Riflessione
generale
Nel
saggio Sulle idee Aristotele affrontava la difficoltà di individuare il rapporto fra le idee
e le cose reali, riflessione che Platone ed Eudosso avevano lasciato insoluta.
Tutti pensavano che l' idea fosse “la
forma superiore dell' intelligenza” ma ognuno la pensava
diversamente sul nesso che intercorreva fra idea trascendente e
realizzazione immanente.
Platone pensava che idee e cose partecipassero fra di loro ma
fossero separate, Eudosso pensava che ci fosse mescolanza mentre
Aristotele individua il principio di tutte
le cose nelle forme immanenti che si realizzano dalle idee. L'
immanenza cioè le realizzazioni degli uomini era superiore alla pura
trascendenza. Questo principio aristotelico, in campo politico, ci rimanda all'
importanza dell' idea realizzabile e ci pone interrogativi sulle
ideologie irrealizzabili. Nel Seicento Cartesio svilupperà al
massimo l' idea dell' importanza del pensiero umano mettendo l' uomo
al centro di tutto: Penso dunque sono.
Dal
dubbio
scientifico Cartesio
arriva alla certezza filosofica della superiorità dell' uomo sulle
cose grazie al pensiero.
Questa
riflessione è particolarmente appropriata quando si parla di governo dello Stato, di realizzazioni politiche e di competenza delle classi dirigenti alla luce della "politica" attuale, la quale, vive di ideologie irrealizzabili e
manca di idee da proporre ai cittadini.
Il
pensiero politico dell' uomo moderno costruisce delle idee: idea nobile di
popolo, idea del bene comune e idea dell' interesse nazionale e in
base a queste idee, la riflessione moderna, riguardo l'
organizzazione politica e sociale costruisce un sistema di valori
nuovo basati sull' eguaglianza, sulla giustizia sociale e sulla pace.
La
forma di potere politica moderna è stata pensata come potere dei
cittadini realizzabile attraverso il Principio
di rappresentanza:
il cittadino, nel patto statale fondativo, autorizza la cessione del
proprio potere, di cui avrebbe diritto per nascita, a un
rappresentante che lo esercita in nome del Principio
di Equilibrio
finalizzato a garantire la sicurezza e a preservare i singoli dalla
guerra. Il diritto civile primario: la preservazione della vita
agisce come idea fondante delle nuove comunità europee.
Popolo,
bene comune e interesse nazionale non sono entità percepibili
attraverso i sensi ma sono costruzioni culturali metafisiche che
hanno un alto significato e valore simbolico che deve essere
realizzato sostanzialmente e non può rimanere solo come dato
formale. Il
popolo non è solo la somma aritmetica degli aventi diritto al voto
ma è l' idea fondamentale della democrazia, valore presente e in
divenire, idea universale che non riguarda solo la maggioranza ma
tutto il popolo per cui la legge elettorale è un dettaglio di fronte
all' immenso valore dell' idea di popolo costruita in secoli di
riflessione intorno all' uomo.
Tutta
la riflessione filosofica occidentale parte dall' idea di popolo e ne
fa una entità in divenire attraverso una grandezza e nobiltà di
tipo ideale ma auspicata come realizzabile proprio grazie e
attraverso la politica. Anche il bene comune e l' interesse generale
sono idee che devono trovare realizzazione proprio grazie all' azione
degli uomini politici. Il rappresentante politico è un uomo che si
trova a colmare la distanza fra la realtà e l' ideale pensato per
cui dve cercare un punto di equilibri senza abbandonare i Principi
guida. E' proprio qui, nela distanza fra l' azione umana, sempre
limitata, e ideale da raggiungere che si rivela la debolezza dei
sistemi rappresentativi. La sovranità è pensata e appartiene a una
entità ideale ma il popolo vero chi è, cosa pensa veramente? Il
popolo è reso visibile solo in forma mediata dal rappresentante
perchè legittima la rappresentanza ed è solo in quella occasione
che si può esprimere ma è anche in quella occasione che si rivela
la debolezza del sistema. Come si verifica
la coerenza/congruità fra i rappresentanti politici e il popolo? Con
l' obbligo della fiducia da parte dei cittadini verso i
rappresentanti e con l' obbligo della reciprocità da parte dei
rappresentanti verso i cittadini. In
Italia attualmente è evidentissimo un deficit strutturale di
legittimità in presenza di una classe politica scadente e
indubitabilmente, in generale, incapace e corrotta una realtà che
svela e
rivela l' impossibilità di realizzare il potere dal basso in modo di
realizzare la democrazia per la gente “comune”. La Costituzione
tedesca riconosce ed esorta i partiti ad agire insieme e rende
possibile la grande coalizione mentre
in italia non è così perchè nella Costituzione non c' è un
riconoscimento esplicito ai partiti ed è forse per questo che i
partiti allontanano il popolo dalle istituzioni: per paura e per
debolezza in quanto i partiti sono delle associazioni private non
riconosciute mentre la rilevanza costituzionale viene data ai gruppi
parlamentari che spesso coincidono con i partiti ma non sempre. In
questa ultima Legislatura, la XVI, prima di Monti, abbiamo assistito a
una migrazione di deputati da un partito ad un altro andando a
modificare il gruppi parlamentari secondo strategia ignorando la
coerenza politica: gruppi misti. Concludendo: il partito -
organizzazione spontanea della società civile che non va al di là,
per quanto attiene alla veste giuridica, dell’associazione privata
non riconosciuta - attraverso la costituzione del “suo” gruppo
parlamentare si solidifica ed assume la trasparenza, la tipicitàe il
Principio di legalità delle istituzioni costituzionali. Insomma, è
attraverso i gruppi che
i partiti “si fanno istituzioni”, partecipano alla formazione
degli organi parlamentari e decidono dei programmi di lavoro delle
commissioni e dell’aula; è attraverso la consultazione dei gruppi
che il Presidente della Repubblica comunica con i partiti e ne conosce
gli umori politici; è attraverso i gruppi che i partiti
possono talvolta difendere davanti alla Corte costituzionale,
attivando il conflitto di attribuzione, le proprie prerogative contro
gli abusi della maggioranza parlamentare.
