1953-1958
-giunge al culmine il periodo definito del miracolo economico
caratterizzato da:
solidità della lira,
esportazioni, stabilità dei prezzi, ottimismo psicologico,
congiuntura internazionale favorevole, politica del libero scambio,
modesta imposizione fiscale e compressione salariale con manodopera a
basso costo. Alla fine degli anni '50 del '900, grazie alla
diminuzione della disoccupazione, i lavoratori riuscirono a
raggiungere l' obiettivo di far crescere le retribuzioni per
avvicinarsi al livello degli altri paesi avanzati e per aumentare il
mercato interno.
Il
cosiddetto miracolo economico cambia radicalmente la società: l'
abbandono delle campagne, la crescita caotica delle città, le
speculazioni edilizie e finanziarie, le emarginazioni sociali, il
boom della motorizzazione furono fenomeni correlati accompagnati
dalla nascita della RAI. E' innegabile che questi rivolgimenti
caotici non sempre hanno marcato una evoluzione; a lungo andare,
alcuni cambiamenti, si sono rivelati devastanti per l' ambiente e per
i rapporti sociali. Già nel 1963-64 si presenta la congiuntura
economica negativa che si ripresenterà sempre, a fasi cicliche fino
alla situazione devastante dei nostri giorni in cui siamo in presenza
di una crisi finanziaria molto preoccupante i cui attori sono grandi
gruppi finanziari e le banche che si trovano ad essere le
interlocutrici indispensabili in questo tipo di crisi.
E
lo Stato? Proviamo a ripercorrere la storia dei principali
avvenimenti a partire dal secondo dopoguerra
1958:
nasce il partito radicale di Marco Panella che
si rivelerà, forse l' unica compagine politica, capace di portare i
pochi cambiamenti sociali avvenuti in Italia, energia che si spegne
quando il partito radicale si schiererà con il centro-destra di
Berlusconi.
1958:
elezioni con successi della sinistra. Il successo della sinistra
poneva dei problemi e degli interrogativi: la destra economica e
conservatrice riusciva a influenzare la Dc impedendo il
coinvolgimento della sinistra nel governo. Questa chiusura avrebbe
creato non pochi problemi nell' immediato e nel futuro; La politica
si presentava, non come un insieme di istituzioni, titolari di un
potere al servizio dei cittadini, ma come struttura di potere
autoreferenziale.
1960:
governo monocolore (formato solo da ministri della Dc)
Tambroni con l' appoggio determinante dei voti Msi. I
rappresentanti dei partiti laici e della stessa Dc favorevoli all'
apertura alla sinistra si dimisero dal governo. Il governo Tambroni,
inoltre, autorizzò un comizio Msi a Genova, città antifascista
ed operaia la quale reagì con un' autentica rivolta popolare
durata 3 giorni con scontri fra la polizia e i manifestanti. Alla
fine il governo cedette e rinviò il processo. Nello stesso periodo
ci furono scontri in molte città: a Reggio Emilia ci furono 5
morti. Tambroni fu costretto alle dimissioni e ogni ipotesi di
governo con la destra fu accantonata.
L'
esclusione della sinistra dalle responsabilità di governo e l'
eccessiva, seppur necessaria, apertura a destra rivelarono, fin da
subito, l' incapacità e l' immaturità dei politici italiani
incapaci di superare i conflitti in nome del bene comune.
Agosto
1960: governo di centro-sinistra Fanfani
il quale, con la sapiente regia di Aldo Moro,
concordò un programma con il Psi.
1963:
il processo riformatore, in concomitanza con la crisi economica, era
già bloccato.
1964:
si diffusero voci di un possibile colpo di Stato promosso dal
generale De Lorenzo capo
dei servizi segreti delle forze armate e dello stesso Presidente
della Repubblica, Antonio Segni.
La
politica della Dc era finalizzata a mantenere intatto il consenso per
non scontentare la sua base elettorale nella quale le istanze
innovatrici erano minoritarie in favore della stabilità
conservatrice. La Dc riuscì a mantenere la sua stabilità ma non il
Psi il cui cuore di sinistra
provocò una nuova scissione dando vita al Partito socialista di
unità proletaria (Psiup). Il psi al suo interno era diviso
ulteriormente fra le idee di Riccardo Lombardi e di Pietro
Nenni. Il partito socialista a
quel punto era diviso in : Psi, Psdi e Psiup.
1964:
Togliatti morì lasciando il suo testamento politico scritto
(Memoriale di Yalta:indipendenza da Mosca e via
originale del comunismo italiano. La formula del governo di
centro-sinistra sarebbe durata per altri 10 anni.
1968:
radicalizzazione dello scontro sociale: studenti e operai uniti. Lo
scontro inizia nelle aule universitarie poi si trasferisce nelle
piazze e nelle fabbriche e si traduce in duri scontri con la polizia
e con scontri fra studenti di opposte fazioni. L' interpretazione
utopica e ideologica degli scritti di Marx con le suggestioni
rivoluzionarie in essa contenute si tradussero in lotta anche armata.
L' ideologia rivoluzionaria era finalizzata, nelle dichiarazione, a
modificare radicalmente la realtà italiana in nome di un irreale
potere da affidare ai lavoratori. E' evidente che questo
atteggiamento radicale e antidemocratico non poteva approdare al
riformistico reale per sbloccare la società, realizzare i principi
costituzionali e aprire a una società delle opportunità. La
lotta alla società borghese capitalista fu la parola d' ordine che
attraversava le proteste in modo velleitario e violento a cui il
governo non seppe rispondere adeguatamente lasciando che nelle piazze
si consumasse un conflitto che sarebbe stato più utile prevenire con
le riforme attese da 150 anni. Ma in Italia il tema delle riforme e
delle regole sarà usato sempre a scopo elettorale. Tra il 1968 e il
1970 nacquero, in contrapposizione ai partiti tradizionali, i gruppi
extraparlamentari: Potere operaio, Lotta continua, Avanguardia
operaia e inoltre: l' Unione dei marxisti-leninisti e
Il Manifesto.
1969:
a inizio anno proteste di studenti e lavoratori in vista dei rinnovi
contrattuali che culmineranno nell' autunno caldo. Queste
proteste unirono rivendicazioni salariali e culturali: la critica
all' operaio massa e la richiesta del riconoscimento della dignità
del lavoratore poichè in Italia non si era mai formata una coscienza
civile che permettesse di considerare l' operaio come una persona
dignitosa e degna di rispetto e di diritti. Perduravano troppe
chiusure culturali di origine classista e paternalista che andavano
abbattute se si voleva portare l' Italia fra gli stati veramente
civili. Fu merito di Cgil, Cisl e Uil prendere
in mano la protesta e pilotarla verso una serie di contratti
vantaggiosi.
1969:
strage di Piazza Fontana, Milano, Banca nazionale dell'
agricoltura, 17 morti e oltre 100 feriti. Lo Stato insegue una pista
anarchica e non risolve il caso lasciando via libera alle
interpretazioni socio-politiche: la strategia della tensione da
parte della destra autoritaria.
1970:
Statuto dei lavoratori
In
generale il sistema politico italiano non riuscì ad uscire dalla sua
rigidità conflittuale e conservatrice per dare il via a una stagione
veramente riformatrice con un programma delineato. Lo Stato pressato
dal conflitto preferisce elargire riforme su base ideologica e
utopistica , molte delle quali si dimostreranno inadeguate. Un
esempio di riforma concessa ed elargita su basi utopistiche ed
elettoralistiche è stata la Legge di riforma sanitaria 833/78.
