Attualmente viviamo e siamo dentro la società postpatriarcale ma perdura ancora il
modello culturale patriarcale nella versione paternalista e maschilista ormai vuoto dei valori virili
positivi portatori di ordine e giustizia e nutrito solo dai "valori" di
una virilizzazione da autodidatti basata esclusivamente sull' uso
della violenza: fisica e verbale. Questa situazione di transizione culturale, genera violenza, perchè tutti sono impegnati nella difesa dei loro privilegi di categoria e la realtà viene spiegata con categorie interpretative superate. Le Istituzioni dovrebbero accompagnare verso la nuova cultura della parità sostanziale e invece il potere statale si impegna esclusivamente a difendere il proprio
potere e i propri privilegi e permette che la strutturazione
definitiva della violenza, diventi sempre più pervasiva e dannosa per i cittadini.
Nel
periodo storico della società liquida, della pervasività del
pensiero banale, della violenza generalizzata, della
globalizzazione imposta e forzata, produttrice di violenza e di
popoli poveri, con la consapevolezza dei governi, in questa
società di transizione sarebbe compito della politica agire, ancora
di più, per l' interesse generale arginando la violenza e invece
la violenza strutturale di Stato ha fatto un passo in avanti, per
mezzo dei suoi politici, proponendosi come generatore, modello ed
esempio concreto di violenza: la violenza banale, volgare, ordinaria,
fisica e psicologica agendo per strutturarla ancora più
profondamente.
Il
29 gennaio 2014 dopo che il decreto legge IMU-BANKITALIA, aveva
rischiato di non essere convertito in legge, La Presidente della
Camera Laura Boldrini, per la prima volta nella storia della
Repubblica italiana, applica la “ghigliottina”, un
espediente violento che le permette di interrompere, esprimendo un
potere monocratico e autoritario, l' ostruzionismo dei
parlamentari 5 Stelle per consentire la conversione in legge di un
decreto discutibile per forma e contenuti.
Questo
tipo di violenza è la classica violenza strutturale connaturata allo
Stato ed esercitata dalle istituzioni in questo caso, giustificata
grossolanamente con l' efficace retorica dell' interesse dei
cittadini che non avrebbero o avrebbero pagato l' IMU se il decreto
non veniva convertito in legge. In realtà bastava scorporare l'
interesse dei cittadini dall' interesse delle banche e seguire le
indicazioni della Costituzione che auspica l' omogeneità e l'
armonia anche nei contenuti dei testi legislativi.
Una
riflessione politico-legislativa si impone:
LO STATO D' ECCEZIONE
- l' iniziativa della Presidente della Camera si può ascrivere a una iniziativa riconducibile allo Stato d' eccezione?
- I gruppi politici sanno che da quando è stato dato il potere al governo Monti, a novembre 2011, siamo entrati nello Stato d' eccezione?
LO STATO D' ECCEZIONE
Storicamente,
dove si può rintracciare la giustificazione dell' interruzione di
una prassi regolare di una Istituzione dello Stato?
Premettendo
che è sempre necessario contestualizzare:
nel
biennio 82-81 a. C. Silla, in nome dei superiori interessi della
Repubblica Romana, sospese la normale attività politica ed instaurò
temporaneamente ed eccezionalmente la Dittatura, una magistratura
prevista dall' ordinamento legislativo e politico romano. Con la
decisione di instaurare la dittatura a Roma si sviluppò un periodo
di inaudite violenze in nome dell' interesse generale e alla ricerca
di un ordine considerato essenziale all' istituzione repubblicana.
In
epoca Contemporanea Carl
Schmitt (1888-1985),
teorico della politica e della filosofia del diritto isola e pone le
basi per la giustificazione dello Stato d' eccezione partendo da
riflessioni moralmente e formalmente legittime ma con esiti, nell'
esperienza politica, sostanzialmente negativi e pericolosi:
l' ordine e il benessere generale come unico principio di
legittimazione di uno Stato può corrispondere all' idea della
giustificazione dello sviluppo dello Stato autoritario come già
successo nel Novecento con la formazione degli stati totalitari.
In quel caso, l' adozione di poteri eccezionali visibili e dichiarati
come il potere fascista o nei casi attuali di poteri riparati dalla
democrazia formale ma sostanzialmente ingiusti portano sempre a esiti
negativi per la popolazione. A volte sarebbe preferibile affrontare
con sicurezza, trasparenza, onestà e responsabilità una situazione
di crisi, al riparo della Costituzione, piuttosto che inseguire un
ordine difficilmente raggiungibile o raggiungibile ingannando i
cittadini e non rispettando la complessità democratica.
