mezzi e dai fini, ma anche dalle risorse cognitive e culturali dell'attore.
Il caso di Matteo Renzi, sindaco di Firenze, è l' esempio classico di profezia autoavverantesi: Matteo Renzi, si è autoconvinto della sua abilità e capacità politiche e di essere destinato al ruolo salvifico dell' Italia ed è riuscito a convincere di questo una parte consistente di popolazione, coinvolgendo in questa colossale operazione magico-irrazionale, l' intera Italia.
Questo tipo di profezia autoavverantesi deve essere compresa e interpretata poichè rivela l' interruzione di un percorso evolutivo, basato sulla ragione, pensato come orgogliosamente fondativo della cultura occidentale. In questo caso, complice una situazione di crisi totale, le motivazioni di Matteo Renzi e le motivazioni della popolazione hanno creato una situazione di potenziale e irreversibile pericolo politico dovuto soprattutto alla formazione di una irrazionalità collettiva, percepita come razionalità.
Rispondere a domande per spiegare questa dinamica sociale con esiti così magicamente importanti in politica è obbligatorio.
- Il potere politico può derivare dalla dinamica sociale imprevista e imprevedibile della profezia autoavverantesi?
- La realtà "politica" attuale, interpretata da Renzi, nella forma magico-naturalistica, quale esito avrà nella filosofia politica futura?
- I politici italiani, determinati solo a mantenere il loro potere, si rendono conto della responsabilità che hanno nel mantenere o distruggere un determinato assetto politico?
- Che esito avrà la demonizzazione della burocrazia invece di demonizzare le clientele, il demerito e la ratio del clan?
Noi dobbiamo rispondere a questi dilemmi incentrati sulla tensione fra:
- razionalità/irrazionalità individuale
- razionalità/irrazionalità collettiva
- razionalità/irrazionalità politica,
perchè in gioco c' è l' interesse individuale di un leader e di un gruppo politico che potrebbe portare ad una condizione collettiva peggiore rispetto a quella iniziale o ad altre altrimenti raggiungibili. Lorenza Cervellin
martedì 25 febbraio 2014
lunedì 24 febbraio 2014
domenica 23 febbraio 2014
giovedì 20 febbraio 2014
GRILLO E L' UNDICESIMO COMANDAMENTO
La diretta streaming del giorno 19 febbraio 2014, protagonisti due maestri di comunicazione, sconfitti entrambi agli occhi dei cittadini, inducono a una riflessione radicale e a un ripensame- to sulla cultura della comunicazione e dell' informazione.
Io confesso la mia simpatia per Grillo a causa della sua continua e giusta disperazione civile mentre ho un moto di disappunto per il tono pedagogico di Renzi, un tono da primo della classe poco elegante e privo di contenuti, lo stesso tono di Letta anche se più informale.
Le riflessioni
Io confesso la mia simpatia per Grillo a causa della sua continua e giusta disperazione civile mentre ho un moto di disappunto per il tono pedagogico di Renzi, un tono da primo della classe poco elegante e privo di contenuti, lo stesso tono di Letta anche se più informale.
Le riflessioni
- Per quanto ancora si pensa di approcciarsi al Movimento 5 stelle con toni pedagogici e di critica supponente e radicale?
- I contenuti dello streaming erano prevedibili ma forse non era prevedibile il punto di non ritorno di un tipo di comunicazione che Renzi pensava di dominare mentre Grillo lo ha usato per rivelare una forma politica rituale ormai priva di sostanza, quindi inutile.
- Ancora più profonda la riflessione sulla "disperazione" di Grillo di fronte alla stampa, una stampa che sembra non accorgersi di non essere più stampa ma un simulacro con caratteristiche itinerantico-circensi che non serve più ai cittadini se non per attuare un disorientamento strategico e scientifico a coprire i giochi politici del padrone di riferimento.
La memoria va alla lettura del libro di Milan Kundera L' immortalità. All' interno di questo libro vi è contenuta una critica lucida e pertinente della professione del giornalista.
Un tempo la gloria del giornalista poteva essere simboleggiata dal grande nome di Ernest Hemingway. Tutta la sua opera, il suo stile sobrio e conciso, avevano le radici nei reportages che da giovane inviava al giornale di Kansas City. Essere un giornalista allora significava avvicinarsi più di chiunque altro alla realtà, penetrare in tutti i suoi angoli nascosti, sporcarcisi dentro le mani. Hemingway era orgoglioso che i suoi libri fossero al tempo stesso così ancorati alla terra e così alti nel firmamento dell'arte.
