Lo Stato centrale è una forma di potere che evolve fra le varie forme di potere pubblico, sorto intorno al consolidamento della Monarchia, in Inghilterra, in occasione della concessione della Magna Charta e in Francia con Filippo il Bello, intorno al 1200-1300 mentre lo Stato Moderno contrattualistico, basato sul diritto naturale viene concettualizzato dopo la fine della guerra dei 30 anni e la Pace di Westalia (1648), in base al Principio di Equilibrio garantire la sicurezza dell' uomo attraverso una Istituzione superiore capace di dirimere le controversi interne ed esterne fra Stati senza ricorrere alla guerra. Si può dire, in generale, che lo Stato Moderno di diritto ha circa 300 anni mentre in Italia si è sviluppato lo Stato unitario, monarchico e parlamentare dopo l' Unita nel 1861 e nella forma presidenziale, costituzionale e repubblicana dopo la Seconda guerra mondiale nel 1947.
Questo
Stato è già in crisi per cui proviamo ad avviare una riflessione
sui motivi della crisi dello Stato che è crisi del potere e crisi
degli uomini che hanno retto il potere. Storicamente reggevano il
potere uomini che riuscivano ad esercitarlo in base a un diritto o
una capacità superiori con l' ausilio della virtù:
- caste sacerdotali: detenevano il potere con il supporto indispensabile della credenza in poteri superiori e a loro venivano affidati beni e ricchezze
- oligarchie terriere: un gruppo di aristocratici detenevano potere e ricchezza grazie al monopolio sulle terre e al controllo sulle derrate
- Tirannidi: un uomo potente per abilità guerresche, determinazione e abilità politica deteneva ed esercitava il potere in maniera egemonica attraverso la violenza e il dispotismo. Nelle forme evolute di società tipo quelle della Grecia antica la tirannide si avvaleva dell' esercizio della forza e della violenza ma cercava il consenso dei cittadini attraverso un “propaganda populista” e rispettava formalmente la legge, diversamente dal dispotismo orientale, che si basava su un controllo meno efficace, rispetto ala tirannide ma il despota agiva in base a un potere personale esercitato senza nessun rispetto della legge.
- Monarchia antica: il re univa forza, denaro e sacralità per amministrare un potere derivante dalla nascita: unione di poteri sacerdotali e politico-militari
- Democrazia clistenica: forma di potere che isola i principi democratici che sono alla base del sistema di potere individuato per regolare la vita politica ateniese che sarà alla base della Polis democratica: il Principio di sovranità popolare e il Principio di rappresentanza. In base a questi due principi il potere era detenuto da un gruppo di uomini, scelti in base al censo e poi eletti per amministrare il territorio. Questa forma di potere si dimostrò particolarmente efficace, nel cementare una ragione popolare capace di sublimarsi in energia nazionale in difesa del territorio in occasione del conflitto contro l' impero persiano. Dopo la vittoria dei greci sui persiani, le istituzioni democratiche ateniesi accompagnarono la nascita della cultura che sarà la base della cultura occidentale valida ancora oggi. Accanto alla cultura rifiorì anche una esperienza economica che portò Atene e altre città greche ad avere il primato dei commerci sui mari. Questa straordinaria esperienza culturale, politica ed economica non riuscì a trasformarsi ed evolversi in un sistema politico che uscisse dalla sublimazione e dall' idealismo della Polis per dar vita a delle forme di potere più evolute e meno chiuse come riuscirà a fare Roma.
- Repubblica romana (Res publica Populi Romani): sistema di potere e di governo della città di Roma nel periodo compreso tra il 509 a.C. e il 27 a.C., quando l'Urbe fu governata da un gruppo di uomini politici per mezzo di Istituzioni pubbliche e di Magistrature Maggiori: il potere sacrale fu prerogativa del Pontefice Massimo e il potere militare passò al primo magistrato della Repubblica (il Console) mentre il potere politico diventò prerogativa del Senato e delle Magistrature Maggiori: consoli, pretore, dittatore e censori (privi di imperium). Accanto alle Magistrature maggiori vi erano tre Magistrature minori: Edili, Questore e Tribuno della plebe.
Il
sostrato culturale dell' idea repubblicana, come esperienza di potere, è presente fin dal
periodo monarchico che culmina con la cacciata della famiglia di
origine etrusca dei Tarquini, nel 509, mettendo fine al regno di
Tarquinio
il Superbo.
Dopo la fine della Monarchia si misero a punto le Istituzioni
repubblicane all' insegna del conflitto politico fra i patrizi e i
plebei. I plebei non erano una classe sociale povera ma avevano
disponibilità economiche tali da riuscire a contrattare condizioni
politiche e sociali per avere accesso ai commerci e ai benefici
economici per far crescere la loro ricchezza e la comunità. La base
economica era costituita dalle saline, la pastorizia, l' agricoltura,
il commercio e l' artigianato. La storiografia di Roma, ci riporta
come episodio determinante l' evolutività politica delle istituzioni
romane, la Secessio
plebis o secessione
della plebe: una
forma di lotta politica fra due classi sociali, adottata dalla plebe romana,
tra il V ed
il III secolo a.C,
per ottenere una parificazione di diritti con i patrizi.
La secessione consisteva nel fatto che la plebe abbandonava in massa
la città in modo che tutti i negozi e le botteghe artigiane
restavano chiuse ed inoltre, questo allontanamento, rendeva
impossibile la convocazione delle leve militari che in quel periodo
facevano sempre più ricorso anche ai plebei. Agrippa
Menenio Lanato,
in latino Agrippa
Menenius Lanatus (...
– 493 a.C.,
è stato un uomo politico romano,
membro della gens Menenia,
meglio noto come Menenio
Agrippa.
Menenio
fu eletto alla magistratura consolare nel 503 a.C. assieme
a Publio Postumio Tuberto,
con il quale si trovò a fronteggiare fin da subito problemi di politica estera ed interna con la defezione delle città
di Pometia e Cori,
passate nelle fila degli Aurunci.
Dopo aver sconfitto un ingente esercito aurunco, i due consoli
mossero battaglia a Pometia; la battaglia, combattuta ferocemente da
ambo le parti, fu vinta dai Romani, che decretarono il trionfo per
i due consoli. In politica interna, nelle lotte fra patrizi e plebei, Menenio Agrippa, fu considerato un uomo dalle opinioni moderate che ebbe la fortuna,
rara nei conflitti civili, di essere apprezzato e stimato da entrambe
le parti. Grazie alla sua mediazione, la prima grande rottura fra
patrizi e plebei, corrispondente all'evento storico della secessione
sul Monte sacro,
territorio sacrale ed extraterritoriale (probabilmente l' Aventino)
fu ricondotta ad una conclusione felice e pacifica nel 493 a.C. In
questa occasione Menenio Agrippa espose alla plebe il suo ben noto
apologo del ventre e delle membra. Morì alla fine dello stesso anno
e, poiché aveva lasciato proprietà appena sufficienti a pagare un
funerale estremamente semplice, fu sepolto con un magnifico funerale
a spese dello Stato. I plebei avevano raccolto contributi volontari
per lo scopo, che furono dati ai figli di Menenio, dopo che
il Senato decretò
che le spese del funerale fossero a carico dell'Erario.
Agrippa
spiegò l'ordinamento sociale romano metaforicamente, paragonandolo
(come in Esopo ad un corpo umano nel quale, come in tutti gli insiemi costituiti da
parti connesse tra loro, se collaborano insieme sopravvivono, se
discordano insieme periscono. E che, effettivamente, se le braccia
(il popolo) si rifiutassero di lavorare, lo stomaco (il Senato) non
riceverebbe cibo. Ma ribatté che, dove lo stomaco non ricevesse
cibo, non lavorerebbe e non lavorando tutto il corpo, braccia
comprese, deperirebbe per mancanza di nutrimento. Questo paradigma organicistico materiale oggi sarebbe definito come propaganda ma permise di ricomporre la situazione ed i plebei fecero ritorno alle loro occupazioni. Attualmente, in presenza dei sistemi democratici, questo paradigma potrebbe avere solo una valenza retorico-politica perchè nel corpo umano la distribuzione del nutrimento dallo
stomaco alle membra è inevitabile, mentre la distribuzione delle
risorse tra gli uomini dipende dalla percezione del senso di
giustizia e dall'organizzazione della società.
Discorso di Menenio Agrippa
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La
prima secessione avvenne nel 494 a.C. e l'ultima nel 287 a.C. Sul
numero esatto di secessioni non vi è accordo unanime fra gli
storici. Quelle certe sono tre, ma secondo alcuni ve ne furono di
più. Ad esempio secondo Floro le
secessioni furono quattro (494-493; 451-449; 445; 376-371. La
distruzione dell'archivio di Stato avvenuta in occasione del Sacco di Roma del
390 a.C. e la volontà di costruire una storia esemplare da consegnare al mondo ha sicuramente contribuito ad alimentare gli eventi avvenuti
prima di quella data attingendo alla realtà e alla tradizione orale. Le secessioni portarono la plebe ad avere sempre maggiori
poteri attraverso l' istituzione di proprie assemblee
popolari che facevano parte delle Istituzioni repubblicane:
- Comizi curiati
- Comizi centuriati
- Concili plebei
- Comizi tributi
Nel
367 a .C. con le leges Licinae
Sextiae,
si determinò un riassetto istituzionale dello strutture dello Stato
Repubblicano, stabilendosi una ben definita gerarchia tra le varie
Magistrature. Furono, infatti, definite le Magistrature
maggiori e
quelle Minori. I Tribuni
della plebe che
erano eletti in numero di dieci per anno dai Concilia plebis tributa
(Assemblee della plebe riunita per tribù). Essi erano dotati
di un potere negativo di
intercedere, cioè ciascuno di essi poteva porre un veto
(c.d. intercessio
tribunicia)
agli atti di imperio, anche di portata generale, di qualsiasi
Magistrato, paralizzandone l’azione e rendendo inoltre impossibile
l’esecuzione delle decisioni adottate dai tradizionali organi di
governo della città che essi ritenevano pregiudizievoli per gli
interessi che tutelavano. La loro persona dal 449 a. C. in poi fu
considerata inviolabile e pertanto furono immuni, a pena di sacertà
(sacer era colui che a seguito dei reati commessi era consacrato alla
vendetta divina), da qualsiasi coercizione da parte dei Magistrati
patrizi. Verso la metà o la fine del secondo secolo a. C. una legge
Atinia riconobbe agli ex tribuni, il diritto di entrare a far parte
del Senato (se scelti dai Censori naturalmente).
Come abbiamo visto in precedenza, in epoca moderna, il fondamento del potere non è la competenza e un sapere specifico ma la legittimazione che avviene attraverso una autorizzazione e un contratto a gestire il potere per garantire la sicurezza e le libertà economiche a cui si aggiungono nel corso dei secoli la rivendicazione dei diritti civili, politici e sociali alla cui base c' è il Principio di Uguaglianza.
L'
esperienza di potere dello stato monarchico-parlamentare inglese
Il
Parlamento inglese e la Monarchia si sviluppano da quella assemblea
feudale, il
Consiglio del Regno,
formato da rappresentanti del clero e da baroni i quali si riunivano
per vigilare sulla Magna
Charta
concessa ai baroni nel 1215
da
re Giovanni,
in seguito a un reciproco riconoscimento della forma di potere
manarchica.
La prima forma di Stato monarchico moderno si delinea in Inghilterra
dopo la fine della Guerra
dei cento anni
conclusa nel 1453 e dopo la Guerra
delle due rose,
una
sanguinosa lotta dinastica combattuta
in Inghilterra tra
il 1455 ed
il 1485 tra due diversi rami della casa regnante dei Plantageneti:
i Lancaster e
gli York.
Dal 1509, Enrico
VIII,
figlio di Enrico VII ed Elisabetta di York, consolidò il potere
statale monarchico in presenza del Parlamento e allontanandosi
politicamente dalla chiesa cattolica romana. Dopo due rivoluzioni
(1649-Puritana e 1688-Gloriosa), l' Inghilterra perfeziona la sua
Monarchia parlamentare, limitando i poteri del re a favore del
parlamento. Lo stato sarà retto da una serie di istituzioni
governative:
- Parlamento- I tre elementi che formano il Parlamento sono: la Regina, la Camera dei Lord e l’eletta Camera dei Comuni. Si incontrano solo in occasioni dal significato simbolico come la cerimonia di apertura del Parlamento, dove i Comuni sono convocati dalla Regina e dalla Camera dei Lord. L’accordo tra i tre elementi è generalmente richiesto per la legislazione, ma quello della Regina viene considerato un dato di fatto.
- La Camera dei Comuni -La Camera dei Comuni (in inglese House of Commons) è la più bassa tra le due assemblee che compongono il Parlamento britannico. E’ un organo eletto democraticamente e ne fanno parte 646 deputati, chiamati Membri del Parlamento (Mps).
Ogni parlamentare rappresenta il distretto elettorale all’interno del quale viene eletto: in Gran Bretagna le circoscrizioni elettorali si chiamano “constituencies”. Il Primo Ministro britannico è eletto in Parlamento e appartiene alla Camera dei Comuni. La Camera dei Comuni è il luogo dove il Parlamento si riunisce per discutere i progetti di legge e le questioni di interesse nazionale.
- La Camera dei Lord- La Camera dei Lord (in inglese House of Lords) è la più alta tra le due assemblee che compongono il Parlamento britannico. Qui i parlamentari chiamati “Lords” si riuniscono per dibattere i problemi, apportare modifiche ai progetti di legge ed esaminare le decisioni del Governo.
I rappresentanti che siedono nella Camera dei Lord non sono eletti: ottengono la carica per linea ereditaria oppure vengono nominati dal Governo. Ne fanno parte 2 arcivescovi e 24 vescovi della Chiesa d’Inghilterra (i “Lords Spiritual”) e 692 “Pari”, cioè appartenenti alla nobiltà britannica (i “Lords Temporal”).
In questo momento i Lord sono 731, e quindi più numerosi dei parlamentari che compongono la Camera dei Comuni, che attualmente sono 646. Entrambe le Camere hanno sede e si riuniscono nel Palazzo del Parlamento (Houses of Parliament) di Westminster, a Londra.
L'
esperienza di potere dello Stato monarchico assolutistico-autocratico
francese
Lo
Stato francese monarchico si affermò con la volontà di rafforzare
il
potere monarchico da parte di Filippo il bello attraverso un
conflitto con il potere temporale religioso, con il potere degli
ebrei e dei Templari. I poteri baronali interni (i Grandi),
costituirono sempre un motivo di preoccupazione per la corona
francese, un problema di difficile soluzione. Il contrasto al potere
religioso gli costò una scomunica che
gli venne inflitta successivamente e delle dure bolle emanate dal
pontefice, tra le quali la Ausculta
fili e Unam
Sanctam,
ma Filippo resistette ed anzi chiese un processo per invalidare
l'elezione di Bonifacio (da molti paventata come irregolare,
soprattutto dopo l'abbandono di papa Celestino V) e per condannarlo come eretico, oltre che la revoca
dell'Unam
Sanctam.
Non ottenendo risultati, sul piano formale, Filippo convocò
gli Stati Generali francesi sottoponendo il quesito: il papa ha la facoltà di
immettersi nelle questioni nazionali? Gli Stati generali risposero,
compreso il Clero, risposero un no unanime per cui Filippo decise di
mortificare il pontefice e il pontificato, spedendo un'armata
capeggiata da Giacomo Sciarra Colonna (acerrimo nemico del Papa)il quale occupò
il palazzo papale a Roma e poi ad Anagni,
residenza di Bonifacio, dando atto alla leggenda dello Schiaffo
di Anagni.
Con questo episodio, attraverso Filippo, finisce una esasperata fase teocratica della
Chiesa Romana. Filippo
il Bello intentò un processo contro Bonifacio VIII otto mesi prima
della morte del pontefice; fra le molte accuse, eclatanti ci furono
quelle relative a pratiche magiche cui Benedetto Caetani sarebbe
ricorso prima e durante il suo pontificato. Il pontefice
successivo, Clemente V,
fu eletto con forte condizionamento del sovrano francese ed iniziò
la "cattività avignonese", definizione che si riferisce al trasferimento della sede papale da Roma ad Avignone:
il pontefice perse gran parte della sua autorità, divenendo
strumento passivo nelle mani della corona francese,
così da essere definito "cappellano del Re di Francia".
Filippo
riuscì ad ottenere la revoca parziale della bolla Unam
Sanctam,
l'istituzione di un processo postumo a Bonifacio VIII (mai portato a
termine) e, soprattutto, la soppressione e il massacro dell'ordine
dei Templari,
ricchissimo e potentissimo ordine di cavalieri religiosi, oggetto di
accuse, spesso false o travisate, di reati e di empietà, tramite
un'ulteriore convocazione degli Stati
Generali nel 1308.
Dopo
la fine delle guerre contro l' Inghilterra e grazie all' intervento
politico-divino di Giovanna
d' Arco la
quale ebbe un ruolo determinante nel coalizzare quelle forze che
riuscirono a scacciare gli inglesi dalla Francia nel
1453,
proseguì il consolidamento dello Stato monarchico francese.
Dopo un periodo molto lungo caratterizzato dalle Guerre
di religione, Enrico IV Navarra pacificò
la Francia, nel 1610 attraverso l' istituzione della monarchia
assoluta basata sul governo decisionistico del sovrano:
- Re: sovranità incorporata per diritto ereditario e divino
- Consiglio del re: gruppo di consiglieri al cui vertice c' era un potente primo ministro
- Stati generali: istituto assembleare consultivo che fungeva da organo di rappresentanza, dei tre ceti sociali presenti nello Stato francese pre-rivoluzionario. Gli Stati Generali, furono convocati la prima volta da re Filippo IV detto “il Bello” nel 1302 in un' ottica di rafforzamento dell' istituto monarchico.
Storia
degli Stati generali
Sia
le assemblee francesi che i Consiglio del Regno d' Inghilterra
trovavano ispirazione nella tradizione assembleare degli antichi
popoli germanici quando il re guerriero discuteva attorno al fuoco
con i suoi guerrieri che erano suoi pari i quali delegavano il potere
al re. In
Inghilterra la tradizione assembleare diventò un vero e proprio
Parlamento mentre in Francia, chi Stati Generali non riuscirono a
diventare espressione di un potere vero e in 487 anni furono riuniti
solamente ventidue volte.
Dopo il 1614 quando
fu convocato da Maria de' Medici non furono più riuniti sino al 1789 dopo due secoli di mancata convocazione.
La tendenza alla gestione monocratica del potere in presenza di una
forte competizione per la corona lasciò gli Stati generali in
subordine rispetto all' istituzione monarchica e al potere baronale
per cui l'ultima volta che vennero convocati, prima della
Rivoluzione, nel Maggio 1789 per affrontare la crisi finanziaria che
stava mandando in rovina la Francia, governava Re Luigi XVI, si
rivelarono concausa della Rivoluzione stessa. Vi partecipavano in
tutto 1139 membri eletti dai diversi Stati: 291 rappresentanti per il
Primo Stato (il Clero), 270 per il Secondo Stato (l'Aristocrazia) ed
altri 578 per il Terzo Stato (la popolazione urbana e rurale). Ogni
ordine si riuniva in una camera separata dagli altri due Stati,
discutevano sulla legge ed emettevano un voto per camera: essendo 3 i
voti il sistema non ammetteva il pareggio. Il
più delle volte il Terzo Stato era svantaggiato, perché in qualche
modo gli interessi dei nobili e del clero coincidevano:
era sufficiente che questi emettessero due voti a favore per ottenere
la maggioranza. Nell'ultima riunione degli Stati Generali il Terzo
Stato chiese altri membri per la propria camera, l’istituzione del
voto per testa e la riunione in un’unica camera. Di questi punti
solo uno fu concesso, quello di elevare il numero dei propri membri.
In questo modo il sistema rimaneva lo stesso, perché per cambiare
era necessario il voto per testa. A
quel punto il Terzo Stato si autoproclamò l’unico vero
rappresentante della Francia, assumendo il nome di Assemblea
Nazionale, e ciò determinò la fine degli Stati Generali e la
nascita di Istituzioni di governo più moderne.
1789:
Rivoluzione francese
-La Rivoluzione
francese è una definizione che semplifica un percorso in realtà molto complesso che all' inizio vide in campo come promotore politico della rivoluzione il Terzo Stato il quale precedette le rivolte di popolo del 14 luglio 1789. La Francia conobbe anche una rivoluzione nel 1848, dopo la Restaurazione conservatrice. Dopo il 1788/89 ci fu un periodo di radicale sconvolgimento sociale, politico e
culturale che segnò il limite tra l'Età Moderna e
l'Età Contemporanea nella
storiografia francese con
ripercussioni
libertarie nell' intera Europa.
Le principali e più immediate conseguenze della Rivoluzione
francese, che costituì un momento di epocale cambiamento nella
storia del mondo, furono l'abolizione della Monarchia assoluta e
la proclamazione della Repubblica,
con l'eliminazione delle basi economiche e sociali dell'Ancien
Régime (Antico
Regime). La Rivoluzione francese (1789), insieme a quella americana (1776),
ispirò le rivoluzioni a connotazione borghese liberali e
democratiche che seguirono nel XIX
secolo.
Segnò la fine dell'assolutismo e
diede inizio ad un nuovo sistema politico in cui la borghesia divenne
la classe dominante. La Rivoluzione francese e la proclamazione della
Repubblica portarono alla realizzazione dello Stato di diritto in
base al diritto naturale e alla realizzazione delle Carte
costituzionali.
La
Francia scriverà Carte dal 1791 al 1814.
Nel
regno di Sardegna lo Statuto Albertino verrà concesso nel 1848 e
diventerà la Carta dello Stato italiano nel 1861.
La
Prussia avrà la sua Costituzione nel 1850 e la Germania nel 1871
avrà la Costituzione dell' Impero tedesco.
In
generale lo Stato liberale contemporaneo è basato sul Principio di
separazione dei poteri e sul Principio della rappresentanza su base
censuaria.
Possiamo
trarre delle prime conclusioni dopo aver visto le tre esperienze di
formazione di Stato: lo Stato repubblicano romano, la nascita della
Monarchia parlamentare inglese e della Monarchia assoluta francese?
Nella tradizione del potere occidentale, l' esperienza del potere
monocratico non è diffusa ed è considerata pericolosa poichè
corrisponde a una involuzione sociale e determina un immobilismo
pericoloso per l' economia di una comunità che ha bisogno di
riconoscimento della complessità. La democrazia e la Repubblica
corrispondono ai periodi di maggior espansione e di maggior benessere
delle comunità che hanno adottato queste istituzioni politiche. Gli
uomini politici chiamati al governo di queste istituzioni dovevano
dimostrarsi all' altezza per capacità, competenza e virtù.
Paragonando poi le due esperienze di potere monarchico di
Inghilterra e Francia possiamo vedere che la monarchia inglese la
quale non conosce l' esperienza classica del potere assoluto e
autocratico ha portato civiltà al suo popolo ed è presente ancora
oggi diversamente dalla monarchia assoluta autocratica conclusa con
la Rivoluzione.
Abbiamo
già una prima risposta alla crisi dello Stato attuale: preservare la
democrazia e ripristinarla dove è stata intaccata sostanzialmente
come è avvenuto in Italia.
A rappresentare questo post: una libera interpretazione del Leviatano.
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