lunedì 17 settembre 2012

DALLO STATO LIBERALE ALLO STATO AUTORITARIO FASCISTA -Continuazione 8-



Mussolini Benito, nato a Predappio il 29 luglio 1883, era uomo di fine '800 cresciuto con la delusione post-unitaria risorgimentale e deluso dalla mancanza di giustizia sociale da parte di una politica esercitata da notabili incapaci di governare la complessità sociale:
  • A tavola noi ragazzi sedevamo in tre reparti. Io dovevo sempre sedere in fondo e mangiare coi più poveri. Potrei forse dimenticare le formiche nel pane della terza classe. Ma che noi bambini fossimo divisi in classi, mi brucia ancora nell'anima! Citato in Emil Ludwig, Colloqui con Mussolini, traduzione di Tomaso Gnoli, Mondadori, 2000.
Come questa situazione di disagio sociale dovuto alla mancanza di equità abbia influito sulle sue idee iniziali appare chiaro dai suoi scritti ma non giustifica la successiva svolta autoritaria:
  • Il fascismo è una grande mobilitazione di forze materiali e morali. Che cosa si propone? Lo diciamo senza false modestie: governare la Nazione. Con quale programma? Col programma necessario ad assicurare la grandezza morale e materiale del popolo italiano. Parliamo schietto. Non importa se il nostro programma concreto, com'è stato notato giorni sono da un redattore del Resto del Carlino, non è antitetico ed è piuttosto convergente con quello dei socialisti, per tutto ciò che riguarda la riorganizzazione tecnica, amministrativa e politica del nostro Paese. Noi agitiamo dei valori morali e tradizionali che il socialismo trascura o disprezza; ma soprattutto lo spirito fascista rifugge da tutto ciò che è ipoteca arbitraria sul misterioso futuro. (da: Dopo due anni, Il Popolo d'Italia, 23 marzo 1921)
Mussolini iniziò la sua attività politica e di giornalista, dal 1912, come esponente  di spicco del Partito Socialista Italiano, e direttore del quotidiano socialista Avanti! Negli anni della guerra di Libia e in quelli precedenti la Prima guerra mondiale non erano evidenti i segni di quell' acceso nazionalismo che caratterizzò in futuro il fascismo ma le sue posizioni erano chiaramente anti-interventiste. Nel 1914 cambiò radicalmente opinione, dichiarandosi a favore dell'intervento in guerra ma ciò non sorprende perchè la Prima guerra mondiale era percepita come il prolungamento naturale del processo di unificazione e sperava nell' emancipazione del proletariato da conquistare anche con iniziative rivoluzionarie. Trovatosi in netto contrasto con la linea del partito, si dimise dalla direzione dell'Avanti! e fondò Il Popolo d' Italia, schierandosi chiaramente su posizioni interventiste, venendo quindi espulso dal PSI. Nell'immediato dopoguerra maturò l' ideologia fascista e si propose come l' uomo nuovo,capace di prendere in mano l' Italia per portare giustizia sociale, ordine e benessere. Cavalcando, lo scontento per la vittoria mutilatala crisi economica, la crisi interna al partito liberale e la paura del comunismo fondò i Fasci Italiani di Combattimento (1919), poi divenuti Partito Nazionale Fascista nel 1921. Quale evoluzione aveva avuto il pensiero di Mussolini? Il fascismo voleva essere protagonista e artefice di una propria originale rivoluzione, fondata su valori antitetici a quelli della sinistra democratica e socialista i quali erano strettamente legati al concetto stesso di rivoluzione. Rivoluzionari furono i mezzi di cui si servì per raggiungere il potere e rivoluzionaria era la sua aspirazione a un ordine politico nuovo, diverso da quelli conosciuti  fino a quel momento. Per quanto riguarda l' economia, Mussolini aspirava a dar vita a un sistema che superasse l' anarchia del capitalismo borghese. Violenza rivoluzionaria squadrista e para-militare nei territori e pressione politica furono gli strumenti che gli permisero la conquista e il consolidamento del potere.
Una volta assunta la guida del governo, nel 1922, Mussolini continuò ad alternare la doppia politica: linea morbida a Roma in funzione di normalizzazione moderata e linea dura nei territori con la minaccia di una seconda ondata rivoluzionaria. I politici liberali e cattolici, definiti fiancheggiatori, si dimostrarono miopi anche di fronte all' evidenza autoritaria:

Mussolini alla Camera in occasione del dibattito sulla fiducia al governo
  • Potevo fare di quest' aula sorda e grigia un bivacco di manipoli. Potevo sprangare il Parlamento e costituire un governo esclusivamente di fascisti. Potevo, ma non ho, almeno in questo tempo, voluto.

    Più chiaro di così!!

  1. Dicembre 1922: istituzione del Gran consiglio del fascismo
  2. Gennaio 1923: le squadre fasciste furono inquadrate nella Milizia volontaria per la sicurezza nazionale
Ora la lotta illegale contro gli oppositori si avvaleva anche di strumenti legali condotti dalla magistratura e dagli organi di polizia con chiusura di giornali, scioglimento di amministrazioni locali e arresti preventivi di militanti: i comunisti dal 1923 entrano in semiclandestinità e riparano in Francia. Il sindacato venne devitalizzato e i salari reali tornarono ai tempi dei primi anni del '900. Fra il 1922 e il 1925, una politica liberista (licenziamenti, bassi salari e detassazione delle imprese), parve risolvere la grande crisi economica del primo dopoguerra e il bilancio dello Stato tornò in pareggio sotto la guida del ministro delle finanze De Stefani. Questo risultato fu possibile grazie anche all' azione degli ultimi ministeri liberali ma il merito di questo successo andò a Mussolini e valse a rafforzare i rapporti fra potere economico e il fascismo. Il partito fascista fu sostenuto anche dalla chiesa e nel 1923, con la riforma scolastica di Giovanni Gentile, fu introdotto nelle scuole, l' insegnamento della religione cattolica.
Fin da subito Mussolini dimostrò di voler avviare un potere  personale, autocratico e autoreferenziale:1923, Mussolini impone le dimissioni dei ministri popolari e il Vaticano fece pressione affinchè don Sturzo lasciasse la segreteria del PpiLiberatosi del più forte e scomodo fra i suoi alleati di governo, Mussolini aveva il problema di rafforzare la sua maggioranza parlamentare:
1923: con voto favorevole di buona parte dei liberali e dei cattolici di destra venne approvata la nuova legge elettorale
maggioritaria. La nuova legge avvantaggiava la lista che avesse ottenuto la maggioranza relativa con almeno il 25% dei voti
con l' assegnazione dei due terzi dei seggi disponibili. All' inizio del 1924 la Camera fu sciolta e molti esponenti liberali e cattolici conservatori si candidarono con il partito fascista nelle liste nazionali presentate in tutti i collegi con il simbolo del fascio. Veniva a riformarsi il blocco delle elezioni del 1921 con i fascisti in situazione di preminenza. I due partiti socialisti, i comunisti, i popolari e i liberali d' opposizione si presentarono ciascuno con proprie liste e furono rovinosamente sconfitti. Il 6 aprile 1924 si votò con i fascisti che continuarono a fare azioni di disturbo: la loro vittoria fu schiacciante con il 65% di voti a favore. Nel meridione, grazie alle clientele del notabilato locale, l'adesione al fascismo fu ancora più massiccia. L blocco reazionario- conservatore aveva definitivamente estromesso il partito liberal-moderato.
10 giugno 1924: il deputato Giacomo Matteotti, segretario del partito socialista unitariofu rapito a Roma da un gruppo di squadristi membri di una organizzazione illegale alle dipendenze del Pnf, caricato a forza su un' auto e ucciso a coltellate. Il suo cadavere, abbandonato in una macchia a pochi km dalla capitale, fu trovato due mesi dopo. Dieci giorni prima di essere ucciso, Matteotti, aveva pronunciato alla Camera un discorso durissimo contro il fascismo, denunciando le violenze e mettendo in dubbio la validità del risultato elettorale. L' opinione pubblica reagì con una forte ondata di indignazione contro il fascismo e contro Mussolini. Gli esecutori materiali dell' assassinio furono prontamente catturati ma sui mandanti non si riuscì mai a fare luce. Il fascismo, a quel punto, si trovò isolato e parve crollare ma le opposizioni non avevano la possibilità di mettere in minoranza il partito fascista né di mobilitare le piazze. I gruppi di opposizione si ritirarono nell' Aventino e agitarono una questione morale sperando nell' intervento dei due poteri: Re e Chiesa che non ci furono. Mussolini diede le dimissioni da ministro degli Interni e sacrificò alcuni collaboratori coinvolti nell' assassinio di Matteotti. Nel giro di pochi mesi l' ondata antifascista refluì.
3 gennaio 1925: in un discorso alla Camera, Mussolini ruppe ogni riserva legalitaria, dichiarò chiusa la questione morale e minacciò di usare la forza contro l' opposizione:
  • ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto. […] Se il fascismo è stata una associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! […] Il governo è abbastanza forte per stroncare definitivamente la secessione dell' Aventino
Nei giorni successivi, un' ondata di arresti, perquisizioni e sequestri si abbattè sui partiti di opposizione e sulla stampa libera.

Gli intellettuali si divisero:
  1. Giovanni Gentile Gentile divenuto il filosofo del fascismo diffuse il Manifesto degli intellettuali fascisti
  2. Benedetto Croce rispose con un altro manifsto in cui rivendicava i diritti di libertà ereditati dalla tradizione risorgimentale.
Gli oppositori: Giovanni Amendola e Piero Gobbetti, riparati in Francia, morirono per i postumi di aggressioni fasciste.
Il sindacalismo libero fu costretto a scendere a patti con il fascismo: Patto di Palazzo Vidoni.
Quattro attentati conto Mussolini in un anno furono la giustificazione per il varo di nuove leggi dette fascistissime: il ministro della giustizia Alfredo Rocco propose la prima legge costituzionale (dicembre 1925), che rafforzò i poteri del capo del governo, rispetto agli altri ministri e al Parlamento. Nell' aprile del 1926 una legge sindacale impedì lo sciopero e stabilì che i sindacati fascisti potessero stipulare contratti collettivi.
Furono sciolti tutti i partiti antifascisti e soppresse tutte le pubblicazioni contrarie al regime e dichiarati decaduti i deputati aventiniani. Fu reintrodotta la pena di morte per i colpevoli di reati contro la sicurezza dello Stato e istituito un  Tribunale speciale per la difesa dello Stato composto, non da giudici ma da ufficiali delle forze armate e della Milizia.
Questo il percorso formale di distruzione dello stato liberale e imposizione della dittatura, responsabilità diretta di Mussolini ma non ci si deve mai finire di interrogare su una presa di potere che avvenne con la complicità/connivenza di altri due poteri importanti: la Chiesa e il Re. Mussolini era un uomo cresciuto politicamente con le contraddizioni dell' Ottocento: idealità e violenza e con un ideale molto potente costituito dalla democrazia. Ma la democrazia, una volta entrata negli ordinamenti di uno Stato, deve necessariamente tradursi in azioni che portano benessere e sicurezza, ordine e tranquillità, obiettivi estensibili al maggior numero di persone possibile. Questo fu il motivo del successo iniziale del fascismo il quale promise riforme, ordine e benessere tutti motivi propagandistici caduti mano amano che veniva consolidandosi un potere assolutamente autoritario e personale. Il fascismo seppe capire la società di massa, l' importanza degli appelli al popolo e ne interpretò i sogni legittimi di benessere ma anche le componenti violente ma soprattutto ne sfruttò appieno le tecniche e gli strumenti: radio e cinema, i canali di informazione, di istruzione e le strutture associative gradualmente dominate dal potere totalitario fascista. Negli anni '20 del '900 gli antifascisti italiani coniarono il termine totalitarismo come categoria interpretativa il regime politico che tendeva a dominare e pervadere l' intera società in modo totale esercitando un doppio/triplo potere sui cittadini: li reprime, li controlla e nello stesso tempo riesce a mobilitarli per avere il consenso a queste azioni repressive. Fino al fascismo si esercitava il potere sulle classi per poi spostarlo sulle masse ma facendo attenzione anche alle classi!
Mussolini pone fine alla Questione romana stabilendo una indennità a favore della Chiesa per la perdita dello Stato pontificio, sancisce l' indipendenza dello Stato della Città del  Vaticano e firma un concordato che intaccava la laicità dello Stato.
Marzo 1929: elezioni plebiscitarie a lista unica con un 98% di voti favorevoli al regime.
L' Italia nel periodo fascista crebbe secondo le linee di tendenza degli Stati occidentali ma rimase arretrata economicamente e civilmente perchè partiva da posizioni arretrate e questo favori la svolta reazionaria e conservatrice del fascismo: ruralizzazione, esaltazione del matrimonio e della famiglia basati sulla sottomissione femminile.
Il fascismo non riuscì a creare u nuovo sistema economico ma si barcamenò fra le due diverse linee gia conosciute:
  1. fase liberista 81922/25 , sfociata nell' inflazione a guida De Stefani
  2. fase protezionisca basata sulla deflazione, stabilizzazione della lira e attenzione al mercato interno, a guida Volpi
la crisi del 1929 in Italia non fu drammatica proprio perchè l' economia era “arretrata” ma non fu indolore con un aumento preoccupante della disoccupazione. Volpi-Mussolini, risposero con lo sviluppo dei lavori pubblici: bonifiche, strade, piazze tronchi ferroviari, edifici pubblici.
1931: creazione di Imi, Istituto mobiliare italiano, istituto di credito pubblico, per sopperire alla crisi delle banche e sostenere le industrie in crisi
1933: creazione dell' Iri, Istututo per la ricostruzione industriale. L' IRI, valendosi di fondi, forniti in gran parte dallo stato, divenne azionista di maggioranza delle banche e ne rilevò le partcipazioni industriali, acquistando il controllo di alcune fra le maggiori imprese italiane: Ansaldo, Ilva, Terni. L' Iri doveva durare il tempo necessario al risanamento per poi essere privatizzato ma non fu possibile, visto le dimensioni delle imprese, e, nel 1937 divenne ente permanente. In questo modo però l' economia liberista, per l' Italia, divenne un miraggio essendo lo Stato: Stato-banchiere e Stato imprenditore, battuto solo dall' URSS. Ma quale fu il risultato paradossale? Non il bene pubblico statale ma il bene delle imprese private aiutate continuamente con i fondi della collettività a spese delle classi popolari.
1935: blocco dello sviluppo, svolta militarista e pasaggio all' economia di guerra.