Tuttavia, quando dice dentro di sé la parola giornalista (e questa parola oggi in Francia è usata anche per chi lavora alla radio e alla televisione e persino i fotografi dei giornali), Bertrand non pensa a Hemingway, e il genere letterario in cui desidera eccellere non è il reportage. Sogna piuttosto di pubblicare su un settimanale influente editoriali che farebbero tremare tutti i colleghi di suo padre. Oppure interviste. Chi è del resto il più memorabile giornalista degli ultimi tempi? Non Hemingway, che scriveva delle sue avventure in trincea, non Orwell, che passò un anno della sua vita con i poveri di Parigi, non Egon Erwin Kisch, che conosceva tutte le prostitute di Praga, ma Oriana Fallaci, che tra il 1969 e il 1972 pubblicò sul settimanale italiano “L'Europeo” una serie di conversazioni con i più famosi politici dell'epoca. Quelle conversazioni erano più che semplici conversazioni; erano dei duelli. I potenti politici, prima ancora di capire che si battevano in condizioni impari - perché le domande poteva farle solo lei e non loro - già si contorcevano K.O. sul pavimento del ring.
Quei duelli erano un segno dei tempi: la situazione era mutata. Il giornalista aveva capito che fare domande non era solo il metodo di lavoro del reporter, che conduce modestamente le sue indagini munito di taccuino e matita, ma era un modo di esercitare il potere. Il giornalista non è una persona che fa domande, ma è una persona che ha il sacro diritto di fare domande a chiunque su qualunque cosa. Ma non abbiamo forse tutti questo diritto?
E la domanda non è forse il ponte della comprensione gettato da un uomo a un altro? Forse. Preciso dunque la mia affermazione: il potere del giornalista non si fonda sul diritto di fare domande ma sul diritto di pretendere una risposta.
Notate bene, prego, che Mosè non ha incluso fra i dieci comandamenti di Dio “Non mentire”. Non è un caso! Perché chi dice: “Non mentire”, prima ha detto per forza: “Rispondi”, e Dio non ha dato a nessuno il diritto di pretendere dal prossimo una risposta. “Non mentire”, “rispondi la verità” sono parole che un uomo non dovrebbe mai dirle, ma Dio non ha alcun motivo di farlo, visto che sa tutto e non ha bisogno della nostra risposta.
mercoledì 19 febbraio 2014
I NOSTOI
Dal mille a. C. circa cioè dal periodo della guerra di Troia conclusa con la sua distruzione la politica occidentale è sotto scacco dall' idea dei nostoi. Nostoi!Ritorni (gr. Νόστοι) è il titolo di un poema greco (secondo tarde tradizioni, in 5 libri) perduto, appartenente al ciclo epico; narrava il ritorno in patria di singoli eroi della guerra di Troia.
Alla fine dei Nostoi l'unico eroe greco ancora in vita a non aver ancora fatto ritorno a casa è Odisseo: la sua avventura verrà raccontata nell'Odissea. Ulisse un uomo discutibile considerato un modello.
L' eroe che è riuscito a concludere una guerra e a ritornare viene considerato un essere umano con capacità soprannaturali, un salvatore che ritorna e riporta l' ordine, un uomo capace di rifondare una comunità. Molte città avranno un eroe-fondatore mitico da cui si svilupperà una civiltà.
Chi deterrà il potere? Un uomo ritenuto l' unico capace di farlo su un' idea di partenza magico-sacerdotale e poi magico-naturalistica (forza, abilità, coraggio, ricchezza). Nel corso della Storia queste doti eroiche supporteranno l' idea dei Padri fondatori.
Chi deterrà il potere? Un uomo ritenuto l' unico capace di farlo su un' idea di partenza magico-sacerdotale e poi magico-naturalistica (forza, abilità, coraggio, ricchezza). Nel corso della Storia queste doti eroiche supporteranno l' idea dei Padri fondatori.
Questa idea magico-naturalistica diventerà, ai nostri giorni, magico-irrazionale con il supporto dei media e soprattutto della televisione i quali costruiscono eroi da consumare a continuare la tradizione dei padri-fondatori; ecco allora comparire Berlusconi, Napolitano, Monti e Renzi.
