sabato 1 settembre 2012

L' IDEA PURA DELLO STATO MODERNO -continuazione 3-


Thomas Hobbes (Inghilterra -1588-1679-), nel 1651 scrive Leviathàn libro nel quale è contenuta la teoria filosofica e giustificativa dello Stato Moderno dopo una riflessione concettuale che aveva impegnato tutti gli intellettuali del tempo per togliere l' uomo dalla disperazione dovuta allo stato di guerra. La legittimazione dello Stato Moderno avviene con l' individuazione di aspetti giustificativi culturali e simbolici che conducono a una ideologia pulita, radicale e precisa che va a formare una mentalità la quale piano, piano, complice la costruzione della linearità storica e la periodizzazione, si afferma contro la “tradizione classica” proponendosi come il nuovo salvifico.
Com' è l' uomo di Hobbes? E' un uomo preda di passioni, affetto da cupidigia, incontinenza e lussuria che lo spingono verso o lontano dagli oggetti che lo circondano, motivato dalla ricerca e dall' accrescimento della felicità ma la felicità non si può mantenere ed è un continuo spostare le brame da un oggetto ad un altro. La riflessione di Hobbes rompe radicalmente rispetto alla filosofia idealistica classica di cui si ha esempio nell' Etica di Aristotele, opera incentrata sulla riflessione intorno alla felicità che era il bene: una volta raggiunto il bene l' uomo è felice. Hobbes sostiene che l' uomo non si ferma e l' appagamento è impossibile poiché il desiderio e la ricerca della felicità si interrompono solo con la morte e ci dice che non ci sono più eroi buoni, che l' uomo non è per nulla libero e che tutti gli uomini sono uguali continuando nella via tracciata dal cristianesimo cattolico il quale considerava uguali uomo e donna anche se poi viene giustificato l' allontanamento delle donne dal potere per opportunità sociale.
Il concetto di eguaglianza radicale è un concetto rivoluzionario in politica poiché viene affermato che ogni uomo, in quanto nasce, ha dei diritti naturali. Viene rovesciata, concettualmente tutta la riflessione politica degli antichi basata sul naturalismo. L' antichità aveva teorizzato il principio della diseguaglianza: quando Cicerone parla della Repubblica e usa la metafora ella nave pensa di affidare la nave a chi è capace di governarla, a chi è competente. Dallo Stato Moderno in poi, il fondamento del potere non sarà la competenza, un sapere specifico ma la legittimazione derivata dall' autorizzazione del contratto.
Già qui possiamo trarre la prima conclusione: lo Stato nasce per contenere gli uomini considerati uguali nella malvagità. Leviathàn,XIII, 1
Fino ad Hobbes ogni uomo era considerato diverso perciò diseguale l' uno dall' altro e la concezione del potere si basava su una gerarchia meritocratica; aveva diritto a detenere il potere chi apparteneva a una determinata classe sociale ma non bastava doveva possedere: virtù stoiche, capacità retoriche, capacità di proporsi come difensore del bene comune, virtù guerresche, carisma eroico. Hobbes teorizza l' equalitarismo naturale dando il là a ideologie molto potenti. Gli uomini sono talmente uguali che vogliono tutti le stesse cose, una visione soggettivistica che supera il soggettivismo cattolico che vede l' individuo ma anche il padre e il figlio e supera Aristotele il quale separava il bene e il male in una concezione aristocratico-classista della società. La giustificazione filosofica di Hobbes è incentrata sul fatto che l' uomo gode dei diritti di natura -Giusnaturalismo- con l' obiettivo primario di preservare la vita fisica in base all' esigenza di decidere per sé ciò che è meglio: per tutti questi motivi lo Stato Moderno di Diritto basato sul Diritto naturale diventerà uno Stato di continua guerra di tutti contro tutti -bellum omnium contra omnes- Hobbes concettualizza anche il rimedio a questa situazione ideando il patto - pactum-covenant-, il contratto sociale: gli individui devono conferire a una persona o a una assemblea di di uomini a decisione del giusto o sbagliato.
