Mussolini
Benito, nato
a Predappio il 29 luglio 1883, era uomo di fine '800 cresciuto con la
delusione post-unitaria risorgimentale e deluso dalla mancanza di
giustizia sociale da
parte di una politica esercitata da notabili incapaci di governare la
complessità sociale:
- A tavola noi ragazzi sedevamo in tre reparti. Io dovevo sempre sedere in fondo e mangiare coi più poveri. Potrei forse dimenticare le formiche nel pane della terza classe. Ma che noi bambini fossimo divisi in classi, mi brucia ancora nell'anima! Citato in Emil Ludwig, Colloqui con Mussolini, traduzione di Tomaso Gnoli, Mondadori, 2000.
Come
questa situazione di disagio sociale dovuto alla mancanza di equità
abbia influito sulle sue idee iniziali appare chiaro dai suoi scritti ma non giustifica la successiva svolta autoritaria:
- Il fascismo è una grande mobilitazione di forze materiali e morali. Che cosa si propone? Lo diciamo senza false modestie: governare la Nazione. Con quale programma? Col programma necessario ad assicurare la grandezza morale e materiale del popolo italiano. Parliamo schietto. Non importa se il nostro programma concreto, com'è stato notato giorni sono da un redattore del Resto del Carlino, non è antitetico ed è piuttosto convergente con quello dei socialisti, per tutto ciò che riguarda la riorganizzazione tecnica, amministrativa e politica del nostro Paese. Noi agitiamo dei valori morali e tradizionali che il socialismo trascura o disprezza; ma soprattutto lo spirito fascista rifugge da tutto ciò che è ipoteca arbitraria sul misterioso futuro. (da: Dopo due anni, Il Popolo d'Italia, 23 marzo 1921)
Mussolini iniziò
la sua attività politica e di giornalista, dal 1912, come esponente
di spicco del Partito Socialista Italiano,
e direttore del quotidiano socialista Avanti! Negli
anni della guerra di Libia e
in quelli precedenti la Prima guerra mondiale non
erano evidenti i segni di quell' acceso nazionalismo che caratterizzò
in futuro il fascismo ma le sue posizioni erano
chiaramente anti-interventiste. Nel 1914 cambiò
radicalmente opinione, dichiarandosi a favore dell'intervento in
guerra ma ciò non sorprende perchè la Prima guerra mondiale era
percepita come il prolungamento naturale del processo di unificazione e sperava nell' emancipazione del proletariato da conquistare anche
con iniziative rivoluzionarie. Trovatosi in netto contrasto con la
linea del partito, si dimise dalla direzione dell'Avanti! e
fondò Il Popolo d' Italia, schierandosi
chiaramente su posizioni interventiste, venendo quindi espulso dal
PSI. Nell'immediato dopoguerra maturò l' ideologia fascista e si
propose come l' uomo
nuovo,capace
di prendere in mano l' Italia per portare giustizia sociale, ordine e
benessere. Cavalcando, lo scontento per la vittoria mutilata, la
crisi economica, la crisi interna al partito liberale e la paura
del comunismo fondò i Fasci
Italiani di Combattimento (1919),
poi divenuti Partito
Nazionale Fascista nel 1921. Quale
evoluzione aveva avuto il pensiero di Mussolini? Il
fascismo voleva essere protagonista e artefice di una propria
originale rivoluzione, fondata su valori antitetici a quelli della
sinistra democratica
e socialista i quali erano strettamente legati al concetto stesso di
rivoluzione. Rivoluzionari furono i mezzi di cui si servì per
raggiungere il potere e rivoluzionaria era la sua aspirazione a un
ordine politico nuovo, diverso da quelli conosciuti fino a quel
momento. Per quanto riguarda l' economia, Mussolini aspirava a dar
vita a un sistema che superasse
l' anarchia del capitalismo borghese. Violenza rivoluzionaria squadrista e para-militare nei
territori e pressione politica furono gli strumenti che gli permisero
la conquista e il consolidamento del potere.