Attualmente siamo nella società postpatriarcale ma il potere continua a rappresentarsi come tremila anni fa. Lorenza Cervellin
martedì 18 febbraio 2014
lunedì 17 febbraio 2014
I matrimoni annullatiper «mammismo» | La ventisettesima ora
I matrimoni annullati per «mammismo» | La ventisettesima ora
Va bene criticare il mammismo ma è utile ricordare che è un "difetto educativo" legato al patriarcato, organizzazione politico-sociale basata sul pensiero distorto dell' inferiorità femminile che relegava la donna esclusivamente in ambito domestico: il potere pubblico era dell' uomo e la donna ha pensato di ritagliarsi uno spicchio di potere all' interno della casa attraverso il dominio sui figli. La riflessione culturale da fare è generale:
avviarsi con responsabilità nella nuova società postpatriarcale recuperando le parole di Gesù:
Matteo 19
- 3 Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». 4 Ed egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: 5 Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? 6 Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi». 7 Gli obiettarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?». 8 Rispose loro Gesù: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. 9 Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio». 10 Gli dissero i discepoli: «Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». 11 Egli rispose loro: «Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. 12 Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca». Terminati questi discorsi, Gesù partì dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea, al di là del Giordano. 2 E lo seguì molta folla e colà egli guarì i malati.
domenica 16 febbraio 2014
venerdì 14 febbraio 2014
giovedì 13 febbraio 2014
Al liceo G.B.Vico, Vittorino Andreoli parla della morte e dell'adolescenza
Al liceo G.B.Vico, Vittorino Andreoli parla della morte e dell'adolescenza
Altro spunto di riflessione sulla morte e sulla vita.
Altro spunto di riflessione sulla morte e sulla vita.
IL SUICIDIO -EMILE DURKHEIM-
EMILE DURKHEIM
Oggi sono particolarmente colpita dal suicidio di una studentessa veneta di Cittadella per cui ritengo utile postare una sintesi della riflessione sociologica di Emile Durkheim, l' inventore della società come realtà necessaria all' uomo.
Durkheim ha avviato anche la riflessione sul suicidio visto come fallimento della società che lascia solo l' uomo.
Penso sia una riflessione base da cui partire per spiegare il suicidio dei bambini e degli adolescenti, argomento tabù ma che oggi bisogna riprendere.
mercoledì 12 febbraio 2014
martedì 11 febbraio 2014
lunedì 10 febbraio 2014
venerdì 7 febbraio 2014
giovedì 6 febbraio 2014
mercoledì 5 febbraio 2014
M5S è il 'nuovo fascismo'? Non diciamo bischerate, dai - Il Fatto Quotidiano
M5S è il 'nuovo fascismo'? Non diciamo bischerate, dai - Il Fatto Quotidiano
Concordo su quanto scritto in questo post e aggiungo:
Benito Mussolini ebbe l' incarico, dal re Vittorio Emanuele III, di formare il nuovo governo nel 1922, dopo avere tenuto in scacco l' Italia liberale, dalle squadre fasciste che scorrazzavano nei territori, usando la forza per intimidire la cittadinanza. Il fascismo si connota ancora prima di avere il potere e tutti lo sapevano ma speravano di cooptarlo politicamente all' ideologia liberale.
Concordo su quanto scritto in questo post e aggiungo:
Benito Mussolini ebbe l' incarico, dal re Vittorio Emanuele III, di formare il nuovo governo nel 1922, dopo avere tenuto in scacco l' Italia liberale, dalle squadre fasciste che scorrazzavano nei territori, usando la forza per intimidire la cittadinanza. Il fascismo si connota ancora prima di avere il potere e tutti lo sapevano ma speravano di cooptarlo politicamente all' ideologia liberale.
Il Movimento 5 Stelle muove i primi passi sostenuto:
dalla democrazia del web attraverso il blog di Beppe Grillo e attraverso l' attivismo dello stesso Beppe grillo: entrambi metodi democratici contraddistinti dall' uso di un linguaggio semi-gergale e un uso accurato di figure retoriche quali: l' ossimoro, il paradosso e la similitudine in funzione di attirare l' attenzione e svelare i riti e le ipocrisie di un potere ritenuto ingiusto e antidemocratico.