Forma del patto: io autorizzo e cedo il mio diritto ad autogovernarmi a questo uomo o a questa assemblea di uomini a questa condizione: che tu gli ceda il tuo diritto ed autorizzi tutte le sue azioni in modo simile.
Con questo patto si viene a creare un soggetto astratto per legittimare un ruolo che qualcuno deve ricoprire: una figura giuridica che rappresenta.
Ecco la democrazia moderna con il governo dal basso che autorizza, parola chiave perchè esplicita una responsabilità personale e universale, cioè, io che cedo il mio diritto ad autogovernarmi, non delego il potere ad altri, ma mi faccio autore di tutte le azioni che la persona autorizzata compie. Tutti i civili sono responsabili dei loro governi dato che un patto fra individui dal basso crea una figura giuridica astratta, al di sopra degli uomini per garantirli.
Il Leviatano (mostro biblico immane e distruttore) in Hobbes, non è un organismo vivente ma una macchina regolata da leggi i cui poteri assoluti derivano esclusivamente dal patto sociale e dalla sua funzione di unico possibile garante della pace e della sicurezza. La concezione naturalistica del potere su cui rifletteva Aristotele basata sulla concezione che la natura crea uomini adatti al comando e al bene è definitivamente superata. Nel momento in cui gli uomini cedono i loro diritti al leviatano, loro rimangono sempre gli stessi ma il Leviatano ha tutti i poteri: ecco la situazione di squilibrio assoluto ma necessario per porre fine alle guerre di tutti contro tutti. Lo stato si delinea brutale e violento, ideato dall' uomo, ma contro il quale l' uomo non può niente se non pretendere la pace pubblica e individuale, requisito fondamentale per il quale lo Stato è stato ideato. Lo Stato sovrano è gigantesco, si occupa e occupa il pubblico e garantisce all' uomo di esprimere le proprie individualità.
Come si evince da questa ideazione lo Stato emerge come istituzione giuridica detentrice di un potere assoluto e limitato nello stesso tempo: si deve occupare della sicurezza e non di altre cose per permettere il dispiegarsi di rapporti sociali ed economici e deve rimanere uguale per permettere alla società di cambiare.
In locke lo Stato deve garantire la vita , la libertà e la sicurezza della proprietà: nel 1645 lord Cromwell rende reale ed evidente questo concetto facendo decapitare Carlo I che si opponeva alla libera azione della Gentry. All' interno di questa idea di Stato è importante analizzare le rappresentazioni simboliche che hanno potere di persuasione. La traduzione legale-simbolica del contratto sociale è la cittadinanza cioè avere la certezza legale di appartenere a una comunità politica rappresentata e sottoposta al potere dello Stato.
T.H.Marshall: la cittadinanza è uno status conferito a coloro che sono membri a pieno titolo della comunità, tutti coloro che possiedono questo status sono uguali in rapporto ai diritti e ai doveri, di ciò che lo status è dotato.
La cittadinanza presume che ego si impegni ad accordare ad alter i criteri che individuino lo status con l' aspettativa che succeda il contrario ma poi in realtà non tutti vengono trattati allo stesso modo: in particolare le donne vengono sempre trattate da donne.
L' appartenenza a una società deriva da una decisione individuale di adesione per cui il singolo può decidere di aderire a una determinata società e oggi, questa possibilità e opportunità è praticata e realizzabile: l' individuo sceglie dove stare e riconosce agli altri tutto questo. Richiedere il cambio di cittadinanza o la doppia cittadinanza è possibile secondo regole ben precise basate sul compromesso fra la scelta individuale e la forma con cui il cambio si realizza.
La cittadinanza si esprime e si realizza in una serie di diritti che ogni individuo può rivendicare nei confronti di altri: il diritto è esigibile anche con la violenza legittima dello Stato.
