lunedì 3 febbraio 2014

LA VIOLENZA POLITICA NELLA SOCIETA' POSTPATRIARCALE E LO STATO D' ECCEZIONE

Attualmente viviamo e siamo dentro la società postpatriarcale ma perdura ancora il modello culturale patriarcale nella versione paternalista e maschilista ormai vuoto dei valori virili positivi portatori di ordine e giustizia e nutrito solo dai "valori" di una virilizzazione da autodidatti basata esclusivamente sull' uso della violenza: fisica e verbale. Questa situazione di transizione culturale, genera violenza, perchè tutti sono impegnati nella difesa dei loro privilegi di categoria e la realtà viene spiegata con categorie interpretative superate. Le Istituzioni dovrebbero accompagnare verso la nuova cultura della parità sostanziale e invece il potere statale si impegna esclusivamente a difendere il proprio potere e i propri privilegi e permette che la strutturazione definitiva della violenza, diventi sempre più pervasiva e dannosa per i cittadini.
Nel periodo storico della società liquida, della pervasività del pensiero banale, della violenza generalizzata, della globalizzazione imposta e forzata, produttrice di violenza e di popoli poveri, con la consapevolezza dei governi, in questa società di transizione sarebbe compito della politica agire, ancora di più, per l' interesse generale arginando la violenza e invece la violenza strutturale di Stato ha fatto un passo in avanti, per mezzo dei suoi politici, proponendosi come generatore, modello ed esempio concreto di violenza: la violenza banale, volgare, ordinaria, fisica e psicologica agendo per strutturarla ancora più profondamente.

LA VIOLENZA DEL POTERE

Il 29 gennaio 2014 dopo che il decreto legge IMU-BANKITALIA, aveva rischiato di non essere convertito in legge, La Presidente della Camera Laura Boldrini, per la prima volta nella storia della Repubblica italiana, applica la “ghigliottina”, un espediente violento che le permette di interrompere, esprimendo un potere monocratico e autoritario, l' ostruzionismo dei parlamentari 5 Stelle per consentire la conversione in legge di un decreto discutibile per forma e contenuti.

Questo tipo di violenza è la classica violenza strutturale connaturata allo Stato ed esercitata dalle istituzioni in questo caso, giustificata grossolanamente con l' efficace retorica dell' interesse dei cittadini che non avrebbero o avrebbero pagato l' IMU se il decreto non veniva convertito in legge. In realtà bastava scorporare l' interesse dei cittadini dall' interesse delle banche e seguire le indicazioni della Costituzione che auspica l' omogeneità e l' armonia anche nei contenuti dei testi legislativi.

Una riflessione politico-legislativa si impone: 

  1. l' iniziativa della Presidente della Camera si può ascrivere a una iniziativa riconducibile allo Stato d' eccezione?
  2. I gruppi politici sanno che da quando è stato dato il potere al governo Monti, a novembre 2011, siamo entrati nello Stato d' eccezione?

LO STATO D' ECCEZIONE

Storicamente, dove si può rintracciare la giustificazione dell' interruzione di una prassi regolare di una Istituzione dello Stato?

Premettendo che è sempre necessario contestualizzare:

nel biennio 82-81 a. C. Silla, in nome dei superiori interessi della Repubblica Romana, sospese la normale attività politica ed instaurò temporaneamente ed eccezionalmente la Dittatura, una magistratura prevista dall' ordinamento legislativo e politico romano. Con la decisione di instaurare la dittatura a Roma si sviluppò un periodo di inaudite violenze in nome dell' interesse generale e alla ricerca di un ordine considerato essenziale all' istituzione repubblicana.

In epoca Contemporanea Carl Schmitt (1888-1985), teorico della politica e della filosofia del diritto isola e pone le basi per la giustificazione dello Stato d' eccezione partendo da riflessioni moralmente e formalmente legittime ma con esiti, nell' esperienza politica, sostanzialmente negativi e pericolosi: l' ordine e il benessere generale come unico principio di legittimazione di uno Stato può corrispondere all' idea della giustificazione dello sviluppo dello Stato autoritario come già successo nel Novecento con la formazione degli stati totalitari. In quel caso, l' adozione di poteri eccezionali visibili e dichiarati come il potere fascista o nei casi attuali di poteri riparati dalla democrazia formale ma sostanzialmente ingiusti portano sempre a esiti negativi per la popolazione. A volte sarebbe preferibile affrontare con sicurezza, trasparenza, onestà e responsabilità una situazione di crisi, al riparo della Costituzione, piuttosto che inseguire un ordine difficilmente raggiungibile o raggiungibile ingannando i cittadini e non rispettando la complessità democratica.

