sabato 27 ottobre 2012

IL GIULLARE E' NUDO! Berlusconi, il re è nudo - Beppe Giulietti - Il Fatto Quotidiano

Berlusconi, il re è nudo - Beppe Giulietti - Il Fatto Quotidiano

Giulietti dice che il re è nudo e io aggiungo che il giullare è nudo!
Berlusconi, maestro di comunicazione, ci ha sempre offerto il suo corpo fisico, la sua voce, la postura del corpo, i suoi sorrisi rassicuranti  a rappresentare la sua proposta di potere politico insignificante ma proposto come salvifico, un potere primitivo ed elementare, distruttore di complessità, ma reso credibile proprio dalle sue abilità corporee messe al servizio della comunicazione televisiva apparente e magica, abilità basate sulla capacità di annullare le distanze e creare "identità simbiotiche con i suoi elettori e i suoi dipendenti-parlamentari-servi" con l' uso di risate, barzellette, slogan, strizzatine d' occhio, battute. L' ultima conferenza stampa ci rivela un Berlusconi appannato proprio nell' esercizio della sua maggiore abilità: la seduzione attraverso la telecamera con il suo corpo messo abilmente al servizio dei telespettatori. Ora l' espressione del viso è mummificata e alla telecamera non è più consentito eseguire primi piani, i gesti non sono più controllati perfettamente, nelle mani non c' è un foglio a simbolizzare il "contratto con gli italiani" ma c'è una penna "brandita"  e la voce tradisce tutta la messa in scena falsa e propagandistica con delle incrinature che rivelano l' incapacità a  colmare la distanza fra quello che viene detto e la realtà che è il suo contrario. Ogni aspetto giocoso è scomparso perchè il giullare è arrabbiato e la commistione pubblico/privato, rovina della politica, è messa a nudo in modo disarmante.    
Il giullare si arrabbia? Come affronta il declino? In generale con le metamorfosi,  il perfezionamento delle abilità comunicative o con la possibilità ulteriore di indossare maschere. Nel caso di Berlusconi sembra che tutte queste caratteristiche si siano esaurite.
Secondo la descrizione tradizionale il giullare, a volte, faticava a sostenere il suo ruolo di equilibrista sociale complementare al potere e si arrabbiava ricorrendo anche a invettive contro il potere che lo sosteneva grazie alla sua natura multipla:
  • Un giullare è un essere multiplo; è un musico, un poeta, un attore, un saltimbanco; è una sorta di addetto ai piaceri alla corte del re e principi; è un vagabondo che vaga per le strade e dà spettacolo nei villaggi; è il suonatore di ghironda che, a ogni tappa, canta le canzoni di gesta alle persone; è il ciarlatano che diverte la folla agli incroci delle strade; è l'autore e l'attore degli spettacoli che si danno i giorni di festa all'uscita dalla chiesa; è il conduttore delle danze che fa ballare la gioventù; è il cantimpanca [cantastorie]; è il suonatore di tromba che scandisce la marcia delle processioni; è l'affabulatore, il cantore che rallegra festini, nozze, veglie; è il cavallerizzo che volteggia sui cavalli; l'acrobata che danza sulle mani, che fa giochi coi coltelli, che attraversa i cerchi di corsa, che mangia il fuoco, che fa il contorsionista; il saltimbanco sbruffone e imitatore; il buffone che fa lo scemo e che dice scempiaggini; il giullare è tutto ciò e altro ancora. 
Breve storia del giullare