Che cosa significa il diritto? Il diritto significa circoscrivere una sfera legale e riconosciuta dal singolo e dalla comunità entro la quale nessuno può intervenire.
Talcott Parsons, sociologo USA, riprende Marshall e spiega l' evolversi della cittadinanza come successione di diritti individuali concettualizzati gradualmente in Età Contemporanea a partire dalla Rivoluzione Francese.
Diritti civili: sono la base di tutti i diritti e sono il fortino delle libertà individuali e prevalgono sempre, proprio perchè definiti per nascita: solo per il fatto che la persona nasce è titolare di diritti. Presenti fin dall' inizio nella Dichiarazione d' indipendenza americana (1776, nella Dichiarazione dei diritti dell' uomo e del cittadino (1789) e ripresa poi nella Dichiarazione universale dei diritti umani scritta nel 1948, a Parigi, dopo le atrocità della II guerra mondiale. La Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo è composta da un preambolo e da 30 articoli che sanciscono i diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, culturali di ogni persona. I diritti dell'individuo vanno quindi suddivisi in due grandi aree: i diritti civili e politici e i diritti economici, sociali e culturali. I Diritti civili attengono alla sicurezza individuale: libertà di parola, religione e associazione e uguaglianza di fronte alla legge. La piena autonomia individuale viene istituzionalizzata ma la cessione di diritti da parte dello Stato non è automatica per cui i diritti, nella realtà, si allargano o si restringono. Se uno Stato è compiutamente democratico deve allargare ed estendere i diritti perchè questo attiene profondamente la democrazia ne è al cuore e addirittura la giustifica.
Diritti politici: votare, essere votati, intervenire e influenzare la politica, partecipare attivamente a determinare i percorsi politico-collettivi. Il diritto di voto ha una importanza reale e simbolica enorme.
Diritti sociali: sono diritti strumentali e sono il mezzo con cui lo Stato rivela la sua capacità di realizzazione democratica verso il cittadino perchè i diritti sociali riguardano il welfare. Se si realizzano e si estendono i diritti sociali si rende anche realizzabile, per i cittadini, la possibilità di agire concretamente tutti gli altri diritti poiché i diritti sociali riguardano direttamente la salute, le pensioni, gli infortuni, la disoccupazione: si parla della sicurezza concreta e della libertà dal bisogno. Per questo lo Stato è stato concettualizzato e, se fallisce in questo, le conseguenze sono gravissime. Sono diritti che i cittadini possono valutare in base all' efficacia ed efficienza con cui le amministrazioni, deputate ad erogarli, riescono ad esprimere e possono essere cambiati molto più facilmente rispetto ad altri diritti ma attenzione possono essere cambiati per estenderli non come succede adesso in Italia che vengono cambiati per diminuirli e devitalizzarli con la scusante dell' inefficienza e della crisi economica. Si cambia l' organizzazione ma i diritti sociali devono assolutamente esserci se si vuole che ci sia lo Stato di diritto. La gerarchia che divide i diritti in: civili, politici e sociali è una gerarchia storica che spiega il periodo in cui sono stati ottenuti ma non è una gerarchia di valore in quanto, nelle democrazie, devono essere presenti, realizzati ed esigibili tutti.In Italia la realizzazione dei diritti, spesso, è stata possibile grazie alle sentenze dei giudici più che alla consapevolezza e lungimiranza governative e oggi assistiamo a un arretramento nel campo dei diritti.


A rappresentare questo post ho scelto la copertina del libro di Hobbes, un colossale organismo mostruoso e impersonale, un trattato dottrinario di filosofia politica che teorizza lo Stato Moderno, idea pura, che si realizzerà attraverso lo Stato assoluto, l' assolutismo illuminato, la monarchia amministrativa, la monarchia parlamentare democratica inglese e le contemporanee repubbliche democratiche.




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