domenica 16 settembre 2012

LA CRISI DEFINITIVA DELLO STATO DEMOCRATICO-LIBERALE (Continuazione 7-)

Fra il 1919 e il 1920, in coincidenza con l' impresa fiumana, e con le polemiche sull' appartenenza dei territori adriatici, l' Italia fu attraversata da gravi agitazioni sociali e sindacali con numerosi scioperi e aumento del costo della vita non aggredibile con gli stipendi miseri del proletariato. Le agitazioni si estesero dall' industria ai trasporti coinvolgendo anche l' agricoltura: Leghe rosse (socialismo e socializzazione della terra) contro Leghe bianche (cattolici e piccole proprietà).
1919: elezioni politiche con il metodo della rappresentanza proporzionale con scrutinio di lista anziché fra singoli candidati.
  1. Sistema elettorale con collegio uninominale: confronto fra singoli candidati.
  2. Sistema elettorale a rappresentanza proporzionale: scrutinio di lista, seggi assegnati in proporzione ai voti ottenuti, favoriti i gruppi organizzati su scala nazionale, una situazione che riproduceva fedelmente le tendenze dell' elettorato.
Le elezioni del 1919 sancirono il declino del partito democratico-liberale con un crollo dei seggi: dai 300 seggi del 1913 a 200. Il partito socialista ottenne 156 seggi, il triplo del 1913 e il partito dei Fasci poche migliaia di voti senza nessun seggio.
Risale a questo periodo la “demonizzazione” del sistema elettorale proporzionale come se, la mancanza di cultura politica e di capacità di governo degli uomini politici italiani si potesse addossare a un sistema elettorale! Il problema vero è sempre la disarmonia permanente e la distruzione di complessità che si crea dalla lotta per il potere e i privilegi fra uomini che scelgono sistemi reazionari i quali riescono a cooptare le energie di uomini favorevoli all' evoluzione umana e allo Stato giusto.
Nel 1919 gli uomini politici italiani avevano paura, erano abituati ai privilegi senza critica, erano fermi in difesa di posizioni reazionarie ingiuste, mascherate dalla retorica della tradizione e non furono pronti al cambiamento preferendo affidare, nel 1922, il potere a Benito Mussolini: linea del potere affidato all' uomo forte o all' uomo ricco non all' uomo giusto e capace.  
1920: Trattato di Rapallo che sancì l' appartenenza di Trieste all' Italia, insieme a Gorizia e all' Istria e alla città di Zara; Fiume fu dichiarata città libera poi passo all' Italia con un successivo trattato.
1920. occupazione delle fabbriche
1921: Dal partito socialista si formò il partito Comunista Italiano.
L' occupazione delle fabbriche e la nascita del Partito Comunista segnarono la fine del biennio rosso.
Tra la fine del 1920 e l' inizio del 1921 il fascismo abbandonò il programma democratico-radicale e si organizzò con squadre paramilitari (squadre d' azione)che agivano nelle campagne.
1921: sviluppo del fascismo agrario. Le prime squadre d' azione si esercitarono contro le organizzazioni contadine socialiste della Valle Padana in coincidenza dell' atteggiamento antisocialista, di paura, seguito al biennio rosso. Le lotte contro le leghe rosse durò per due anni alla fine dei quali il potere di auto-organizzazione delle leghe fu destrutturato. Il 21 novembre 1920 i fascisti si mobilitarono contro l' insediamento della nuova amministrazione comunale di Bologna a Palazzo D' Accursio. Ci furono 10 morti fra persone civili uccise per errore dai socialisti. I proprietari terrieri si schierarono subito con le quadre fasciste contro i piccoli contadini, braccianti e mezzadri. Furono chiuse centinaia di leghe e sciolte quasi tutte le giunte socialiste nella con l' assenso del potere formale. Giolitti e la vecchia classe dirigente liberale pensava di servirsi dei fascisti per poi richiamarli all' ordine e cooptarli al potere.
1921: nuove elezioni con conservatori, liberali e democratici uniti per contrastare i partiti di massa. I fascisti ottennero indirettamente ma chiaramente una legittimazione senza la richiesta di rinunciare all' illegalità. Alla camera entrano 35 deputati fascisti capeggiati da Mussolini.
Altre formazion politiche: presenti in Parlamento: Socialisti, Comunisti,Popolari, Liberal-democratici e Fascisti. La guerra civile continuava fino al patto di pacificazione del 1921: i socialisti sconfessarono gli arditi del popolo che si erano organizzati contro le squadre fasciste. I capisquadra fascisti: Grandi, Farinaccie e Balbo accettarono a malincuore il patto di pacificazione ma furono costretti a farlo quando le squadre fasciste furono cooptate nel Partito nazionale fascista (200.000 iscritti).
1922: continua la violenza armata fascista nei territori padani e la strategia politica a Roma; in occasione della proclamazione di uno sciopero generale in difesa della libertà costituzionale, i fascisti, adducendo la motivazione del ripristino dell' ordine, si scatenarono contro il movimento operaio.
I socialisti di Turati fondano il Partito socialista unitario.
Il 27 ottobre del 122 i fascisti marciano su Roma, il ministro Facta si dimise e il re, Vittorio Emanuele III di Savoia, invece di dichiarare lo stato d' assedio, aprì la porta al potere fascista. Il 30 ottobre Mussolini diventò capo del governo. Il nuovo gabinetto comprendeva esponenti di tutti i gruppi politici e 5 fascisti. Si possono trarre delle conclusioni? 
Il partito liberale era nato con un sistema di spartizione del potere all' interno di un notabilato a guida piemontese il quale, per interessi economici, aveva coinvolto notabili dell' Italia centrale e meridionale, un notabilato estraneo alla società che giudicava arretrata e immatura e agiva nel chiuso delle aule parlamentari, una cerchia, una elite e non una classe dirigente vera. Questa forma di potere, comunque democratica, era destinata a implodere per una sua intrinseca debolezza nella capacità di gestione del potere considerato come dovuto e non come potere derivato da responsabilità morali, un potere che deve rispondere avendo nelle mani la vita e la morte delle persone mandate a morire nella carneficina della Grande guerra. 
Nel fallimento del partito democratico-liberale prende forma il potere fascista, un potere anomalo e ambiguo in quanto giocato fra l' illegalità e la legalità, fra motivi retorici legati alla tradizione (la famiglia) e motivi retorici innovativi (la capacità di riportare l' ordine e porre fine alla crisi economica) con l' innegabile capacità di comunicare con le masse agendo nei territori e una superlativa proposta del ruolo risolutivo dell' uomo forte che nasce in ambiente socialista e poi si dimostrerà capace di una proposta politica originale ma non di valore in quanto limitante la democrazia. 
  
A rappresentare questo post, forse con poca fantasia, pongo il dipinto di Pelizza da Volpedo, Quarto stato, opere del 1901, emblema del popolo nobile in movimento ma non ancora riconosciuto dalle classi dirigenti che continuano a considerare il popolo una massa informe da educare e non da emancipare.
 per la poca

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