Riflessione di partenza di Carl Schmitt: le sue parole

"Credo che nell'ultimo secolo l'essenza del potere umano si sia svelata a noi in un significato del tutto particolare. Infatti è strano che la tesi della malvagità del potere si sia diffusa proprio a partire dal XIX secolo. Avevamo pensato di aver risolto o almeno appianato il problema del potere, affermando che il potere non proviene nè da dio nè dalla natura, ma piuttosto da un patto che gli uomini stipulano tra loro. Che cosa dovrebbe ancora temere l'uomo, se dio è morto e il lupo non è altro che uno spauracchio per bambini? Ma proprio dall'epoca in cui questa umanizzazione del potere sembra essersi definitivamente realizzata - e cioè dalla Rivoluzione Francese - dilaga irresistibilmente la convinzione che il potere sia in sé malvagio. Il detto 'dio è morto' e l'altra enunciazione 'il potere è in sé malvagio' derivano entrambi dallo stesso periodo storico e dalla stessa situazione, vogliono dire la stessa cosa" (Geschpräch über die Macht und den Zugang zum Machtaber, 1954).




CHE COS' E' LO STATO D' ECCEZIONE?

Nei sistemi politici democratici per Stato d' eccezione si intende l' interruzione del potere democratico per  esercitare, di fatto, un potere sovrano.


Sovrano è chi decide sullo stato di eccezione, Carl Schitt, Teologia politica. 

Lo Stato d' eccezione è sostenuto dall' idea che la necessità non conosce la legge (necessitas legem non habet ). La formula suona come la legittimazione della sospensione dell' ordinamento giuridico in forza di una necessità, che ha il senso di un'urgenza che minaccia l'integrità della vita (dello Stato), mediante il ricorso al potere sovrano di tipo autocratico.

L' uso della “ghigliottina” da parte del presidente Laura Boldrini non è di poco conto e impone una riflessione approfondita sul perchè e in nome di quale interesse è stata sospesa la prassi parlamentare.

QUAL' E' IL PERICOLO DELLO STATO D' ECCEZIONE?

Storicamente, lo Stato d' eccezione è generatore di violenza. Nell' eccezionalità l' uomo, moralmente debole, è soggetto a un richiamo verso la violenza che lo allontana dal suo essere e lo avvicina alla violenza percepita come unica soluzione portatrice di ordine. Sempre l' interruzione di una prassi crea una zona franca entro la quale si liberano energie che possono diventare incontrollate e incontrollabili in seguito alla contrapposizione fra il pensare a una violenza necessaria percepita come pura e assoluta quindi regolare e unica in contrasto alla regolarità e normalità contrapposta allo Stato d' eccezione, basata sull' esercizio della libertà dentro la Democrazia: una visione contrapposta nella radicalità che ha radici comuni esclusivamente nella fiducia delle regole imposte escludendo la cultura della scelta e della libertà responsabile, che finisce in atteggiamenti distruttivi, assolutistici e mistici che portano al nulla assoluto. Decodificare il nulla è difficile ed è uno sforzo culturale che porterà il nulla sopratutto in presenza di uomini e donne mediocri!
Storicamente si può esemplificare questa tensione fra forza/violenza ed esercizio della libertà responsabile nell' idea, potentemente violenta, pura e virtuosa di Bruto o di Robespierre.

IL NULLA ASSOLUTO: LA VIOLENZA DEI PARLAMENTARI

Il 29 gennaio 2014, durante l' ostruzionismo democratico dei parlamentari 5 Stelle il questore della camera, il parlamentare Stefano Dambruoso, incaricato di mantenere l' ordine, mentre la parlamentare 5 Stelle, on. Loredana Lupo, è bloccata dai commessi, si precipita su di lei e la colpisce, con uno schiaffo, al volto.