Questa Legge, concessa alla sinistra, ha distrutto tutto l'
esistente valido e ha strutturato un sistema di potere finalizzato al
controllo totale sui dipendenti e su coloro che chiedevano la cura.
In nome del diritto alla salute, invece del diritto alla cura e del
pietismo invece della pietà e con il motivo propagandistico della
felicità medicalizzata, il potere politico regionale, si è
appropriato di ogni aspetto della vita delle persone trasformate
tutte in malati latenti. Il monopolio sulla salute ha permesso alla
Regione di avere accesso a un numero illimitato di risorse a scapito
della cura effettiva. Oggi possiamo dire che questa riforma basata
sulla gratuità estesa a tutti è fallita.
L'
istituzione “salvifica Regione”
1970:
istituzione delle Regioni. L' art.
5 della Costituzione recita:
La
Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie
locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio
decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua
legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
Nel
1968-70 lo Stato, ancora più che in passato, si rivela inadeguato
nella gestione della complessità sociale e il tema del decentramento
amministrativo e della cessione del potere alle Regioni
diventa un tema “salvifico”
per una classe dirigente centrale già incapace che si preoccupa
ormai solo del modo di produrre consenso. Nel
giugno 1970 si tennero le prime elezioni regionali
1970:
rivolta di Reggio Calabria per il mancato riconoscimento di
città capoluogo, rivolta guidata da esponenti Msi ma non solo.
Storicamente,
c' erano stati conflitti molto forti fra potere locale e potere
centrale fino all' affermazione definitiva dello Stato di diritto.
Deve fare riflettere molto il fatto che la cessione di potere alle
Regioni sia avvenuta quasi naturalmente perchè ciò deriva dal fatto
che, nella realtà non è stata una cessione di potere vera ma una
spartizione del potere. La propaganda ci diceva che era
assolutamente necessario, per il bene dei cittadini, instaurare
poteri vicini ai cittadini e paradossalmente veniva anche detto che
la sussidiarietà sarebbe stata più efficiente, efficace ed
economicamente più sostenibile. Di fatto oggi in Italia ci sono 5
livelli di potere: Stato, Regioni, Comuni, Province e Comunità
montane, e, anche se, apparentemente si occupano di cose diverse,
nella realtà si sovrappongono nell' inefficienza o si annullano con
costi inammissibili e insostenibili in mancanza totale di efficacia.
Non è un caso che la cessione di potere alle Regioni avviene nei
momenti di maggiore difficoltà dello Stato il quale pensa di
distrarre l' elettorato dalla propria incompetenza attribuendo il
ruolo salvifico alla Regione.
Oggi
i cittadini pagano tasse per mantenere tutti i livelli di governo con
costi che non sono standard ma arbitrari e insosenibili.
1997:
Legge 59, Capo I - art 1: delega al Governo per l’emanazione di uno
o più decreti legislativi volti a conferire alle Regioni e agli enti
locali, ai sensi degli art. 5, 118 e 128 della Costituzione, funzioni
e compiti amministrativi;
2001:
Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 "Modifiche
al titolo V della parte seconda della Costituzione" pubblicata
nella Gazzetta
Ufficiale n.
248 del 24 ottobre 2001
Art.
1.
1.
L'articolo 114 della Costituzione è sostituito dal seguente:
"Art.
114. - La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle
Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.
I
Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti
autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi
fissati dalla Costituzione.
Roma
è la capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il
suo ordinamento".
Da
qui in avanti le Regioni diventano degli apparati di potere autonomi,
incontrollabili e titolari di un potere monocratico molto pericolo e
dannoso per i cittadini italiani. Per spiegare il potere delle
Regioni bisogna spiegarlo paradigmaticamente con il mandarinato
cinese. Al
riguardo scriveva Antonio
Gramsci in Ordine
nuovo:
"Il
mandarinato è una istituzione burocratico-militare cinese, che, su
per giú, corrisponde alle prefetture italiane. I mandarini
appartengono tutti a una casta particolare, sono
indipendenti da ogni controllo popolare,
e sono persuasi che il buono e misericordioso dio dei cinesi abbia
creato apposta la Cina e il popolo cinese perché fosse dominato dai
mandarini".
I mandarini raggiungevano il potere dopo aver fatto un concorso e
provenivano dalla cultura letteraria mentre noi italiani siamo
riusciti a creare una casta
senza cultura.
Oggi
è in atto un altro motivo distraente: la
Macroregione;
quando intervistano Formigoni, Presidente della Regione Lombardia,
indagato per peculato, pressato dalle domande sulla sua
inadeguatezza, sposta sempre l' attenzione sulla futura immaginata
realtà politica, ancora in chiave salvifica: la
macroregione!
Tornando
al 1970:
i
partiti politici discutevano continuamente su come fare per superare
la conflittualità alla ricerca di
equilibri più avanzati che
avevano per oggetto l' allargamento di responsabilità di governo al
Pci.
1970:
legge Fortuna-Baslini che introduceva l' Istituto del divorzio.
1970:
A
posteriori,
avremmo saputo che in questo anno vennero fondate le Brigate
rosse
da Margherita Cagol
Renato Curcio e Alberto Franceschini.
La
giustizia e la Storia hanno già emesso sentenze indubitabili di
condanna reale e morale sull' operato delle Br ma per comprendere
sempre meglio la nostra storia mi soffermo sulla figura di Margherita
Cagol
e la lascio parlare attraverso una lettera che lei scrive ai genitori
la quale lettera ci fa capire il clima di quegli anni e la psicologia
dei giovani terroristi protesa fra delusione sociale, speranza
utopica e ansia giustizialistica arbitraria:
Il
5 giugno 1975 Margherita Cagol morirà uccisa in un conflitto a
fuoco con la polizia.
|
|
1972:
elezioni anticipate che si rivelarono inutili
1973-74:
grave crisi economica, disagio morale in seguito alla scoperta
di tangenti illecite ai partiti per favorire gruppi di pressione
italiani e stranieri
1974:
legge sul finanziamento pubblico ai partiti
La
sfiducia diffusa verso i partiti è ormai un fatto storico da parte
dei cittadini italiani che avevano, in quel periodo, molta cultura
politica e sublimano la delusione verso la richiesta dei diritti
civili.
1975:
Riforma del diritto di famiglia che sancisce la parità giuridica fra
i coniugi e la maggiore età da 21 a 18 anni.
Il
ruolo della donna esce formalmente e definitivamente emancipato ma la
vera emancipazione sostanziale è ancora un processo in atto
aggravata dalla situazione di crisi ormai strutturale che rende i
poveri soggetti a una pressione intollerabile da parte dello Stato e
non liberi dal bisogno.
1978:
legge sull' interruzione volontaria di gravidanza
1973:
proposta del compromesso
storico da
parte del segretario del Pci, Enrico
Berlinguer: un
accordo di intenti, di lungo periodo, fra socialisti, comunisti e
democristiani per scongiurare eventuali derive autoritarie e per
allargare l' azione riformatrice una via da proporre anche in Europa.
La proposta moderata di Berlinguer rassicurava anche rispetto a un
aderiva filo-sovietica della sinistra italiana. Nel
frattempo dilagava il terrorismo nella matrice ideologica definita
nera
e rossa.
Terrorismo
nero: si sviluppa con
una connotazione conservatrice e anticomunista ed è caratterizzato
da attentati dinamitardi in luoghi pubblici: strage di Piazza Fontana
a Milano 81969), Piazza della Loggia a Brescia (1974), treno Italicus
(1974), stazione di Bologna (1980). Ancora oggi non si sa esattamente
come furono le dinamiche esatte delle stragi.