Riflessione
di partenza di Carl Schmitt: le sue parole
|
CHE
COS' E' LO STATO D' ECCEZIONE?
Nei sistemi politici democratici per Stato d' eccezione si intende l' interruzione del potere democratico per esercitare, di fatto, un potere sovrano.
Nei sistemi politici democratici per Stato d' eccezione si intende l' interruzione del potere democratico per esercitare, di fatto, un potere sovrano.
Sovrano è chi decide sullo stato di eccezione, Carl Schitt, Teologia politica. |
Lo
Stato d' eccezione è sostenuto dall' idea che la necessità non
conosce la legge (necessitas
legem non habet ).
La formula suona come la legittimazione della sospensione
dell' ordinamento giuridico in forza di una necessità, che ha il
senso di un'urgenza che minaccia l'integrità della vita (dello
Stato), mediante il ricorso al potere sovrano di tipo autocratico.
L'
uso della “ghigliottina” da parte del presidente Laura Boldrini
non è di poco conto e impone una riflessione approfondita sul perchè
e in nome di quale interesse è stata sospesa la prassi parlamentare.
QUAL'
E' IL PERICOLO DELLO STATO D' ECCEZIONE?
Storicamente, lo Stato d' eccezione è generatore di violenza. Nell' eccezionalità
l' uomo, moralmente debole, è soggetto a un richiamo verso la
violenza che lo allontana dal suo essere e lo avvicina alla violenza
percepita come unica soluzione portatrice di ordine. Sempre l'
interruzione di una prassi crea una zona franca entro la quale si
liberano energie che possono diventare incontrollate e incontrollabili in seguito alla
contrapposizione fra il pensare a una violenza necessaria percepita
come pura e assoluta quindi regolare e unica in contrasto alla
regolarità e normalità contrapposta allo Stato d' eccezione, basata
sull' esercizio della libertà dentro la Democrazia:
una visione contrapposta nella radicalità che ha radici comuni
esclusivamente nella fiducia delle regole imposte escludendo la
cultura della scelta e della libertà responsabile, che finisce in
atteggiamenti distruttivi, assolutistici e mistici che portano al
nulla assoluto. Decodificare il nulla è difficile ed è uno sforzo culturale che porterà il nulla sopratutto in presenza di uomini e donne mediocri!
Storicamente
si può esemplificare questa tensione fra forza/violenza ed esercizio
della libertà responsabile nell' idea, potentemente violenta, pura e
virtuosa di Bruto o di Robespierre.
IL
NULLA ASSOLUTO: LA VIOLENZA DEI PARLAMENTARI
Il
29 gennaio 2014, durante l' ostruzionismo democratico dei
parlamentari 5 Stelle il questore della camera, il parlamentare
Stefano Dambruoso,
incaricato di mantenere l' ordine, mentre la parlamentare 5 Stelle,
on. Loredana
Lupo,
è bloccata dai commessi, si precipita su di lei e la colpisce, con
uno schiaffo, al volto.
D'
Ambruoso prima negherà e poi, di fronte all' evidenza delle immagini
televisive, farà una timida ammissione per ammettere l' errore,
più per esigenze di pubblicità televisiva che di vero convincimento
poiché continuerà a giustificare la violenza in nome di un supposto
ordine da salvaguardare di fronte a un supposto pericolo immediato.
Nella carta stampata al Corriere della Sera del 30 gennaio 2014
dirà: «Io
schiaffi? I violenti sono loro»,
ricorrendo al sistema psicologicamente e culturalmente primitivo
della rimozione/proiezione.
Decodificazione
della violenza dell' onorevole, questore alla Camera dei deputati,
Stefano D' Ambruoso.
Guardando
le immagini dell' azione di D' Ambruoso e poi facendo una ricerca e
guardando la foto e le immagini televisive del parlamentare D'
Ambruoso, non si può fare a meno di pensare alle riflessioni di
Hannah
Arendt
e al suo libro “La
banalità del male”.
Stefano
D' Ambruoso è stato magistrato ed è stato eletto parlamentare con
il partito “Scelta civica” fondato da Mario Monti, una chiara
matrice di potere paternalista, autoreferenziale che nasconde un
autoritarismo elitario, di origine classista, sempre
giustificato nel nome di una supposta superiorità data dall' idea
di appartenere a un gruppo di ottimati legittimati, per formazione,
all' esercizio del potere.