D' Ambruoso prima negherà e poi, di fronte all' evidenza delle immagini televisive, farà una timida ammissione per ammettere l' errore, più per esigenze di pubblicità televisiva che di vero convincimento poiché continuerà a giustificare la violenza in nome di un supposto ordine da salvaguardare di fronte a un supposto pericolo immediato. Nella carta stampata al Corriere della Sera del 30 gennaio 2014 dirà: «Io schiaffi? I violenti sono loro», ricorrendo al sistema psicologicamente e culturalmente primitivo della rimozione/proiezione.

Decodificazione della violenza dell' onorevole, questore alla Camera dei deputati, Stefano D' Ambruoso.

Guardando le immagini dell' azione di D' Ambruoso e poi facendo una ricerca e guardando la foto e le immagini televisive del parlamentare D' Ambruoso, non si può fare a meno di pensare alle riflessioni di Hannah Arendt e al suo libro “La banalità del male”.
Stefano D' Ambruoso è stato magistrato ed è stato eletto parlamentare con il partito “Scelta civica” fondato da Mario Monti, una chiara matrice di potere paternalista, autoreferenziale che nasconde un autoritarismo elitario, di origine classista, sempre giustificato nel nome di una supposta superiorità data dall' idea di appartenere a un gruppo di ottimati legittimati, per formazione, all' esercizio del potere.
Questi uomini e questa tradizione di potere ha origine storiche lontanissime corrispondenti alla nascita del patriarcato nel Neolitico per poi costituire la base del potere politico occidentale radicato, storicamente, nel gruppo degli ottimati romani, tradizione recuperata dal Presidente Napolitano con il governo Monti del 2011. Il governo Monti, al riparo e protetto dalla presidenza della Repubblica, ha potuto esercitare un potere coercitivo palese e inedito, in danno dei cittadini, violando le Pari Opportunità e andando a ridurre i diritti dei cittadini poveri senza seguire i Principi democratici dell' equità sociale (vedi come esempio il blocco dell' indicizzazioni delle pensioni e l' uscita dai diritti provocata dal governo degli esodati).
Il magistrato Stefano D' Ambruoso, in occasione delle elezioni politiche del 2012, chiede l' aspettativa al CSM e si candida proprio con Scelta civica, il partito fondato da Mario Monti.
(Per chiarezza di informazione, a ottobre 2013, Mario Monti si allontana da Scelta civica)
Stefano D' Ambruoso, un uomo abituato ad esercitare un potere non criticabile, tipicamente maschile, un potere basato sul dominio e sul bisogno di autorità e gerarchia, un potere ordinato e senza critica, un potere gestito, negli ultimi 30 anni, da uomini volgari e banali che hanno oscurato la loro violenza con un aspetto fisico banale e normale, quindi rassicurante. Si resta impressionati nel vedere le immagini delle ospitate di D' Ambruoso, in televisione e poi nel vederlo in azione contro la parlamentare Lupo perchè si assiste a una dissociazione che è un esempio di scuola: dall' apparente normalità e sobrietà del comportamento delle ospitate si passa all' assistere a una azione degna di un guerriero dell' ordine perfettamente addestrato per la velocità dimostrata nell' andare a neutralizzare una parlamentare che era già stata resa inoffensiva. Che cosa dimostra questa azione inconsulta? L' incapacità di pensare attingendo a un pensiero morale che ha radici nella distinzione fra il male e il bene che avrebbe consentito l' intuizione immediata della inutilità della violenza che invece ha fatto irruzione manifestamente evidenziando una propensione alla violenza aggravata dalla specificità della violenza di genere, una violenza che, attualmente, è connaturata all' idea di una specifica violenza che interrompe il processo evolutivo dell' uomo poiché portatrice di un “errore” del pensiero umano incentrato sull' idea di una supposta inferiorità femminile, supportata, storicamente, dal diritto.