Al potere politico spetta la responsabilità di non aver saputo
indirizzare l' azione dei servizi di sicurezza e di non aver posto
rimedio a una loro inefficienza accompagnata da vere e proprie
deviazioni.
Terrorismo
rosso: nasce dalla
delusione sociale, dallo Stato politicamente debole, dalla psicosi di
un colpo di stato della destra. La lotta armata e la clandestinità
fu una scelta derivata da suggestioni e mitizzazioni formatesi nel
1968, non sufficientemente comprese nella loro complessità. Il
terrorismo di sinistra è giovane e giovanissimo, in prevalenza
studenti, e la lotta armata si giustifica come riscatto sociale in
favore della classe operaia per mobilitarla al fine di scardinare lo
Stato borghese e capitalistico.
1970-72:
attentati incendiari, 1972-75: sequestri di dirigenti industriali e
magistrati, 1976: assassinii programmati. I nuclei terroristici
erano: Brigate rosse
(attive fino al 19889, Nuclei
armati proletari e
Prima linea.
1974:
riforma fiscale e nuove imposte indirette
1975.
elezioni regionali e locali con un aumento del Pci
1976:
elezioni politiche anticipate, la Dc recupera, il Pci avanza
ulteriormente e il Psi perde consensi. Questa perdita porterà una
crisi del partito socialista in seguito alla quale emergerà Bettino
Craxi
leader della
corrente autonomista e amico personale di Silvio berlusconi
1977:
nuovo movimento studentesco e proteste con uso di armi da fuoco, un
movimento radicalizzato che si attiva contro la sinistra tradizionale
(Pci) e i sindacati: Autonomia
operaia.
1977:aumento
del terrorismo di sinistra e degli attentati
1978:
governo monocolore Andreotti
e rapimento di Aldo Moro
uccisione dei 5 uomini di scorta (16 marzo). Moro verrà ucciso il 9
maggio. Il progetto di
una politica di solidarietà nazionale veniva colpito al cuore ma i
politici tentarono di realizzarlo senza convinzione.
17
marzo 1981 i
giudici istruttori Gherardo
Colombo e
Giuliano
Turone,
nell'ambito di una inchiesta sul presunto rapimento dell'avvocato e
uomo d'affari siciliano Michele
Sindona,
fecero perquisire la villa di Gelli ad Arezzo,
"Villa
Wanda",
e la fabbrica di sua proprietà (la "Giole" a Castiglion
Fibocchi presso Arezzo –
divisione giovane di "Lebole"); l'operazione, eseguita
dalla sezione del colonnello Bianchi
della Guardia
di Finanza,
scoprì fra gli archivi della "Giole" una lista
di quasi mille
iscritti alla loggia P2,
fra i quali il comandante generale dello stesso corpo, Orazio
Giannini
(tessera n. 832). Lo stesso Michele Sindona comparve nella lista
degli iscritti alla P2, confermando le intuizioni dei giudici
istruttori. Il colonnello Bianchi resistette a vari tentativi di
intimidazione, in quanto erano ancora al potere gran parte delle
persone che ivi erano citate, e trasmise la lista, forse incompleta,
agli organi competenti.
A
posteriori si scoprirà che verso la fine degli anni '70 assume molta
importanza la loggia massonica P2 la quale conosce un incremento
proprio mentre la politica ufficiale si dimostrava inadeguata a
governare la complessità e la sinistra sembrava vicina al sorpasso
politico sugli altri partiti. La Commissione Anselmi
definirà l' attivismo di quegli anni come: La
seconda fase della Loggia P2: dal 1974 al 1981
Estratto
direttamente dalla: COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA SULLA LOGGIA
MASSONICA P2 (Legge 23 settembre 1981, n. 527)
RELAZIONE
DI MAGGIORANZA dell'onorevole TINA ANSELMI
- […] Gli anni che corrono dal 1975 al 1981 segnano il periodo cruciale nella storia della Loggia P2 per le vicende che essa attraversa sia all'interno della massoneria che al di fuori di essa. Per la comprensione di tali avvenimenti vanno premesse alcune considerazioni di ordine generale senza le quali risulta difficile la lettura dell'ampia documentazione in possesso della Commissione. Si deve in primo luogo ricordare che è proprio in questi anni che va posto il culmine di espansione della loggia; sono questi anni nei quali, sia in termini quantitativi che in termini qualitativi, l'attività di proselitismo del Gelli perviene a dimensioni che trascendono di gran lunga la portata ridotta della antica Loggia Propaganda, tradizionalmente conosciuta dal Grande Oriente. Salvo quanto in seguito si dirà sulla reale consistenza della associazione, il numero degli affiliati arriva a rappresentare comunque una quota oscillante tra il 10 e il 20 per cento dell'intero organico degli iscritti attivi al Grande Oriente.
- [...]L'esame di queste situazioni ci consente in primo luogo di ribadire con fermezza il rilievo assoluto che la Loggia P2 ha rivestito nelle vicende della vita nazionale, intrecciandosi ad essa secondo trame che, se non completamente conosciute, non è possibile ignorare o ridurre ad interpretazioni di basso profilo. Questa è stata peraltro la valutazione che l'opinione pubblica - alla quale sola, si spera, troppo affrettatamente si è inteso fare riferimento, in pur autorevole sede, quando sì è parlato di "improvvisati tribunali di opinione" – ha istintivamente fornito al momento della pubblicazione delle liste, con un generale movimento di allarme e di necessariamente generica riprovazione. Le conclusioni alle quali la Commissione parlamentare di inchiesta è pervenuta al termine dei propri lavori muovendo dalla legge di scioglimento della Loggia massonica Propaganda 2, mostrano, in relazione ai quesiti posti dal Parlamento nell'articolo I della legge istitutiva della Commissione, che tale organizzazione, per le connivenze stabilite in ogni direzione e. ad ogni livello e per le attività poste in essere, ha costituito motivo di pericolo per la compiuta realizzazione del sistema democratico. La presente relazione è in grado di fornire una documentata ricostruzione del fenomeno ed una attendibile spiegazione delle sue origini, della sua struttura e delle sue finalità,, tale da consentire al Parlamento una ragionata meditazione in ordine ai problemi dell'ordinamento democratico e delle misure da adottare a difesa della sua conservazione e del suo progresso. Accanto a queste conclusioni la Commissione non ha mancato di sottolineare gli interrogativi di non lieve momento che rimangono tuttora aperti: nodi insoluti il cui scioglimento potrà semmai arricchire i risultati ai quali si è pervenuti, nelle loro linee fondamentali, ma difficilmente pervenire a ribaltarne in modo determinante il profilo politico essenziale.
Dagli
estratti della relazione sulla commissione d' inchiesta sulla P2 si
evince chiaramente la pericolosità e ' attività innegabile di
lobbing degli affiliati alla loggia P2 e l' attivismo di Licio
Gelli
che aveva un progetto di rinascita
democratica. Scorrendo
la lista degli iscritti si noterà che il notabilato italiano si è
unito all' industria, alla politica e all' esercito in una rosa che
comprende tutti gli apparati di potere. La Commissione parlamentare
presieduta da Tina
Anselmi
dichiarerà che le liste della P2 sono incomplete. Il sospetto
è che i fratelli non identificati abbiano continuato a tramare
nell’ombra. Nel
1983 una sentenza del tribunale di Roma proscioglie gli imputati
appartenenti alla loggia, che non viene ritenuta un'associazione a
delinquere. Nel 1994 la Corte d'Assise di Roma assolve la loggia P2
dall'accusa di cospirazione politica ai danni dello stato. Molti
dei 953 noti non sono affatto spariti dalla circolazione. Alcuni sono
parlamentari (Gustavo Selva), altri sono stati ministri (Publio Fiori
e Antonio Martino), altri ancora sono personaggi pubblici più o meno
influenti (Roberto Pervaso e Maurizio Costanzo). Berlusconi
diventerà
presidente del consiglio e Cicchitto
onorevole e attualmente capogruppo Pdl alla Camera. Ma, al di là
della sorte dei singoli, il Piano di rinascita democratica di Gelli
sembra essersi effettivamente realizzato in diversi punti mediante l'
assorbimento degli apparati democratici della società italiana dentro
le spire di un autoritarismo legale che
avrebbe avuto al suo centro l'informazione.