Appena avuto l' incarico Benito Mussolini, in nome della governabilità, si preoccupa di consolidare il potere fascista modificando la legge elettorale (Le elezioni politiche del 1924 si sono svolte il 6 aprile 1924 dopo la riforma elettorale del 1923 (legge Acerbo, n. 2444, novembre, proporzionale con premio di maggioranza).
Il Movimento 5 Stelle, appena arrivato al potere, non tradisce la sua natura di movimento portatore degli interessi dei cittadini e insiste nel suo ruolo finalizzato a smascherare l' inganno evoluzionistico della politica tradizionale in danno dei cittadini non accettando le cooptazioni che ne avrebbero alterato la natura autentica e virtuosa e non lasciandosi trascinare nei discorsi pubblici distraenti incentrati su argomenti propagandistici: oggi legge elettorale in nome della governabilità.
Ma c' è un aspetto che rende improponibile il paragone fra il movimento 5 Stelle e il Fascismo:
appena consolidato il potere, Benito Mussolini, impose la fascistizzazione attraverso anche il controllo dei media: giornali, radio e cinema che vengono blanditi per renderli acritici fino ad ottenerne l' asservimento totale. Mi sembra che nel caso dell' informazione riguardante il Movimento 5 Stelle avvenga il contrario: la stampa distorce le informazioni che li riguardano, li demonizza, li criminalizza usando anche argomenti improponibili come, appunto, il paragone con i fascisti!
In realtà stampa e televisione saranno chiamate a nuove categorie interpretative e usare in modo sbagliato e non pertinente la categoria interpretativa del fascismo sarà molto pericoloso e di questa pericolosità saranno responsabili alcuni discutibili giornalisti i quali, a corto di argomenti, hanno introdotto nel dibattito pubblico un' idea distorta del fascismo: applicando la categoria distorta del fascismo in funzione strumentale, faziosa e antistorica:
- si occulta la realtà fascista-totalitaria;
- si allontanano le colpe della propria incapacità politica;
- si ritorna all' interpretazione manichea e naturalistica della storia;
- non si comprende appieno, nel bene e nel male, il Movimento 5 Stelle
- non si approfondisce la riflessione sul carisma contemporaneo che da Berlusconi a Renzi, a Toti ci propone, come valori aggiunti, la banalità bullistica, nel caso di Berlusconi e Renzi o la banalità normale come nel caso di Toti mentre invece Grillo può rappresentare un tipo di carisma diverso e meno normale tale da far scattare l' identificazione con quei cittadini delusi dalle ideologie classiche.
Per concludere in generale: il Fascismo ricercava governabilità e ordine mentre invece il Movimento 5 Stelle viene accusato di essere fascista per il motivo contrario: la ricerca dell' ingovernabilità e del disordine. Naturalmente sono tutte categorie interpretative strumentali finalizzate a togliere credibilità a un Movimento che rifiuta l' omologazione e il consociativismo e tenta di portare avanti un esempio reale di democrazia diretta. Ha dei limiti? Si ma agiscono nel fallimento dei partiti tradizionali i quali, uniti e agguerriti, vedono il Movimento 5 Stelle come un corpo estraneo e molto pericoloso per loro e dopo la convinzione iniziale di una possibile cooptazione ora agiscono demonizzandolo politicamente per non perdere il loro potere. Lorenza Cervellin
lunedì 3 febbraio 2014
LA VIOLENZA POLITICA NELLA SOCIETA' POSTPATRIARCALE E LO STATO D' ECCEZIONE
Attualmente viviamo e siamo dentro la società postpatriarcale ma perdura ancora il
modello culturale patriarcale nella versione paternalista e maschilista ormai vuoto dei valori virili
positivi portatori di ordine e giustizia e nutrito solo dai "valori" di
una virilizzazione da autodidatti basata esclusivamente sull' uso
della violenza: fisica e verbale. Questa situazione di transizione culturale, genera violenza, perchè tutti sono impegnati nella difesa dei loro privilegi di categoria e la realtà viene spiegata con categorie interpretative superate. Le Istituzioni dovrebbero accompagnare verso la nuova cultura della parità sostanziale e invece il potere statale si impegna esclusivamente a difendere il proprio
potere e i propri privilegi e permette che la strutturazione
definitiva della violenza, diventi sempre più pervasiva e dannosa per i cittadini.