Nel Basso Medioevo, dopo il crollo dell' impero Carolingio, il potere temporale era gestito in modo personalistico dall' aristocrazia e dalla Chiesa. Fra questi due poteri si affermano i monasteri, luoghi di potere strutturati dalla figura sociale del monaco intorno all' idea spiritualistica. In netta e decisa contrapposizione con la figura del monaco, si afferma la figura sociale del giullare entrambi impegnati nella comunicazione pubblica: il monaco con la predicazione religiosa e il giullare con spettacoli laici, irriverenti e giocosi. Questa funzione pubblica d' intrattenitore si rivelerà molto importante, per il giullare, nella comunicazione sociale con effetti anche politici per cui la storia ci rimanda una figura complessa intrecciata all' intrattenimento e al potere. La figura del giullare era considerata pericolosa a causa del  legame con le tradizioni pagane tanto che l'iconografia era solita raffigurare questi bizzarri intrattenitori in posture capovolte, a testa in giù per far passare il messaggio del ruolo da puri sovvertitori dell'ordine prestabilito. Proprio in virtù dell'enorme successo che i giullari erano soliti riscuotere, la loro attività e la loro figura vennero demonizzate e duramente condannate dalla Chiesa perchè ritenute socialmente pericolose. La Chiesa infatti si manteneva in una posizione di assoluta opposizione a tutto quanto fosse chiaramente carnale, mostra del corpo, del riso, del godimento visivo e uditivo. Per la Chiesa l'animo umano era estremamente corruttibile, e mille volte di più lo era sotto le lusinghe di tali arti demoniache. 
Nonostante le dure condanne, la figura del giullare era destinata ad una diffusione sempre maggiore, sia in qualità di mero intrattenitore di piazza e dei circoli cortesi, sia come vero e proprio mediatore tra la Chiesa e la cultura popolare. In particolare, ai giullari non si deve soltanto la diffusione capillare di tutta la tradizione epica ma anche di altri  contenuti legati all' attualità. Con il tempo infatti, la Chiesa non potè più fare a meno di notare ed ammettere l'innegabile presa che i racconti dei "buffoni", anche tratti dalla realtà,  avevano sul popolo. 
Tale consapevolezza, dunque, spinse gli ordini religiosi a decidere di approfittare dell'arte giullaresca per affidare proprio ai buffoni la diffusione della parola di Dio. Così, mentre nel XII secolo si assiste alla nascita dell'ordine dei mendicanti che si univano ai giullari nelle piazze emulandone le doti interpretative, San Francesco si proclamava giullare di Dio.
Ma ancora un'ulteriore evoluzione era in serbo per i giullari. Essi infatti si specializzarono sempre di più nella comunicazione accattivante e vennero accolti nelle corti, assunti con stabili incarichi e retribuiti per la loro arte e il loro mestiere: erano nati i menestrelli i quali mantennero la loro natura duplice di intrattenitori e servitori critici del potere con particolari doti di comunicazione che dovevano ridicolizzare il potere senza destabilizzarlo con l' esito di spostare l' attenzione dalla riflessione seria. Il potere della Chiesa e il potere dei signori si serviranno dunque del giullare come figura capace di mediare fra il potere ufficiale e la società al fine di rendere rassicurante un potere criticandolo e questa originalità, e complessità primigenia consente al giullare di comunicare incarnando varie figure e con diverse abilità riconducibili all' arte dello spettacolo, sempre all' insegna della complementarietà: egli era infatti un intrattenitore, un mimo, un attore, un giocoliere, un cantante e il suo scopo, storicamente, era divertire il pubblico nelle piazze fino a diventare un vero e proprio incantatore di folle con l' uso di un linguaggio semplice e suggestivo. Come si realizzava la complementarietà al potere? Mettendo in pubblico la critica, volgarizzandola con la comunicazione giocosa, e rendendola un processo elementare incapace di produrre cambiamenti annullando le distanze dalle forme di potere formaliA ben vedere è quello che è capitato anche a noi cittadini durante il periodo politico berlusconiano.
Con lo Stato Moderno e con la strutturazione di un potere superiore e pubblico il giullare perse la sua connotazione principale e duplice di critico e insieme sostenitore del potere personalistico ma la cultura del giullare, basata sulla capacità comunicativa, sopravvisse anche in età contemporanea abdicando alla duplicità rispetto al potere ma non alla duplicità culturale intesa come capacità di elaborare una comunicazione propagandistica populista molto efficace. 
Dario Fo e Benigni possono essere considerati dei giullari ma è soprattutto Berlusconi ad assumere in se tutte le caratteristiche giullaresche, sintetizzate nelle particolari abilità di comunicatore populista rafforzate dalle capacità di rappresentare e creare identità comuni con molte delle figure sociali presenti in Italia, in forma giocosa.
Lorenza Cervellin



Nessun commento: