sabato 1 settembre 2012

VERSO LO STATO MODERNO -continuazione 2-


Nel primo Medioevo, dopo la caduta dell' impero romano (476 quando Odoacre depone Romolo Augustolo), sostanzialmente imploso, vennero mantenute le strutture amministrative territoriali di origine romana che passarono in mano a re germanici e longobardi a cui si aggiunsero, oltre alle monarchie guerriere, altre forme di potere: episcopale, i monasteri e l' istituzione imperiale d' Oriente e d' occidente, e, poi dall' 800, il Sacro Romano Impero. L' istituzione imperiale era una istituzione che ha assolto il suo compito con tendenza a cedere il potere centrale ai signori presenti nei territorio contribuendo al formarsi delle Signorie; nell' XI secolo prendono forma anche poteri pubblici e “liberi” locali che si organizzano intorno ai Comuni per contrastare il potere imperiale. Nel Tardo Medioevo e nel primo Rinascimento lo Stato si identifica con il principe per cui la politica è Lorenzo il Magnifico, i beni sono di Lorenzo il Magnifico; una concezione personale del potere, tipica delle signorie, che ha come risultato l' identificazione della politica con le figure potenti e ricche del territorio che rompe e annulla il principio antico della distinzione dai cittadini, un potere detenuto con la forza e la ricchezza che si esprimeva senza consenso ma che aveva bisogno del sostegno della rappresentazione della ricchezza per esibire la potenza; a questo scopo sorgono le corti all' interno di palazzi sempre più sontuosi con signori che gareggiavano in ricchezza, esibizione del lusso e mecenatismo. Ma attenzione: il signore, nonostante l' identificazione con il potere, la forza e la ricchezza, conserva e potenzia l' idea del bene comune per cui non distrugge l' ambiente e il territorio ma li protegge e non riescirà a impadronirsi delle opinioni anzi, durante il periodo  del dominio signorile, prende forma il movimento culturale che ci porterà alla modernità. Questa idea del potere personale, però decontestualizzata e volgarizzata, priva di valori ideali e simbolici, si dipana nel corso dei secoli ed è presente ancora oggi: l' idea salvifica di un uomo ricco o di un ottimate che essendosi realizzato nella ricchezza o nella carriera possa riuscire nell' impresa di salvare lo Stato, uno Stato dove la forma-denaro prevale su tutto.
Tornando al Rinascimento: questo tipo di potere supportato dal carisma, della forza e dall' esibizione della ricchezza si rivelò effimero, di difficile durata per la presenza di altri competitor per cui, il principe cerca di dare legittimità pubblica al suo potere. Il potere, anche quello di tipo autocratico, è difficilmente durevole nel tempo per cui, a poco a poco lo staff del principe, giocoforza, assume aspetti e ruoli diversi: da una forma di potere personale si passa a una forma astratta cioè una serie di uffici e ministeri che rimangono al di la del principe e vanno a formare lo Stato il quale diventa il complesso legale politico degli uffici che si occupano del pubblico. Lo Stato Moderno nasce con principi e obiettivi universalistici: la libertà dell' uomo e la garanzia della tutela delle attività economiche proponendosi come istituzione statica: lo Stato Moderno, definito di diritto, è una istituzione pensata per garantire il cambiamento in atto e non cambiare. Se le parole significano allora stato è participio passato di stare: lo Stato sta (definizione di Miglio).
Lo Stato moderno prende forma dopo la Pace di Westfalia (1648), dopo la devastazione dell' Europa nella guerra dei 30 anni definita anche guerra di religione. La Storia ormai ci insegna che molte guerre si ammantavano dell' idea religiosa ma, in realtà, si combattevano per motivi politici ed economici. In ogni caso c' era bisogno di riformulare dei principi fondamentali sulla realtà dell' uomo per cui la riflessione sulla futura forma di governo nasce isolando il principio religioso all' insegna del Principio di Equilibrio con una distinzione e separazione netta della politica dalla religione e dal privato: i conflitti religiosi, nella riflessione filosofica, non avrebbero più potuto essere causa di guerra. In seguito poi, in Italia, si giungerà a un accordo Stato/Chiesa all' insegna del Giurisdizionalismo. A sintetizzare questo passaggio storico c' è una frase emblematica il cui pronunciamento è attribuito a Enrico IV di Navarra, Ugonotto (forse nel 1604), Parigi val bene una messa. Non si sa con certezza se questa frase è stata pronunciata ma di sicuro segnala la tendenza a relegare la religione in secondo piano per affermare il primato del potere politico laico. Il re di Francia rinuncia al carisma del potere sacrale per affermare il principio della laicità che poi ispirerà la Pace di Westfalia anche se rimane e viene riconosciuta la rappresentatività delle forme religiose rituali.