Una
volta assunta la guida del governo, nel 1922, Mussolini continuò ad
alternare la doppia
politica:
linea morbida a Roma in funzione di normalizzazione
moderata e
linea dura nei territori con la minaccia di una seconda
ondata rivoluzionaria.
I politici liberali e cattolici, definiti fiancheggiatori,
si dimostrarono miopi anche di fronte all' evidenza autoritaria:
Mussolini alla Camera in occasione del dibattito sulla fiducia al governo
- Potevo fare di quest' aula sorda e grigia un bivacco di manipoli. Potevo sprangare il Parlamento e costituire un governo esclusivamente di fascisti. Potevo, ma non ho, almeno in questo tempo, voluto.
- Dicembre 1922: istituzione del Gran consiglio del fascismo
- Gennaio 1923: le squadre fasciste furono inquadrate nella Milizia volontaria per la sicurezza nazionale
Ora
la lotta
illegale contro
gli oppositori si avvaleva anche di strumenti legali condotti dalla
magistratura e dagli organi di polizia con chiusura di giornali,
scioglimento di amministrazioni locali e arresti preventivi di
militanti: i comunisti dal 1923 entrano in semiclandestinità e
riparano in Francia. Il sindacato venne devitalizzato e i salari
reali tornarono ai tempi dei primi anni del '900. Fra il 1922 e il
1925, una politica liberista (licenziamenti, bassi salari e
detassazione delle imprese), parve risolvere la grande crisi
economica del primo dopoguerra e il bilancio dello Stato tornò in
pareggio sotto la guida del ministro delle finanze De
Stefani.
Questo risultato fu possibile grazie anche all' azione degli ultimi
ministeri liberali ma il merito di questo successo andò a Mussolini
e valse a rafforzare i rapporti fra potere economico e il
fascismo. Il
partito fascista fu sostenuto anche dalla chiesa e nel 1923, con la
riforma scolastica di Giovanni Gentile, fu introdotto nelle scuole,
l' insegnamento della religione cattolica.
Fin
da subito Mussolini dimostrò di voler avviare un potere
personale, autocratico e autoreferenziale:1923,
Mussolini impone le dimissioni dei ministri popolari e il Vaticano
fece pressione affinchè don
Sturzo lasciasse
la segreteria del Ppi. Liberatosi
del più forte e scomodo fra i suoi alleati di governo, Mussolini
aveva il problema di rafforzare la sua maggioranza parlamentare:
1923:
con voto favorevole di buona parte dei liberali e dei cattolici di
destra venne approvata la nuova legge elettorale
maggioritaria. La
nuova legge avvantaggiava la lista che avesse ottenuto la maggioranza
relativa con almeno il 25% dei voti
con
l' assegnazione dei due terzi dei seggi disponibili. All' inizio del
1924 la Camera fu sciolta e molti esponenti liberali e cattolici
conservatori si candidarono con il partito fascista nelle liste
nazionali presentate in tutti i collegi con il simbolo del
fascio. Veniva a riformarsi il blocco delle elezioni del 1921 con i
fascisti in situazione di preminenza. I due partiti socialisti, i
comunisti, i popolari e i liberali d' opposizione si presentarono
ciascuno con proprie liste e furono rovinosamente sconfitti. Il 6
aprile 1924 si votò con i fascisti che continuarono a fare azioni di
disturbo: la loro vittoria fu schiacciante con il 65% di voti
a favore. Nel meridione, grazie alle clientele del
notabilato locale, l'adesione al fascismo fu ancora più massiccia. L
blocco reazionario- conservatore aveva definitivamente estromesso il
partito liberal-moderato.