Questi
i punti del progetto:
- Controllo dei media. Il piano prevedeva il controllo di quotidiani (quindi l'eliminazione della libertà di stampa e di pensiero) e la liberalizzazione delle emittenti televisive (all'epoca permesse solo a livello regionale) allo scopo di controllarle, e in questo modo influenzare l'opinione pubblica; nonché l'abolizione del monopolio della RAI e la sua privatizzazione. L'abolizione del monopolio RAI era avvenuto prima della scoperta della loggia, con la sentenza della Corte Costituzionale del luglio 1974 che liberalizzava le trasmissioni televisive via cavo.
- Progetto Bicamerale del 1997 (Commissione parlamentare per le riforme costituzionali): "ripartizione di fatto, di competenze fra le due Camere (funzione politica alla CD e funzione economica al SR)".
- Riforma della magistratura: divisione tra ruolo del P.M. e del magistrato, responsabilità del CSM nei confronti del parlamento. Si osserva che introdurre la responsabilità del CSM nei confronti del parlamento sarebbe tecnicamente una subordinazione del potere giudiziario al potere legislativo, e quindi verrebbe meno laseparazione dei poteri. La modifica, infatti, necessiterebbe di una riforma costituzionale.
- Riduzione del numero dei parlamentari
- Abolizione delle province
- Abolizione della validità legale dei titoli di studio
1978:
avviene l'iscrizione di Berlusconi
alla loggia massonica P2,
il 26 gennaio nella sede di via
Condotti a
Roma, all'ultimo piano del palazzo che ospita il
gioielliere Bulgari insieme
a Roberto
Gervaso;
la tessera è la n. 1816, codice E. 19.78, gruppo 17, fascicolo 0625,
come risulta dai documenti e dalle ricevute sequestrate ai capi della
loggia. Berlusconi ha negato la sua partecipazione alla P2, ma
ha ammesso in tribunale di essere stato iscritto.
12
dicembre 1980: Fabrizio Cicchitto, tessera n. 2232, si
affilia alla P2
Tornando
alla politica: l' entrata del partito comunista nella maggioranza non
servì a mettere in moto un processo di risanamento e di
trasformazione sociale della vita pubblica.
In
quegli anni si mantenne e si rafforzò la pratica della lottizzazione
ossia la spartizione di cariche pubbliche in base a criteri di
appartenenza politica secondo il “Manuale Cencelli”, dal nome di
un politico democristiano, Massimiliano Cencelli, il
quale aveva elaborato un
complesso metodo matematico creato per ripartire "equamente"
gli incarichi di Governo (Ministeri
e Sottosegretariati), ciascuno con un'importanza diversa, in funzione
della forza elettorale di ciascun partito e, fatto non secondario, di
ciascuna corrente all'interno
di un determinato partito. Da notare che tali correnti avevano un
ruolo decisivo soprattutto nel partito di
Cencelli, la Democrazia
Cristiana.
Il termine manuale è stato coniato dalla stampa ma in realtà non si
tratta di un saggio ma di una documentazione ideata negli anni
sessanta,
e, attualmente donata al Centro Don Sturzo.
Negli
enti locali e nelle imprese a partecipazione statale continuarono a
verificarsi episodi di cattiva gestione e di vera e propria
corruzione politica.
1978:
Giovanni Leone fu costretto alle dimissioni da una campagna di
stampa che lo accusava di connivenze con i gruppi affaristici
1978:
elezione di Sandro Pertini alla presidenza della Repubblica,
nomina con cui si esaurì la breve esperienza di governo della
solidarietà nazionale.
Il
socialista Bettino Craxi si dimostrava insofferente alla
politica del Pci e ai vincoli imposti dalla grande coalizione.
1978:
riforma sanitaria che si sarebbe rivelata inefficiente e fonte
di sprechi: ULSS dipendenti dalle Regioni, gratuità delle cure per
tutti e riordino della medicina pubblica.
1979:
il Pci, in disaccordo con gli altri partiti, in tema di politica
estera e monetaria, abbandonò la maggioranza.
1979:
elezioni anticipate
Dal
1980, dopo le riforme degli anni '70 del '900, inizia,
paradossalmente, la crisi che stiamo vivendo oggi. Giunge a
termine un periodo di crescita che era iniziato dal dopoguerra, pur
all' interno di una forte conflittualità politica, e con riforme
strutturali, in campo economico, mai attuate, ma, il tutto compensato
da una enorme energia che il popolo aveva saputo esprimere, dopo un
periodo distruttivo molto lungo che andava dal fascismo, alla Seconda
guerra mondiale e alla Resistenza.
I
governi non erano mai riusciti a governare efficacemente la società
per portare i cittadini verso l' equità, la mobilità sociale e la
sicurezza del territorio.
La
Storia avrebbe dimostrato che gli anni '80 portarono una involuzione
sociale e politica e una chiusura reazionaria: i lavoratori erano
ancora in balia dei “padroni” che non furono mai costretti a
presentare un programma di politica industriale e obbligati alla
ricerca per portare innovazione perchè troppo forti erano gli
intrecci e gli interessi fra politica e industria privata e di Stato.
Un nuovo modello di relazioni industriali rimase irrisolto e le
energie furono convogliate verso il ridimensionamento della
condizione operaia la quale fu così ridimensionata da scomparire per
riapparire drammaticamente oggi disoccupata o sottopagata. Oggi gli
economisti e i politici ci vengono a dire che abbiamo vissuto al di
sopra delle nostre possibilità ma speriamo che nessuno creda a
questa menzogna se si riferisce ai lavoratori.
Irrisolta
rimase anche la questione del controllo della spesa pubblica la quale
chiamava in causa i criteri e le forme dell ' intervento statale
ampliatosi notevolmente nei settori della sanità, della previdenza e
dell' istruzione in cui perdurava una gestione inefficace che non
venne mai messa seriamente in discussione, cambiando le classi
dirigenti incapaci, ma venne avviata una polemica contro il Welfare
state che in Italia era ancora insufficiente a garantire i diritti
civili e sociali.
La
mafia e la camorra negli anni '80 diedero l' assalto al Nord e
al denaro pubblico attraverso finanziarie e banche compiacenti e
riciclarono il denaro sporco derivato dalle attività mafiose
dimostrando una efficienza possibile solo con la complicità occulta
o reale di pezzi deviati dello Stato. Grazie agli sconti di pena e
alla scarcerazione immediata dei terroristi pentiti, fu possibile
debellare il terrorismo.
Parallelamente
ala perdita di controllo e potere sindacale crescono: lavoro nero,
lavoro a domicilio ed evasione fiscale.
1980:
prime sconfitte delle Br.