Protagonisti della riflessione filosofico-politica che porterà   l' ideologia dello Stato Moderno: Trecento:Petrarca, Quattrocento: Poggio Bracciolini, Francesco Guicciardini, Cinquecento: Niccolò Macchiavelli, Erasmo da Rotterdam, Tommaso Moro, Jean Bodin, Seicento: Oliver Cromwell, Benedictus de Spinoza, samuel von Pufendorf, jaquel Bossuet, John Locke
La riflessione che attraverserà tutta l' Europa, aveva come temi principali: l' organizzazione del potere che permettesse le libertà dell' uomo e impedisse, nel caso specifico dell' Italia, che i territori, a causa dei di poteri personali, particolari e inefficienti, fossero preda di potenze straniere che, a turno , si spartivano i territori italiani. Bossuet, Bodin, Macchiavelli e lo stesso Hobbes erano ancora ancorati sulla idea “naturalistica” del potere che doveva essere affidato naturalmente a un principe virtuoso che conservava il potere e lo trasmetteva in base al principio di origine divina. Poi la riflessione successiva aprirà, per alcuni stati allo Stato Moderno vero e proprio: l'Inghilterra si avvia a una forma di potere laica e centrale, la Francia perseguirà questo obbiettivo arrivando alla Rivoluzione  mentre l' Italia dovrà convivere, nonostante il Risorgimento e l' Unità, con particolarismi e reazioni continue e con la presenza del potere ecclesiastico; l' idea del potere di origine divina è stata una elaborazione difficile da superare veramente soprattutto nelle forme della rappresentazione simbolica.
E' un caso che la prima forma statuale, in Italia, si afferma a Firenze? No non è un caso Nel Cinquecento la Toscana e la Repubblica di Venezia erano il centro dell' "economia mondo" ma mentre Venezia era ancora politicamente stabile, a Firenze erano evidenti i danni di un conflitto politico aspro e particolare fra Guelfi e Ghibellini, fra Guelfi Bianchi e Guelfi Neri con grandi principi che si contendevano il potere: Pazzi e Medici e grandi banchieri: Baldi e Peruzzi. Grandi ricchezze personali e grandi conflitti politici determinarono una debolezza strutturale che ebbe la conseguenza di indebolire i territori rendendoli occupabili dalle forze straniere, impedendo all' economia il dispiegamento delle potenzialità enormi di cui era capace. 
Caratteri fondamentali dello Stato Moderno diventarono quindi: impersonalità, sovranità, territorialità, nazionalità e razionalità.
Impersonalità: viene garantita con la burocrazia cioè il governo degli uffici ma il potere dell' ufficio non può essere usato per fini personali: tutte le energie devono essere convogliate a vantaggio del pubblico e non della propria parte politica. Lo Stato moderno sta al di sopra dei governanti e dei governati: chi fa cadere il governo o fa prevalere i suoi interessi privati e personali è contro lo Stato.
Sovranità: lo Stato è un potere sommo, il più alto. Le più pertinenti osservazioni sullo Stato le ha fatte Weber il quale ha affermato che lo Stato pretende con successo il monopolio della forza legittima su un territorio ben definito.
Territorialità. Lo Stato ha una giurisdizione su un territorio ben definito su cui esercita il suo esclusivo e ultimativo potere. Ogni Stato ha una vicenda storica diversa e ogni Stato agisce all' interno di una contraddizione poiché esiste in una pluralità di stati che si minacciano fra di loro. Lo Stato sta e si muove verso e contro gli altri.
Razionalità: il potere dello Stato deve essere prevedibile e l' esercizio del potere deve essere formalizzazto, scritto ed esercitato sotto forma di legge per predeterminarlo con regole giuridiche stabili e chiare affidate con rigore a vari uffici formanti la burocrazia.
Definizione di Carl Schmith, giurista e filosofo politico tedesco: secondo Schmith il sovrano è chi decide dello Stato d' eccezione e la teorizzazione e la realizzazione dello Stato di diritto modifica il concetto della sovranità: non più Stato d' eccezione ma Stato stabile, a vocazione universale, che si propone come unica e vera forma di potere capace di garantire la modernità economica, la libertà e la sicurezza.  
Lo Stato d' eccezione è ignorante rispetto a quanto detto riguardo la formazione dello Stato Moderno ma non scompare, anzi, ha sempre la tendenza a riproporsi. Quando si parla di Stato d' eccezione? Nelle rivoluzioni e nei colpi di Stato quando la funzione dello Stato contrattualistico viene ignorata o sospesa. E' utile ricordare che lo Stato Moderno di diritto nasce razionalmente strutturato in senso antiviolento ma è una forma di potere particolarmente violenta, una violenza monopolizzata dallo Stato il quale cerca di esercitarla occultandola e mascherandola.

A rappresentare questo post ho scelto l' allegoria del buon governo di Ambrogio lorenzetti (1338-13339) affresco della parete di fondo della sala dei Nove, Palazzo Pubblico di Siena. Tutti i corpi sociali sono diversi e personificati poi non sarà più così in omaggio all' impersonalità dello Stato Moderno.

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