10
giugno 1924: il deputato Giacomo Matteotti, segretario
del partito socialista unitario, fu rapito a Roma
da un gruppo di squadristi membri di una organizzazione illegale alle
dipendenze del Pnf, caricato a forza su un' auto e ucciso
a coltellate. Il suo cadavere, abbandonato in una macchia a pochi km
dalla capitale, fu trovato due mesi dopo. Dieci giorni prima
di essere ucciso, Matteotti, aveva pronunciato alla Camera un
discorso durissimo contro il fascismo, denunciando le violenze e
mettendo in dubbio la validità del risultato elettorale. L'
opinione pubblica reagì con una forte ondata di
indignazione contro il fascismo e contro Mussolini. Gli
esecutori materiali dell' assassinio furono prontamente catturati ma
sui mandanti non si riuscì mai a fare luce. Il fascismo, a quel
punto, si trovò isolato e parve crollare ma le opposizioni non
avevano la possibilità di mettere in minoranza il partito fascista
né di mobilitare le piazze. I gruppi di opposizione si ritirarono
nell' Aventino e agitarono una questione
morale sperando nell' intervento dei due poteri: Re e
Chiesa che non ci furono. Mussolini diede le dimissioni da
ministro degli Interni e sacrificò alcuni collaboratori coinvolti
nell' assassinio di Matteotti. Nel giro di pochi mesi l' ondata
antifascista refluì.
3
gennaio 1925: in un discorso alla Camera, Mussolini ruppe ogni
riserva legalitaria, dichiarò chiusa la questione
morale e minacciò di usare la forza contro l'
opposizione:
- ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. […] Se il fascismo è stata una associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! […] Il governo è abbastanza forte per stroncare definitivamente la secessione dell' Aventino
Nei
giorni successivi, un' ondata di arresti, perquisizioni e sequestri
si abbattè sui partiti di opposizione e sulla stampa libera.
Gli
intellettuali si divisero:
- Giovanni Gentile Gentile divenuto il filosofo del fascismo diffuse il Manifesto degli intellettuali fascisti
- Benedetto Croce rispose con un altro manifsto in cui rivendicava i diritti di libertà ereditati dalla tradizione risorgimentale.
Gli
oppositori: Giovanni Amendola e Piero Gobbetti, riparati
in Francia, morirono per i postumi di aggressioni fasciste.
Il
sindacalismo libero fu costretto a scendere a patti con il
fascismo: Patto
di Palazzo Vidoni.
Quattro
attentati conto Mussolini in un anno furono la giustificazione per il
varo di nuove leggi dette fascistissime: il
ministro della giustizia Alfredo
Rocco propose
la prima legge costituzionale (dicembre 1925), che rafforzò
i poteri del capo del governo, rispetto agli altri ministri e al
Parlamento. Nell'
aprile del 1926 una legge sindacale impedì lo sciopero e stabilì
che i sindacati fascisti potessero stipulare contratti collettivi.
Furono
sciolti tutti i partiti antifascisti e soppresse tutte le
pubblicazioni contrarie al regime e dichiarati decaduti i deputati
aventiniani. Fu reintrodotta la pena di morte per i colpevoli
di reati contro
la sicurezza dello Stato e
istituito un
Tribunale
speciale per la difesa dello Stato composto,
non da giudici ma da ufficiali delle forze armate e della Milizia.