1980:
inizio del ridimensionamento del sindacato: la FIAT riesce a imporre
la sua scelta di razionalizzazione produttiva
1982:
assassinio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa
1982-83:
fase economica recessiva
1983:
elezioni anticipate
Il
partito comunista esce ridimensionato, la dc nel 1979 vide la
stabilità dei suoi consensi e un calo vistoso nel 1983; nonostante
l' attivismo di Craxi, il Partito socialista non fu premiato. Le
elezioni non andarono al di là dei singoli rapporti di forza e si
tornò al governo di centro-sinistra pentapartitico con apertura al
Partito liberale. Per la prima volta, dopo il 1945, la Dc rinunciò
alla guida dela governo che andò, prima a Giovanni Spadolini e
poi a Bettino Craxi il quale tentò di potenziare il ruolo
dell' esecutivo e di portare l' Italia verso l' affermazione in
politica internazionale.
1984:
nuovo concordato con la Santa Sede
Per
quanto riguarda la Dc, ormai logorata dagli scandali e condizionata
dalle clientele, dopo l' uccisione di Moro e la perdita della guida
del governo, iniziò un periodo per tentare un rinnovamento interno
da parte del nuovo segretario Ciriaco De Mita
1984:
morte di Enrico Berlinguer
1984:
decreto-legge del governo Craxi che tagliava alcuni punti della scala
mobile
1984:
ripresa economica grazie alla produttività delle aziende sia
pubbliche che private grazie all' evoluzione del terziario e alla
capacità tecnologica
1985:
Francesco Cossiga viene eletto Presidente della Repubblica
1987:
dopo un periodo di governo Craxi che perdurava dal 1983, vi è un
crisi di governo ed elezioni anticipate. Iniziano ad avere peso
politico i primi movimenti: Verdi e Leghe regionali. Le Leghe
avevano impostato la loro propaganda su una dura polemica contro il
centralismo statale, la fiscalità, la corruzione, la xenofobia e
ancora l' antimeridionalismo.
A
fatica si continua ancora con il pentapartito a guida Goria e De
Mita costretto a lasciare nel 1989 in favore di Andreotti. I
conflitti interni alla Dc ormai divisa in una miriade di correnti, le
mancate riforme, l' inadeguatezza e l' incapacità politica a gestire
la complessità sociale democratica aprendo e creando nuovi ceti
sociali invece di difendere i privilegi dei conservatori, la ormai
evidente commistione fra potere politico pubblico e illegalità,
avevano ormai creato una diffusa sfiducia dei cittadini e una
aspettativa del nuovo giusto ed efficace. Come sempre era accaduto,
fin dal 1861, e come accade tuttora, avviene la messa in discussione
degli strumenti istituzionali, in quel caso, venne messa sotto
accusa la legge elettorale proporzionale.
Dal
1950 al 1990, in Italia cresce la cosiddetta classe media, la
quale avrebbe avuto il peso politico necessario per cambiare gli
equilibri politici al fine di fare riforme veramente portatrici di
civiltà, ma ciò non accade: perchè? Tutte le classi sono
eterogee ma le classi medie lo sono più delle altre e questo si
traduce in in contrasti e contrapposizioni ideologiche e politiche
che rendono difficile il processo riformistico. Per motivi
economici o per motivi culturali o per entrambi i motivi, le classi
medie, possono rivolgersi verso la destra, verso la sinistra o verso
posizioni radicali se si vedono minacciate. In Italia questi
comportamenti sono, ancor di più, evidenti visto la nostra storia di
diversificazione territoriale e di particolarità culturali.
La
Situazione televisiva italiana appartenente e controllata da
Berlusconi ha prodotto un modello omologante che ha fatto presa
proprio sulla classe media ma per fortuna, in questo caso, si è
svilupato il conflitto ma un conflitto che non è riuscito a
produrre una alternativa politica efficace visto la capacità
omologante esercitata dai media. Il modello omologante proposto da
Berlusconi, basato slla polarizzazione, è stato così capillare e
penetrante da avere fatto breccia anche nell' elettorato di sinistra
producendo un conflitto continuo, distraente e inefficace.
Berlusconi, sintetizzando, ha omologato il suo elettorato e anche la
sua opposizione vanificandola! Oggi sembra che il ceto medio sia
deluso a tutto tondo dalla politica e mediti l' astensionismo di
massa.
1989:
caduta del muro di Berlino
1991:
dissoluzione dell' Urss
I
manuali di Storia riportano questi avvenimenti con queste esatte
parole ma, alla luce di quello che è successo a posteriori non sono
parole che rappresentano bene quello che è successo. Usa e Urss
avevano due sistemi economici che facevano fatica a reggere:
Gli
Usa esprimevano un capitalismo in crisi da ravvivare per cui, nella
logica economicistica era necessario abbandonare le politiche
keynesiane per puntare tutto sul neo-liberismo secondo le
teorizzazioni Milton Friedman il quale fu
il principale punto di riferimento del monetarismo
e del l liberismo puro
con la necessità di porre un limite all'intervento dello Stato;
alla sua posizione si ispirarono i progetti politici di Pinochet,
in Cile, del primo ministro inglese M.
Thatcher e,
in misura più limitata, del presidente statunitense R.
Reagan,
ma i tentativi di applicare rigorosamente i principi della “ricetta”
liberista spesso non si sono tradotti in successi. L' adesione alle
teorie liberiste, programmate e scelte dagli Usa, per realizzarsi
avevano bisogno di avere una disposizione illimitata di manodopera
per abbassare i costi e questo si è realizzato attraverso la
globalizzazione
ideologica che
ha immesso sui mercati mondiali una massa enorme di lavoratori
facendo diminuire sempre più i costi della manodopera e aumentare i
profitti dei nuovi “padroni”. Funzionale a questo progetto
capitalistico è stato anche il crollo ideologico e programmato dell'
Urss, che ormai esprimeva una economia fallimentare, che ha fatto
riversare in Europa una massa infinita di uomini e donne immessi nel
mercato a costi bassissimi. Attualmente
l' esito di questo progetto capitalistico è la riduzione in stato di
bisogno di poveri che erano appena usciti dalla povertà e la
creazione di nuovi poveri che saranno impossibilitati a realizzare
progetti evolutivi, una disoccupazione devastante e un calo
preoccupante dei consumi.
Il
governo italiano ormai è impegnato a rendere sempre più efficiente
il controllo sui poveri per poter utilizzare al meglio il monopolio
della povertà. Un paradosso: il neo-liberismo si traduce nella
elaborazione di una macchina burocratica monopolistica: il controllo
della povertà e dei poveri.
1989:
in Italia Achille
Occhetto
propone la trasformazione del
Pci in
Pds
formalmente ratificata nel 1981. L'ala più intransigente diventò
Rifondazione
comunista
1991:
successo dei referendum abrogativi, di alcune parti della legge
elettorale, promossi da Antonio Segni
1991:
offensiva della criminalità organizzata
1991:
offensiva polemica di Cossiga che si schierava chiaramente in favore
del cambiamento invece di mantenersi su posizioni super-partes
17
febbraio 1992: arresto di Mario Chiesa, presidente del Pio
Albergo Trivulzio, socialista, vicino a Craxi, arrestato in flagranza
di reato subito dopo avere intascato una busta con sette milioni di
lire, una rata di quella che doveva essere la tangente per concedere
l'appalto a una impresa di pulizia. Da quell' arresto prende il
via il filone d' inchiesta definito tangentopoli e le indagini
si estesero a migliaia di persone, fra politici, amministratori,
imprenditori. La magistratura milanese svelava un diffusissimo
sistema di finanziamento illegale dei partiti e di autofinanziamento
dei politici sostenuto dalla complicità di società e imprenditori
privati. Destinatari principali delle tangenti erano: Dc, Psi e
Pds.
