mercoledì 19 settembre 2012

democraticicristiani.it - "Il discorso di De Gasperi alla Conferenza di pace di Parigi"

democraticicristiani.it - "Il discorso di De Gasperi alla Conferenza di pace di Parigi"

STORIA DELLO STATO -Continuazione 10-

Avendo intrapreso un racconto che ha come tema la Storia dello Stato occorre indubitabilmente soffermarsi sulla figura di Alcide De Gasperi, grande statista che agì all' interno della Democrazia cristiana, il più grande partito di massa, uscito dal dopoguerra, capace di porre radici durante il fascismo e attuare quella svolta moderata che permise il superamento di un dopoguerra violento. Oggi bisogna problematizzare quella opzione moderata ma senza togliere valore a De Gasperi che fu comunicatore, politico, diplomatico esperto di politica interna ed estera, uomo di governo che ebbe sempre a cuore il bene comune. Dal suo discorso alla conferenza di Parigi, riuscì a ridare dignità a un popolo offeso, umiliato e sconfitto e a una Italia isolata sul piano internazionale. La lettura di questo discorso, dopo la retorica mussoliniana, condita di slogan, è una boccata di aria fresca ed è un discorso di assoluto valore storico per la descrizione dei fatti che vi è contenuta. La sua azione politica e di governo ha determinato le condizioni, fra il 1946 ed il 1954, di iniziare una stagione fondamentale della vita repubblicana. De Gasperi era davvero l' uomo nuovo e solo ma capace di innovare poichè non proveniva da quel notabilato liberale elitario e classista che non era riuscito ad arginare il fascismo con la proposta di una politica nuova e che discuteva al chiuso dei salotti e della Camera ma si era formato come politico in differenti contesti: dalla Trento asburgica, a Vienna, alla Roma postbellica fino al lungo esilio interno negli anni del fascismo, acquisendo un bagaglio di esperienze e di talenti che gli sono stati utili nel momento in cui si è trovato a detenere il ruolo di Presidente del Consiglio. Fin da subito ha dovuto confrontarsi con l’impostazione di un nuovo ordinamento costituzionale ed istituzionale, con la riorganizzazione del sistema dei partiti, le gravi questioni economiche, in un contesto di una società che stava riorganizzandosi ed avviandosi verso la grande trasformazione dei primi anni ’60. La parabola politica di De Gasperi è stata interrotta dalla morte e la sua lezione è stata largamente “tradita” dalla classe dirigente democristiana che gli è succeduta e che aveva tutt’altri riferimenti culturali e altre strategie politiche. La Storia rende coerente la sua esperienza e la sua immagine letteraria che si traduce in realtà: De Gasperi come “uomo solo”, con una personalità carica di moralità, onestà e una abilità e lungimiranza politiche  assolutamente uniche nel panorama politico italiano. Lo statista trentino aveva punti di riferimento, come le istituzioni e poi l’idea europeistica, che non sono stati abbandonati dalla Democrazia Cristiana dopo di lui, ma sicuramente perseguiti con modalità e finalità assai diverse da quelle originarie. 

Nella foto: De Gasperi e Colombo a Matera per il risanamento dei Sassi

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