Fra
il 1919 e il 1920, in coincidenza con l' impresa fiumana, e con le
polemiche sull' appartenenza dei territori adriatici, l' Italia fu
attraversata da gravi agitazioni sociali e sindacali con numerosi
scioperi e aumento del costo della vita non aggredibile con gli
stipendi miseri del proletariato. Le agitazioni si estesero dall'
industria ai trasporti coinvolgendo anche l' agricoltura: Leghe
rosse (socialismo e socializzazione della terra)
contro Leghe bianche (cattolici e piccole
proprietà).
1919:
elezioni politiche con il metodo della rappresentanza
proporzionale con scrutinio di lista anziché fra singoli candidati.
- Sistema elettorale con collegio uninominale: confronto fra singoli candidati.
- Sistema elettorale a rappresentanza proporzionale: scrutinio di lista, seggi assegnati in proporzione ai voti ottenuti, favoriti i gruppi organizzati su scala nazionale, una situazione che riproduceva fedelmente le tendenze dell' elettorato.
Le
elezioni del 1919 sancirono il declino del partito
democratico-liberale con un crollo dei seggi: dai 300 seggi del 1913
a 200. Il partito socialista ottenne 156 seggi, il triplo del 1913 e
il partito dei Fasci poche migliaia di voti senza nessun seggio.
Risale
a questo periodo la “demonizzazione” del sistema elettorale
proporzionale come se, la mancanza di cultura politica e di capacità
di governo degli uomini politici italiani si potesse addossare a un
sistema elettorale! Il problema vero è sempre la disarmonia
permanente e la distruzione di complessità che si crea dalla lotta
per il potere e i privilegi fra uomini che scelgono sistemi
reazionari i quali riescono a cooptare le energie di uomini
favorevoli all' evoluzione umana e allo Stato giusto.
Nel
1919 gli uomini politici italiani avevano paura, erano abituati ai privilegi senza critica, erano fermi in difesa di posizioni reazionarie ingiuste, mascherate dalla retorica della tradizione e non furono pronti
al cambiamento preferendo affidare, nel 1922, il potere a Benito Mussolini: linea del potere affidato all' uomo forte o all' uomo ricco non all' uomo giusto e capace.
1920:
Trattato di Rapallo che sancì l' appartenenza di Trieste all'
Italia, insieme a Gorizia e all' Istria e alla città di Zara; Fiume
fu dichiarata città libera poi passo all' Italia con un successivo
trattato.
1920.
occupazione delle fabbriche
1921:
Dal partito socialista si formò il partito Comunista Italiano.
L'
occupazione delle fabbriche e la nascita del Partito Comunista
segnarono la fine del biennio
rosso.
Tra
la fine del 1920 e l' inizio del 1921 il fascismo abbandonò il
programma democratico-radicale e si organizzò con squadre
paramilitari (squadre
d' azione)che
agivano nelle campagne.
1921:
sviluppo del fascismo agrario. Le
prime squadre d' azione si esercitarono contro le organizzazioni
contadine socialiste della Valle Padana in coincidenza dell'
atteggiamento antisocialista, di paura, seguito al biennio rosso. Le
lotte contro le leghe rosse durò per due anni alla fine dei quali il
potere di auto-organizzazione delle leghe fu destrutturato. Il 21
novembre 1920 i fascisti si mobilitarono contro l' insediamento della
nuova amministrazione comunale di Bologna a Palazzo
D' Accursio. Ci
furono 10 morti fra persone civili uccise per errore dai socialisti.
I proprietari terrieri si schierarono subito con le quadre fasciste
contro i piccoli contadini, braccianti e mezzadri. Furono chiuse
centinaia di leghe e sciolte quasi tutte le giunte socialiste nella
con l' assenso del potere formale.
Giolitti e la vecchia classe dirigente liberale pensava di servirsi
dei fascisti per poi richiamarli all' ordine e cooptarli al potere.
1921:
nuove elezioni con conservatori, liberali e democratici uniti per
contrastare i partiti di massa. I fascisti ottennero indirettamente
ma chiaramente una legittimazione senza la richiesta di rinunciare
all' illegalità.
Alla camera entrano 35 deputati fascisti capeggiati da Mussolini.