Questi
uomini e questa tradizione di potere ha origine storiche lontanissime
corrispondenti alla nascita del patriarcato nel Neolitico
per poi costituire la base del potere politico occidentale radicato,
storicamente, nel gruppo degli ottimati romani, tradizione recuperata
dal Presidente Napolitano con il governo Monti del 2011. Il governo
Monti, al riparo e protetto dalla presidenza della Repubblica, ha
potuto esercitare un potere coercitivo palese e inedito, in danno dei
cittadini, violando le Pari Opportunità e andando a ridurre i
diritti dei cittadini poveri senza seguire i Principi democratici
dell' equità sociale (vedi come esempio il blocco dell'
indicizzazioni delle pensioni e l' uscita dai diritti provocata dal
governo degli esodati).
Il
magistrato Stefano D' Ambruoso, in occasione delle elezioni politiche
del 2012, chiede l' aspettativa al CSM e si candida proprio con
Scelta civica, il partito fondato da Mario Monti.
(Per
chiarezza di informazione, a ottobre 2013, Mario Monti si allontana
da Scelta civica)
Stefano
D' Ambruoso, un uomo abituato ad esercitare un potere non
criticabile, tipicamente maschile, un potere basato sul dominio e sul
bisogno di autorità e gerarchia, un potere ordinato e senza critica,
un potere gestito, negli ultimi 30 anni, da uomini volgari e banali
che hanno oscurato la loro violenza con un aspetto fisico banale e
normale, quindi rassicurante. Si resta impressionati nel vedere le
immagini delle ospitate di D' Ambruoso, in televisione e poi nel
vederlo in azione contro la parlamentare Lupo perchè si assiste a
una dissociazione che è un esempio di scuola: dall' apparente
normalità e sobrietà del comportamento delle ospitate si passa all'
assistere a una azione degna di un guerriero dell' ordine
perfettamente addestrato per la velocità dimostrata nell' andare a
neutralizzare una parlamentare che era già stata resa inoffensiva.
Che cosa dimostra questa azione inconsulta? L' incapacità di
pensare attingendo a un pensiero morale che ha radici nella
distinzione fra il male e il bene che avrebbe consentito l'
intuizione immediata della inutilità della violenza che invece ha
fatto irruzione manifestamente evidenziando una propensione alla
violenza aggravata dalla specificità della violenza di genere,
una violenza che, attualmente, è connaturata all' idea di una
specifica violenza che interrompe il processo evolutivo dell' uomo
poiché portatrice di un “errore” del pensiero umano incentrato
sull' idea di una supposta inferiorità femminile, supportata,
storicamente, dal diritto.
Decodificazione
della violenza dell' onorevole Massimo Felice De Rosa
Il
29 gennaio 2014 il parlamentare Massimo Felice De Rosa, all'
interno dell' aula della Commissione Giustizia della Camera dei
deputati, rivolge a un gruppo di parlamentari donne del PD la frase:
“voi donne del PD siete qui perchè siete brave solo a fare
pompini”.
Il
deputato grillino si è giustificato dicendo di essere stato
provocato, di avere parlato in generale e di avere usato altre
parole. Le deputate del PD hanno sporto denuncia querela ma la denuncia querela non risolverà la criticità culturale.
Dove
si rintracciano le radici della violenza verbale di De Rosa? La
matrice della violenza è la stessa di D' Ambruoso orientata con
evidenza verso la violenza strutturata di genere che origina dalla
tradizione culturale maschilista e misogina patriarcale basata sull'
inferiorità storica morale delle donne a cui si aggiunge, nel caso
di De Rosa, la matrice culturale derivata dagli stereotipi e dai
pregiudizi sessisti di genere.
Ancora una volta la violenza di Stato si manifesta e si consuma attraverso l' ennesimo tentativo politico e culturale,mediante la forza fisica o l' umiliazione psicologica e morale di limitare la libertà delle donne.
Ancora una volta la violenza di Stato si manifesta e si consuma attraverso l' ennesimo tentativo politico e culturale,mediante la forza fisica o l' umiliazione psicologica e morale di limitare la libertà delle donne.
Ma
attenzione! E' sbagliato semplificare e proiettare l' accaduto su
improbabili azioni fasciste tentando di allontanare il male e la
responsabilità da sé stessi proiettandolo su altri come sta
succedendo perchè tutti hanno sbagliato e tutti sono
responsabili/irresponsabili generatori di violenza politica: la
violenza politica per sua natura si è esercitata e si esercita sui
corpi degli uomini ma soprattutto e con più scientificità e
controllo sui corpi delle donne.
Il questore D' Ambruoso e l' onorevole De Rosa, per la specifica violenza di genere esercitata, non possono più ricoprire il ruolo di onorevoli e quindi devono dimettersi e affrontare l' eventuale processo.
