Nel
primo Medioevo, dopo la caduta dell' impero romano (476 quando
Odoacre depone Romolo Augustolo), sostanzialmente imploso, vennero
mantenute le strutture amministrative territoriali di origine romana
che passarono in mano a re germanici e longobardi a cui si
aggiunsero, oltre alle monarchie guerriere, altre forme di potere:
episcopale, i monasteri e l' istituzione imperiale d' Oriente e d'
occidente, e, poi dall' 800, il Sacro Romano Impero. L' istituzione
imperiale era una istituzione che ha assolto il suo compito con
tendenza a cedere il potere centrale ai signori presenti nei
territorio contribuendo al formarsi delle Signorie; nell' XI secolo
prendono forma anche poteri pubblici e “liberi” locali che si
organizzano intorno ai Comuni per contrastare il potere imperiale.
Nel Tardo Medioevo e nel primo Rinascimento lo Stato si identifica
con il principe per cui la politica è Lorenzo il Magnifico, i beni
sono di Lorenzo il Magnifico; una concezione personale del potere,
tipica delle signorie, che ha come risultato l' identificazione della
politica con le figure potenti e ricche del territorio che rompe e
annulla il principio antico della distinzione dai cittadini, un
potere detenuto con la forza e la ricchezza che si esprimeva senza
consenso ma che aveva bisogno del sostegno della rappresentazione
della ricchezza per esibire la potenza; a questo scopo sorgono le corti all'
interno di palazzi sempre più sontuosi con signori che gareggiavano
in ricchezza, esibizione del lusso e mecenatismo. Ma attenzione: il
signore, nonostante l' identificazione con il potere, la forza e la ricchezza, conserva e potenzia l' idea del bene comune per cui non distrugge l' ambiente e il territorio ma li protegge e non riescirà a
impadronirsi delle opinioni anzi, durante il periodo del dominio signorile, prende forma il
movimento culturale che ci porterà alla modernità. Questa idea del
potere personale, però decontestualizzata e volgarizzata, priva di
valori ideali e simbolici, si dipana nel corso dei secoli ed è
presente ancora oggi: l' idea salvifica di un uomo ricco o di un
ottimate che essendosi realizzato nella ricchezza o nella carriera
possa riuscire nell' impresa di salvare lo Stato, uno Stato dove la
forma-denaro prevale su tutto.
Tornando al Rinascimento: questo tipo
di potere supportato dal carisma, della forza e dall' esibizione
della ricchezza si rivelò effimero, di difficile durata per la
presenza di altri competitor per cui, il principe cerca di dare
legittimità pubblica al suo potere. Il potere, anche quello di tipo
autocratico, è difficilmente durevole nel tempo per cui, a poco a
poco lo staff del principe, giocoforza, assume aspetti e ruoli
diversi: da una forma di potere personale si passa a una forma
astratta cioè una serie di uffici e ministeri che rimangono al di la
del principe e vanno a formare lo Stato il quale diventa il complesso
legale politico degli uffici che si occupano del pubblico. Lo
Stato Moderno nasce con principi e obiettivi universalistici: la libertà dell' uomo e la garanzia della tutela delle attività economiche proponendosi come istituzione statica: lo Stato Moderno, definito di
diritto, è una istituzione pensata per garantire il cambiamento in atto e non cambiare. Se le parole
significano allora stato è participio passato di stare: lo Stato sta
(definizione di Miglio).
Lo
Stato moderno prende forma dopo la Pace di Westfalia (1648), dopo la
devastazione dell' Europa nella guerra dei 30 anni definita anche
guerra di religione. La Storia ormai ci insegna che molte guerre si
ammantavano dell' idea religiosa ma, in realtà, si combattevano per
motivi politici ed economici. In ogni caso c' era bisogno di riformulare dei principi fondamentali sulla realtà dell' uomo per cui la riflessione sulla
futura forma di governo nasce isolando il principio religioso all'
insegna del Principio di Equilibrio con una distinzione e
separazione netta della politica dalla religione e dal privato: i
conflitti religiosi, nella riflessione filosofica, non avrebbero più potuto essere causa di guerra. In
seguito poi, in Italia, si giungerà a un accordo Stato/Chiesa all' insegna del Giurisdizionalismo. A sintetizzare questo passaggio storico c'
è una frase emblematica il cui pronunciamento è attribuito a Enrico
IV di Navarra, Ugonotto (forse nel 1604), Parigi val bene una
messa. Non si sa con certezza se
questa frase è stata pronunciata ma di sicuro segnala la tendenza a
relegare la religione in secondo piano per affermare il primato del
potere politico laico. Il re di Francia rinuncia al carisma del
potere sacrale per affermare il principio della laicità che poi
ispirerà la Pace di Westfalia anche se rimane e viene riconosciuta
la rappresentatività delle forme religiose rituali.