1992:
in Olanda, a Maastricht, la Cee diventa Unione europea per
rispondere alle nuove responsabilità politico-economiche dopo la
fine dell' impero sovietico.
1992:
elezioni politiche con una netta sconfitta della Dc e del Pds a
vantaggio di Rifondazione, successo della Lega Nord sorta
dalla fusione di Lega lombarda e altre leghe regionali, guidata da
Umberto bossi. Successo dei Verdi e della Rete del
democristiano Leoluca Orlando
1992:
dimissioni di Cossiga
23
maggio 1992: a Capaci viene ucciso Giovanni Falcone, la moglie e
tre uomini della scorta
25
maggio 1992: Oscar Luigi Scalfaro, democristiano, presidente
della camera, viene eletto alla Presidenza della Repubblica
1992-1994:
dai mass media viene coniato il termine seconda repubblica,
periodo caratterizzato dal crollo dei partiti che governavano
l' Italia del secondo dopoguerra, dalla nuova legge elettorale
maggioritaria, dalla tendenza al bipolarismo e dal rinnovamento della
classe dirigente in presenza di una crisi produttiva molto seria e di
un tasso di immigrazione non gestito efficacemente, nonostante fosse
prevedibile.
19
luglio 1992: a Palermo, in via D' Amelio, viene ucciso Paolo
Borsellino e 5 uomini della sua scorta.
1992:
un nuovo governo quadripartito a guida del socialista Giuliano
Amato affrontò subito il problema finanziario con l'
inasprimento fiscale, il contenimento della spesa sanitaria e
privatizzazione di grandi imprese pubbliche.
1992:
il parlamento non riusciva a risolvere il problema delle riforme
istituzionali, nonostante la nomina di una commissione bilaterale. Il
nodo più importante era lo studio di una legge elettorale con
sistema maggioritario uninominale. Bisogna dire che il ricorso al
motivo retorico della debolezza istituzionale ormai era una prassi
consolidata e distraente perchè, oggi più che mai, appare chiaro
che il vero problema della disonestà della classe dirigente
indipendentemente dai sistemi elettorali. In Italia chi va a
fare politica non va per spirito di servizio ma per sistemarsi! Anche
in quel periodo, come attualmente, si scontrarono i favorevoli al
maggioritario contro coloro che proponevano un proporzionale corretto
in senso maggioritario.
18
aprile 1993: gli italiani furono chiamati al referendum abrogativo e
si espressero in favore del sistema uninominale maggioritario al
Senato.
1993:
attuazione del mercato unico
1994:
abolizione del finanziamento pubblico ai partiti
Queste
tendenze unite agli avvisi di garanzia decimarono la classe politica
e sembrò avviarsi un periodo dominato da un sistema dei partiti
inadeguato, inefficace e corrotto.
1993:
dimissioni di Amato e incarico di formare il governo a Carlo
Azeglio Ciampi
giugno
1993: elezione diretta dei sindaci e successo della lega
agosto
1993: approvazione delle nuove leggi elettorali con sistema
maggioritario uninominale e una quota di seggi pari al 25% da
assegnare con il sistema proporzionale
1993
ripresa dell' attività terroristica a Roma, Firenze e Milano
1993:
grave recessione e governo Ciampi in difficoltà con Lega e Pds che
invocano le elezioni
1993:
l' Italia è costretta a svalutare la lira e a fare le prime manovre
di contenimento della spesa pubblica.
Una
nuova Repubblica, basata su un nuovo patto fra cittadini e potere
politico, sarebbe stata possibile?
Il
primo problema era la credibilità dei partiti che non fu affidata al
recupero morale ma al cambio di leaderschip attingendo alla dirigenza
sindacale: il Psi chiamò Giorgio Benvenuto e poi Ottaviano
del Turco, la Dc tentò una operazione di recupero valoriale con
il ritorno al passato, tentando di recuperare i valori che erano
stati espressi da Sturzo nel 1919 con la guida di Mino
Martinazzoli riassumendo il nome di Partito popolare italiano.
Come sempre, questi cambi, portano una dissidenza interna, in questo
caso, contro la prevalenza della sinistra per cui si distaccano i
centristi cristiano-democratici andranno a formare due nuovi gruppi:
Ccd Cdu. Nello stesso periodo anche a destra si registrano
significativi mutamenti. Gianfranco Fini avviò la trasformazione
dell' Msi in Alleanza nazionale, un processo che si sarebbe
conluso a Fiuggi nel 1995. Fini intese ribadire che il fascismo era
una esperienza politica finita nel 1945 riconoscendo gli errori della
politica antisemita e della guerra.
1994:
Discesa in campo di Berlusconi, un imprenditore televisivo
proprietario di: 3 televisioni private, il Milan, impegnato nei
settori edile, assicurativo, finanziario, pubblicitario ed
editoriale. Il suo obiettivo dichiarato era quello di arginare i
Pds e ricostruire il centro ormai disperso e in crisi inarrestabile
per costruire un centro-destra. Nel giro di qualche mese, grazie
agli enormi mezzi che possedeva, riuscì ad intercettare il suo
elettorato e a fondare il movimento Forza Italia e allearsi con la
Lega Nord. In questo schieramento centrista confluirono anche i
radicali di Pannella e i Ccd.
Sul
fronte opposto il Pds coagulò intorno a sé i Progressisti:
tutte le forze della sinistra da Rifondazione comunista ai
socialisti, Verdi, Rete e Alleanza democratica. Il Ppi e il gruppo
Segni rimasero al centro.
La
propaganda politica di Berlusconi, con la quale ha sedotto il suo
elettorato, era chiara: impedire che le forze “comuniste”
andassero al potere e avviare la “rivoluzione liberale” con la
scelta accurata delle parole e delle definizioni tipo il Polo delle
libertà e il Polo del buon governo; Berlusconi inaugurando il
populismo post-moderno riuscì a convincere il suo elettorato di
essere l' unico in grado di sostituirsi alla vecchia e fallimentare
classe dirigente prendendo in mano il governo dell' Italia. Appare
evidente che Berlusconi riusciva a interpretare perfettamente il
nuovo modo di interpretare la politica orientando il suo elettorato;
dal secondo dopoguerra, memore del pericolo di un modello
condizionante e omologante l' elettore cedeva un pezzetto di
rappresentanza e autorizzava ad esercitare il potere in sua vece;
questo meccanismo viene a ribaltarsi perchè, con i potenti mezzi di
comunicazione di cui disponeva, Berlusconi riesce a rivoluzionare le
dinamiche di produzione del consenso e riconoscere i potenziali
elettori seducendoli e omologandoli grazie anche al nuovo ceto medio
che si era formato nella società in cui tutto era consumo. Le
televisioni di Berlusconi dagli anni '80 del '900 trasmettevano
spettacoli come il drive in e colpo grosso in cui anche il corpo
della donna diventava una merce.
27-28
marzo 1994: elezioni politiche e successo di Berlusconi e Lega Nord
con la speranza del bipolarismo, successo confermato
anche nelle elezioni europee. Formazione del nuovo governo: Forza
Italia, Lega Nord, Alleanza nazionale Ccd e altri esponenti di
centro.