Ma
può significare, al contrario, che il partito politico proietta la
sua ombra su un segmento delle istituzioni parlamentari, i gruppi
appunto: che li avvolge quindi con il velo di opacità, di
“privatezza”, di mancanza di evidenza pubblica che caratterizza
il proprio ordinamento privatistico. Le questioni interne ai gruppi,
la loro organizzazione e il loro modo di funzionare, i loro rapporti
con i partiti tenderebbero dunque a sottrarsi alle regole di
trasparenza, pubblicità, controllabilità che devono invece
applicarsi alle istituzioni costituzionali. La proiezione dei partiti
non servirebbe dunque ad accrescere il livello di
istituzionalizzazione di essi, ma opererebbe piuttosto nel senso di
diminuire il livello di giuridicità delle istituzioni più vicine
alla politica. Ma d' altra parte come ci si può sottrarre a questa
situazione se la Costituzione recita che le commissioni parlamentari
devono rispecchiare i gruppi parlamentari?
Nonostante
il quasi silenzio della Costiuzione sui partiti la loro centralità è
riconosciuta dalle leggi elettorali in base al Principio di
rappresentanza in quanto, ogni deputato, rappresenta la totalità dei
cittadini e deve uniformarsi al suo partito e al programma del suo
partito. In tutte le democrazie
occidentali i partiti sono il medio, colmano la distanza fra i
rappresentati e i rappresentanti ed è evidente che non esprimendo il
meglio della società ma la medianità, i partiti devono esprimere
uomini politici alla Weber i quali sono chiamati a colmare la
distanza fra la medianità e il meglio/giusto possibile.
I
partiti dovrebbero esprimere uomini politici capaci di intercettare
la complessità sociale e i bisogni provenienti da tutti i cittadini
all' interno di una maggioranza che è comunque espressione di una
particolarità. I partiti elaborano programmi finalizzati ad ottenere
il consenso e non a migliorare le condizioni politiche verso il bene
comune per cui vengono presentati programmi accattivanti simili per
maggioranza e opposizione, conditi da slogans sulla scia di sondaggi
che ribaltano la logica classica di reperimento del consenso:
- metodo classico: presentazione del programma agli elettori
- metodo berlusconiano: individuazione dell' elettore e confezionamento di un programma finalizzato al consenso.
Come
già avevano evidenziato
gli studi di de Borda e Condorcet non è importante individuare l'
elettore di maggioranza e di opposizione ma l' elettore del centro
che si sposta ed è capace di influenzare l' esito del voto.
Oggi
l' Italia vede il fallimento del bipolarismo e non è ancora pronta
alle coalizioni articolate che permetterebbero, superando la logica
della contrapposizione, di superare le litigiosità salvagurdando
maggioranze e minoranze.
Possiamo
concludere isolando altri motivi di crisi dello stato:
- l' idea dello Stato e della politica diventati ideologia
- l' inadeguatezza degli uomini politici a interpretare al meglio il Principio di rappresentanza colmando la distanza fra il medio ed il meglio/giusto realizzando il superamento accettabile delle inevitabili imperfezioni dei sistemi elettorali a maggioranza con azioni capaci di creare fiducia.
Ricapitolando:
attingendo anche a: STORIA DELLO STATO:
PROBLEMATIZZAZIONE DELLA CRISI DELLO STATO -Continuazione 17-, finora
abbiamo individuato 5 criticità che possono spiegare la crisi dello
Stato Moderno:
- il paradosso di uno Stato formato con un patto di non violenza che usa la violenza legittimata
- la debolezza formale che rende lo Stato sostanzialmente debole e per questo a tendenza aggressiva e pervasiva
- l' omogeneità politica con i poteri politici, occulti e illegali, spesso, sullo stesso piano e la fine del pluralismo conflittuale, garanzia di Democrazia
A
queste tre criticità si aggiungono:
- l' idea dello Stato e della politica diventati ideologia
- l' inadeguatezza degli uomini politici a interpretare al meglio il Principio di rappresentanza colmando la distanza fra il medio ed il meglio/giusto realizzando il superamento accettabile delle inevitabili imperfezioni dei sistemi elettorali a maggioranza con azioni capaci di creare fiducia.
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