Nel
periodo storico della società liquida, della pervasività del
pensiero banale, della violenza generalizzata, della
globalizzazione imposta e forzata, produttrice di violenza e di
popoli poveri, con la consapevolezza dei governi, in questa
società di transizione sarebbe compito della politica agire, ancora
di più, per l' interesse generale arginando la violenza e invece
la violenza strutturale di Stato ha fatto un passo in avanti, per
mezzo dei suoi politici, proponendosi come generatore, modello ed
esempio concreto di violenza: la violenza banale, volgare, ordinaria,
fisica e psicologica agendo per strutturarla ancora più
profondamente.
Il
29 gennaio 2014 dopo che il decreto legge IMU-BANKITALIA, aveva
rischiato di non essere convertito in legge, La Presidente della
Camera Laura Boldrini, per la prima volta nella storia della
Repubblica italiana, applica la “ghigliottina”, un
espediente violento che le permette di interrompere, esprimendo un
potere monocratico e autoritario, l' ostruzionismo dei
parlamentari 5 Stelle per consentire la conversione in legge di un
decreto discutibile per forma e contenuti.
Questo
tipo di violenza è la classica violenza strutturale connaturata allo
Stato ed esercitata dalle istituzioni in questo caso, giustificata
grossolanamente con l' efficace retorica dell' interesse dei
cittadini che non avrebbero o avrebbero pagato l' IMU se il decreto
non veniva convertito in legge. In realtà bastava scorporare l'
interesse dei cittadini dall' interesse delle banche e seguire le
indicazioni della Costituzione che auspica l' omogeneità e l'
armonia anche nei contenuti dei testi legislativi.
Una
riflessione politico-legislativa si impone:
LO STATO D' ECCEZIONE
- l' iniziativa della Presidente della Camera si può ascrivere a una iniziativa riconducibile allo Stato d' eccezione?
- I gruppi politici sanno che da quando è stato dato il potere al governo Monti, a novembre 2011, siamo entrati nello Stato d' eccezione?
LO STATO D' ECCEZIONE
Storicamente,
dove si può rintracciare la giustificazione dell' interruzione di
una prassi regolare di una Istituzione dello Stato?
Premettendo
che è sempre necessario contestualizzare:
nel
biennio 82-81 a. C. Silla, in nome dei superiori interessi della
Repubblica Romana, sospese la normale attività politica ed instaurò
temporaneamente ed eccezionalmente la Dittatura, una magistratura
prevista dall' ordinamento legislativo e politico romano. Con la
decisione di instaurare la dittatura a Roma si sviluppò un periodo
di inaudite violenze in nome dell' interesse generale e alla ricerca
di un ordine considerato essenziale all' istituzione repubblicana.
In
epoca Contemporanea Carl
Schmitt (1888-1985),
teorico della politica e della filosofia del diritto isola e pone le
basi per la giustificazione dello Stato d' eccezione partendo da
riflessioni moralmente e formalmente legittime ma con esiti, nell'
esperienza politica, sostanzialmente negativi e pericolosi:
l' ordine e il benessere generale come unico principio di
legittimazione di uno Stato può corrispondere all' idea della
giustificazione dello sviluppo dello Stato autoritario come già
successo nel Novecento con la formazione degli stati totalitari.
In quel caso, l' adozione di poteri eccezionali visibili e dichiarati
come il potere fascista o nei casi attuali di poteri riparati dalla
democrazia formale ma sostanzialmente ingiusti portano sempre a esiti
negativi per la popolazione. A volte sarebbe preferibile affrontare
con sicurezza, trasparenza, onestà e responsabilità una situazione
di crisi, al riparo della Costituzione, piuttosto che inseguire un
ordine difficilmente raggiungibile o raggiungibile ingannando i
cittadini e non rispettando la complessità democratica.
Riflessione
di partenza di Carl Schmitt: le sue parole
|
domenica 2 febbraio 2014
FISIOGNOMICA E PROSSEMICA DEI LEADER NEL PERIODO POSTPATRIARCALE
Voglio
ricordare una riflessione “estetica” del pensiero greco presente
nel Simposio
e nel Fedro:
l' idea del bello. Dice Socrate, attraverso Platone, che le anime migliori hanno un
trasporto di gioia quando vedono nelle cose sensibili l'immagine
dell' idea che stanno cercando e la ricerca è incentrata sull' idea
del bello; chi cerca l' idea del bello é preso dalla passione per
gli esseri in cui scorge la bellezza e il raggiungimento dell' idea
del bello non é che un approfondimento di questo amore. L' idea del
bello é facilmente coglibile con la vista e va interpretata come
stimolo per indagare la realtà sensibile e intellegibile e per
scoprire tutte le altre idee: l' idea del buono e l' idea del bene.
Non a caso nel Simposio Socrate dice: "
La giusta maniera di procedere da sè o di essere condotti da un
altro nelle cose d' amore é questa: prendendo le mosse delle cose
belle di quaggiù, al fine di raggiungere il Bello, salire sempre di
più, come procedendo per gradini, da un solo corpo bello a due,
e da due a tutti i corpi belli, e da tutti i corpi belli alle belle
attività umane, e da queste alle belle conoscenze, e dalle
conoscenze procedere fino a che non si pervenga a quella conoscenza
di null' altro se non del Bello stesso, e così, giungendo al
termine, conoscere ciò che é il bello in sè ".
Come
si traduceva nella realtà il bello per gli antichi greci? La
bellezza del corpo veniva misurata nel rispetto delle proporzioni che
dovevano rispettare una armonia geometrica delle forme precise a cui
doveva corrispondere una espressione del volto originale e una
intelligenza trasparente.
Questa
idea di unione fra bello, buono e bene verrà ripresa da Aristotele e
sarà motivo di riflessione e di studio fino ai nostri giorni
attraverso la fisiognòmica:
arte,
appunto, derivata dalla Grecia antica, che, studiando la correlazione
tra il carattere e l'aspetto fisico della persona, si propone di
dedurre le caratteristiche psicologiche e spirituali degli individui
dal loro aspetto corporeo, in particolare dai tratti del viso.
In
questo post prendo le distanze dalla semplificazione, dalla
distorsione, dall' interpretazione esclusivamente materiale e dall'
uso razzistico di questi studi fatti dal dott. Cesare Lombroso ma rivendico
ancora attenzione e attualità alla scienza fisiognomica e alla lettura del linguaggio del corpo, in questo
periodo in cui la bellezza è scomparsa insieme allo spirito indomito
delle persone svuotate, a mio avviso, dalla banalità e dall'
ordinarietà imperante.
C'
è qualche correlazione fra la scomparsa del bello, del buono e del
bene e l' ascesa al potere di certe persone?
C' è qualche correlazione fra l' abbattimento della distanza intima e sociale fra individui e il successo di certi politici?
Che beneficio deriverà alle donne politiche dal non rispetto della distanza? Fisica, simbolica e sociale?
C' è qualche correlazione fra l' abbattimento della distanza intima e sociale fra individui e il successo di certi politici?
Che beneficio deriverà alle donne politiche dal non rispetto della distanza? Fisica, simbolica e sociale?
Quali riflessioni ci suggerisce la fisiognomica applicata al volto di politici considerati, proposti e definiti, attualmente, leader?
Possiamo riconoscere nei volti di questi uomini politici l' espressione grave e pensosa di Alfieri e Mazzini, l' espressione risoluta e indomita di Garibaldi, la serietà grave di Cavour, la consapevolezza responsabile di De Gasperi e la convinzione che la politica corrisponde a lungimiranza e solitudine?
sabato 1 febbraio 2014
Il reddito di base secondo Ina Praetorius | Libreria delle donne di Milano
Il reddito di base secondo Ina Praetorius | Libreria delle donne di Milano
Invito vivamente a leggere gli scritti della filosofa Ina
Praetorius e in particolare le riflessioni sull' economia per ritornare all' economia legata alla realtà che è quotidianità della vita della donna e dell' uomo. Penepole, attraverso il suo lavoro sulla tela produce valore materiale: la tela e valore spirituale: il progetto di vita in comune. Il tempo è quello della nascita dell' economia dalle regole della casa: economia al servizio dell' uomo, economia che produce con la finanza "buona" al servizio di entrambi!. E' possibile rimediare alle irrazionalità storiche con una nuova razionalità economica razionale e limitata? Ina dice di si e noi le vogliamo credere!
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