giovedì 13 settembre 2012

REATO DI ASSOCIAZIONE MAFIOSA

Oggi 13 settembre 2012 sono 30 anni dall' entrata in vigore della legge 646 Rognoni-La Torre che introduceva il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, art. 416 bis con confisca dei beni e il loro utilizzo a  scopo sociale. Era il 1982. Pio La Torre  era già stato ucciso dalla mafia 4 mesi prima insieme con il suo autista e amico Rosario Di Salvo. Dopo circa dieci anni  sarebbero stati uccisi anche i magistrati  siciliani che avevano collaborato alla formulazione tecnica della legge in questione: dal giudice Rocco Chinnici, a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, allora giovanissimi. Dal 1986 al 1987 nell' aula bunker di Palermo si svolse il maxiprocesso alla mafia. Oggi si resta senza parole a ricordare questa data perchè c' è in atto una polemica pubblica con discorsi distraenti dalla cosiddetta trattativa Stato-mafia e vien da pensare che in 30 anni si è fatto molto ma molta più strada ha fatto la mafia!! Il problema irrisolto rimane il limite delle leggi straordinarie ed ordinarie che difficilmente riusciranno ad arginare il fenomeno mafioso il quale si nutre di relazioni oscure, ambigue, difficilmente decodificabili come formalmente illegali ma diffusissimo come non mai a causa della destrutturazione del patrimonio morale e di senso, avvenuto proprio in questi ultimi 30 anni. Lo Stato, ufficialmente si organizzava contro la mafia ma la mafia, nell' impressione comune, è riuscita ad organizzarsi in maniera più efficiente dello Stato. Per questo il conflitto di attribuzione, sollevato dal Capo dello Stato, risulta discutibile poichè, in questo momento storico, la trasparenza non è mai abbastanza ed è opportuno realizzarla ed estenderla.

Per rappresentare questo breve post metto l' immagine di Borsellino, ucciso nel 1992, e la locandina di un incontro culturale dove ci sono le parole del magistrato.

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