Altre
formazion politiche: presenti in Parlamento: Socialisti,
Comunisti,Popolari, Liberal-democratici e Fascisti. La guerra civile
continuava fino al patto di pacificazione del 1921: i socialisti
sconfessarono gli arditi
del popolo che
si erano organizzati contro le squadre
fasciste. I
capisquadra fascisti: Grandi, Farinaccie e Balbo accettarono a
malincuore il patto di pacificazione ma furono costretti a farlo
quando le squadre fasciste furono cooptate nel Partito
nazionale fascista (200.000 iscritti).
1922:
continua la violenza armata fascista nei territori padani e la
strategia politica a Roma; in occasione della proclamazione di uno
sciopero generale in difesa della libertà costituzionale, i
fascisti, adducendo la motivazione del ripristino dell' ordine, si
scatenarono contro il movimento operaio.
I socialisti di Turati
fondano il Partito socialista unitario.
Il
27 ottobre del 122 i fascisti marciano su Roma, il ministro Facta si
dimise e il re, Vittorio Emanuele III di Savoia, invece di dichiarare lo stato d' assedio, aprì la
porta al potere fascista. Il 30 ottobre Mussolini diventò capo del
governo. Il nuovo gabinetto comprendeva esponenti di tutti i gruppi
politici e 5 fascisti. Si possono trarre delle conclusioni?
Il partito liberale era nato con un sistema di spartizione del potere all' interno di un notabilato a guida piemontese il quale, per interessi economici, aveva coinvolto notabili dell' Italia centrale e meridionale, un notabilato estraneo alla società che giudicava arretrata e immatura e agiva nel chiuso delle aule parlamentari, una cerchia, una elite e non una classe dirigente vera. Questa forma di potere, comunque democratica, era destinata a implodere per una sua intrinseca debolezza nella capacità di gestione del potere considerato come dovuto e non come potere derivato da responsabilità morali, un potere che deve rispondere avendo nelle mani la vita e la morte delle persone mandate a morire nella carneficina della Grande guerra.
Nel fallimento del partito democratico-liberale prende forma il potere fascista, un potere anomalo e ambiguo in quanto giocato fra l' illegalità e la legalità, fra motivi retorici legati alla tradizione (la famiglia) e motivi retorici innovativi (la capacità di riportare l' ordine e porre fine alla crisi economica) con l' innegabile capacità di comunicare con le masse agendo nei territori e una superlativa proposta del ruolo risolutivo dell' uomo forte che nasce in ambiente socialista e poi si dimostrerà capace di una proposta politica originale ma non di valore in quanto limitante la democrazia.
A rappresentare questo post, forse con poca fantasia, pongo il dipinto di Pelizza da Volpedo, Quarto stato, opere del 1901, emblema del popolo nobile in movimento ma non ancora riconosciuto dalle classi dirigenti che continuano a considerare il popolo una massa informe da educare e non da emancipare.
Il partito liberale era nato con un sistema di spartizione del potere all' interno di un notabilato a guida piemontese il quale, per interessi economici, aveva coinvolto notabili dell' Italia centrale e meridionale, un notabilato estraneo alla società che giudicava arretrata e immatura e agiva nel chiuso delle aule parlamentari, una cerchia, una elite e non una classe dirigente vera. Questa forma di potere, comunque democratica, era destinata a implodere per una sua intrinseca debolezza nella capacità di gestione del potere considerato come dovuto e non come potere derivato da responsabilità morali, un potere che deve rispondere avendo nelle mani la vita e la morte delle persone mandate a morire nella carneficina della Grande guerra.
Nel fallimento del partito democratico-liberale prende forma il potere fascista, un potere anomalo e ambiguo in quanto giocato fra l' illegalità e la legalità, fra motivi retorici legati alla tradizione (la famiglia) e motivi retorici innovativi (la capacità di riportare l' ordine e porre fine alla crisi economica) con l' innegabile capacità di comunicare con le masse agendo nei territori e una superlativa proposta del ruolo risolutivo dell' uomo forte che nasce in ambiente socialista e poi si dimostrerà capace di una proposta politica originale ma non di valore in quanto limitante la democrazia.
A rappresentare questo post, forse con poca fantasia, pongo il dipinto di Pelizza da Volpedo, Quarto stato, opere del 1901, emblema del popolo nobile in movimento ma non ancora riconosciuto dalle classi dirigenti che continuano a considerare il popolo una massa informe da educare e non da emancipare.
per la poca
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