Con
l' avvento in campo di Berlusconi inizia una stagione politica all'
insegna della conflittualità polarizzante e immobilizzante:
tutti i problemi politici dovuti alla litigiosità e all' incapacità
si aggravano e l' incapacità a risolvere i problemi classici con
delle riforme valide in campo economico e sociale per aumentare il
benessere reale, viene mascherata con le drammatizzazioni e le
demonizzazioni reciproche dei due schieramenti. Per quanto riguarda i
rapporti fra politica ed elettorato, la politica inizia una
delegittimizzazione degli elettori attingendo a stereotipi e luoghi
comuni risalenti al periodo fascista. Invece di riconoscere l'
incapacità di governare e la progressiva distruzione dello Stato, i
politici iniziano ad offendere gli italiani: ingovernabili, gente
che vuole vivere al di sopra dei propri mezzi, furbi, evasori,
bamboccioni, sfigati, la peggiore generazione, generazione perduta.
La capacità riformistica si traduce ormai dal 1992 in imposizione
fiscale e tagli che vanno a colpire la popolazione meno abbiente.
Appena avuto il potere, Berlusconi fu costretto alle dimissioni in
seguito alla litigiosità interna alla sua maggioranza.
Gennaio
1995: governo Dini con un ministero di tecnici formato per
superare la fase conflittuale e riformare il sistema pensionistico.
Dini rimase in carica 1 anno con la collaborazione del
centro-sinistra e l' opposizione della destra.
1995:
il centro sinistra punta sulla leaderschip di Romano Prodi con
una nuova alleanza: l' Ulivo
21
aprile 1996: nuove elezioni con i due schieramenti di centro destra a
guida Berlusconi e centro sinistra a guida Prodi, il quale ottenne
un successo di misura alla Camera e e una maggioranza assoluta al
Senato. Il successo della Lega fu clamoroso e il Pds sorpasso
Forza Italia grazie all' impegno di
D'
Alema. Forte del risultato ottenutò Umberto Bossi avrebbe
condotto il movimento sulla via di una crescente radicalizzazione,
passando da un progetto federalista a un progetto separatista.
15
settembre 1996: dichiarazione d' indipendenza della Padania.
Si
devono a Prodi gli unici tentativi riformistici dell' Italia
riequilibrando le necessità politiche con la tutela dei ceti meno
abbienti.
Il
primo obiettivo del ministro del tesoro Ciampi fu quello di
percorrere la via tracciata da Maastricht, una serie di interventi
fiscali e di tagli alla spesa pubblica consentirono all' Italia di
rientrare nel Sistema monetario europeo alla fine del 1996.
Fine
1997: attestazione della crescita del debito pubblico al di sotto del
3%.
1998:
ingresso ufficiale nell' Unione monetaria europea.
Raggiunti
questi obiettivi rimanevano altri problemi: la revisione del Welfare
State, l' eredità delle inchieste di tangentopoli, e l' annosa
questione delle riforme costituzionali. Veniva ritenuta urgente una
nuova riforma delle pensioni, la rimozione degli ostacoli che
causavano l' immobilità sociale e riformare la giustizia ance al
fine di avere strumenti più efficaci di lotta alla corruzione che
ormai poteva contare su intrecci sempre più diffusi. Prevalse il
tentativo personale di piegare la giustizia a fini politico-personali
un esito quasi obbligato visto il colossale conflitto d' interessi
che riguardava Berlusconi ma che ormai era diventato regola per molti
altri politici. Anche in campo istituzionale si sviluppa la
polarizzazione patologica con un controllo delle opinioni sempre più
efficace e la magistratura inquirente verrà continuamente accusata
di aver voluto azzerare una classe politica con tangentopoli e di
volerne azzerare un' altra colpendo Silvio Berlusconi.
1997:
Commissione bicamerale presieduta da D' Alema per delineare in
Parlamento un progetto organico di riforme istituzionali. Si propose
un sistema semi-presidenziale con elezione diretta del Presidente
della Repubblica e da un capo del governo designato contestualmente
alla maggioranza, elementi di federalismo, maggiore garanzie per gli
imputati nei procedimenti giudiziari ed aggiustamenti alla legge
elettorale per sopperire al bipolarismo imperfetto.
Ottobre
1998: Rifondazione comunista nega la fiducia a Prodi il quale sarà
costretto alle dimissioni.
1998:
Al Governo Prodi succederà Massimo
D’Alema con
il sostegno di Democratici di Sinistra (DS), Partito Popolare
Italiano (PPI), Rinnovamento Italiano (RI), Socialisti Democratici
Italiani (SDI), Federazione dei Verdi (Verdi), Comunisti Italiani
(PdCI), Unione Democratica per la Repubblica (UDR), Indipendenti.
Nel
collocarsi in una dimensione europea l' Italia si presentava con le
tradizionali e negative caratteristiche ormai tradizionali della sua
vita pubblica con una, ormai accertata, incapacità di governo della
complessità democratica. Tutto, a livello teorico, sembrava pronto
per un passaggio epocale evolutivo e tutto sostanzialmente era a
favore della regressione conservatrice e particolare. La Lega,
soprattutto, a scopo propagandistico introduceva continuamente
retoriche antiche inattuabili.
Come
era l' Italia che si affacciava in Europa? Uno Stato che aveva perso
l' energia propulsiva con il più basso numero medio di figli per
donna in età feconda e una svalutazione dei giovani come non si era
mai vista nella storia mentre paradossalmente si esaltava i
giovanilismo. La rottura della famiglia tradizionale si accompagnò a
continue critiche e colpevolizzazioni della popolazione femminile
invece di organizzare servizi per l' infanzia e modificare il modello
di cura che rimase ancora in carico alle donne. La popolazione
appariva omologata intorno ai consumi, ai modi di esibire i corpi e
all' utilizzo del tempo libero grazie al benessere esteso a moolte
più persone rispetto al passato ma non ancora sufficiente a
modificare una realtà sociale chiusa e immobile. La concessione
del benessere si è accompagnata al disimpegno politico e al'
adesione a un modello omologante privo di cultura, aperto ai
privilegi materiali e alla negazione del merito. Inizia in quel
periodo la distanza preoccupante fra chi, per clientela e per
omologazione, accedeva a professioni molto remunerate e chi vedeva
diminuire drasticamente il reddito cadendo vittima del bisogno. Tutto
venne pervaso dalla forma-denaro allontanando l' etica e la
solidarietà passando alla difesa dei privilegi come fosse una cosa
normale e come se, il proletariato non esistesse più. In questo
clima anticulturale la corruzione e la criminalità organizzata
iniziano un periodo di enorme espansione, occultate da quel sistema
clientelare che non riusciva più a far distinguere lecito ed
illecito comportamento relazionale mafioso da comportamento
relazionale sociale nella norma. Paolo Borsellino aveva parlato di
compromesso morale e il compromesso morale si era realizzato: le
classi dirigenti di tutti i partiti, in generale, per utilizzare il
potere sacrificarono l' etica. La corruzione si avviava ad essere un
fenomeno diffuso e democratico: tutti potevano essere corrotti e
nello stesso tempo potevano corrompere: politici, industriali, alti
dirigenti delle industrie pubbliche e private e magistrati.
Raggiungere il potere sarà un obbiettivo non solo per fare i propri
interessi ma per farlo proprio. Sarà per questo che quando i
partiti politici hanno piegato il potere esclusivamente alla loro
volontà il potere è stato monopolizzato da grandi gruppi finanziari
che agiscono a livello globale e i politici devono accontentarsi del
solo potere sui poveri come sta avvenendo attualmente.
1998:
unione monetaria europea
1998:
istituzione della Banca centrale europea
1999:
progetto della realizzazione di una moneta comune e si stabilivano
dei criteri di convergenza: debito pubblico non superiore al Pil e e
disavanzo annuale del bilancio pubblico non superiore al 3%.
18
maggio 1999: eletto Carlo Azeglio Ciampi alla presidenza della
Repubblica
20
maggio 1999: omicidio del giuslavorista Massimo
D'Antona docente
universitario e dirigente pubblico, assassinato dalle Nuove
Brigate Rosse.
