martedì 9 ottobre 2012

RAO: PROBLEMATIZZAZIONE DELL' INFORMAZIONE "MAGICA"

PREMESSA: Passo riportato da: www.gazzettino.it  di Federica Cappellato
PADOVA - «Paolo voleva un bene dell'anima ad Erica. Io la piango come una figlia, non so cosa darei per farla tornare in vita». Non ha più lacrime Marta Marangoni, moglie di Fortunato Rao e mamma di Paolo dunque nonna della piccolina di tre anni che per ora è affidata all'altro suo figlio, lo zio Marco e alla sua compagna Ilenia. La tragica notizia l'ha raggiunta in Sicilia, a Messina, dove si trovava da qualche giorno, partita da Padova subito dopo aver ricordato, prima con un convegno sul welfare, e poi con la messa, il marito a un anno dalla scomparsa. «La mia famiglia, una seguenza di disgrazie del genere... e Fortunato che era l'uomo più buono del mondo. Cosa ci sta capitando, non lo posso credere. Mi sembra un incubo», ripete la signora Marta, .....

PROBLEMATIZZAZIONE DELL' ARTICOLO
Questo l' inizio di un articolo, a mio parere, fuorviante. Parla la mamma dell' assassino e, comprensibilmente, inizia con dichiarazioni finalizzate a fare dell' assassino una vittima e a normalizzare una situazione patologica. I motivi distraenti continuano mettendo in primo piano il dott. Rao padre dell' assassino il quale è stato un uomo di potere considerato importante per la città di Padova. L' articolo è interamente dedicato a lui. Il giornalista però doveva impegnarsi in altro modo se voleva informare i cittadini senza scrivere un articolo che omaggia in maniera mitica, magica e acritica il padre dell' assassino reso protagonista di una "santificazione" postuma.

Chi era il dott. Fortunato Rao?

Io sono stata una dipendente Asl 16 e offro la mia testimonianza. 

Il dott. Fortunato Rao è stato uno dei due potenti signori della sanità padovana, e ha gestito un potere molto forte secondo il modello monocratico stabilito dalla Regione: 


  • distanza dai dipendenti, uso di auto blu e difficoltà di accesso all' ufficio di direzione, il tutto mitigato dal paternalismo bonario

  • coesione fra il gruppo di potere verticistico  

La vita relazionale e psico-sociale dei dipendenti, non dirigenti, all' interno delle Asl,  in presenza di questo tipo di potere che abbisogna di solidarietà "di classe" fra i dirigenti, diventa problematica perchè finisce inevitabilmente in una ghettizzazione caratterizzata da superlavoro e bassa salarialità. In occasione della sua morte, il dott. Rao, è stato omaggiato dalla "politica" che lui aveva così fedelmente servito anche con l' "inchino" degli elicotteri del SUEM, in dispregio delle politiche di razionalizzazione e delle regole sula sicurezza. Questo per riportarci sulla terra

La cronaca cosa ci dice? La figura della signora Ferrazza sembra esistere solo perchè era la compagna del figlio di un uomo considerato potente e anche questa è una strategia distraente la gravità dell' assassinio. Allora poniamo l' attenzione sul fatto che la signora Enrica Ferrazza è, da inizio anno, la 98esima donna uccisa solo perchè aveva incontrato un determinato uomo, relazionalmente incapace ma capace di dare la morte a quella donna colpevole solo di essersi relazionata affettivamente con lui. Questo omicidio, la cui strutturazione, culturalmente e giuridicamente,  è ancora in fase di definizione, si inserisce in un fenomeno sociale molto pericoloso, definito femminicidio dall' ONU,  considerato fatto sociale che segna una involuzione sociale e civile la quale si ripercuote negativamente sui singoli cittadini e sull' intera comunità: il femminicidio definisce proprio un percorso incivile, l' incapacità culturale di una comunità di evitare e prevenire queste morti con la strutturazione di un sistema educativo adeguato. 
L' incapacità culturale a risolvere una relazione patologica chiama in causa l' educazione che avviene in famiglia, fin dalla nascita e l' educazione che avviene a scuola finalizzata a dare una immagine corretta dei generi ed educare alla relazione responsabile e libera e non al dominio e al possesso: vale per uomini e donne per il futuro ma in questo momento storico la donna deve essere preparata a denunciare, consigliarsi e pretendere attenzione senza "rifugiarsi" nel ruolo di vittima. 
L' Italia è stata richiamata dall' UE proprio per la sua inadeguatezza culturale a limitare delle morti evitabili con iniziative culturali mirate. 
Le parole hanno un peso
Quello che è certo è che non si può affermare che l' assassino ha dato la morte ma gli voleva un "bene dell' anima" perchè le parole sono importanti e la signora Rao riveste anche un ruolo pubblico proprio nel sociale fatto che la impegna, di fronte alla società, a dichiarazioni razionalmente rigorose ed appropriate.
Un appello ai suoi amici: continuate a vigilare affinchè venga fatta giustizia per Erica, vita unica e originale indipendentemente dal mancato suocero e da tutte le altre considerazioni distraenti apparse sui giornali.
A rappresentare questo post: il frontespizio del libro del giornalista Iacona

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