Questo
il percorso formale di distruzione dello stato liberale e imposizione
della dittatura, responsabilità diretta di Mussolini ma
non ci si deve mai finire di interrogare su una presa di potere che
avvenne con la complicità/connivenza di altri due poteri importanti:
la Chiesa e il Re. Mussolini era un uomo cresciuto politicamente con
le contraddizioni dell' Ottocento: idealità e violenza e con un
ideale molto potente costituito dalla democrazia. Ma
la democrazia, una volta entrata negli ordinamenti di uno Stato, deve
necessariamente tradursi in azioni che portano benessere
e sicurezza, ordine e tranquillità, obiettivi
estensibili al maggior numero di persone possibile. Questo fu il
motivo del successo iniziale del fascismo il quale promise riforme,
ordine e benessere tutti motivi propagandistici caduti mano amano che
veniva consolidandosi un
potere assolutamente autoritario e personale. Il
fascismo seppe capire la società
di massa,
l' importanza degli appelli
al popolo e
ne interpretò i sogni legittimi di benessere ma anche le componenti
violente ma soprattutto ne sfruttò appieno le tecniche e gli
strumenti: radio e cinema, i canali di informazione, di istruzione e
le strutture associative gradualmente dominate dal potere totalitario
fascista. Negli anni '20 del '900 gli antifascisti italiani coniarono
il termine totalitarismo come
categoria interpretativa il regime politico che tendeva a dominare e
pervadere l' intera società in modo totale esercitando
un doppio/triplo
potere sui cittadini: li reprime, li controlla e nello stesso tempo
riesce a mobilitarli per avere il consenso a queste azioni
repressive. Fino al fascismo si esercitava il potere sulle classi per
poi spostarlo sulle masse ma facendo attenzione anche alle classi!
Mussolini
pone fine alla Questione
romana stabilendo
una indennità a favore della Chiesa per la perdita dello Stato
pontificio, sancisce l' indipendenza dello Stato
della Città del Vaticano e
firma un concordato che intaccava la laicità dello Stato.
Marzo
1929: elezioni plebiscitarie a lista unica con un 98% di voti
favorevoli al regime.
L'
Italia nel periodo fascista crebbe secondo le linee di tendenza degli
Stati occidentali ma rimase arretrata economicamente e civilmente
perchè partiva da posizioni arretrate e questo favori la svolta
reazionaria e conservatrice del fascismo: ruralizzazione, esaltazione
del matrimonio e della famiglia basati sulla sottomissione femminile.
Il
fascismo non riuscì a creare u nuovo sistema economico ma si
barcamenò fra le due diverse linee gia conosciute:
- fase liberista 81922/25 , sfociata nell' inflazione a guida De Stefani
- fase protezionisca basata sulla deflazione, stabilizzazione della lira e attenzione al mercato interno, a guida Volpi
la
crisi del 1929 in Italia non fu drammatica proprio perchè l'
economia era “arretrata” ma non fu indolore con un aumento
preoccupante della disoccupazione. Volpi-Mussolini, risposero con lo
sviluppo dei lavori pubblici: bonifiche, strade,
piazze tronchi ferroviari, edifici pubblici.
1931:
creazione di Imi, Istituto
mobiliare italiano, istituto di credito pubblico, per sopperire alla
crisi delle banche e sostenere le industrie in crisi
1933:
creazione dell' Iri,
Istututo per la ricostruzione industriale. L' IRI, valendosi di
fondi, forniti in gran parte dallo stato, divenne azionista di
maggioranza delle banche e ne rilevò le partcipazioni industriali,
acquistando il controllo di alcune fra le maggiori imprese italiane:
Ansaldo, Ilva, Terni. L' Iri doveva durare il tempo necessario al
risanamento per poi essere privatizzato ma non fu possibile, visto le
dimensioni delle imprese, e, nel 1937 divenne ente permanente. In
questo modo però l' economia liberista, per l' Italia, divenne un
miraggio essendo lo Stato: Stato-banchiere e Stato imprenditore,
battuto solo dall' URSS. Ma quale fu il risultato paradossale? Non il
bene pubblico statale ma il bene delle imprese private aiutate
continuamente con i fondi della collettività a spese delle
classi popolari.
1935:
blocco dello sviluppo, svolta militarista e pasaggio all' economia di
guerra.
Una
componente ideologica del potere fascista era il nazionalismo
restauratore della Roma imperiale protagonista il popolo! In
politica estera perdurava il motivo retorico della insoddisfazione
della “vittoria mutilata” e un rapporto privilegiato con la Gran
Bretagna (1935 Accordo di Stresa fra le potenze
vincitrici della Prima guerra mondiale). Restava il motivo retorico
imperialista che si realizzò con l' impresa etiopica per
vendicare la sconfitta di Adua del 1896 e distrarre dalla crisi
economica interna. Ma l' Etiopia era uno Stato indipendente,
membro della Società delle Nazioni.
1935:
invasione dell' Etiopia senza nemmeno farla precedere da una
dichiarazione di guerra. Il Consiglio della Società delle Nazioni,
come era giusto, applica le sanzioni all' Italia. Il paese fu
sommerso da un' ondata di imperialismo
popolaresco in
favore di Mussolini. La spedizione etiopica si concluse con il
successo e il 5 maggio 1936 mussolini annunciò Il
ritorno dell' impero sui colli fatali di Roma. Questa
conquista si rivelò più un costo che un affare.
1936: asse
Roma-Berlino, patto di amicizia rafforzato dall' impegno
comune nella guerra civile spagnola e nella lotta contro il
comunismo. Mussolini pensava di usare l' amicizia con la Germania
come uno strumento per aumentare il peso dell' italia in politica
estera ma fu soppraffatto dal dinamismo aggressivo tedesco che
ridusse a Mussolini tutti i margini di manovra in politica estera e
interna.
1939: Patto
d' acciaio
Parallelamente
al consolidamento del potere autoritario fascista prendeva forma
l'opposizione silenziosa da parte di: cattolici,
liberali, socialisti e comunisti tutte forze che agivano con prudenza
ma alla luce del sole come Benedetto Croce o in
clandestinità come i comunisti. All' estero l' eridità all'
opposizione fascista era stata raccolta da Amendola e
Gobetti, soprattutto in Francia dove agivano Turati e
Treves, Nenni e Saragat.
1929: Emilio
Lussu e Carlo Rosselli fondano Giustizia
e Libertà.
Nel 1937 Carlo e nello Rosselli furono assassinati da sicari
fascisti. I comunisti con Togliatti fecero
una opposizione isolata attenti
anche alle indicazioni di partito internazionali.
1937: Gramsci muore
in carcere.
Sintetizzando:
la dissidenza antifascista non ottenne risultati durante il fascismo
ma agirono nell' ultima fase della guerra nel 1943 con una resistenza
armata efficace che permise di rifondare l' Italia su
presupposti democratici.
1935: politica
autarchica che fece aumentare la produzione ma contribuì
anche a un ulteriore peggioramento nella vita degli italiani. L'
Italia, nella realtà, dopo la Grande guerra si era scoperta non
essere un paese di guerrieri e voleva fortemente la pace ma Mussolini
agiva per portarla in guerra. E' in questa fase che Mussolini
si trasforma dal padre paterno autoritario e severo al padre duro che
punisce un popolo rammollito e una borghesia corrotta dagli agi. La
popolazione andava educata alla guerra fin dalla prima infanzia con
il passo romano,l' esaltazione della giovinezza e la razza andava
rinforzata con il controllo sulla donna che doveva essere sana per
mettere al mondo figli sani!!
1938:
con la Conferenza
di Monaco la
pace sembra salva
1938: leggi
razziali
1939: invasione
dell' Albania
1
settembre 1939: la Germania invade la Polonia e inizia la Seconda
guerra mondiale
1939: dichiarazione
italiana di non belligeranza
10
giugno 1940: Mussolini annuncia l' entrata in guerra dell'
Italia la quale fallirà i suoi obiettivi di conquista e avrà sempre
bisogno dell' alleato tedesco.
12
giugno 1943: inizia la campagna d' Italia con lo sbarco
degli Alleati in Sicilia
Il
partito fascista era già sotto pressione per le sconfitte militari e
per la disastrosa situazione interna con le città distrutte dai
bombardamenti americani e il caro-vita galoppante.
1943:
protesta di massa del popolo
Notte
fra il 24/25 luglio 1943: congiura monarchica, in
occasione della seduta del Gran Consiglio si approvò
a maggioranza un ordine del giorno presentato da Dino
Grandi che invitava il re a riassumere il comando delle
forze armate.
25
luglio dimissioni e arresto di Mussolini: capo del governo
sarà Pietro Badoglio. Il partito fascista si dissolse
nel nulla anche se lasciò la distruzione che aveva fatto allo Stato
e alla società.
3
settembre 1943: armistizio con gli Alleati, le truppe si
sbandarono, e, con il re in fuga a Brindisi, nessuna Istituzione o
figura formale era presente a organizzare l' emergenza contro i
tedeschi, fino al giorno prima alleati!
Sembra
incredibile! Un uomo solo aveva distrutto uno Stato come fosse stata
una sua proprietà personale e nessuno glielo aveva impedito. Poi,
nonostante tutti i mezzi tecnologici, il territorio verrà liberato,
controllato e recuperato alla legalità dai civili, con una
disastrosa guerra interna e con il ruolo determinante dalle
staffette!
Settembre
1943: gruppi di civili uniti a gruppi di truppe regolari diedero
forma al primo combattimento contro le truppe tedesche a Porta
San Paolo a Roma
L'
Italia si trovò divisa territorialmente e politicamente e il suo
popolo tutto costretto a combattere una doppia guerra: una guerra
definita civile combattuta fra gli italiani antifascisti contro
altri italiani fascisti riorganizzati ancora in partito e Stato a
Salò e
una guerra contro
i tedeschi diventati nemici.
Per
questo io non voglio più sentire lo stereotipo della ingovernabilità
degli italiani iniziato proprio da una frase di Mussolini:
Governare
gli italiani non
è difficile, ma inutile. (citato
in Giulio Andreotti, Governare
con la crisi, Rizzoli, 1991)
L'
impegno delle formazioni partigiane e la riorganizzazione dei partiti
d' opposizione al fascismo permisero di salvare anche formalmente lo
Stato con la nascita del Comitato di liberazione
nazionale.
Già
dopo un mese dall' armistizio l' Italia era in grado di dichiarare
guerra alla Germania e un corpo italiano di liberazione combattè a
fianco degli anglo-americani. Il 24 aprile 1944, dopo il ritorno di
Togliatti da un soggiorno ventennale nell' URRS e la svolta
di Salerno, l' Italia fu in grado di affidare lo Stato
a delle compagini politiche organizzate ed esprimere il primo governo
di unità nazionale. Con il rientro dei poteri
formali fu dato il governo a Bonomi il quale si
attivò con i collegamenti sul territorio dove si combatteva
una guerra spietata alternata a stragi. In campo c' erano
le forze antifasciste che combattevano riconosciute formalmente dallo
Stato, i giovani aderenti alla repubblica di Salò e i tedeschi.
La
Resistenza italiana nasce a settembre del 1943 nel giro di poche ore
e arrivava da delusioni post unitarie e da uno Stato che aveva
continuato a umiliare il popolo delle fabbriche, dei campi, delle
università, delle carceri, del cattolicesimo e dello stesso esercito
fascista. E' il popolo nobile autoorganizzato che salva lo
Stato italiano: non lo dobbiamo mai dimenticare.
A rappresentare questo post ho messo il frontespizio del libro di Elio Vittorini che così esprime il suo antifascismo: «Io ero, quell'inverno, in preda ad astratti furori». Questa è la frase iniziale pronunciata dall' o narrante del libro.
Conversazione
in Sicilia è
un romanzo che racconta un viaggio sullo sfondo di una Sicilia
arcaica, «ammonticchiata
di nespoli e tegole». Disperazione
e malessere, il dolore del «mondo
offeso». Il
momento storico è quello della guerra di Spagna, del fascismo, della
difficile opposizione ad esso, della miseria. In pochi opere il
dolore, l'angoscia di quegli anni sono apparsi così violenti.
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