“Vile
attentato contro la scuola Morvillo-Falcone di Brindisi”:
LETTURA DI GENERE
Il
19 maggio 2012 alle ore 7,45, titolano i giornali, avviene un
attentato: “vile attentato contro la scuola Morvillo Falcone di
Brindisi”. Una ragazza di 16 anni Melissa Bassi di Mesagne perde la
vita straziata dall'esplosione di tre bombole di gas poste sul
muretto della scuola dove si accingeva ad entrare, un'altra Veronica
Capodieci ancora più giovane è in gravi condizioni, trasferita a
Lecce dall'ospedale "Perrino" di Brindisi dove sono ancora
ricoverati altri 8 ragazzi, due in gravi condizioni e gli altri con
ustioni varie sul corpo, un automobilista di passaggio e alcuni
passanti. La scuola "Francesca Laura Morvillo Falcone" di
Brindisi è un Istituto Professionale femminile di Stato per i
Servizi Sociali ed è frequentato da ragazze provenienti dall'intera
provincia. Far scoppiare gli ordigni all'ora (7,45) dell'ingresso
delle circa 500 ragazze nell'istituto Morvillo è stata una scelta
meditata, programmata e forse un messaggio anche al vicino Tribunale.
I primi articoli di giornale, come si legge da questo estratto esemplificativo, parlano di: attentato contro la scuola, messaggio al tribunale, reazione contro la marcia itinerante della legalità, una vendetta per l' impegno antimafia della scuola contro la mafia, l' azione di un pazzo, un gesto assurdo.
I primi articoli di giornale, come si legge da questo estratto esemplificativo, parlano di: attentato contro la scuola, messaggio al tribunale, reazione contro la marcia itinerante della legalità, una vendetta per l' impegno antimafia della scuola contro la mafia, l' azione di un pazzo, un gesto assurdo.
L'
attentato non è avvenuto contro la scuola ma contro delle ragazze di
sesso femminile: per ucciderle e scatenare il terrore ed è un attentato che aggiunge vittime
all' elenco delle donne già uccise dall' inizio dell' anno -a fine aprile
erano 54-. Una riflessione su questo fatto innegabile si impone
poiché il momento di crisi, che l' Italia sta attraversando, si
accompagna, come sempre succede, a partire dalla crisi dell' Impero
romano, al riemergere di una misoginia e di una neo-virilizzazione
che sempre si traduce in violenza contro le donne. Non dobbiamo
dimenticare che una rinnovata questione femminile esiste tuttora e
assume caratteristiche di emergenza dopo il periodo berlusconiano che
ha portato la condizione femminile indietro di secoli. Tutta la
storia occidentale è stata attraversata dalla paura della
“femminilizzazione” e cosa c' è di più femminilizzato e di pervasivamente femminilizzante di un istituto femminile, dedicato ad una donna, impegnato a favore della legalità?
Dal V secolo a. C., ad Atene, si codifica dottrinariamente, l' inferiorità fisica, intellettuale e morale della donna e l' uomo si erge a signore e padrone della terra, unico titolato a formare mondo e ogni volta che l' umanità attraversa momenti di crisi, invoca sempre il “Padre”, virile e virilizzato, un padre che deve essere sempre qualcosa di diverso e qualcosa di tradizionale. In questo momento storico un padre salvifico non c' è più ed è urgente e utile parlare della debolezza maschile di un maschio che, incapace di prendere atto della realtà, proietta le sue inadeguatezze e la sua superbia sulle donne privandole della vita attraverso dinamiche violente che si configurano, come in questo caso, in "terrorismo di genere". Spesso la morte inferta ad una donna, quasi non bastasse la semplice uccisione, si accompagna alla devastazione del corpo con armi da taglio, fuoco o qualunque altro oggetto per placare un odio che attinge le sue radici in secoli di cultura patriarcale basata sul dominio e sul principio di inferiorità/superiorità, che non riconosce l' altro da sè, lo animalizza, lo possiede, ne fa proprietà, lo uccide.
Dal V secolo a. C., ad Atene, si codifica dottrinariamente, l' inferiorità fisica, intellettuale e morale della donna e l' uomo si erge a signore e padrone della terra, unico titolato a formare mondo e ogni volta che l' umanità attraversa momenti di crisi, invoca sempre il “Padre”, virile e virilizzato, un padre che deve essere sempre qualcosa di diverso e qualcosa di tradizionale. In questo momento storico un padre salvifico non c' è più ed è urgente e utile parlare della debolezza maschile di un maschio che, incapace di prendere atto della realtà, proietta le sue inadeguatezze e la sua superbia sulle donne privandole della vita attraverso dinamiche violente che si configurano, come in questo caso, in "terrorismo di genere". Spesso la morte inferta ad una donna, quasi non bastasse la semplice uccisione, si accompagna alla devastazione del corpo con armi da taglio, fuoco o qualunque altro oggetto per placare un odio che attinge le sue radici in secoli di cultura patriarcale basata sul dominio e sul principio di inferiorità/superiorità, che non riconosce l' altro da sè, lo animalizza, lo possiede, ne fa proprietà, lo uccide.
Lorenza Cervellin, Esperto di cultura di genere, politiche di Pari Opportunità ed integrazione sociale
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