Una componente ideologica del potere fascista era il nazionalismo restauratore della Roma imperiale protagonista il popolo! In politica estera perdurava il motivo retorico della insoddisfazione della “vittoria mutilata” e un rapporto privilegiato con la Gran Bretagna (1935 Accordo di Stresa fra le potenze vincitrici della Prima guerra mondiale). Restava il motivo retorico imperialista che si realizzò con l' impresa etiopica per vendicare la sconfitta di Adua del 1896 e distrarre dalla crisi economica interna. Ma l' Etiopia era uno Stato indipendente, membro della Società delle Nazioni.
1935: invasione dell' Etiopia senza nemmeno farla precedere da una dichiarazione di guerra. Il Consiglio della Società delle Nazioni, come era giusto, applica le sanzioni all' Italia. Il paese fu sommerso da un' ondata di imperialismo popolaresco in favore di Mussolini. La spedizione etiopica si concluse con il successo e il 5 maggio 1936 mussolini annunciò Il ritorno dell' impero sui colli fatali di Roma. Questa conquista si rivelò più un costo che un affare.
1936: asse Roma-Berlino, patto di amicizia rafforzato dall' impegno comune nella guerra civile spagnola e nella lotta contro il comunismo. Mussolini pensava di usare l' amicizia con la Germania come uno strumento per aumentare il peso dell' italia in politica estera ma fu soppraffatto dal dinamismo aggressivo tedesco che ridusse a Mussolini tutti i margini di manovra in politica estera e interna.
1939: Patto d' acciaio
Parallelamente al consolidamento del potere autoritario fascista prendeva forma l'opposizione silenziosa da parte di: cattolici, liberali, socialisti e comunisti tutte forze che agivano con prudenza ma alla luce del sole come Benedetto Croce o in clandestinità come i comunisti. All' estero l' eridità all' opposizione fascista era stata raccolta da Amendola e Gobetti, soprattutto in Francia dove agivano Turati e TrevesNenni e Saragat.
1929: Emilio Lussu e Carlo Rosselli fondano Giustizia e Libertà. Nel 1937 Carlo e nello Rosselli furono assassinati da sicari fascisti. I comunisti con Togliatti fecero una opposizione isolata attenti anche alle indicazioni di partito internazionali.
1937: Gramsci muore in carcere.
Sintetizzando: la dissidenza antifascista non ottenne risultati durante il fascismo ma agirono nell' ultima fase della guerra nel 1943 con una resistenza armata efficace che permise di rifondare l' Italia su presupposti democratici.
1935: politica autarchica che fece aumentare la produzione ma contribuì anche a un ulteriore peggioramento nella vita degli italiani. L' Italia, nella realtà, dopo la Grande guerra si era scoperta non essere un paese di guerrieri e voleva fortemente la pace ma Mussolini agiva per portarla in guerra. E' in questa fase che Mussolini si trasforma dal padre paterno autoritario e severo al padre duro che punisce un popolo rammollito e una borghesia corrotta dagli agi. La popolazione andava educata alla guerra fin dalla prima infanzia con il passo romano,l' esaltazione della giovinezza e la razza andava rinforzata con il controllo sulla donna che doveva essere sana per mettere al mondo figli sani!!
1938: con la Conferenza di Monaco la pace sembra salva
1938: leggi razziali
1939: invasione dell' Albania
1 settembre 1939: la Germania invade la Polonia e inizia la Seconda guerra mondiale
1939: dichiarazione italiana di non belligeranza
10 giugno 1940: Mussolini annuncia l' entrata in guerra dell' Italia la quale fallirà i suoi obiettivi di conquista e avrà sempre bisogno dell' alleato tedesco. 
12 giugno 1943: inizia la campagna d' Italia con lo sbarco degli Alleati in Sicilia
Il partito fascista era già sotto pressione per le sconfitte militari e per la disastrosa situazione interna con le città distrutte dai bombardamenti americani e il caro-vita galoppante.
1943: protesta di massa del popolo
Notte fra il 24/25 luglio 1943: congiura monarchicain occasione della seduta del Gran Consiglio si approvò a maggioranza un ordine del giorno presentato da Dino Grandi che invitava il re a riassumere il comando delle forze armate.
25 luglio dimissioni e arresto di Mussolini: capo del governo sarà Pietro Badoglio. Il partito fascista si dissolse nel nulla anche se lasciò la distruzione che aveva fatto allo Stato  e alla società.
3 settembre 1943: armistizio con gli Alleati, le truppe si sbandarono, e, con il re in fuga a Brindisi, nessuna Istituzione o figura formale era presente a organizzare l' emergenza contro i tedeschi, fino al giorno prima alleati! 
Sembra incredibile! Un uomo solo aveva distrutto uno Stato come fosse stata una sua proprietà personale e nessuno glielo aveva impedito. Poi, nonostante tutti i mezzi tecnologici, il territorio verrà liberato, controllato e recuperato alla legalità dai civili, con una disastrosa guerra interna e con il ruolo determinante dalle staffette! 
Settembre 1943: gruppi di civili uniti a gruppi di truppe regolari diedero forma al primo combattimento contro le truppe tedesche a Porta San Paolo a Roma
L' Italia si trovò divisa territorialmente e politicamente e il suo popolo tutto costretto a combattere una doppia guerra: una guerra definita civile combattuta fra gli italiani antifascisti contro altri italiani fascisti riorganizzati ancora in partito e Stato a  Salò e una guerra contro i tedeschi diventati nemici. 
Per questo io non voglio più sentire lo stereotipo della ingovernabilità degli italiani iniziato proprio da una frase di Mussolini:

Governare gli italiani non è difficile, ma inutile. (citato in Giulio Andreotti, Governare con la crisi, Rizzoli, 1991)

L' impegno delle formazioni partigiane e la riorganizzazione dei partiti d' opposizione al fascismo permisero di salvare anche formalmente lo Stato con la nascita del Comitato di liberazione nazionale.
Già dopo un mese dall' armistizio l' Italia era in grado di dichiarare guerra alla Germania e un corpo italiano di liberazione combattè a fianco degli anglo-americani. Il 24 aprile 1944, dopo il ritorno di Togliatti da un soggiorno ventennale nell' URRS e la svolta di Salerno, l' Italia fu in grado di affidare lo Stato a delle compagini politiche organizzate ed esprimere il primo governo di unità nazionaleCon il rientro dei poteri formali fu dato il governo a Bonomi il quale si attivò con i collegamenti sul territorio dove si combatteva una guerra spietata alternata a stragi. In campo c' erano le forze antifasciste che combattevano riconosciute formalmente dallo Stato, i giovani aderenti alla repubblica di Salò e i tedeschi.
La Resistenza italiana nasce a settembre del 1943 nel giro di poche ore e arrivava da delusioni post unitarie e da uno Stato che aveva continuato a umiliare il popolo delle fabbriche, dei campi, delle università, delle carceri, del cattolicesimo e dello stesso esercito fascista. E' il popolo nobile autoorganizzato che salva lo Stato italiano: non lo dobbiamo mai dimenticare.

A rappresentare questo post ho messo il frontespizio del libro di  Elio Vittorini che così esprime il suo antifascismo: «Io ero, quell'inverno, in preda ad astratti furori». Questa è la frase iniziale pronunciata dall' o narrante del libro.

Conversazione in Sicilia è un romanzo che racconta un viaggio sullo sfondo di una Sicilia arcaica, «ammonticchiata di nespoli e tegole». Disperazione e malessere, il dolore del «mondo offeso». Il momento storico è quello della guerra di Spagna, del fascismo, della difficile opposizione ad esso, della miseria. In pochi opere il dolore, l'angoscia di quegli anni sono apparsi così violenti.



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