mercoledì 10 ottobre 2012

CONTINUA L' IDEOLOGIA DELLA "DOPPIA MORALE TRASPOSTA"

Questa fotografia è tratta dal Gazzettino del giorno 9 ottobre 2012, art. di Lino lava, Erica uccisa senza alcun motivo con 40 coltellate, si scava nella malattia di Paolo.
La fotografia vede  unite la mamma della signora uccisa, Erica Ferrazza e la mamma di chi l' ha uccisa, Paolo Rao.
In generale la stampa locale ha scritto articoli distraenti finalizzati a togliere attenzione alla vittima per "santificare" inopportunamente la figura del suocero mancato. Anche in questo articolo la figura di Erica diventa evanescente anche nella definizione: il "presunto assassino" è sempre definito "l'  ingegner Paolo" mentre  lei  è l' "ex compagna Erica Ferazza" eppure mi risulta che anche lei era laureata.
Problematizzazione della fotografia
La fotografia che vediamo è culturalmente molto pericolosa poichè continua a supportare la pericolosa deriva finalizzata a togliere attenzione alla gravità dell' accaduto per far passare l' assassinio di una donna come una disgrazia inevitabile: non è così. Ho letto che le due famiglie si sono incontrare nella Basilica del Santo e questo va bene e va bene anche il perdono ma è una scelta privata che non deve essere esibita, tantomeno attraverso l' apparenza di una fotografia. la commistione fra vicende private: il perdono, vicende pubbliche: il ruolo pubblico del signor Rao padre "santificato" e della signora Rao impegnata ancora nel sociale formano una commistione distraente e inquinante l' informazione che toglie attenzione alla gravità della signora uccisa.
621 circa a. C.: si fa risalire a Dracone la prima scrittura del diritto penale greco che divenne diritto pubblico. In questo modo si pose un freno alle vendette private che erano dannose per la comunità e si distingueva per la prima volta il grado di responsabilità personale. L' omicidio era condannato con la pena di morte ma con una eccezione: l' omicidio legittimo in caso di adulterio; infatti, in caso di illegittima relazione carnale della moglie, della figlia, della sorella, della madre o della concubina, al cittadino ateniese era consentito uccidere la donna adultera senza essere punito. L' uccisore era considerato una mano della città e della legge: uccideva per salvaguardare la casa, bene supremo di Atene. L' adultera non era considerata e certamente non aveva diritto al processo in quanto oggetto e non soggetto: poteva essere uccisa o finire la sua vita schiava in quanto la sua esistenza era legata solo alla riproduzione e al piacere. Il Diritto romano considererà l' adulterio, all' interno della cultura moralizzatrice augustea,  anche come offesa all' onore e prevederà la pena per entrambi gli adulteri: il padre della donna poteva uccidere entrambi gli adulteri e il marito della donna solo l' adultero. Successivamente verrà punita solo la donna. L' adulterio come principio legale a sostegno dell' omicidio legittimo ha resistito nei secoli, pressoché inalterato. In Italia, ad esempio, è sopravvissuta una norma fino al 1981 che mitigava la pena in caso di omicidio definito come "delitto d' onore". Questa legge della "doppia morale", formalmente finita nel 1981, per quanto riguarda i reati sessuali, resiste come retaggio culturale nella mente di uomini e donne come trasposizione che crea differenza ideologica in ogni "discorso" che riguarda le donne anche in occasione della loro morte. In questo caso l' ideologia della "doppia morale trasposta" risalta in modo prepotente  nel modo in cui la stampa  ha riproposto la figura "santificata" ma non reale di Rao Direttore generale, "padre buono", del "giovane ingegnere" figlio e "malato" e delle due "mamme  perdonatrici". Alla fine di tutti gli articoli di cronaca che riguardano questo caso il lettore ha l' impressione che la morte della signora Erica fosse inevitabile ma non è così: queste morti sono evitabili destrutturando la cultura del dominio, del possesso, dell' egoismo e dell' ignoranza,rivolta a bambini e bambine. Questo tipo di educazione è benefica anche quando un uomo o una donna sono malati perchè, in questo caso, il presunto malato è stato un bambino che andava educato. 

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