1999:
il primo Governo D’Alema entra crisi nel dicembre
1999 per
la sfiducia di UDR e SDI. Il secondo Governo D’Alema, sostenuto da
DS, PPI, Democratici, Rinnovamento Italiano, Verdi, Comunisti
Italiani, Udeur e Indipendenti, entra in crisi nel aprile
2000:
dalle consultazioni elettorali regionali emerge una netta
affermazione della coalizione di Centrodestra. I leader del Polo e
della Lega Nord chiedono le elezioni anticipate per il rinnovo delle
Camere: D’Alema si dimette. Il nuovo incarico viene affidato
a Giuliano
Amato,
non nuovo ad incarichi di premier, che conclude, nel marzo 2001, la
Legislatura.
11
settembre 2011:
quattro attacchi
suicidi da
parte di terroristi di al-Qāʿida contro
obiettivi civili e militari nel territorio degli Stati
Uniti d'America.
13
maggio 2001: elezioni politiche Il Centrodestra (Casa delle Libertà:
Forza Italia, Alleanza Nazionale, UDC-CCD, Lega Nord) conta alla
Camera su una maggioranza di 368 deputati su 630. Al Senato, a inizio
Legislatura, annovera 174 senatori su 315 eletti. Si alternano due
governi (Berlusconi
II e Berlusconi III), con la medesima coalizione politica di
sostegno, ma con diversa composizione. Dal
1/1/2002 l'Euro è adottato,
quale unità monetaria di conto, in sostituzione della lira. Attività
connesse al passaggio dalla lira all'Euro in materia di Entrate
Contributive. Deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 176
del 21 giugno 2001. Nessuno controlla la correttezza del passaggio
del cambio dalla lira all' euro e in tutto il territorio italiano da
un giorno all' altro i prezzi raddoppiano. Inizia un processo di
impoverimento,che dal 1992 assume connotati preoccupanti e
pericolosi.
19
marzo 2002: Marco
Biagi,
giuslavorista, viene assassinato dalle Nuove
Brigate Rosse mentre rincasava dal lavoro.
9
e 10 aprile 2006: elezioni politiche Il Centrosinistra ottiene
la maggioranza
di misura dei
voti espressi, tanto da far emergere accuse di errati conteggi, in
seguito, dopo minuziosi controlli, dichiarate in modo definitivo
infondate.
Nell’attribuzione dei seggi il Governo conta su una maggioranza netta alla Camera, mentre al Senato il vantaggio sull’opposizione è assai risicato. L’Unione, la coalizione di maggioranza, è sostenuta da numerosi soggetti politici: DS, Margherita, Udeur, Rinnovamento Italiano – Lista Dini, Rifondazione Comunista, PdCI, Federazione dei Verdi, Italia dei Valori, Rosa nel Pugno (Radicali e SDI di Boselli), SVP, Repubblicani Europei (Sbarbati). Le divergenze interne portano più volte al limite della crisi di Governo che diviene definitiva con l’uscita dell’Udeur dalla maggioranza nel gennaio del 2008.
Le successive consultazioni per la formazione di una nuova maggioranza si risolvono in un nulla di fatto e al Presidente della Repubblica non resta che sciogliere le Camere. Le consultazioni elettorali sono fissate per il 13 e 14 aprile 2008. Nel frattempo il Governo Prodi rimane in carica per l’ordinaria amministrazione, il che non impedisce la produzione normativa e regolamentare.
Nell’attribuzione dei seggi il Governo conta su una maggioranza netta alla Camera, mentre al Senato il vantaggio sull’opposizione è assai risicato. L’Unione, la coalizione di maggioranza, è sostenuta da numerosi soggetti politici: DS, Margherita, Udeur, Rinnovamento Italiano – Lista Dini, Rifondazione Comunista, PdCI, Federazione dei Verdi, Italia dei Valori, Rosa nel Pugno (Radicali e SDI di Boselli), SVP, Repubblicani Europei (Sbarbati). Le divergenze interne portano più volte al limite della crisi di Governo che diviene definitiva con l’uscita dell’Udeur dalla maggioranza nel gennaio del 2008.
Le successive consultazioni per la formazione di una nuova maggioranza si risolvono in un nulla di fatto e al Presidente della Repubblica non resta che sciogliere le Camere. Le consultazioni elettorali sono fissate per il 13 e 14 aprile 2008. Nel frattempo il Governo Prodi rimane in carica per l’ordinaria amministrazione, il che non impedisce la produzione normativa e regolamentare.
15
maggio 2006: elezioni di Giorgio Napolitano alla presidenza
della Repubblica
13
e 14 aprile 2008: elezioni politiche. Le elezioni
politiche italiane del 2008 per
il rinnovo dei due rami del Parlamento italiano –
la Camera
dei deputati e
il Senato
della Repubblica –
si tennero domenica 13 e
lunedì 14
aprile a
seguito dello scioglimento anticipato delle Camere avvenuto il 6
febbraio 2008.
Le elezioni vennero vinte dalla coalizione composta da Il
Popolo della Libertà, Lega
Nord e Movimento
per l'Autonomia,
che ottenne la maggioranza relativa dei voti e, in base alla
vigente legge
elettorale del 2005,
la maggioranza assoluta degli eletti.
16
novembre 2011:
dopo la nomina a senatore a vita e dopo le dimissioni di Silvo
Berlusconi del 12 novembre, Mario Monti è
il sessantunesimo governo
della Repubblica Italiana chiamato a salvare l' italia in nome dello spred. La sua mission dichiarata era caratterizzata da: equità, sviluppo e crescita. Non si sa se per raggiungere l' equità si deve passare attraverso la sua negazione visto che è l' unica prerogativa del governo Monti in politica interna. Attualmente il primo ministro Monti si è rivelato un ottimo "ministro degli esteri" e un comunicatore molto capace in quanto esercita il monopolio del potere sui poveri con la retorica salvifica e la sublimazione della necessità, motivi accettati dalla maggior parte della stampa.
2 marzo 2012: accordo fiscale approvato dagli stati dell' UE, un Patto di bilancio europeo (Fiscal compact), un Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell'unione economica e monetaria.Il trattato contiene una serie di regole, chiamate "regole d'oro", che sono vincolanti nell'UE per il principio dell'equilibrio di bilancio. Ad eccezione del Regno Unito e della Repubblica Ceca tutti gli stati membri dell'Unione europea hanno firmato il trattato. Entrerà in vigore il 1º gennaio 2013 se in quel momento almeno dodici membri della zona euro l'avranno ratificato L'accordo prevede, secondo i criteri di convergenza fissati dal Trattato CE (art. 121), l'inserimento in Costituzione, per le parti contraenti, del pareggio di bilancio, l'obbligo per tutti i paesi di non superare la soglia di deficit strutturale superiore al 3% (e superiore all'1% per i paesi con debito pubblico inferiore al 60% del Pil), oltre a imporre una significativa riduzione del debito al ritmo di un ventesimo all'anno, fino al rapporto del 60% sul Pil nell'arco di un ventennio (artt. 3 e 4). Gli stati inoltre si impegnano a coordinare i piani di emissione del debito col Consiglio dell'Unione e con la Commissione europea (art. 6).
Luglio 2012: debito pubblico italiano, 1.967,483 miliardi di euro (dati aggiornati sui bollettini del sito della Banca d' Italia,a dicembre 2011 erano 1.897,946 miliardi di euro
A rappresentare questo post le parole del nuovo linguaggio distraente!
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