Decodificazione della violenza dell' onorevole Massimo Felice De Rosa

Il 29 gennaio 2014 il parlamentare Massimo Felice De Rosa, all' interno dell' aula della Commissione Giustizia della Camera dei deputati, rivolge a un gruppo di parlamentari donne del PD la frase: “voi donne del PD siete qui perchè siete brave solo a fare pompini”.
Il deputato grillino si è giustificato dicendo di essere stato provocato, di avere parlato in generale e di avere usato altre parole. Le deputate del PD hanno sporto denuncia querela ma la denuncia querela non risolverà la criticità culturale.
Dove si rintracciano le radici della violenza verbale di De Rosa? La matrice della violenza è la stessa di D' Ambruoso orientata con evidenza verso la violenza strutturata di genere che origina dalla tradizione culturale maschilista e misogina patriarcale basata sull' inferiorità storica morale delle donne a cui si aggiunge, nel caso di De Rosa, la matrice culturale derivata dagli stereotipi e dai pregiudizi sessisti di genere. 
Ancora una volta la violenza di Stato si manifesta e si consuma attraverso l' ennesimo tentativo politico e culturale,mediante la forza fisica o l' umiliazione psicologica e morale di limitare la libertà delle donne.
Ma attenzione! E' sbagliato semplificare e proiettare l' accaduto su improbabili azioni fasciste tentando di allontanare il male e la responsabilità da sé stessi proiettandolo su altri come sta succedendo perchè tutti hanno sbagliato e tutti sono responsabili/irresponsabili generatori di violenza politica: la violenza politica per sua natura si è esercitata e si esercita sui corpi degli uomini ma soprattutto e con più scientificità e controllo sui corpi delle donne.

Il questore D' Ambruoso e l' onorevole De Rosa, per la specifica violenza di genere esercitata, non possono più ricoprire il ruolo di onorevoli e quindi devono dimettersi e affrontare l' eventuale processo.

La Presidente Boldrini doveva sapere che l' uso della ghigliottina ha un significato sostanziale e simbolico molto preciso che corrisponde a una "interruzione" della prassi democratica e nel momento della decisione doveva essere ferma e non usare la vittimizzazione cercando la solidarietà della stampa e della televisione rilasciando tutte le interviste e le dichiarazioni a cui siamo stati costretti ad assistere contro una forza politica usando argomenti inadeguati perchè appartenenti a una stanca retorica strumentale sfociata nelle parole "eversione" e "fascismo". Se la Presidente Boldrini non sa sopportare la solitudine che le decisioni della sua carica le impongono deve lasciare l' incarico. I gruppi parlamentari vicini al governo devono rispettare le decisioni della Presidente Boldrini e devono lasciarla sola e non cadere nell' immaturità politica andando a dare una solidarietà acritica di tipo adolescienziale che sfocia nell' immaturità culturale incentrata sull' idea del "buono" e del "cattivo", uccidendo definitivamente la politica. 

Ancora una volta i cittadini devono sottostare a un inganno evoluzionistico da parte di un potere politico che mette in scena una violenza distraente mentre limita ulteriormente la libertà dell' uomo attraverso un monopolio sulla povertà che diventa sempre più vampirizzante e dannoso per i cittadini ma anche per lo Stato.

Allora come si può spiegare quello che è successo alla Camera nei giorni scorsi?

Bisogna ricorrere alle metainterpretazioni: la Camera è diventata un teatro dove la politica mette in scena il simulacro e la rappresentazione di sé stessa: nello stesso momento va in scena e si evidenzia l' inganno rappresentato dal finto conflitto democratico, esercitato ai danni dei cittadini, che in realtà corrisponde al' unica salvezza possibile per i politici: interpretare i ruoli assegnati per mascherare e occultare, ingannevolmente, l' incapacità, l' inutilità e il nulla. A cosa servono queste rappresentazioni? Al tentativo, da parte dei politici, di mantenere il loro potere e i loro privilegi.

Cosa nasconde questa rappresentazione? Il vuoto e il nulla e il vuoto e il nulla sono sempre moltiplicatori di violenza!

Un messaggio al Movimento 5 Stelle: 

La Ragione popolare incentrata sul tema della giustizia sociale e della lotta al consociativismo politico paralizzante ormai è rappresentata solo da voi per cui non potete più fare errori! 

Se siete davvero politicamente virtuosi, puri e autentici dovete comunicarlo con la cultura, non necessariamente la cultura politica italiana "tradizionale" che non ha mai saputo realizzare sostanzialmente la Costituzione e le Pari Opportunità ma con la cultura civica tipica della cittadinanza libera e responsabile, realtà dalla quale siete nati.
Dimostrate di avere capito i vostri elettori e rinunciate a ogni tipo di violenza. Lorenza Cervellin



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