Protagonisti della riflessione filosofico-politica che porterà l' ideologia dello Stato Moderno: Trecento:Petrarca,
Quattrocento: Poggio Bracciolini, Francesco Guicciardini,
Cinquecento: Niccolò Macchiavelli, Erasmo da Rotterdam, Tommaso Moro,
Jean Bodin, Seicento: Oliver Cromwell, Benedictus de Spinoza, samuel
von Pufendorf, jaquel Bossuet, John Locke
La
riflessione che attraverserà tutta l' Europa, aveva come temi
principali: l' organizzazione del potere che permettesse le libertà
dell' uomo e impedisse, nel caso specifico dell' Italia, che i territori, a causa dei di poteri personali, particolari e inefficienti, fossero preda di potenze straniere che, a turno , si
spartivano i territori italiani. Bossuet, Bodin, Macchiavelli e lo
stesso Hobbes erano ancora ancorati sulla idea “naturalistica”
del potere che doveva essere affidato naturalmente a un principe
virtuoso che conservava il potere e lo trasmetteva in base al
principio di origine divina. Poi la riflessione successiva aprirà, per alcuni stati allo Stato Moderno vero e proprio: l'Inghilterra si avvia a una forma di
potere laica e centrale, la Francia perseguirà questo obbiettivo arrivando alla Rivoluzione mentre l' Italia dovrà convivere, nonostante il Risorgimento e l' Unità, con
particolarismi e reazioni continue e con la presenza del potere ecclesiastico; l' idea del potere di origine divina è stata una elaborazione difficile da superare
veramente soprattutto nelle forme della rappresentazione simbolica.
E'
un caso che la prima forma statuale, in Italia, si afferma a Firenze?
No non è un caso Nel Cinquecento la Toscana e la Repubblica di Venezia erano il centro dell' "economia mondo" ma mentre Venezia era ancora politicamente stabile, a Firenze erano evidenti i danni di un
conflitto politico aspro e particolare fra Guelfi e Ghibellini, fra
Guelfi Bianchi e Guelfi Neri con grandi principi che si contendevano il potere: Pazzi e Medici e
grandi banchieri: Baldi e Peruzzi. Grandi ricchezze personali e grandi conflitti
politici determinarono una debolezza strutturale che ebbe la
conseguenza di indebolire i territori rendendoli occupabili dalle
forze straniere, impedendo all' economia il dispiegamento delle potenzialità enormi di cui era capace.
Caratteri
fondamentali dello Stato Moderno diventarono quindi: impersonalità,
sovranità, territorialità, nazionalità e razionalità.
Impersonalità:
viene garantita con la burocrazia cioè il governo degli uffici ma il
potere dell' ufficio non può essere usato per fini personali: tutte
le energie devono essere convogliate a vantaggio del pubblico e non
della propria parte politica. Lo Stato moderno sta al di sopra dei
governanti e dei governati: chi fa cadere il governo o fa prevalere i
suoi interessi privati e personali è contro lo Stato.
Sovranità:
lo Stato è un potere sommo, il più alto. Le più pertinenti
osservazioni sullo Stato le ha fatte Weber il quale ha affermato che
lo Stato pretende con successo il monopolio della forza
legittima su un territorio ben definito.
Territorialità.
Lo Stato ha una giurisdizione su un territorio ben definito su cui
esercita il suo esclusivo e ultimativo potere. Ogni Stato ha una
vicenda storica diversa e ogni Stato agisce all' interno di una
contraddizione poiché esiste in una pluralità di stati che si
minacciano fra di loro.
Lo Stato sta e si muove verso e contro gli altri.
Razionalità:
il
potere dello Stato deve essere prevedibile e l' esercizio del potere
deve essere formalizzazto, scritto ed esercitato sotto forma di legge
per predeterminarlo con regole giuridiche stabili e chiare affidate
con rigore a vari uffici formanti la burocrazia.
Definizione di Carl Schmith, giurista e filosofo politico tedesco: secondo Schmith il sovrano è chi decide dello Stato d' eccezione e la teorizzazione e
la realizzazione dello Stato di diritto modifica il concetto della sovranità: non più Stato d' eccezione ma Stato stabile, a vocazione universale, che si propone come unica e vera forma di potere capace di garantire la modernità economica, la libertà e la sicurezza.
Lo Stato d' eccezione è ignorante rispetto a quanto detto riguardo la formazione dello Stato Moderno ma non scompare, anzi, ha sempre la tendenza a riproporsi. Quando si parla di Stato d' eccezione? Nelle rivoluzioni e nei colpi di Stato quando la funzione dello Stato contrattualistico viene ignorata o sospesa. E' utile ricordare che lo Stato Moderno di diritto nasce razionalmente strutturato in senso antiviolento ma è una forma di potere particolarmente violenta, una violenza monopolizzata dallo Stato il quale cerca di esercitarla occultandola e mascherandola.
A rappresentare questo post ho scelto l' allegoria del buon governo di Ambrogio lorenzetti (1338-13339) affresco della parete di fondo della sala dei Nove, Palazzo Pubblico di Siena. Tutti i corpi sociali sono diversi e personificati poi non sarà più così in omaggio all' impersonalità dello Stato Moderno.
Lo Stato d' eccezione è ignorante rispetto a quanto detto riguardo la formazione dello Stato Moderno ma non scompare, anzi, ha sempre la tendenza a riproporsi. Quando si parla di Stato d' eccezione? Nelle rivoluzioni e nei colpi di Stato quando la funzione dello Stato contrattualistico viene ignorata o sospesa. E' utile ricordare che lo Stato Moderno di diritto nasce razionalmente strutturato in senso antiviolento ma è una forma di potere particolarmente violenta, una violenza monopolizzata dallo Stato il quale cerca di esercitarla occultandola e mascherandola.
A rappresentare questo post ho scelto l' allegoria del buon governo di Ambrogio lorenzetti (1338-13339) affresco della parete di fondo della sala dei Nove, Palazzo Pubblico di Siena. Tutti i corpi sociali sono diversi e personificati poi non sarà più così in omaggio all' impersonalità dello Stato Moderno.
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