La Presidente Boldrini doveva sapere che l' uso della ghigliottina ha un significato sostanziale e simbolico molto preciso che corrisponde a una "interruzione" della prassi democratica e nel momento della decisione doveva essere ferma e non usare la vittimizzazione cercando la solidarietà della stampa e della televisione rilasciando tutte le interviste e le dichiarazioni a cui siamo stati costretti ad assistere contro una forza politica usando argomenti inadeguati perchè appartenenti a una stanca retorica strumentale sfociata nelle parole "eversione" e "fascismo". Se la Presidente Boldrini non sa sopportare la solitudine che le decisioni della sua carica le impongono deve lasciare l' incarico. I gruppi parlamentari vicini al governo devono rispettare le decisioni della Presidente Boldrini e devono lasciarla sola e non cadere nell' immaturità politica andando a dare una solidarietà acritica di tipo adolescienziale che sfocia nell' immaturità culturale incentrata sull' idea del "buono" e del "cattivo", uccidendo definitivamente la politica.
Il questore D' Ambruoso e l' onorevole De Rosa, per la specifica violenza di genere esercitata, non possono più ricoprire il ruolo di onorevoli e quindi devono dimettersi e affrontare l' eventuale processo.
La Presidente Boldrini doveva sapere che l' uso della ghigliottina ha un significato sostanziale e simbolico molto preciso che corrisponde a una "interruzione" della prassi democratica e nel momento della decisione doveva essere ferma e non usare la vittimizzazione cercando la solidarietà della stampa e della televisione rilasciando tutte le interviste e le dichiarazioni a cui siamo stati costretti ad assistere contro una forza politica usando argomenti inadeguati perchè appartenenti a una stanca retorica strumentale sfociata nelle parole "eversione" e "fascismo". Se la Presidente Boldrini non sa sopportare la solitudine che le decisioni della sua carica le impongono deve lasciare l' incarico. I gruppi parlamentari vicini al governo devono rispettare le decisioni della Presidente Boldrini e devono lasciarla sola e non cadere nell' immaturità politica andando a dare una solidarietà acritica di tipo adolescienziale che sfocia nell' immaturità culturale incentrata sull' idea del "buono" e del "cattivo", uccidendo definitivamente la politica.
Ancora
una volta i cittadini devono sottostare a un inganno evoluzionistico
da parte di un potere politico che mette in scena una violenza
distraente mentre limita ulteriormente la libertà dell' uomo
attraverso un monopolio sulla povertà che diventa sempre più
vampirizzante e dannoso per i cittadini ma anche per lo Stato.
Allora
come si può spiegare quello che è successo alla Camera nei giorni
scorsi?
Bisogna
ricorrere alle metainterpretazioni: la Camera è diventata un
teatro dove la politica mette in scena il simulacro e la
rappresentazione di sé stessa: nello stesso momento va in scena e si
evidenzia l' inganno rappresentato dal finto conflitto democratico,
esercitato ai danni dei cittadini, che in realtà corrisponde al'
unica salvezza possibile per i politici: interpretare i ruoli
assegnati per mascherare e occultare, ingannevolmente, l' incapacità,
l' inutilità e il nulla. A cosa servono queste rappresentazioni? Al
tentativo, da parte dei politici, di mantenere il loro potere e i loro privilegi.
Cosa
nasconde questa rappresentazione? Il vuoto e il nulla e il vuoto e il
nulla sono sempre moltiplicatori di violenza!
Un
messaggio al Movimento 5 Stelle:
La Ragione popolare incentrata sul tema della giustizia sociale e della lotta al consociativismo politico paralizzante ormai è rappresentata solo da voi per cui non potete più fare errori!
Se siete davvero politicamente virtuosi, puri e autentici dovete comunicarlo con la cultura, non necessariamente la cultura politica italiana "tradizionale" che non ha mai saputo realizzare sostanzialmente la Costituzione e le Pari Opportunità ma con la cultura civica tipica della cittadinanza libera e responsabile, realtà dalla quale siete nati.
Dimostrate di avere capito i vostri elettori e rinunciate a ogni tipo di violenza. Lorenza Cervellin
La Ragione popolare incentrata sul tema della giustizia sociale e della lotta al consociativismo politico paralizzante ormai è rappresentata solo da voi per cui non potete più fare errori!
Se siete davvero politicamente virtuosi, puri e autentici dovete comunicarlo con la cultura, non necessariamente la cultura politica italiana "tradizionale" che non ha mai saputo realizzare sostanzialmente la Costituzione e le Pari Opportunità ma con la cultura civica tipica della cittadinanza libera e responsabile, realtà dalla quale siete nati.
Dimostrate di avere capito i vostri elettori e rinunciate a ogni tipo di violenza. Lorenza Cervellin
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